7 articoli nella categoria Editoriale

Annamaria Parlato 20/01/2024 0

Lo spettro di Putin anche sui Paesi baltici, si inasprisce la crisi NATO-Russia?

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Unione Sovietica occupò i Paesi baltici nel 1940. Questa occupazione durò fino al 1941, quando la Germania invase l'Unione Sovietica. Durante l'occupazione nazista, le popolazioni locali subirono gravi sofferenze. Nel 1944, l'Armata Rossa sovietica riconquistò la regione, riportando i Paesi baltici sotto il controllo sovietico.

Con il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991, i Paesi baltici colsero l'opportunità di dichiarare nuovamente la loro indipendenza. L'Estonia fu la prima a farlo, il 20 agosto 1991, seguita dalla Lettonia il 21 agosto e dalla Lituania il 24 agosto. Queste dichiarazioni di indipendenza furono sostenute da un ampio consenso popolare e rappresentarono una svolta significativa nella storia della regione. La comunità internazionale, compresa l'Unione Europea e gli Stati Uniti, riconobbe l'indipendenza dei Paesi baltici.

Le nazioni baltiche hanno successivamente intrapreso il processo di costruzione delle proprie istituzioni, aderendo a organizzazioni internazionali come l'ONU, l'Unione Europea e la NATO. I Paesi baltici hanno compiuto sforzi significativi per integrarsi nell'Unione Europea e nella NATO. Nel 2004, sono diventati membri a pieno titolo di entrambe le organizzazioni, consolidando la loro sicurezza e la loro posizione politica nell'ambito europeo e atlantico.

In seguito alla guerra in Ucraina e al conflitto israelo-palestinese, la Russia, approfittando del particolare momento di caos e tensioni, mira a riappropriarsi di tutti gli Stati appartenenti alla vecchia URSS, appellandosi al pretesto che la Lettonia stia espellendo i russi dalla nazione in una sorta di “deportazione illegale”. Putin ha affermato che questa espulsione sta minando la sicurezza del suo Paese e sta meditando l’invasione dei Paesi Baltici, che, sentendosi minacciati, hanno concordato di dotare i loro confini con Russia e Bielorussia di “strutture di difesa”.

In uno scenario simile, la NATO sarebbe costretta ad intervenire poiché il Trattato del Nord Atlantico, comunemente noto come Trattato di Washington, firmato il 4 aprile 1949, è un'alleanza di difesa collettiva tra le nazioni firmatarie che attualmente sono 31, con la Finlandia aggregatasi il 31 marzo 2023. L'articolo 5 è il famoso articolo di “difesa collettiva” che stabilisce che un attacco armato contro una o più parti sarà considerato un attacco contro tutte le parti, e che ciascuna parte concorda che, se un tale attacco si verifica, ognuna di esse agirà per aiutare la parte o le parti attaccate, individuando tale attacco come una minaccia alla pace e sicurezza globali.

La NATO da sempre si è impegnata a rafforzare la difesa collettiva nella regione baltica, spesso presa di mira dalla Russia a causa di esercitazioni militari un po' troppo ravvicinate e dell’annessione della Crimea e della città di Sebastopoli nel 2014, attraverso la presenza di truppe multinazionali e l'implementazione di misure di dissuasione. La sicurezza della regione baltica rimane una priorità per l'alleanza. Il concetto di un mondo in guerra è una realtà in cui la società umana è spesso costretta a confrontarsi con le conseguenze più gravi e destabilizzanti della sua stessa esistenza. La storia ci ha insegnato che i conflitti possono nascere da una varietà di cause, che vanno dalle tensioni geopolitiche alla lotta per risorse vitali, dalle dispute ideologiche alle divisioni etniche e religiose.

Oggi, la persistente presenza di conflitti in diverse parti del mondo ci costringe a riflettere attentamente sulla direzione in cui si sta dirigendo la comunità globale. Una delle sfide principali è rappresentata dalla proliferazione di conflitti regionali, che potrebbero avere impatti globali. Le tensioni tra potenze mondiali, la lotta per l'egemonia e il controllo delle risorse strategiche possono scatenare conflitti che coinvolgono diverse nazioni. Questo scenario solleva interrogativi fondamentali sulla sicurezza e sul benessere delle persone in tutto il mondo. Le nuove forme di guerra, inclusa la guerra cibernetica e l'uso delle tecnologie avanzate, hanno reso il concetto stesso di guerra più sfumato.

Gli attacchi informatici, le operazioni di disinformazione e l'uso di droni modificano la natura stessa dei conflitti, rendendo ancora più difficile prevedere e prevenire gli scontri armati. Inoltre, la questione delle armi nucleari rappresenta un'ombra costante sulla sicurezza globale. La proliferazione di armi atomiche e le tensioni tra potenze nucleari aggiungono un livello di complessità e rischio inimmaginabile a qualsiasi situazione di conflitto.

Tuttavia, nonostante questa oscura realtà, emerge anche la luce della speranza. La storia ci ha dimostrato che il dialogo, la diplomazia e la cooperazione internazionale possono svolgere un ruolo chiave nel prevenire e risolvere i conflitti. Le organizzazioni internazionali, i trattati di pace e gli sforzi collettivi possono fungere da strumenti per costruire un mondo più pacifico e giusto. Il riconoscimento del fatto che il mondo sia in guerra ci obbliga a considerare il nostro ruolo come cittadini globali. Dobbiamo impegnarci a promuovere la pace, la comprensione reciproca e a lavorare insieme per affrontare le cause profonde dei conflitti. Solo attraverso una visione condivisa di un futuro pacifico e giusto possiamo sperare di superare la tragica realtà di un mondo in guerra.

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Annamaria Parlato 31/12/2021 0

Slancio verso la notizia da solide basi di veridicità, così in pista anche nel 2022

Quest’anno, il nostro editoriale è una via di mezzo tra lista di buoni propositi e un bilancio per archiviare in maniera più consapevole i mesi passati. Senza angosciarci, è più facile risalire a dove eravamo e cosa stavamo facendo due anni fa e così via. Tanto per cominciare, due anni fa questo quotidiano aveva messo da poco radici nel web. Era solo un’idea, un buon proposito appunto, che poi si è realizzato e siamo davvero molto contenti che lo abbia fatto.

Innanzitutto perché i complimenti dei lettori ci rendono veramente felici, così come quando vediamo un articolo condiviso sui social da qualcuno che non conosciamo nemmeno: ci sembra un regalo bellissimo ogni volta. Sarà una cosa banale o normalissima, ma rimane comunque un piccolo momento di soddisfazione pura, tant’è che mensilmente riceviamo 30.000 visualizzazioni costanti.

Ma per guadagnarci la fiducia dei nostri lettori sia abituali che non, abbiamo dovuto utilizzare semplici regole che spesso i giornalisti dimenticano e ignorano: l’attendibilità e veridicità dei fatti. A noi non interessano visualizzazioni facili, titoloni "acchiappa like" e soprattutto fatti inventati senza fondamento, spesso oggetto di rimostranze da chi viene sbattuto in prima pagina senza un vero perché.

Irno24 si è da sempre basato sulla consultazione delle fonti ufficiali: non pubblichiamo articoli se non dopo aver individuato l’origine dei fatti e l’attendibilità di chi ha fornito l’informazione. Fa parte del bagaglio basico dei giornalisti, i quali per deontologia non dovrebbero pubblicare una notizia se non sono abbastanza certi che sia vero.

Verificare le fonti è insomma una metodologia complessa per molti. Porsi però qualche domanda è fondamentale: chi c’è dietro questa fonte? quali altre notizie o previsioni ha fatto circolare? questa notizia è stata ripresa da altri media professionali? Queste regole sono la Bibbia per noi di Irno24 che vogliamo trasmettere serietà a chi ci legge. Pubblichiamo ogni giorno il giusto numero di notizie selezionate, rivolte ad un pubblico attento.

Il 2021 è stato anche l’anno della nascita del canale Youtube e del restyling del nostro sito web, che adesso ha una maggiore chiarezza di lettura e fluidità di apertura della homepage. Inoltre, abbiamo implementato il portale con un grafico intuitivo e facilmente decifrabile sui dati ufficiali dei casi Covid in Campania, diffusi quotidianamente dalla Protezione Civile della Regione.

Cosa aspettarsi dal 2022? In primis una donna Presidente della Repubblica Italiana, sarebbe un gesto di grande civiltà e progresso, poi una politica senza macchie, più vicina alle esigenze dei cittadini, e soprattutto la fine della pandemia. Per il momento ci si accontenta di sapere che i segni di acqua e fuoco avranno un brillante e fortunato 2022. Buona lettura e buona vita a tutti!

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Annamaria Parlato 31/12/2020 0

Un brindisi alla sopravvivenza

"Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni" (Fabrizio Caramagna)

Quante incertezze, troppe. Quanto malessere, quanto disagio, quanti sogni svaniti. Un 2020 che pare non volerci abbandonare e quelle poche ore che ci distanziano dal nuovo anno sembrano un'eternità, non passano mai. Nel vortice ingannatore dei bonus e dei ristori, alcuni hanno riposto la speranza che però tarda ad arrivare. L’economia è allo sfacelo, tanti hanno dovuto alzare bandiera bianca, tanti hanno perso parenti e amici a causa di un nemico invisibile ma molto violento che ha dimostrato di non fare distinzioni di alcun genere.

E mentre continuiamo a rispettare distanziamenti e a privarci delle piccole cose appartenenti ad una banalissima quotidianità, ecco spuntare il vaccino tanto agognato che però porta con sé ancora molti punti interrogativi. Ma cosa possiamo fare intanto per ritornare a sorridere e migliorare la nostra vita? Possiamo solamente donare la nostra generosità, la nostra disponibilità e il nostro sapere al prossimo, in poche parole le competenze professionali.

Irno24 nel suo primo anno di vita ha compiuto passi da gigante, la piccola-grande squadra che lo sostiene tutti i giorni ha dimostrato di essersi ritagliata uno spazio all’interno del panorama dei media salernitani. Le visite giornaliere dal dicembre 2019 al dicembre 2020 sono quintuplicate, e questo grazie a voi lettori in primis che ci avete dato fiducia, ad una costante attività di ricerca delle notizie più rilevanti, alle interviste e agli argomenti di approfondimento sia sociali sia culturali relativi alla città di Salerno e ai comuni dell’Irno.

E’ facile parlare di grandi numeri quando si va ad "arrabattare" una notizia, si butta nel calderone di tutto e di più pur di fare visualizzazioni, rischiando di cadere nella ragnatela delle fake news e delle fonti dubbie. E’ difficile invece pubblicare la qualità e sopratutto concentrarsi sui piccoli centri dove trovare spunti per un articolo è una manovra di forte complessità e bisogna applicarsi su argomenti che possono invece essere di pubblica utilità.

Come Direttore responsabile di questa testata online sono ampiamente soddisfatta di tutti i collaboratori e dei risultati ottenuti che dovranno stimolarci ad acquisire prestazioni eccellenti nel giro di pochi mesi. Non vorrei a questo punto dilungarmi su ulteriori argomenti, perché il momento è particolare, ci ha tolto quanto di più bello avevamo e questo lo sappiamo tutti, ma vorrei lasciarvi con una riflessione sul tempo.

Secondo Sant’Agostino, il tempo assieme all'Universo è stato creato da Dio, anche se con una natura profondamente misteriosa, tanto che il filosofo (vissuto tra il IV e il V secolo d.C.) affermò ironicamente: "Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so". Agostino criticò la concezione del tempo aristotelica intesa come misura del moto degli astri: nella sua opera intitolata le "Confessioni" sostenne che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile ad una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente, ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa.

Questa visione lineare-progressiva del tempo che si contrappose a quella circolare-ciclica del mondo pagano, deve in qualche modo coinvolgere anche noi e condurci in una dimensione spazio-temporale diversa da quella a cui eravamo abituati prima dell’inizio della pandemia da Covid-19. Manca poco, ci siamo, arriva il 2021 con il suo fardello di accadimenti e un brindisi a mezzanotte: un brindisi per vivere o sopravvivere? A voi la scelta.

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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Annamaria Parlato 14/03/2020 0

Resto a casa? Ma no, dai, due passi che male faranno?

Giacomo Leopardi nel 1824 scrisse il saggio “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”, lasciandolo incompiuto. Mise in evidenza il carattere degli italiani e il loro individualismo, che non esitò a definire cinico: “Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci. [la nazione italiana] unisce la vivacità naturale (…) all’indifferenza acquisita verso ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza di società, che non li fa curar gran fatto della stima e de’ riguardi altrui...”.

Ma il buon visionario Leopardi non poteva sapere che quelle parole, oggi più che mai attualissime, sarebbero state ancor più efficaci ai tempi del Coronavirus, quando anziché “restare chiusi in casa”, nella totale indifferenza si esce per strada a fare la “passeggiatina”. In Inghilterra vige la teoria dell’immunità di gregge e infatti gli inglesi come pecore si infetteranno prima o poi e nemmeno il tempo di uscire fuori dall’UE, che solo la fredda e nera terra potrà trasmettergli il ritrovato senso di fratellanza europea, pace all’anima loro. Questo è un virus che non fa sconti a nessuno, né a bambini né ad anziani, si combatte solo rispettando le regole.

Ma agli italiani le regole si sa non sono mai piaciute ed è bastato il sole di questi ultimi giorni a farli uscire nei parchi, nelle ville comunali, in spiaggia, sul lungomare e a fare delle vere e proprie gite fuori porta. Le sceriffate del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non sono servite a nulla, così come l’hashtag #iorestoacasa, i video-appelli dei vip e dei politici, i video-corsi di cucina improvvisati da chef e pizzaioli e le varie iniziative di sostenibilità digitale.

Intanto la situazione diventa sempre più critica giorno dopo giorno, il sistema sanitario è al collasso, i medici sono disperati e sono costretti a fare delle scelte su chi curare prima poiché i posti in terapia intensiva vanno diminuendo sempre più. L’Europa nel frattempo non ha mosso un dito, non è arrivato un aiuto, né un carico di merci di prima necessità, tra cui le mascherine.

Ma il virus nero di morte ormai si è esteso a macchia d’olio e sta mietendo vittime in tutti i continenti. Le saracinesche si sono abbassate, la maggior parte delle attività commerciali ha dovuto alzare bandiera bianca nonostante tasse, stipendi, fornitori e utenze di varia natura da pagare. La gente è disperata non sa che fare, le partite iva sono prive di tutela, i piccoli artigiani sono allo sbando completo e i migliaia di italiani incoscienti che fanno? Vanno in montagna a sciare, prendono il primo treno che dal Nord li porti al Sud con la scusa della residenza, organizzano festini a base di droghe e alcol, vanno a prostitute, svaligiano i supermercati, organizzano compleanni a casa, escono per strada senza motivazioni valide pur di prendere la boccata d’aria.

E’ stata chiesta una prova di maturità alle persone, la popolazione ha avuto abbondantemente modo di comprendere e abituarsi gradualmente alla situazione, ma non l’ha fatto. Troppi hanno dimostrato di non avere senso di responsabilità e questo a Milano, come a Napoli, a Salerno, Bari, Palermo, dovunque. “Ma sì tanto che me ne frega di te che rispetti le regole, che sei chiuso in casa da giorni senza poter godere della bellezza del creato, che hai chiuso il tuo negozio, che hai le scadenze da saldare, che rischi la vita in un ospedale per salvare vite umane, che con una telecamera sei costretto a sottoporti a dei rischi per tenere alta l’informazione”.

In un paese privo di coscienza sociale, si è reso necessario imporre la legge e a breve arriveranno anche i presidi militari in ogni angolo delle strade. Ma neanche questo servirà perché sì tanto che fa, esco a far due passi.

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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Annamaria Parlato 02/03/2020 0

Sedativi ai tempi del Coronavirus, rilassiamoci con un po' di "sanax informazione"

Infettivologi, neuropsichiatri infantili, psicologi e chi più ne ha più ne metta, sono tutti pronti a dare assistenza e opinioni in merito a questo "benedetto" Coronavirus che ha tolto il senno e la fantasia ai più. Tutto è iniziato quel maledetto Venerdì 21 Febbraio 2020, quando in televisione si parlò dei primi contagi in Lombardia.

Da qui il fuggi fuggi generale, le disperate corse a svuotare i supermercati per accaparrarsi viveri e sopratutto Amuchina, a prendere d’assalto le farmacie per acquistare le mascherine, a scappare via dal Nord per rifugiarsi al Sud ignari di diffondere il virus anche là. Dopodiché al via le quarantene fatte non di 40 giorni di isolamento ma 14, esortando i contagiati a rimanere rinchiusi nelle proprie abitazioni o perfino nei comuni cosiddetti “rossi”, presidiati dalle forze dell’ordine attente a controllare che nessuno riuscisse a scappare.

A completare il quadro già disastrato i voli aerei e gli eventi annullati, la chiusura delle scuole, i ristoranti vuoti e un’economia al collasso con disdette di centinaia di prenotazioni nelle città d’arte e nei luoghi turistici, sotto lo sguardo derisorio degli altri stati che si stanno prendendo beffa di noi e della nazione intera, affibbiandoci l’appellativo di appestati e untori. Sembrava che il focolaio dell’epidemia fosse relegato ad alcuni comuni lombardi e invece attualmente anche altre regioni sono coinvolte per un totale di oltre 1500 contagi (circa 22 positivi in Campania) di cui 41 persone decedute e 83 guarite in tutta Italia.

E poi la colpa ai giornali, alla stampa tutta, ai giornalisti che non sanno fare il loro mestiere, diffondendo il panico, il terrore e anche fake news pur di fare soldi. Forse se tante cose si sanno e se la situazione adesso è leggermente sotto controllo rispetto ad una settimana fa è proprio grazie al diffondersi delle notizie dei quotidiani che hanno spiegato gli effetti della malattia, le misure da adottare per evitare errori, l’avanzamento della ricerca per trovare soluzioni al problema.

Troppo facile usare i quotidiani come capro espiatorio ai mali sociali. Noi di Irno24 pensiamo di dissociarci da tutto ciò che è fasullo, da iniziative personali, dai titoloni privi di senso, da allarmismi di vario genere e puntiamo invece ad un’informazione utile ai cittadini e ai lettori, basata sull’ufficialità delle informazioni. Sappiamo anche che non esiste solo il Coronvirus ma che la vità è fatta anche di altri problemi di cui non si sta parlando e che vengono messi a tacere. E quindi siamo dell’avviso che bisogna informare ma in maniera sana.

In Cina si dice che mangiare bene significa raggiungere il cielo. Sarà per caso la lettura giornaliera del quotidiano davanti a del buon pollo alle mandorle a salvarci?

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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Annamaria Parlato 31/12/2019 0

L'anno che verrà

Venditore Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore Si, signore.
Passeggere Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere Come quest'anno passato?
Venditore Più più assai.
Passeggere Come quello di là?
Venditore Più più, illustrissimo.
Passeggere Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore Io? non saprei.
Passeggere Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore No in verità, illustrissimo.
Passeggere E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore Cotesto si sa.
Passeggere Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore Cotesto non vorrei.
Passeggere Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore Lo credo cotesto.
Passeggere Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore Appunto.
Passeggere Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore Speriamo.
Passeggere Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere Ecco trenta soldi.
Venditore Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere - GIACOMO LEOPARDI, OPERETTE MORALI

Sarebbe il caso di dire: lasciateci sognare, lasciateci immaginare un anno migliore, meno crudele. Il 2019 è stato caratterizzato da tanti accadimenti significativi sia a livello politico che sociale, ma senza risultati soddisfacenti e concreti. Il 2019 è stato segnato da tante vicende dolorose che hanno tolto la voce anche a chi avrebbe voluto urlare la propria disperazione. Il 2019 è stato anche l'anno dei disastri ambientali che hanno privato gli esseri umani della libertà di muoversi, tenedoli rinchiusi in una gabbia di massi, pietre e fango.

Che imbarazzante contemporaneità! Siamo così bravi a complicarci la vita e a rendere il nostro presente carico di ostacoli che nemmeno ci rendiamo conto di quanto siamo ridicoli. Andando avanti di questo passo come potremo affrontare il domani? Le prospettive di un avvenire incerto e inaffidabile, di un mondo privo di controllo sono ormai vicine.

Alla fine siamo tutti come il "passeggere", disillusi e disincantati, consapevoli che ogni anno nuovo sia la prosecuzione del vecchio, consapevoli di aver perduto qualcosa e di brancolare nel buio alla ricerca di chimere lontane come miraggi nel deserto. Ma dentro di noi, almeno nell'ultima notte, quella più scintillante dell’anno, è confortevole immaginarsi un pò "venditori", illudendosi che il futuro ci dia la possibilità far avverare altre occasioni e opportunità.

Irno24 nelle sue poche settimane di vita ha dimostrato di avere il coraggio di inseguire le verità e di possedere le energie di raccontare il quotidiano. Pertanto auguri di buon anno cari lettori, noi abbiamo la voglia di andare avanti, con la speranza che nel 2020 ognuno sia sempre artefice del proprio destino!

In fede

Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24

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Annamaria Parlato 10/12/2019 0

Una finestra spalancata sul mondo

“La lettura del giornale è la preghiera del mattino dell’uomo moderno”. Così si esprimeva Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il grande filosofo tedesco vissuto nel XVIII secolo. Un tantino esagerato? Forse no, perché la nascita di una nuova testata giornalistica è sempre una conquista per la società, un bene insostituibile per la comunità tutta.

Si, perché il diritto all’informazione non deve essere negato a nessuno, è un dovere che ogni cittadino ha nei confronti di se stesso e del prossimo, è quel principio di libertà che spinge l’uomo a riconsiderare un futuro diverso, forse migliore, risollevandolo dalle tenebre dell’ignoranza, della diffidenza e dell’indifferenza. Quando nasce un quotidiano, sia esso online sia cartaceo, non è cosa semplice, non è cosa decisa dall’oggi al domani, ma è una riflessione seria, profonda, ponderata, studiata, è il sacrificio di chi si mette a disposizione della collettività pur andando incontro a dei rischi, di chi vuole metterci la faccia perché ci crede, perché ha ancora il coraggio e la forza di cambiare le carte in tavola.

E proprio dalla tavola è partito tutto. Sì, perché chi scrive si è da sempre occupata di giornalismo enogastronomico; nemmeno il tempo di gustare l’ultima fetta di succulenta pizza Margherita, dal cornicione ben alveolato, che all’improvviso arriva quella telefonata inaspettata, quella che ti cambia le prospettive, la giornata e anche gli anni a venire, quella che ti mette dinnanzi ad una scelta: restare redattore o diventare perfino responsabile di una creatura che da lì a poco sarebbe dovuta venire alla luce?

Il ruolo di direttore responsabile è responsabilità in tutti i sensi: responsabilità di fronte alla legge e responsabilità nei confronti dei lettori. Il direttore è colui che forgia il carattere del quotidiano, il controllore instancabile di tutto ciò che avviene in redazione, colui che garantisce la qualità dell’informazione. Alla fine è andata così: ho mangiato l’ultimo pezzo di cornicione e ho deciso di accettare e di sposare il progetto del giovanissimo editore Andrea Pastore, salernitano, informatico di enorme talento, persona lungimirante e amante della sua terra, un sognatore ma con i piedi ben piantati a terra.

L’embrione di Irno24 risale alla scorsa primavera. Dopo interminabili riunioni e piani di lavoro, il quotidiano esisteva ufficiosamente, ma solo nel mese di Dicembre si è ufficialmente presentato al pubblico. Irno24 non ha nessuna presunzione o velleità, nessun colore politico, ma tanta voglia di crescere e di mettersi al servizio di un territorio abbastanza esteso che parte dalla sorridente cittadina di Salerno, si addentra nella Valle dell’Irno e arriva sino a Solofra, insieme ai comuni di Baronissi, Fisciano, Pellezzano, Mercato San Severino, Bracigliano, Siano, Calvanico e Montoro; un pezzo di provincia ricco di storia, arte, eccellenze enogastronomiche e ad elevatissimo potenziale turistico.

Irno24 è parte di NN24, network di testate pensate per la provincia di Salerno e costruito sul primo CMS salernitano “Geecom”, ideato nel 2012 da Andrea Pastore, che aspirava a creare una piattaforma leggera ed essenziale. Nel tempo Geecom si è arricchito di tantissime funzionalità, ha integrato componenti sempre più comuni (slider, gallerie e tanto altro) che non devono essere scaricati esternamente. Irno24 punta ad un'informazione di servizio e di pubblica utilità, annoverando inoltre l'offerta culturale del territorio, gli eventi caratteristici, l’enogastronomia e lo sport. Un'informazione che punta a contemperare la qualità dei contenuti con la tempestività e la capillarità dei social network, in linea con i tempi attuali.

Il sito internet è di facile esplorazione e tutti gli argomenti sono suddivisi in categorie. Il rosso del logo e del tema di base prescelto per il layout è indicativo dell'energia vitale sia mentale che fisica. Se mi state leggendo vuol dire che siete entrati già un po' nella nostra filosofia di comunicazione, nel nostro modus operandi. Se qualcosa non sarà di vostro gradimento, sarà vostra premura segnalarlo. Meglio il web o la carta? Il web rappresenta il futuro, l’immediatezza, l’economicità, la carta invece racchiude quel fascino misterioso che profuma di atmosfere retrò e un po' vintage ma senza tempo. Noi non disdegnamo nessun tipo di supporto, pensiamo di implementare per il futuro Irno24 di ulteriori canali e mezzi di trasmissione, di interessanti rubriche, ed arricchire il network di altre testate giornalistiche e di collaborazioni.

A questo punto non mi resta che invitarvi a scriverci ogni tanto, a supportarci, a tartassarci di domande. Abbiamo bisogno del vostro affetto e della vostra stima, del vostro sostegno. Dettò ciò auguro una “buona lettura” a tutti, ancora non sto realizzando quello che sta accadendo, so solo che qualcuno ha creduto finalmente nelle mie capacità, nella mia voglia di progettare, ideare. L’emozione è fortissima. Spero che Irno24 possa diventare per tutti voi approdo sicuro, il buongiorno del mattino, la vostra finestra spalancata sul mondo.

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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