"Guardo il forno e m'innamoro", la pizza secondo Aniello Mansi a Salerno
Un viaggio tra impasti speciali, eccellenza senza glutine e creazioni gourmet nel cuore di Pastena
Annamaria Parlato 24/03/2025 0
"Quann guard u' furn m'annammor" esclama Aniello Mansi, figlio d'arte da tre generazioni, sintetizzando in poche parole la passione e la dedizione che lo accompagnano ogni giorno nel suo lavoro. A Salerno, nel quartiere Pastena, a pochi metri dall'uscita della tangenziale, in via De Crescenzo, la Pizzeria di Aniello Mansi rappresenta un’eccellenza del settore, unendo maestria artigianale e ricerca continua per offrire una pizza che rispetta la tradizione ma si apre all’innovazione.
Uno degli aspetti più distintivi è l’attenzione per il senza glutine, una vera missione affidata a Rosa Anna Citro, moglie di Aniello Mansi, che ha creato un’intera area di lavoro separata, con forno dedicato, per garantire la totale sicurezza ai clienti celiaci. Rosa Anna ha sviluppato personalmente un mix di farine gluten free, bilanciando amido di mais, farina di riso, grano saraceno e fibra vegetale, per ottenere un impasto che riproducesse fedelmente il gusto e la consistenza della pizza tradizionale.
"Non volevamo semplicemente proporre una pizza senza glutine, ma una che fosse identica a quella tradizionale per gusto e consistenza", spiega Citro, sottolineando il lungo lavoro di ricerca dietro ogni impasto. Anche Aniello Mansi conferma questa visione: "Per noi la pizza è un’esperienza sensoriale e deve esserlo per tutti, senza distinzione. Il nostro obiettivo è abbattere le barriere alimentari, senza perdere di vista la qualità".
Tra le pizze più iconiche, un posto speciale lo occupa l'Ottava Meraviglia, alla quale Rosa Anna Citro è particolarmente legata, poiché le ha permesso di salire sul podio di un noto campionato mondiale. Un riconoscimento che testimonia l’eccellenza del lavoro svolto e la qualità straordinaria del prodotto senza glutine proposto dalla pizzeria. Oltre alla linea senza glutine, la pizzeria sperimenta impasti speciali come quello semintegrale, più ricco di fibre e aromatico, e quello a base di Kamut, leggero e digeribile con note dolci e tostate. L’impasto della pizza, finalmente con cornicione medio-basso, ha un’ottima idratazione ed è talmente leggero che se ne potrebbero mangiare due senza difficoltà. Il risultato è una pizza che offre al cliente un'alternativa di gusto senza sacrificare la tradizione.
Tra le proposte più apprezzate spiccano la Scarpariello, realizzata con sugo di pomodoro allo Scarpariello, mozzarella di bufala campana, grana, basilico e olio EVO; la pizza di Antonio Mansi con fior di latte, datterino giallo, guanciale croccante, pesto di pistacchio siciliano, pecorino romano e olio EVO; la vegana con mozzarella vegetale, rucola, pomodorini, melanzane arrostite, noci e olio EVO, pensata per chi segue un’alimentazione plant-based senza rinunciare al gusto; la Tartufata Nera, un’esperienza sensoriale unica grazie alla combinazione di fiordilatte, crema di tartufo, salsiccia, gorgonzola, parmigiano e ciliegine di bufala. L'aroma avvolgente del tartufo si fonde con la cremosità del gorgonzola e la sapidità della salsiccia, mentre le ciliegine di bufala aggiungono una nota fresca e lattiginosa, che bilancia perfettamente il gusto intenso degli altri ingredienti.
Una delle creazioni più sorprendenti della pizzeria è il dolce, che reinventa la pizza in chiave gourmet: la pizza al padellino con impasto al cacao e pistacchi leggermente salati, arricchita da panna semimontata, crema di pistacchio di altissima qualità e granella di pistacchio. "Abbiamo voluto creare qualcosa di unico, un dessert che fosse il naturale proseguimento di un percorso di sapori studiato nei minimi dettagli", racconta Mansi, fiero dell’originalità della proposta.
Non da meno è il tris di crocchè, fritti rigorosamente in olio alto oleico, ricco di antiossidanti, che garantisce leggerezza e croccantezza (il suo punto di fumo a 230°C permette una doratura perfetta), e farciti con mortadella stracciata e pistacchio, o speck e fonduta di provola. "La frittura è un’arte e deve essere trattata con il massimo rispetto", afferma Mansi, evidenziando l’importanza della scelta dell’olio e delle materie prime.
Un ulteriore valore aggiunto è rappresentato dal servizio in sala, dove la professionalità e la competenza di Andrea Capone, chef de rang, fanno la differenza nell’accompagnare il cliente nella scelta del prodotto più adatto all’esperienza che vuole vivere. La sua capacità di raccontare ogni dettaglio del menù e di suggerire gli abbinamenti migliori completa l’offerta della pizzeria, elevandone ulteriormente il livello qualitativo.
A completare il tutto, un'accurata selezione di birre in bottiglia, comprese quelle senza glutine, birre alla spina, vini territoriali, prosecco, aperol spritz e una gamma di digestivi, perfetti per chiudere piacevolmente l'esperienza gastronomica. La Pizzeria di Aniello Mansi è un laboratorio di innovazione gastronomica, un punto d’incontro tra tradizione e ricerca continua. Ogni pizza racconta una storia di passione, tecnica e attenzione alle esigenze di tutti, confermando che il futuro della pizza passa dalla qualità senza compromessi.
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Se durante le festività di Natale si registrano le punte massime, in Italia il consumo di pesce è pari ad oltre 28 kg a testa durante l’anno, superiore alla media europea di 25 kg e a quella mondiale di 20 kg. Sulle tavole per le feste è forte la presenza del pesce nazionale a partire da alici, vongole, sogliole, triglie, anguilla, capitone e seppie ma il 68% degli italiani assaggerà il salmone arrivato dall’estero, appena l’8% si permetterà le ostriche e altrettanti il caviale spesso di produzione nazionale che viene anche esportata.
Per non cadere nelle trappole del mercato, in una situazione in cui la grande maggioranza dei pesci in vendita provengono dall’estero, il consiglio della Coldiretti è di guardare l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione (pescato, pescato in acque dolci, allevato), il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione (Mar Adriatico, Mar Ionio, Sardegna, anche attraverso un disegno o una mappa).
Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento, e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita, e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.
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