456 articoli nella categoria Economia
Redazione Irno24 04/12/2020 0
In arrivo 20 milioni per "quarta gamma", soddisfazione di Coldiretti Salerno
Via libera agli aiuti per 20 milioni a favore della “quarta gamma”, in cui rientrano i prodotti ortofrutticoli freschi, lavati, confezionati e pronti al consumo. Il presidente di Coldiretti Salerno, Vito Busillo, esprime soddisfazione per la firma da parte del Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, del Decreto “Disposizioni relative alle modalità di gestione del Fondo per la quarta gamma e prima gamma evoluta” che raccoglie il lavoro fatto da Coldiretti in questo settore strategico per il comparto ortofrutticolo.
“E’ un sostegno fondamentale in questo momento – sottolinea Busillo – per un settore colpito duramente dall’emergenza sanitaria. Registriamo una flessione generalizzata nella commercializzazione di tutte le produzioni di quarta gamma, in evidente calo rispetto alle forniture dello scorso anno di pari periodo. La crisi di molti mercati esteri, insieme allo stop dell’Horeca e alla minore frequenza d’acquisto degli italiani, sta colpendo duramente il settore. Gli aiuti in questo momento rappresentano una boccata d’ossigeno importante”.
Il decreto definisce i criteri di assegnazione delle risorse, pari a 20 milioni, concesse alle organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Consiglio e del Parlamento europeo e alle loro associazioni. Produttori e associazioni devono provvedere a ripartire gli importi (spettanti ai soci produttori destinatari) sulla base di parametri oggettivi e non discriminatori che tengano conto, in particolare, delle perdite di valore di prodotto conferito nei periodi di riferimento. Le domande di sostegno sono presentate all’Agea.
Redazione Irno24 04/12/2020 0
Fenailp: "Governo condanna a morte l’economia, pagheremo le tasse nel 2022"
“Le tasse le pagheremo nel 2022” lo avevamo annunciato già durante la prima fase di pandemia, lo scorso Aprile, da quando da oltre due mesi la gran parte delle Imprese Italiane erano chiuse, fatte salve quelle poche beneficiarie della “lotteria” dei codici ATECO che hanno potuto continuare l’attività e lo ribadiamo alla vigilia del periodo commercialmente più importante dell’anno. Senza clienti, senza incassi, ma con dipendenti, contributi, tasse, affitti, bollette, mutui ed impegni pregressi, per non parlare della merce e delle scorte.
Poi è arrivata la seconda fase, temuta da tutti gli Operatori Commerciali, ed il Governo non ha fatto altro che rinviare di qualche mese solo alcune scadenze fiscali e dare per taluni Settori Merceologici dei veri e propri palliativi. La situazione è diventata ormai esplosiva, con risvolti non solo economici, ma anche sociali e umani pesantissimi.
Le aziende sono attonite, atterrite e disorientate da una situazione mai vista prima, che sta producendo effetti disastrosi ben al di là di ogni peggiore previsione, gli esercenti che hanno chiesto sempre e soltanto di poter lavorare al servizio dei propri clienti e delle proprie città si trovano oggi nella impossibilità di farlo per motivi non certo imputabili a loro responsabilità. Ma mentre gli è di fatto impedito, per legge, di lavorare e quindi di fatturare e di incassare, chi governa non si è preoccupato di fermare i costi a cui le aziende devono far fronte e che invece devono continuare a correre.
Gli Operatori del Commercio, dell’Artigianato del Turismo e dei Servizi sono allo stremo. Ed è per questo che la FeNAILP ed i suoi Associati non pagheranno fino al 31 dicembre 2021 nessuna Tassa. Questa è la forma di protesta estrema, alla quale la categoria si sente costretta per mille validissimi motivi, ultimo dei quali uno che supera e comprende tutti gli altri: le aziende non hanno più risorse e preferiscono continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori rispetto ad uno Stato che non comprende, anzi calpesta, le ragioni di esistere delle Categorie Commerciali da sempre traino della Economia Nazionale.
Non pagare le Tasse vuole essere una ribellione pacifica e silenziosa contro un sistema statale che continua a trattare le imprese e i professionisti come bancomat, senza tutela né rispetto. Soprattutto, senza riconoscerne l’importanza prima dell’era Covid-19 e poi, nel 2020 il brusco stop imposto dalla pandemia, che già ha portato i consumi indietro di trent'anni e che ora rischia di compromettere l’esistenza di un intero sistema. Mentre il Governo emana Dpcm di “ristori” spesso irrisori, e la sospensione per qualche mese della contribuzione fiscale, non considerando che non lavorando, e quindi non incassando, le Aziende non avranno risorse per far fronte a questi impegni.
In base a criteri che francamente appaiono incomprensibili, il sacrificio che viene chiesto ricade sulle spalle di alcuni e non di tutti col rischio di vanificare il sacrificio e, soprattutto, di spostare arbitrariamente i consumi da un settore all’altro. Perché è evidente che se un negozio di abbigliamento o di articoli per la casa non potrà stare aperto in questo periodo, gli acquisti di Natale saranno concentrati su altri settori ai quali invece è concesso di lavorare. È mai possibile che, solo per fare alcuni esempi, “i centri commerciali e la grande distribuzione possano trattare la vendita di prodotti che ai negozi di vicinato non è consentito vendere, i commercianti su aree pubbliche non siano autorizzati a vendere, per esempio, fiori o calzature per bambini, mentre invece lo sia concesso alle analoghe attività a posto fisso?”.
Una disparità di trattamento che causa incredulità, rabbia e sconforto. Per questo, la FeNAILP ha deciso di alzare la voce e fare di tutto per impedire il progetto di liquidazione di un intero settore economico, quello del commercio al dettaglio. La Federazione Nazionale Imprenditori e Liberi Professionisti si batterà fino all’ultimo per la sopravvivenza non solo delle attività associate ma anche di quel pezzo importante del sistema che rappresenta, senza il quale l’evasore fiscale è un ladro della collettività e come tale va condannato, chi protesta contro l’iniquità dello Stato adottando uno strumento legittimo come lo sciopero fiscale compie un atto ben diverso e ben più condivisibile anche da un punto di vista sociale.
NOTA STAMPA FENAILP
Redazione Irno24 04/12/2020 0
La CCIAA di Salerno sostiene l'iniziativa "Meno tasse su acquisti made in Italy"
La grave situazione economica determinata dalla pandemia richiede, da parte di tutte le forze politiche e delle associazioni di categoria, continui sforzi nel tentativo di arginarne gli effetti devastanti.
In tale ottica, la Camera di Commercio di Salerno ritiene che ogni proposta rappresenta un importante contributo allo sforzo comune di ripartire e pertanto, attraverso i propri canali, sostiene l’iniziativa parlamentare presentata dall'On. Piero De Luca “Rilanciamo il turismo e il nostro artigianato: meno tasse sugli acquisti made in Italy”, ritenendo che l’emendamento proposto, se approvato, possa impattare in misura significativa sulla filiera turistica, alla quale sono collegati i settori dell'artigianato, del commercio e dell'agricoltura.
Redazione Irno24 02/12/2020 0
Miele straniero in un vasetto su 2, Coldiretti: "Occhio a etichetta"
Sugli scaffali dei supermercati italiani più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero ed è quindi importante verificare con attenzione l’etichetta per non cadere nell’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea, che stima una produzione nazionale di 17 milioni di chili nel 2020.
Con la svolta salutista degli italiani, che ha portato all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nei primi nove mesi dell’anno, per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre - consiglia Coldiretti - verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.
La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – conclude Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.
Redazione Irno24 01/12/2020 0
Ristori agriturismi campani respinti per burocrazia, Coldiretti punta sui "CAA"
Oltre al danno la beffa. Alcuni agriturismi – comunica Coldiretti Campania – già colpiti pesantemente dalle restrizioni da Covid, stanno ricevendo PEC dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione in cui si respinge l'istanza di ammissione al bonus previsto dal bando dello scorso settembre. "La domanda non è ammessa – si legge nelle missive – in quanto il richiedente non risulta iscritto nell'Albo Regionale degli operatori agrituristici e non risulta agli atti dell'Amministrazione documentazione attestante l'operatività dell'impresa".
Il paradosso è che spesso chi ha ricevuto il rifiuto del ristoro è attivo da molti anni, così come risulta all’Agenzia delle Entrate, ma non è stato inserito nell’Albo. La vicenda – spiega Coldiretti Campania – viene da lontano ed è il tipico caso di burocrazia inutile. Il presidente Masiello e il direttore Loffreda hanno inviato una nota al neo assessore all’agricoltura Caputo per affrontare e risolvere definitivamente la vicenda kafkiana.
"Si fa presente - scrivono i vertici di Coldiretti Campania – che in merito all’aggiornamento di detto Albo Regionale, la nostra organizzazione ha più volte sollevato la necessità di aggiornare l’attuale legge regionale sull’agriturismo del 2008, non più adeguata alla Riforma Delrio, che prevedeva un ruolo attivo delle Province nell’aggiornamento dell’Albo, poi trasferito ai Comuni ma senza un’efficace procedura.
Di fatto, ad oggi, l’aggiornamento di detto Albo è demandato all’azione degli stessi Comuni, che spesso omettono di comunicare ai competenti uffici dell’Assessorato Regionale l’inizio attività o la chiusura dei servizi agrituristici sul proprio territorio. Inoltre, gli Uffici tecnici comunali acquisiscono la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) ma non hanno alcuna competenza per verificare la sussistenza dei requisiti dell’azienda per l’attivazione dei servizi agrituristici. Salvo poi scoprire frodi, come dimostrano le periodiche inchieste della magistratura e della Guardia di Finanza.
Per affrontare questa ed altre problematiche relative alla salvaguardia degli agriturismi, Coldiretti Campania nel marzo 2017 ha presentato alla Regione una articolata proposta per una nuova legge in materia, che valorizzi e tuteli la multifunzionalità agricola. La proposta di legge giace ancora in Commissione Agricoltura, dove si è tentato uno stravolgimento, snaturando così il vero agriturismo.
In attesa di riprendere un’ampia discussione sulla necessità di una nuova legge regionale sull’agriturismo – proseguono Masiello e Loffreda – si chiede all’Assessorato di intervenire per evitare che le comunicazioni di rigetto alle domande di sostegno possano produrre un paradosso: l’esclusione di chi ne ha diritto per comprovata attività e l’accoglimento per chi non ne ha diritto.
Coldiretti Campania propone, pertanto, all’Assessorato di prevedere l’aggiornamento dell’Albo Regionale degli operatori agrituristici esclusivamente attraverso i CAA (Centri di Assistenza Agricola), che detengono i fascicoli aziendali e sono in grado di asseverare la reale dimensione delle strutture, ovvero i posti letto e i coperti consentiti. Solo così l’Assessorato regionale potrà avere certezza della veridicità dell’elenco, grazie al vaglio preventivo che solo i centri di assistenza agricola sono in grado di effettuare".
Redazione Irno24 30/11/2020 0
Confcommercio Salerno chiede ai dirigenti scolastici di sostenere le attività locali
Nei giorni scorsi ha fatto discutere il progetto lanciato da Amazon, con l’intento di donare alle scuole selezionate che abbiano aderito all’iniziativa una percentuale degli acquisti effettuati dai clienti sul marketplace stesso. "Va specificato che tutto questo sarà un credito virtuale - spiega Giuseppe Gagliano, Presidente Confcommercio Salerno - 'Un click per la scuola' è solo l’ultimo episodio di una saga a cui non dobbiamo assistere impotenti, ma vanno fatte tutte le pressioni possibili affinché i colossi del commercio online rispettino le regole di una giusta competizione".
Lo stesso Gagliano ha indirizzato una missiva ai dirigenti scolastici: "Le propongo di non focalizzare la sua riflessione - recita il passaggio chiave - solo sul piccolo ed aleatorio risparmio concesso da un gigante che già vive un vantaggio competitivo garantito dal lockdown e dallo stop che molte attività commerciali hanno dovuto subire. Le chiedo, invece, di decidere di contribuire alla 'resistenza' di un commercio di vicinato, fatto da persone che ci mettono il cuore e la faccia".
Redazione Irno24 27/11/2020 0
Crisi da Covid, incontro web fra Comune di Salerno e categorie economiche
"Crisi del Commercio, dell'Artigianato e dell'Agricoltura a causa del Covid. Di questo - scrive il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli - abbiamo discusso con l'Assessore Dario Loffredo in un incontro web con il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Andrea Prete, e le Associazioni di categoria.
L'Amministrazione Comunale ritiene, infatti, che solo attraverso un costante confronto con i riferimenti territoriali del comparto sarà possibile elaborare proposte fattive nell'interesse degli operatori del settore. Abbiamo già fatto quanto nelle nostre possibilità, consentendo, senza costi aggiuntivi e con procedure semplificate, l'ampliamento dei dehors; mettendo a disposizione delle piccole e medie imprese 3 milioni di euro per il credito di imposta sulla Tari; attivando la piattaforma telematica Cishoppo per mettere in rete i prodotti locali.
Sono segnali concreti di attenzione verso categorie economiche che sono tra le più pregiudicate dalla pandemia. Pensiamo di aver fatto semplicemente il nostro dovere e continueremo a farlo per favorire la ripresa econonica del nostro territorio".
Redazione Irno24 26/11/2020 0
Giornata ulivi UNESCO, 250 mln di piante da salvare. E occhio a truffe olio sul web
E’ la giornata mondiale degli ulivi, proclamata dall’Unesco e festeggiata il 26 novembre in tutto il mondo ed in Italia, dove da tutelare c'è un patrimonio di 250 milioni di piante, anche monumentali, decimato dall’avanzare della Xylella e dalla crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate. E’ quanto afferma Coldiretti nel sottolineare il ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea.
Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici, delle oscillazioni produttive e dell’emergenza Xylella, con l’Italia che quest’anno ha detto addio a quasi una bottiglia di olio extravergine Made in Italy su tre con il crollo del 30% della nuova produzione nazionale che dovrebbe attestarsi attorno a 255 milioni di chili, secondo l’analisi di Coldiretti sulla base delle previsionali Ismea e Unaprol.
L’Italia – spiega Coldiretti – può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli che hanno una produzione di massa quasi 6 volte superiore. A pesare quest’anno è anche la chiusura dei ristoranti che, in Italia e nel mondo, rappresentano un importante mercato di sbocco soprattutto per le produzioni di qualità Made in Italy, anche se con la svolta salutista degli italiani a tavola, spinta dall’emergenza Covid, sono cresciuti in Italia del 9,5% i consumi familiari di extravergine di oliva, anche per effetto del maggior tempo trascorso in casa a cucinare.
La Spagna è di gran lunga il principale produttore mondiale seguito dall’Italia mentre sul podio al terzo posto si trova la Grecia. L’Italia - precisa Coldiretti - è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili.
L’aumento record del 29,2% del commercio elettronico nel 2020 in prossimità del Natale spinge anche agli acquisti online di extravergine ma è allarme per il rischio truffe, secondo il rapporto dell’Istituto per la tutela della qualità e repressione frodi (Icrqf), che da febbraio a maggio 2020 nel periodo della prima ondata dell’emergenza Covid ha effettuato ben 558 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari di prodotti alimentari sui siti Alibaba, Amazon e Ebay, con quasi la metà (45%) dei casi di irregolarità che hanno riguardato proprio l’olio di oliva.
Con l’82% degli italiani che, con l’emergenza coronavirus, cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane, o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo.
Mentre online è meglio verificare anche l’identità del venditore, privilegiando chi ha un legame diretto con la terra o appartiene ad una rete strutturata di agricoltori come Campagna Amica ma è importante anche assicurarsi che il prodotto in vendita sia realmente tipico della zona da cui proviene, magari stando attenti che il nome del prodotto non sia “storpiato” come spesso accade quando ci si trova davanti delle imitazioni delle più note specialità Made in Italy.
Redazione Irno24 23/11/2020 0
Coldiretti: "Stop vendite sottocosto per cibi e bevande"
In un momento difficile per l’economia e l’occupazione, occorre intervenire con decisione per impedire le vendite sottocosto di cibi e bevande che spingono le aziende agricole ed alimentari alla chiusura. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento alla necessità di un serio intervento normativo del parlamento contro le pratiche commerciali sleali ad integrazione della Direttiva UE 2019/633.
Il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali da parte della distribuzione - sottolinea Coldiretti - non può essere scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato. Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
E’ fondamentale - continua Coldiretti - presidiare il pieno esercizio della delega da parte del Governo ai fini dell’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali, secondo l’impianto dei principi e dei criteri stabiliti dal Senato in sede di approvazione del disegno di legge di delegazione europea.
In particolare, appare necessario rendere l’intervento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) funzionale al rispetto del funzionamento del mercato e delle filiere per le acquisite competenze in ambito agroalimentare.
Mentre si tratta di segnalare le modalità della vendita sottocosto come parametro di controllo obbligatorio per accertare la violazione della condotta commerciale dell’operatore economico in base al semplice superamento dei costi medi di produzione elaborati dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), per evitare forme di abuso derivante dalla posizione di forza che le imprese della trasformazione e della distribuzione mostrano rispetto alle imprese agricole.
Redazione Irno24 19/11/2020 0
Numeri 2020 dell'extravergine in Campania, il salernitano si conferma al vertice
Il 2020 sarà ricordato come un anno atipico anche nella produzione di olio extravergine d’oliva. In base ad una elaborazione di Ismea-Unaprol aggiornata a metà novembre, Coldiretti e Aprol Campania stimano una produzione regionale di 13.689 tonnellate, con una variazione di -12% rispetto al 2019. La Campania produce circa il 6% dell’olio extravergine italiano, di cui la metà proviene dalla Puglia.
La stima risente di diversi fattori e potrà essere aggiornata, poiché la raccolta è ancora in corso e in alcuni casi proseguirà fino a gennaio. Infatti l’annata olivicola è stata molto particolare per ragioni climatiche, con un’abbondanza di frutti, anche grazie alla minore incidenza dei danni da mosca olearia, ma con una riduzione della resa produttiva di circa il 20%. Quindi molte più olive, ma meno olio. In compenso la qualità è assolutamente eccellente. Il Salernitano si conferma come il territorio principe con oltre il 50% della produzione regionale per circa 8.000 tonnellate di extra vergine.
La Campania possiede oltre 74mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. La Rotondella, la Carpellese, la Nostrale, la Salella, la Biancolilla e la Pisciottana sono le principali varietà olivicole in provincia di Salerno. In Campania sono cinque le Dop: Cilento, Colline Salernitane, Irpinia-Colline dell'Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche.