I valori universali nelle "fiabastrocche" di Maria Pia Busiello

Il "gioco letterario" di una docente specializzata nel sostegno per gli alunni portatori di disabilità

Anna De Rosa 24/10/2022 0

Maria Pia Busiello, docente specializzata nell'insegnamento di sostegno per gli alunni portatori di disabilità, nonchè Presidente dell'Associazione "Le Strade per il futuro", è appassionata scrittrice di pensieri con poche rime e filastrocche, ispirati da situazioni, cose e persone.

Attraverso il “gioco letterario”, offerto dal magico mondo della letteratura d’infanzia, l’autrice riesce a suggerire un’importante riflessione sui valori universali della famiglia, dell’amore, del diritto alla fanciullezza e alla realizzazione dei propri sogni, troppo spesso occultati e relegati nell’angolo dell’oblio.

Componente del gruppo teatrale "La Messainscena", che con spettacoli di beneficenza raccoglie contributi per finanziare progetti a favore di alunni con disabilità, è promotrice del riciclo creativo, che ha come obiettivo la trasformazione di materiali vari, che altrimenti andrebbero destinati alla pattumiera, in oggetti simpatici e a volte anche utili.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata nella provincia di Napoli ma vivo a Salerno.

Quando e come è cominciato il tuo percorso creativo? Perché la voglia di scrivere?

E’ nato con me, fin da piccola ho avuto la passione per l'arte e la scrittura creativa.

Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione?

Nasce dal quotidiano; cose, persone, situazioni particolari sono la mia fonte di ispirazione, sono una osservatrice.

Cosa cerchi di comunicare attraverso il tuo scrivere? Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?

Il quotidiano mi ispira tantissimo, virtù e - ahimè - vizi del genere umano; io comunico sdrammatizzando, attraverso uno stile semplice e divertente come quello delle mie “fiabastrocche”: la fusione del nucleo narrativo della fiaba con assonanze, rime e allitterazioni tipiche delle filastrocche.

Case editrici, critici, istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’editoria contemporanea del nostro Paese?

La mia opinione non è molto felice, in quanto considero questo settore come una giungla, sono poche le case editrici che valutano obiettivamente il valore di un testo; diversamente, la maggioranza delle case editrici sono solo degli specchietti per le allodole, con l'intento unico di un proprio tornaconto, limitandosi ad un'azione unitamente di stampa e non di vera valorizzazione degli autori e delle loro opere.

Progetti futuri?

Una nuova edizione della mia prima pubblicazione dal titolo "Una piccola e semplice storia d'amore", una nuova raccolta di fiabastrocche ed una silloge a tema amoroso.

Usi i social per promuovere la tua arte?

Si. in modo particolare Facebook.

Come hai vissuto il periodo della pandemia? cosa ti ha lasciato?

Sicuramente non è stato un periodo semplice, però grazie alla scrittura ed alla mia creatività tutto è stato meno pesante. Mi sono adoperata inoltre ad intrattenere online con dirette Facebook, rallegrando con le mie fiabastrocche grandi e piccini. Inoltre, questo periodo di "cattività" mi ha dato la possibilità di perfezionare la tecnica del riciclo creativo.

Se potessi disporre di una bacchetta magica, quale problema al mondo risolveresti e perché?

Senza ombra di dubbio, la guerra; con la mia bacchetta magica vorrei illuminare le menti dei potenti ad agire per la pace e non per sete di potere.

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Anna De Rosa 02/11/2022

La complessità armonica del mondo femminile nell'arte di Stefania Facenda

Quando si pensa ad un ci viene subito in mente un uomo con pennello e scalpello intento a realizzare un quadro o una scultura. Ma oggi è cambiata la prospettiva, perché nel mondo dell’arte le donne non sono state solo muse e modelle, sono state anche pittrici e scultrici.

Ed io incontro in maggioranza artiste, donne creative, attive e appassionate come Stefania Facenda. I suoi dipinti sono stati esposti in diverse mostre, sia personali che collettive; la maggior parte delle sue tele raffigurano donne. Il suo desiderio di creare opere continua con inalterato entusiasmo.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a Eboli, vivo tra Battipaglia e Salerno. Sono docente di lettere alla scuola media.

Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?

Amo da sempre l'arte, in special modo la pittura e il disegno. Fin da piccola, ho espresso le mie emozioni e le mie idee con matite e pennelli.

Come nasce una tua opera?

In modo naturale e istintivo. L'ispirazione è qualcosa di intimo, interiore più che esteriore. Ciò che ci circonda può semplicemente aiutare ad estrapolare il nostro io profondo.

Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

Le mie opere... sono io! I soggetti sono quasi sempre le donne, che ritengo essere un universo variegato e affascinante, dalle mille sfaccettature. Comunico il mondo femminile, i sogni, la grandezza, la complessità armonica che contraddistingue noi, creature uniche e spesso incomprese.

I riferimenti artistici che ti hanno maggiormente influenzato?

Amo tutti i periodi storici e l'arte ad essi correlata; ogni movimento artistico è oggetto della mia attenzione. Amo studiare e approfondire le opere di donne che si sono distinte nell'arte della pittura, alle quali è stato dato sempre poco spazio: da Artemisia Gentileschi a Tamara de Lempicka.

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

Conosco poco il mondo culturale del nostro paese. Ritengo che l'arte dovrebbe essere fruita spesso, dunque è necessario che i finanziamenti per iniziative e mostre debbano essere maggiori.

Usi i social per promuovere la tua arte?

Sì, ma da poco.

Progetti futuri? Come hai vissuto la pandemia?

Vorrei far sì che le mie opere vengano conosciute e, per tale motivo, farò in modo di partecipare ad eventi e iniziative volte a promuovere l'arte e la cultura in generale. La pandemia ha cambiato il mio modo di pensare e dirottato i miei interessi solo verso ciò che merita davvero la mia attenzione.

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Anna De Rosa 29/07/2023

Stole, gioielli, borse: la creatività di Carmen Savino non ha limiti

Come si fa a possedere una borsa o un vestito senza tempo? Preziosa proprio perché unica nel suo genere? Si ricerca l’arte che si fonde con l’artigianato. L’arte fatta a mano da un’artista che, proprio perché lavora con le mani e la sua emotività, realizza ogni volta qualcosa di unico e irripetibile. È il caso di Carmen Savino, che dipinge su tessuti e su tele: sulla base della sua creatività, diventano foulard, stole, gioielli, scarpe, borse.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a S. Michele di Serino, un piccolo paese nella verde Irpinia, a pochi chilometri da Avellino, ma sono cresciuta e ho studiato a Salerno, la mia amata città.

Che tipo di persona sei? Come è iniziato il tuo percorso artistico?

Sono una persona molto tranquilla, riservata, dotata di una buona dose di curiosità, ed è stata grazie a questa che ho imparato a fare le cose che faccio. Non ho trovato particolare fatica nel farle, credo sia la passione che mi aiuta a realizzare tutte le mie creazioni, unitamente alla fantasia e al forte desiderio di vederle realizzate. Le motivazioni che mi hanno spinta a dipingere sono innanzitutto una passione innata (non ho frequentato l'artistico, ho imparato da me) e il forte desiderio di vivere l'esperienza pittorica. Sulla tela mi sembrava ti poter dimenticare ansie e preoccupazioni.

La prima cosa è dare libero sfogo alla mia voglia di arte, intendo lasciare libera la mia immaginazione, trasformare le mie sensazioni di quel momento attraverso i colori e vederli poi nel disegno prima e nel dipinto dopo. È una sensazione bellissima, molto personale, e non è mai la stessa. Per libertà intendo: perché devo dipingere il cielo di blu o di azzurro? Per me "il mio cielo" può avere anche sfumature di verde o corallo.

Come nasce una tua opera?

Nasce nel momento in cui inizio a tracciare dei segni su un foglio bianco; poco per volta, danno vita ad una forma, che coi colori e le sfumature raggiungono la pienezza finale. Ma, prima ancora di tutto questo, c'è sempre il voler esprimere o trasmettere qualcosa. Come soggetto scelgo sempre qualcosa che mi emoziona.

Cos’è per te l’ispirazione?

Qualcosa che proviene sempre dall'esterno, per cui potrebbe essere di tutto: dall'ascoltare una musica all'ammirare una farfalla che si adagia su un fiore; osservare il mare, il cielo, oppure un volto. Una cosa che mi attrae molto è l'espressione di un volto e riuscire a riportarla nel dipinto.

I riferimenti artistici che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?

L'artista che mi ha maggiormente influenzata è stata senza dubbio Frida Kahlo. Inoltre, un riferimento molto importante per me è un'eccellente artista calabra, Nunzia Colucci. Ci siamo conosciute sul web e devo dire che sono rimasta letteralmente rapita dalla sua arte. Nei suoi dipinti prevale una spiccata nota di sensualità, come ho notato in pochi altri dipinti. Ha una tale maestria nel dipingere, che rende le sue opere originali e uniche. Nunzia è stata l'artista che mi ha spinta a dipingere su tela, invitandomi a farlo con i colori ad olio (avevo sempre usato solo gli acrilici, per dipingere su seta e altre fibre vegetali). Lei mi sprona moltissimo e riesce a guidare la mia mano anche a distanza.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Nel nostro Paese, così come nella città di Salerno, ci sono tantissimi artisti. Alcuni quotati nella giusta misura, altri meno. Le gallerie sono un'ottima vetrina, che non sempre ci si può permettere. Purtroppo dobbiamo dire che non si vive di arte, al massimo ci si nutre. L'arte non ha mai garantito guadagni e fama, eppure oggi l'illusione di avere a disposizione un network e un pubblico potenzialmente raggiungibile in tutto il mondo, grazie a Internet e alle tecnologie digitali, indurrebbe a credere che il processo di "monetizzazione" sia molto più semplice.

Progetti futuri?

Sto realizzando borse da passeggio, per serate ed occasioni, con tessuti particolari. Praticamente "borse gioiello" un po' vintage. Anche in questo con la giusta guida dell'artista Colucci, per la sua fantasia nel renderle uniche e particolari e per il disegno dei modelli.

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Anna De Rosa 23/12/2023

Nuove forme di espressione nella ceramica per Sandra Massaro

Sandra Massaro, nata e cresciuta a Salerno, all'età di 23 anni si è trasferita, per motivi professionali e di studio, a Torino, dove ha vissuto per 15 fruttuosi anni, laureandosi ed approfondendo con passione gli studi di scultura lignea, progettazione, lavorazione e restauro di manufatti lignei presso antiche scuole artigiane torinesi, curando, inoltre, il restauro di alcuni arredi della Reggia di Venaria Reale (TO).

Amante delle Belle Arti e di ogni espressione creativa, ha studiato l'antica arte orientale dello shiatsu, da cui ha mediato le conoscenze per la struttura del corpo umano, ed ha appreso dal tango argentino l'armonia e la leggerezza per il movimento. Ritornata nella propria città d’origine nel 2013, ha ricercato nella ceramica nuove forme di espressione, attraverso varie tecniche cromatiche e foggia di forme plastiche, fortemente influenzate dall'energia ineguagliabile dei colori e dei profumi della Costiera Amalfitana, terra dei suoi avi.

Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?

Cresciuta in una famiglia in cui erano presenti un insegnante di discipline umanistiche, una zia pittrice e poetessa, fortemente legata alle sue origini amalfitane, ed un padre professore di tecnologia, con una profonda passione per l'alta ebanisteria, mi è stato impossibile non apprezzare e farmi affascinare dal concetto di bellezza e di armonia, imparando ad amare l’Arte in generale.

Volendo seguire le orme di mio padre, ho iniziato sin da piccola a costruire manufatti in legno, mentre con l’argilla ho cominciato a sperimentare e creare. A Torino ho iniziato lo studio della scultura e del restauro di manufatti lignei; una volta tornata al Sud, ho iniziato l’incessante ricerca e studio delle forme plastiche e delle tecniche cromatiche, nonché la sperimentazione degli smalti e dei lustri raku.

Cosa ti caratterizza, quali sono i tuoi valori e le tue motivazioni?

Nel quotidiano sono una persona solare, empatica e socievole, ma sono molto a mio agio anche quando entro nel mio mondo di riflessione e di introspezione, circondata dall'argilla e dalle pitture. La solitudine mi dà la possibilità di spaziare con la fantasia e le emozioni, dando forma alla mia creatività. So di avere una predisposizione per le attività manuali e creative e sono semplicemente in cammino sul sentiero della scoperta progressiva delle leggi della materia.

Come nasce una tua opera?

Da un'emozione che attraversa il cuore, la mente o i sensi. È l’opera che chiede di renderla materia, di darle forma e vita e non viceversa. Nasce dal silenzio e dal nulla, facendosi spazio nel fragoroso frastuono della quotidianità.

Cos’è per te l’ispirazione?

È un richiamo, un lampo che nasce dal nulla o forse il meraviglioso frutto della mente che, da un apparente stato di ozio platonico, partorisce un’idea. Essa nasce silenziosamente ma definisce minuziosamente, tassello per tassello, ogni cosa che poi diventa una creatura “vivente”. Spesso traggo ispirazione dalla bellezza e dalla magia degli elementi di madre natura o dalle piante, le mie creature verdi, a cui dedico i mie esperimenti botanici.

Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue Opere?

La positività, l'amore e la bellezza, nelle loro varie sfaccettature. Sono convinta che favorire il diffondersi della bellezza, della gentilezza delle forme e dei pensieri, nonché dell'armonia anche cromatica, faccia bene al cuore, alla mente ed allo spirito di ogni individuo.

Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?

Un lavoro artistico può nascere da un sentire interiore, strettamente personale ed intimo, o dal desiderio di descrivere uno spaccato di vita, Ogni opera sa già cosa vuole dall'artista e chiede essa stessa di essere “tirata fuori” dalla materia informe (argilla, metalli, legno) o trasposta con i colori su tela o altri supporti.

I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato

La pittura astratta è stato il mio primo approccio all’arte. Ho conosciuto le opere del Piffetti ed ho ammirato sin da bambina Michelangelo Buonarroti, di cui porto il secondo nome di battesimo. Nella pittura apprezzo lo stile gli impressionisti ed i preraffaelliti.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

Non conosco a fondo i meccanismi delle gallerie d’arte. Credo però che l’arte dovrebbe essere un elemento fondante della cultura scolastica e dovrebbe essere assolutamente sostenuta dalle Istituzioni e dagli Enti periferici, svincolati da interessi temporanei di settore o personali. Salerno e la Valle dell’Irno, per quanto archeologicamente ed artisticamente ricche, non ricevono l’eco che meriterebbero.

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