"Tanti cuori 1 capanna" al Tempio di Pomona
Centinaia di presepi da tutto il mondo per la XIV Mostra Saveriana
Redazione Irno24 10/12/2019 0
Fino al 22 Dicembre 2019, presso il Tempio di Pomona, nel cuore della città di Salerno, sarà possibile ammirare le opere della XIV Mostra Interculturale Saveriana “Tanti cuori 1 capanna - Dalla tradizione cristiana, un segno per l’educazione interculturale e interreligiosa”. La Mostra, allestita dai Missionari Saveriani di Salerno, dall’Associazione Laici Saveriani ad gentes onlus, dall’Ufficio Diocesano Migrantes e dal Centro Missionario della Diocesi, ospita centinaia di presepi provenienti da tutto il mondo con le loro specifiche caratteristiche. E' stata inaugurata il 7 Dicembre dall’Arcivescovo, Mons. Andrea Bellandi.
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Redazione Irno24 02/10/2020
"Salerno in CORTOcircuito 2020", i lavori in gara e fuori concorso
Al via l’undicesima edizione del Festival “Salerno in CORTOcircuito – Sguardi sulla Società”, organizzato dalla Rete dei Giovani per Salerno, che eleggerà il miglior cortometraggio di comunicazione sociale. Di seguito, l'elenco dei lavori in gara e quelli fuori concorso.
I corti in gara
“Le infinite rive” di Concita De Luca (4.23 min.)
”The Garden of Minerve and the two princesses” di Diletta Turco (15.38 min.)
“Scontrini di maggio” di Roberta Ungaro (12 min.)
“Chi ti ama... già sa!” di Marco Reggiani & Teresa Di Florio (03.07 min.)
“Covid 19” di Lorenzo Fodarella (3.15 min.)
“Spoon River a Lampedusa” di Rosario Santella (15.27 min.)
“Paese mio” di Gianni D’Arienzo (07.45 min.)
“Social ma non troppo” di Francesco Paglioli (12.20 min.)
“La triste vita del mago” di Francesco D’ Antonio (13.32 min.)
“A Federico Fellini non piace il Pop” di Pasquale Fresegna (2.38 min.)
“Bagnanti fuori stagione” di Alessandro Boccalini (12.16 min.)
“Memorie sbiadite” di Valentina Galdi (11 min.)
“Tonino” di Gaetano Del Mauro (14:42 min.)
“Il stupro” di Placido Sturiale & Simonetta Pisano (17.57 min.)
Fuori concorso
“Emigr.Arte” di Clotilde Grisolia (3.36 min.)
“Paradis cachés: la cote amalfitaine” a cura dell’Associazione Francese di Salerno (1.51 min.)
“Noi. Diario di una classe” di Fabrizio Rostelli
“Confutatis Maledictis” di Vito Egidio Ungaro (3.36 min.)
“Liquidità arida” di Pasquale Fresegna (3.22 min.)
“Pucundrìa” di Erica De Lisio (19.53 min.)
Giuria Tecnica
Anna Nisivoccia - docente di recitazione
Rita D'Antuono - psicologa
Pasquale De Cristofaro - commediografo
Michele Piastrella - critico cinematografico
Lella D’Angelo - operatrice sociale
Federica Garofalo 03/01/2021
La leggenda di Pietro Barliario, mago salernitano
Gli eruditi del Seicento, che per primi parlano di lui, lo chiamano in diversi modi (Barliario, Baliardo, Baialardo, Baliabardo), è stato perfino confuso con il grande filosofo francese Pietro Abelardo, ma la storia è pressappoco simile. Pietro Barliario, maestro di medicina, visse nella Salerno del XII secolo e sviluppò una propensione particolare per la magia e la negromanzia; soggiogando i demoni alla sua volontà, fece costruire il porto di Salerno, lasciato incompiuto per il canto di un gallo sfuggito allo sterminio da lui ordinato; in una sola notte fece innalzare i cosiddetti “archi dei diavoli”, ovvero l’acquedotto medievale che ancora oggi si può vedere tra via Velia e via Arce.
Un giorno, però, due suoi nipoti giovinetti, in assenza dello zio, aprirono di nascosto i suoi libri di magia nera, e ciò che vi era scritto li terrorizzò talmente che caddero morti entrambi; al suo ritorno, Barliario scoprì l’accaduto, e, divorato dal rimorso, bruciò tutti i suoi libri di negromanzia e si rifugiò nel monastero di San Benedetto, dove rimase prostrato in preghiera per tre giorni e tre notti implorando perdono. Alla fine, arrivò la risposta: il crocifisso di legno chinò la testa in avanti in segno di misericordia.
Da allora, Barliario vestì l’abito benedettino e rimase nel monastero, dove morì nel 1149 all’età di 93 anni. Non sappiamo come questa leggenda sia nata: Antonio Mazza, priore del Collegio Medico di Salerno nella seconda metà del Seicento, afferma di aver visto la sua epigrafe funeraria, con scritto in Latino “Questo è il sepolcro di Maestro Pietro Barliario”; il suo contemporaneo Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie e grande erudito, riporta una cronaca scritta dall’abate Roberto di San Benedetto nel 1403 che sarebbe la prima testimonianza in assoluto della leggenda.
Purtroppo entrambe queste testimonianze sono andate perdute, e oggi non ci è così permesso verificarle. Possiamo però dedurre che si tratta di una “leggenda erudita”, cioè una leggenda che non nasce dal basso, dal popolo, ma dalle opere degli intellettuali, e solo in un secondo momento arriva al popolo. È curioso che la leggenda di Barliario sia arrivata fino in Abruzzo, dove si attribuisce ai diavoli, comandati da “Baialardo”, la costruzione della Via Lattea di Casoli (Chieti).
Nell’Ottocento, si aggiunge il particolare che il miracolo del Crocifisso di San Benedetto avrebbe dato origine alla Fiera di Salerno, detta anche “Fiera del Crocifisso”, che si teneva in concomitanza delle due feste del patrono San Matteo, a maggio e a settembre; la prima testimonianza della fiera, però, citata anche da autori del Trecento come Franco Sacchetti, si data però attorno al 1260, cioè più di un secolo dopo la presunta morte di Barliario.
Fino all’Ottocento, inoltre, era in uso anche il detto dialettale che, per dire a qualcuno che ne aveva fatte di tutti i colori, recitava “N’haje fatte cchiù ttu ca Bajalardo”, “Ne hai fatte più tu che Baialardo”. Forse l’unica cosa concreta che ci rimane di questa leggenda è il “Crocifisso del miracolo”, il crocifisso ligneo di XII secolo oggi esposto al Museo Diocesano di Salerno.
Redazione Irno24 19/03/2021
Aspetti della grafica d'arte del XX secolo al FRaC di Baronissi
Sabato 20 marzo alle ore 18:00, apre al pubblico on line, sui canali del Museo FRaC, del Comune di Baronissi e della Gutenberg Edizioni, la mostra "Il Segno, La Matrice", curata da Pasquale Ruocco. La mostra rientra nella rassegna “Contemporanea 2020: le arti, l’oggetto” ed è finanziata dalla Regione (Iniziative per la valorizzazione patrimonio culturale regionale D.D. 42 del 25/09/2020).