Pensione integrativa, riscatto e ritenute fiscali: facciamo il punto

Un aspetto fondamentale riguarda l'incidenza delle ritenute fiscali sulla pensione integrativa

Redazione Irno24 31/10/2022 0

Quando si parla di pensione integrativa, si pensa a una forma di risparmio pensionistico che, come dice il nome, integra la pensione pubblica da lavoro o da età. Chi decide di aderire a una pensione integrativa, lo fa con lo scopo di mantenere un determinato tenore di vita anche dopo la fine dell'età lavorativa. Si tratta, oggi come oggi, di uno strumento sempre più essenziale, a cui ogni lavoratore dovrebbe guardare con interesse.

Tra qualche anno, infatti, le pensioni da lavoro potrebbero rarefarsi ed è per questo che costruirsi un sostegno è una scelta saggia. L'argomento è di vivo interesse per chi è a un passo dalla pensione, ma anche per chi sta valutando lo strumento migliore per le proprie esigenze. A chi si ritrova in questa situazione, consigliamo delle risorse di approfondimento come, ad esempio, la guida di Affari Miei sulla migliore pensione integrativa.

Naturalmente, prima di sottoscrivere un piano, è sempre utile porsi delle domande. Quella a cui vogliamo rispondere, riguarda l'incidenza delle ritenute fiscali sulla pensione integrativa. Quante tasse si pagano su una pensione integrativa? Sull'argomento è necessario fare la dovuta chiarezza. Bisogna partire dal fatto che ci sono due tipologie di tasse sulla pensione integrativa. Entrando nel dettaglio, c'è il 20% che si paga sui guadagni che il fondo pensione ha realizzato fino al momento del riscatto e c'è poi la tassazione sugli accumuli.

Si deve poi parlare di tassazione sulla rendita lorda. A tal proposito, è utile chiarire che in un primo momento c'è una aliquota al 15%, ma questa si riduce dello 0,3% all'anno dopo il 15esimo. In questo caso lo sconto massimo può essere del 6%. Chi versa di più ha un taglio delle tasse da pagare allo Stato, questo è un incentivo messo a punto per i lavoratori che, altrimenti, potrebbero abbandonare i fondi pensione qualche anno dopo la sottoscrizione del piano.

Proprio lo sconto sull'aliquota, che viene applicato di anno in anno, spinge i sottoscrittori a prolungare la permanenza nel piano. Alla luce di quanto detto, è utile parlare di quelle che potrebbero essere le prospettive del mondo pensionistico. Molte di quelle che sono le misure attualmente in vigore, come Opzione Donna o APE Sociale, potrebbero non essere rinnovate ancora a lungo e quindi è utile fare una riflessione profonda su quello che potrebbe essere un sistema sempre più improntato verso la flessibilità. In questo caso, aderire a un fondo pensione potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione.

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Redazione Irno24 15/09/2022

Vendemmia 2022, Coldiretti Campania: "Produzione +4% ma costi +35%"

Un’ottima annata per il vigneto Campania. È quanto emerge dai dati diffusi da Ismea, Assoenologi e Uiv, che prevede un incremento della produzione del 4% per la vendemmia già in corso. “Un dato positivo che fa sicuramente ben sperare – commenta Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania – ma senza dimenticare che c’è ancora tanta strada da fare per la creazione di valore.

L’esplosione dei costi di produzione, che si prevede in un +35% per la vendemmia, ci costringe ancor di più a rivedere il nostro sistema organizzativo. Un colpo pesante che non può essere scaricato verso il basso, con il conto tutto sulle spalle dei viticoltori. C’è bisogno di un lavoro intenso sulla crescita dei vini campani sul mercato nazionale ed estero, così come occorre investire in nuove tecnologie, sulla transizione ecologica e sul contrasto ai cambiamenti climatici. Per fare questo dobbiamo spingere sulla cooperazione e sulle filiere”.

La campagna 2022 – si legge nel rapporto – si è caratterizzata per una stagione invernale piuttosto calda. Le temperature di 2-3° al di sopra della media del periodo si sono protratte fino alla fine di marzo, inizi di aprile. A questi periodi si sono intervallati impulsi di correnti di aria più fresca, caratterizzati da precipitazioni concentrate in pochi giorni. Un esempio di ciò si è registrato attorno alla prima decade di aprile, a cavallo proprio del germogliamento. L'alternarsi di temperature più calde e di pochi giorni di pioggia, che hanno rinfrescato l'aria, non ha determinato stress idrico per la vite.

Il germogliamento è infatti avvenuto con regolarità nella prima decade di aprile, seguito da un'ottima allegagione. L'elevata temperatura media ha causato un anticipo generalizzato sulle fasi fenologiche della pianta di 7-8 giorni. La buona escursione termica delle temperature giorno/notte fa prevedere un contributo positivo sulla qualità delle uve.

La superficie vitata della Campania è di oltre 24.000 ettari, di cui il 35% in montagna, il 51% in collina e il 14% in pianura. Sono presenti 4 Docg, 15 Doc, 10 Igt. La produzione di vino in Campania è stata nel 2021 di circa 1,4 milioni di ettolitri, poco più della metà è stata imbottigliata con marchi a denominazione di origine. Della produzione totale i vini rossi e rosati sono il 60%, mentre i vini bianchi il 40%. La produzione di uve è così distribuita: in provincia di Benevento circa il 41%, in provincia di Avellino il 29%, in provincia di Salerno circa 13%, in provincia di Caserta oltre il 9% e in provincia di Napoli si supera l’8%.

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Redazione Irno24 14/06/2021

"Europa+Vicina", aperitivo di presentazione al Parco dell'Irno di Salerno

Mercoledì 16 Giugno, dalle ore 18:00 alle ore 21:00, aperitivo di presentazione del progetto "Europa+Vicina" - bando Europrogettazione, che vede l'Associazione Moby Dick ETS capofila, in partenariato con Regione, Comune di Salerno, Fondazione Carisal e OCPG - Università di Salerno.

L'evento, rivolto principalmente alle associazioni e ai giovani under 35 della provincia di Salerno, vedrà la presentazione dei primi 2 bandi dedicati a loro nel campo dell'europrogettazione.

Ospiti: Francesco Piemonte (Presidente Moby Dick ETS), Stefania Leone (Direttore OCGP Unisa), Domenico Credendino (Presidente Fondazione Carisal), Vincenzo Napoli (Sindaco di Salerno), Mariarita Giordano (Assessore Politiche Giovanili Comune di Salerno).

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Redazione Irno24 27/05/2022

Emergenza cinghiali, agricoltori campani a Roma per manifestare

Con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del blitz degli agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza SS. Apostoli a Roma.

Nella capitale anche una folta delegazione di agricoltori dalla Campania, partiti dalle cinque province per manifestare il disagio crescente in campagna e nelle città, dove il fenomeno è diventato insostenibile, con eventi tragici come la morte di un giovane nel casertano per un incidente provocato da un cinghiale.

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) - secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%), considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore, con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps.

Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. Il risultato è che oltre 6 italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre le metà degli italiani (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni.

IL VIDEO DEI CINGHIALI A MERCATO SAN SEVERINO

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