Covid, Coldiretti Salerno: agricoltura in affanno, florovivaismo in profonda crisi

Prodotti al macero per il blocco di cerimonie e mercati

Redazione Irno24 03/11/2020 0

L'emergenza Covid inizia a far sentire i suoi effetti anche sull'agricoltura salernitana. Tutti i settori stanno risentendo del forte impatto della pandemia. Secondo Coldiretti Salerno, a pagare il conto più pesante ​è il settore del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e vino. "E' un momento difficile anche per l'agricoltura salernitana - conferma il presidente di Coldiretti Salerno, Vito Busillo - le vendite, in particolare di prodotti freschi, dall'ortofrutta al lattiero caseario, hanno ridotto notevolmente le vendite nel canale horeca. Chi lavora con bar e ristoranti perde una fetta di mercato importante con le limitazioni in atto soprattutto le imprese agricole e quelle che trasformano prodotti freschi.

In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. A pesare sulla crisi anche la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà con l'export". Le limitazioni economiche e il rimbalzo negativo delle vendite potrebbero farsi sentire, sulla media e lunga distanza, anche sui prodotti stagionati. In questa fase sono meno danneggiati i prodotti stagionati e i salumi che possono allungare la vita in magazzino per qualche mese ma un aumento degli stock comporta sempre una distorsione dei prezzi.

Discorso a parte merita il settore florovivaistico: "L'impatto economico, anche per la provincia di Salerno, dove operano decine di imprese florovivaistiche è pesantissimo – spiega Busillo – le aziende hanno dovuto mandare al macero il prodotto per via del blocco delle cerimonie e dei mercati. E' necessario avviare subito le procedure per richiedere lo stato di calamità per il settore florovivaistico che a causa dell'emergenza Coronavirus registra danni pari al 100% della produzione con l'aggravio dei costi a carico delle aziende che devono garantire anche il corretto smaltimento". Problemi anche per gli agriturismi dove la chiusura della mobilità interprovinciale e il clima di incertezza ​ stanno creando problemi sia per i pernottamenti del weekend che per i pranzi fuori porta.

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Redazione Irno24 18/05/2022

Confesercenti Salerno, per imprese turistiche sarà estate tra ripartenza e carovita

La prossima stagione estiva dovrebbe rappresentare, a detta dei maggiori esperti di politica economica, la vera svolta per favorire una ripartenza, seppur limitata nei fatti dai recenti venti di guerra, del settore turistico. Si è tornati a viaggiare e le misure sanitarie per il contrasto alla pandemia sono state ridotte. Un territorio come quello salernitano, a prevalente vocazione turistica con eccellenze indiscutibili tra mete costiere, borghi e siti culturali, avrà certamente le dovute attenzioni da parte dell'utenza nazionale e straniera, intra UE.

"Le previsioni stimate per i mesi di luglio ed agosto - dichiara il numero uno di Confesercenti Provinciale Salerno, Raffaele Esposito - sono buone in termini di occupazione delle camere disponibili, sia per il settore alberghiero che per quello extralberghiero; rappresentiamo a livello verticale decine di categorie economiche: 14 reti verticali per il solo comparto turistico, dai pubblici esercizi al comparto balneare, passando per alberghi, camping, guide turistiche, fino alla rappresentatività in Federnoleggio e Assonavigazione.

Insomma, quando si parla di turismo non possiamo e non vogliamo sottrarci al nostro ruolo di tutela ed informazione attraverso la nostra rete Assoturismo provinciale. Proprio per questo vogliamo ancora una volta lanciare l'allarme economia reale, quella della vita quotidiana, con prezzi incontrollati e tendenti alle stelle che potrebbero privare e contrarre, ancora di più, la capacità di spesa in primis delle famiglie italiane e degli ospiti italiani, un po’ meno quelli esteri, che inevitabilmente potrebbero sì "riempire" le nostre strutture ma spendere, e quindi generare economia, in maniera poco rilevante sui territori.

Da qui l'esigenza impellente di rivolgersi, con tutte le criticità del momento storico, all'utenza internazionale perché l'utenza interna, tranne rare eccezioni geografiche, sta risentendo e di molto delle “crisi” complessive economiche derivanti dalla pandemia e dal caro energia. I nostri operatori economici, scusandosi con la propria clientela, dovranno necessariamente ritoccare verso l'alto i propri listini, per fronteggiare il carovita, le spese folli dell'energia elettrica e del gas, per gli approvvigionamenti necessari a condurre la propria attività, con l'amara certezza di rivolgersi ad una utenza già contratta.

A tutto questo si aggiunge un'altra criticità, quella della mancanza di manodopera, peraltro già rimarcata nel mese di Aprile scorso; sistemi di bonus, da ultimo quello dei miseri 200 euro, ed assistenzialismo alla persona e il poco sostegno alle imprese hanno dirottato i lavoratori precari e stagionali su altri mercati.

Alla politica chiediamo maggiore sostegno alle PMI per il mercato del lavoro, per il settore del credito, per la questione fiscale troppo alta ma anche per una vera sburocratizzazione, fardello per chi fa impresa tra cavilli e migliaia di richieste di permessi anche solo per posare una sedia su suolo pubblico. Questa prossima stagione estiva ci farà capire davvero, dopo i primi segnali di una ripartenza comunque difficile, in quale stato versa realmente la nostra economia globale e quindi anche quella salernitana".

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Redazione Irno24 01/05/2020

Coldiretti: "Riaprire agriturismi, crack da mezzo miliardo"

Occorre far riaprire subito i 24mila agriturismi italiani spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. E’ quanto chiede la Coldiretti in occasione della festa del Lavoro, tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta in campagna, in riferimento all’inizio della Fase 2 il 4 maggio.

Nel rispetto delle misure di precauzione, ci sono tutte le condizioni per riaprire le strutture agrituristiche - sottolinea Coldiretti - che per effetto della chiusura forzata hanno già subito danni, secondo Terranostra, per mezzo miliardo di euro senza i classici ponti di primavera.

Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche devono poter ripartire subito, aprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici, le visite agli animali con la pet therapy e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy.

Il conto è salato per le mancate scampagnate di primavera – continua Coldiretti – che colpiscono il sistema agrituristico in grande difficoltà dopo settimane di chiusura con 253mila posti letto vuoti e quasi 442mila posti a tavola deserti. A pesare sono state anche le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno.

In attesa della riapertura, anche per la festa del Lavoro diversi agriturismi – spiega Coldiretti – hanno organizzato dei veri e propri picnic a domicilio portando a casa grigliate, piatti tipici e dolci.

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Redazione Irno24 18/01/2022

Crisi Covid, 30mila presenze in meno negli agriturismi campani

Con la ripresa dei contagi si segnala una situazione difficile in agriturismo dopo che il 2021 si è chiuso con quasi un milione di arrivi in meno rispetto al prima della pandemia nel 2019, soprattutto per effetto del crollo delle presenze degli stranieri ma anche degli italiani.

E’ quanto emerge da un primo bilancio della Coldiretti sulla base delle indicazioni di Terranostra che evidenza la necessità di sostegni di fronte ad una situazione di sofferenza sia per l’alloggio che la ristorazione. In Campania si stimano mancati arrivi e cancellazioni per circa 30mila visitatori nei circa 700 agriturismi presenti nelle cinque province.

La tenuta delle presenze nei mesi estivi non è stata certo sufficiente a colmare i pesanti vuoi degli altri periodi dell’anno nelle oltre 25mila strutture agrituristiche presenti in Italia lungo tutta la Penisola dove – sottolinea Coldiretti – svolgono anche un importante ruolo di presidio ambientale del territorio e della biodiversità. Si è concluso infatti un anno ancora molto difficile dopo un 2020 drammatico con appena 2,2 milioni di arrivi (-41,3% rispetto al 2019), il numero più basso dal 2010.

La composizione degli ospiti rispetto alla nazionalità ha visto la prevalenza degli italiani con 1,5 milioni, in calo di circa mezzo milione rispetto all’anno precedente, mentre gli stranieri sono stati poco più di 669mila, in calo di oltre 1,1 milioni rispetto al 2019. Il risultato – precisa Coldiretti – è stato il dimezzamento del fatturato (-49%) che è sceso a 802 milioni di euro.

L’arrivo in questi giorni dei contributi previsti dal decreto del 24 agosto 2021 del Ministero del turismo non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture per le quali – conclude Coldiretti – è necessario ora prevedere nuove misure di sostegno.

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