Alla Salernitana approda il difensore Troost-Ekong

Arriva dal Watford con la formula del prestito, indosserà la maglia numero 15

foto da pagina facebook della Salernitana

Redazione Irno24 24/01/2023 0

L’U.S. Salernitana 1919 - tramite il proprio sito ufficiale - comunica di aver raggiunto l’accordo con il Watford F.C. per il trasferimento a titolo temporaneo, con diritto di riscatto, del difensore classe ’93 William Troost-Ekong. Il calciatore olandese, naturalizzato nigeriano, indosserà la maglia numero 15.

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Redazione Irno24 02/01/2023

La Salernitana cede il portiere Micai al Cosenza

"L’U.S. Salernitana 1919 - si legge sul sito del club - comunica di aver raggiunto l’accordo con il Cosenza Calcio per il trasferimento a titolo definitivo del portiere classe ‘93 Alessandro Micai". Si perfeziona così il primo movimento ufficiale in uscita del 2023 per il sodalizio granata.

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Redazione Irno24 26/11/2020

Quella doppietta di Maradona alla Salernitana in Coppa Italia

Le strade del compianto Diego Armando Maradona e della Salernitana si sono incrociate nell'estate 1985, in Coppa Italia. I granata, allenati da Ghio, fecero visita agli azzurri in occasione del quarto incontro del girone eliminatorio, dopo i pareggi con Vicenza e Pescara e la sconfitta contro il Lecce.

Finì 3-1 per la squadra allenata da Ottavio Bianchi, Maradona confezionò una prestazione delle sue e andò in rete due volte: il 1° gol su punizione deliziosa, conquistata con un affondo in serpentina; il 2° su rigore, palla da una parte e portiere dall'altra. In mezzo, il gol granata di Billia, poi un'autorete di Manzo a 10 minuti dalla fine fissò il punteggio sul 3-1.

In quella stagione, il Napoli preparò il terreno per lo storico scudetto del campionato successivo, la Salernitana chiuse il torneo di C al 7° posto, mettendo in mostra il giovane bomber De Vitis.

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Redazione Irno24 30/05/2020

30 Maggio 1994, un colpo di pistola squarcia il cuore di Ago e dei salernitani

Ore 8.50 del 30 maggio 1994, un botto secco sconvolge la serenità del complesso di villini ubicati in via De Angelis a Santa Maria di Castellabate: Agostino Di Bartolomei si è appena tolto la vita con un colpo al cuore, sparato con la sua Smith & Wesson calibro 38. La famiglia piomba nel dramma, un fremito di disperazione scuote i salernitani e tutto il mondo del calcio.

Nessuno sa spiegarsi i motivi di un gesto del genere, almeno fino a quando Marisa De Santis, consorte del grande Ago, scopre un biglietto in cui il marito spiega a chiare lettere di essere entrato in un tunnel, di essere stato emarginato da quel mondo (il calcio) che tanto gli aveva dato e da lui tanto aveva ricevuto. Sembra sia andato male il progetto di costruzione di un centro sportivo per giovani calciatori.

In effetti, l’ultima soddisfazione Agostino se la toglie proprio a Salerno, condottiero di una squadra dal grande carattere che conquista la serie B nel 1989/90. Di quella compagine, allenata dal pragmatico Ansaloni, Di Bartolomei è il faro, il punto di riferimento dentro e fuori dal campo. E’ uno che non molla mai, disposto a mettere fra parentesi un passato glorioso nella Roma di Liedholm e di calarsi con umiltà nella mediocre terza serie. La sfida è vinta, non a caso il gol promozione nel match di Brindisi porta la sua firma: classico destro forte e preciso dal limite e la sfera si insacca nell’angolino.

Nella Capitale, il Barone svedese lo vede “regista difensivo”, una sorta di libero con licenza di impostare il gioco dalle retrovie. Con i piedi sopraffini e la testa che si ritrova, Ago ricopre il ruolo con grande classe e disciplina; qualche metro più avanti giostra Falcao, a completare un mix di micidiale efficacia. La Roma ’82/’83 trionfa davanti alla Juve, il mito di Ago decolla. I tifosi sono tutti per lui. La jella, però, è dietro l’angolo e il 30 maggio 1984 (sinistra coincidenza con la data della morte) i giallorossi perdono ai rigori la Coppa Campioni nella drammatica finale giocata proprio a Roma contro il Liverpool. Qualcosa si incrina nello spogliatoio e la società cede Di Bartolomei al Milan (dove ritroverà Liedholm) per improbabili esigenze di bilancio.

Agostino non perde la calma e la signorilità, continua ad essere un modello di riferimento a livello tecnico/tattico (i suoi lanci sono un marchio di fabbrica) e disciplinare (le sue rare rimostranze agli arbitri sono civilissime e pacate, accompagnate da quella postura inequivocabile con le mani ben raccolte dietro la schiena). In Lombardia rimane 3 anni, poi con l’avvento di Sacchi – che predilige un gioco rapido e ritiene sorpassati i liberi vecchio stampo – si accasa a Cesena.

Nel 1988, a 34 anni, il clamoroso approdo alla Salernitana di don Peppino Soglia. Ma non sono rose e fiori dall’inizio, perchè il tecnico Pasinato lo mette addirittura fuori squadra preferendogli Dalla Costa, onesto mestierante della categoria. Lamberto Leonardi, subentrato a Pasinato, lo reintegra e Giancarlo Ansaloni, mister della promozione, gli affida l’anno dopo le chiavi della regia. Ago disputa un torneo strepitoso, siglando – come detto – il gol storico di Brindisi.

Sono passati 26 anni da quella morte assurda, ma nell’animo di chi lo ha amato risuona ancora il grido “Oh Agostinooo, Ago-Ago-Ago-Agostinooo”…

in collaborazione con natialvestuti.it

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