Salerno, fondazioni Carisal e Menna insieme per iniziative culturali

Scopo dell'accordo la valorizzazione del patrimonio storico e artistico salernitano

Redazione Irno24 15/02/2021 0

È stato firmato nei giorni scorsi il protocollo d'intesa tra la Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e la Fondazione Filiberto e Bianca Menna con l’obiettivo comune di promuovere attività sociali volte a tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale ed ambientale attraverso iniziative per sensibilizzare la comunità salernitana.

Due realtà di origini diverse, che si pongono l’obiettivo di promuovere la crescita culturale, sociale ed economica del proprio territorio. La Fondazione Carisal è una delle 86 fondazioni di origine bancaria presenti in Italia e che da oltre 20 anni accompagna lo sviluppo culturale, sociale ed economico del proprio territorio, favorendo la crescita della comunità attraverso la promozione e la diffusione della cultura e dell’arte, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali e delle arti applicate, la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche, la crescita e la formazione giovanile, attività sportive e filantropiche.

La Fondazione Menna, istituzione riconosciuta di Alta Cultura, inserita dal Ministero per i Beni Culturali tra i luoghi del contemporaneo, è nata nel 1989 per volontà della famiglia Menna e promuove, da sempre, iniziative e progetti volti ad approfondire e diffondere la conoscenza del presente dell’arte, rinnovando così la lezione teorica dello studioso salernitano, fra i protagonisti del dibattito critico del secondo Novecento. La Fondazione svolge la propria missione culturale con precise strategie operative che privilegiano il confronto critico e l’educazione, in una prospettiva orientata a quella costruzione del nuovo, di cui lo stesso Menna è stato costante promotore nel corso della sua attività di ricerca.

"Investire nella cultura e nella creazione di reti sostenibili in un’ottica comunitaria sono, oggi, due aspetti di fondamentale importanza per agire sinergicamente - dichiara il Presidente della Fondazione Carisal, Domenico Credendino - e riuscire a contribuire alla crescita e al miglioramento del tessuto sociale ed economico della nostra comunità".

"Siamo lieti di annunciare di avere sottoscritto con la prestigiosa Fondazione Carisal - afferma il Presidente della Fondazione Menna, Claudio Tringali - un protocollo di intesa finalizzato alla promozione di attività volte a tutelare e valorizzare il patrimonio storico ed artistico locale ed in generale la cultura e l’arte. Ci auguriamo che grazie alla volontà di collaborazione tra i sodalizi ed all’intesa raggiunta, in un momento difficile per le Istituzioni culturali, saremo in grado di dare un migliore contributo all’offerta culturale della nostra città".

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Redazione Irno24 05/08/2021

A Salerno l'Istituto di Poesia Contemporanea, siglato protocollo d'intesa

È stato siglato questa mattina un Protocollo d'Intesa tra Comune di Salerno, Fondazione Alfonso Gatto e Scabec per la realizzazione nella città di Salerno dell'Istituto di Poesia Contemporanea.

Il progetto prevede la realizzazione di un archivio di manoscritti permanente, nonché la creazione di un Fondo dedicato alle opere edite e di un Fondo dedicato a materiali inediti della Poesia Contemporanea del Sud ed in particolare della Campania.

Le stesse parti firmatarie dell'accordo si impegneranno a ricercare adeguate forme di partecipazione e coinvolgimento di ulteriori soggetti pubblici attivi sul territorio, nonché il sostegno di soggetti privati (mecenati, donatori, sponsor).

"Il progetto - si legge sulla pagina social della Fondazione Gatto - mira alla creazione di uno spazio aperto, dinamico, vivo ed in continuo aggiornamento, in grado di colmare il divario esistente tra l'offerta didattica della scuola e la produzione poetica contemporanea per poter favorire lo scambio di idee tra poeti, docenti, studiosi e studenti;

in particolare, rendendo disponibili, mediante un’attività di relazioni nazionali e internazionali, le informazioni e gli strumenti di studio necessari per l’accesso dei docenti alle esperienze più rilevanti della poesia contemporanea attraverso la promozione di incontri e laboratori. La direzione e la supervisione delle attività del Centro verrà affidata al poeta Valerio Magrelli ed in esso si articoleranno varie sezioni con diversi curatori".

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Federica Garofalo 03/01/2021

La leggenda di Pietro Barliario, mago salernitano

Gli eruditi del Seicento, che per primi parlano di lui, lo chiamano in diversi modi (Barliario, Baliardo, Baialardo, Baliabardo), è stato perfino confuso con il grande filosofo francese Pietro Abelardo, ma la storia è pressappoco simile. Pietro Barliario, maestro di medicina, visse nella Salerno del XII secolo e sviluppò una propensione particolare per la magia e la negromanzia; soggiogando i demoni alla sua volontà, fece costruire il porto di Salerno, lasciato incompiuto per il canto di un gallo sfuggito allo sterminio da lui ordinato; in una sola notte fece innalzare i cosiddetti “archi dei diavoli”, ovvero l’acquedotto medievale che ancora oggi si può vedere tra via Velia e via Arce.

Un giorno, però, due suoi nipoti giovinetti, in assenza dello zio, aprirono di nascosto i suoi libri di magia nera, e ciò che vi era scritto li terrorizzò talmente che caddero morti entrambi; al suo ritorno, Barliario scoprì l’accaduto, e, divorato dal rimorso, bruciò tutti i suoi libri di negromanzia e si rifugiò nel monastero di San Benedetto, dove rimase prostrato in preghiera per tre giorni e tre notti implorando perdono. Alla fine, arrivò la risposta: il crocifisso di legno chinò la testa in avanti in segno di misericordia.

Da allora, Barliario vestì l’abito benedettino e rimase nel monastero, dove morì nel 1149 all’età di 93 anni. Non sappiamo come questa leggenda sia nata: Antonio Mazza, priore del Collegio Medico di Salerno nella seconda metà del Seicento, afferma di aver visto la sua epigrafe funeraria, con scritto in Latino “Questo è il sepolcro di Maestro Pietro Barliario”; il suo contemporaneo Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie e grande erudito, riporta una cronaca scritta dall’abate Roberto di San Benedetto nel 1403 che sarebbe la prima testimonianza in assoluto della leggenda.

Purtroppo entrambe queste testimonianze sono andate perdute, e oggi non ci è così permesso verificarle. Possiamo però dedurre che si tratta di una “leggenda erudita”, cioè una leggenda che non nasce dal basso, dal popolo, ma dalle opere degli intellettuali, e solo in un secondo momento arriva al popolo. È curioso che la leggenda di Barliario sia arrivata fino in Abruzzo, dove si attribuisce ai diavoli, comandati da “Baialardo”, la costruzione della Via Lattea di Casoli (Chieti).

Nell’Ottocento, si aggiunge il particolare che il miracolo del Crocifisso di San Benedetto avrebbe dato origine alla Fiera di Salerno, detta anche “Fiera del Crocifisso”, che si teneva in concomitanza delle due feste del patrono San Matteo, a maggio e a settembre; la prima testimonianza della fiera, però, citata anche da autori del Trecento come Franco Sacchetti, si data però attorno al 1260, cioè più di un secolo dopo la presunta morte di Barliario.

Fino all’Ottocento, inoltre, era in uso anche il detto dialettale che, per dire a qualcuno che ne aveva fatte di tutti i colori, recitava “N’haje fatte cchiù ttu ca Bajalardo”, “Ne hai fatte più tu che Baialardo”. Forse l’unica cosa concreta che ci rimane di questa leggenda è il “Crocifisso del miracolo”, il crocifisso ligneo di XII secolo oggi esposto al Museo Diocesano di Salerno.

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Redazione Irno24 15/05/2025

A Salerno il Sigillo in piombo per la Cappella Sistina durante il Conclave

Salerno accoglie un tesoro senza precedenti: il Sigillo in piombo usato durante l’ultimo Conclave - che ha eletto Papa Leone XIV - per le porte della Cappella Sistina e del Palazzo Apostolico Vaticano. E' tra i pezzi più rari e significativi della mostra “I Sigilli dei Papi”, che sarà inaugurata sabato 17 maggio alle ore 10 presso l’Archivio di Stato di Salerno.

La mostra intende raccontare l’evoluzione tecnica, simbolica e giuridica della cancelleria pontificia attraverso sigilli in cera, piombo e metalli nobili: autentiche opere d’arte e strumenti di comunicazione ufficiale. L’allestimento, immersivo e curato nei minimi dettagli, si rivolge sia agli studiosi che al grande pubblico. Il progetto è il risultato di una proficua sinergia tra istituzioni, fondazioni e mondo accademico.

La mostra “I Sigilli dei Papi” sarà visitabile dal 17 al 30 maggio 2025 presso l’Archivio di Stato di Salerno (Piazza Abate Conforti, 7), con ingresso gratuito. Orari di apertura: lunedì e venerdì dalle 8:30 alle 13:30; martedì, mercoledì e giovedì dalle 8:30 alle 17:00.

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