Medie imprese industriali del Sud in crescita, rapporto presso CCIAA Salerno
Aumento del fatturato di oltre il 35% in dieci anni, bene anche produttività e forza lavoro
Redazione Irno24 17/12/2022 0
Accelera la crescita delle medie imprese del Mezzogiorno, che negli ultimi dieci anni hanno superato le imprese analoghe del Centro e del Nord. Anche l’impennata dei costi energetici e la crisi pandemica non hanno frenato la corsa di queste “ambasciatrici” del cambiamento del Sud, che quest’anno prevedono un incremento del loro giro d’affari dell’8,1% (contro il 7,2% delle altre aree d’Italia), dopo l’aumento del 10% conseguito nel 2021. Così quasi la metà conta di superare entro il 2022 i livelli pre-Covid.
A conferma di una dinamicità che in dieci anni, tra il 2011 e il 2020, ha visto crescere il loro fatturato del 35,2% (contro il 16,7% delle altre aree d’Italia), la produttività del 28,3% (contro il 20%) e la forza lavoro del 25,6% (contro il 19,8%). È quanto emerge dall’ultimo rapporto “Leader del cambiamento: le medie imprese del Mezzogiorno”. realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere e che è stato presentato a Salerno presso la Camera di commercio.
“Le medie imprese meridionali rappresentano la locomotiva industriale del territorio, figlie di un capitalismo familiare di lunga data che si tramanda da generazioni. Sono imprese che hanno anche messo in evidenza una capacità di resilienza non inferiore rispetto alle altre presenti nel resto del Paese”.
È quanto ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “sono pronte a cogliere le sfide del cambiamento puntando sempre più sulla frontiera 4.0, facendo leva anche sul PNRR. Ma per questo servirà, soprattutto al Mezzogiorno, sviluppare un modello di innovazione improntato su una forte collaborazione tra imprese, Università, centri di ricerca locali”.
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Redazione Irno24 30/10/2022
Caldo anomalo, allarme Coldiretti: "Natura in tilt, danni in campagna"
La natura è in tilt, con il caldo record che ha fatto scattare l’allarme siccità fuori stagione per tutte le colture in campo, con gli imprenditori agricoli che stanno intervenendo addirittura con irrigazioni di soccorso per non compromettere le coltivazioni, dalle semine di grano ai kiwi, dal radicchio ai carciofi, fino agli ortaggi lungo tutta la Penisola. E’ l’allarme della Coldiretti sugli effetti delle alte temperature, che stanno sconvolgendo la vita di piante e animali.
Nelle campagne - precisa Coldiretti - gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti, che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città, dove sono ancora diffuse zanzare e mosche. Il caldo sta anche provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature e la conseguente diminuzione del potenziale produttivo.
Una conferma del cambiamento climatico in atto, con una tendenza alla tropicalizzazione che - continua Coldiretti - si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi, con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale.
Redazione Irno24 14/04/2021
Coldiretti Campania, tavoli esterni salvano 700 agriturismi
La possibilità di riaprire le attività di ristorazione a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all'aperto salverà i 700 agriturismi della Campania, che possono contare su ampie aree all’esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola.
E’ quanto afferma la Coldiretti Campania nel commentare positivamente l'ipotesi contenuta nella bozza delle linee guida sulle riaperture, che le Regioni dovrebbero presentare al Governo alla Conferenza Stato-Regioni.
Una misura attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori con perdite di fatturato stimate alla Coldiretti in 1,2 miliardi di euro a livello nazionale, 35 milioni nella sola Campania. In provincia di Salerno gli agriturismi dispongono di 7.500 coperti e i 1.900 posti letto.
Redazione Irno24 18/01/2022
Inflazione, caro energia frena 2 imprese su 3
La corsa dei beni energetici, dai carburanti alle bollette, frena quasi 2 imprese su 3 (72%) con il boom dei costi per trasporti, riscaldamento, illuminazione e servizi che pesa sulla ripresa economica del sistema produttivo nazionale. È quanto emerge dall’indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento agli ultimi dati Istat sulla risalita dell’inflazione nel 2021 trainata dall’andamento dei prezzi dell’energia (+14,1%).
Un balzo al quale ha contribuito anche la stangata sul pieno di famiglie e imprese con il diesel che è aumentato del 20,6% nell’ultimo anno registrando il record dei prezzi dal 2019, con uno shock al rialzo che coinvolge anche la benzina (+18,6%) e il GPL aumentato addirittura del 30%, con i prezzi alla pompa che in alcuni casi, sulla rete autostradale, sfiorano anche i due euro al litro per la benzina.
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Il caro energia sta squilibrando tutti i parametri di costo fin qui considerati nei contratti già stipulati per la fornitura di beni e servizi o per la gestione di attività sociali, assistenziali ed educative con enti pubblici e privati con la necessità di adeguare la spesa alla situazione eccezionale che si è venuta a creare.