Vaccinazioni, sottoscritto accordo fra Asl Salerno e medici di base

L'accordo segue gli incontri degli ultimi giorni

Redazione Irno24 24/03/2021 0

Facendo seguito ai precedenti incontri tenuti negli ultimi giorni con i rappresentanti dei medici di medicina generale, finalizzati all'organizzazione e all'avvio delle attività di vaccinazione, questa mattina, presso l'Asl Salerno, i "medici di base" hanno fornito totale condivisione e collaborazione al progetto, sottoscrivendo con l'Azienda l'accordo che a breve sarà operativo.

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Redazione Irno24 14/04/2021

Salerno, iniziata distribuzione dosi di vaccino ai medici di base

L’Asl Salerno comunica che è iniziata la distribuzione delle dosi di vaccino ai medici di Medicina generale per la somministrazione a domicilio dei pazienti. Ogni singolo distretto sanitario ha ricevuto una prima dotazione di 1.000 dosi di Astrazeneca e 200 dosi di Moderna, con la quale approvvigionare i medici.

Intanto continuano regolarmente le attività di dei centri del territorio, che somministrano ogni giorno circa 5.000 dosi di vaccino, di cui 1.500/2000 dosi di Astrazeneca. Nella giornata di oggi, inoltre, saranno consegnate all’Asl Salerno 20.000 dosi di Pfizer e 30.000 dosi di Astrazeneca.

Si preannuncia che sono di imminente apertura tre centri vaccinali: due a Salerno (Cento Sociale di Pastena e Matierno) e 1 a Giffoni Valle Piana. Le attività vaccinali, pertanto, continuano normalmente su tutto il territorio, con un ritmo che rimane strettamente collegato alla fornitura dei vaccini.

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Redazione Irno24 28/07/2021

Uil Fpl provinciale a sostegno del Dipartimento Materno Infantile del "Ruggi"

Il tempo del Covid ha determinato criticità organizzative, strutturali e di comunicazione nel percorso della gravida e del neonato sospetti o affetti da infezione. Tali criticità sono state affrontate per garantire la migliore assistenza alla gravida/puerpera e al neonato seguendo i protocolli sia generali che specifici per questo profilo peculiare di pazienti. I protocolli sono stati rispondenti alle indicazioni aziendali, ministeriali e delle società scientifiche dei professionisti del percorso materno-infantile sia fisiologico che patologico.

"Partendo dai bisogni primari delle mamme come l’allattamento naturale e il sostegno alla genitorialità, le nutrici hanno richiesto una maggiore flessibilità presso il reparto di Patologia neonatale - hanno spiegato i vertici della segreteria provinciale e della segreteria aziendale della Uil Fpl - lo scorso 19 luglio abbiamo avuto un incontro con il primario della Terapia Intensiva Neonatale, la dottoressa Maria Grazia Corbo, persona eccezionale sia come professionista che come persona dotata di grande sensibilità e umanità.

La dottoressa Corbo ha illustrato dettagliatamente i criteri di sicurezza che sono stati adottati nel periodo della pandemia e che hanno ispirato modifiche dell’organizzazione del reparto con regolazione degli accessi, differenziazione di percorsi per madri ricoverate e madri provenienti dall’esterno, tracciamento dei genitori grazie al servizio di sorveglianza aziendale, limitazione delle visite sostituite da videochiamate, allestimento di stanza di isolamento conforme ai requisiti per il ricovero di neonato sospetto o affetto.

Con questa organizzazione non si è determinato alcun contagio intraospedaliero di pazienti oppure di operatori. Con l’evoluzione epidemiologica della pandemia, inoltre, il modello organizzativo è diventato più flessibile e si è ripristinato quasi completamente quello ordinario. Infatti, al fine di assicurare al massimo grado la tranquillità delle mamme, è garantito l’allattamento al seno con ambulatorio con figura dedicata per la raccolta del latte materno da lasciare ai propri bambini, in ambienti distinti per le madri nutrici provenienti da casa e per le puerpere ancora ricoverate.

La dottoressa Corbo ha anche illustrato tutte le iniziative di donazione dei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature per assistenza, da parte di associazioni, enti, privati, famiglie di bambini. Li ringraziamo perché nella prima fase dei contagi si è sofferta molto la ridotta disponibilità di tanti dispositivi di sicurezza e grazie al loro intervento si è potuto continuare a lavorare in sicurezza".

Il Centro Tin del Ruggi di Salerno accoglie bambini di gravide ricoverate nell'Unità di ”Gravidanza a rischio”, spesso trasferite da altri ospedali o di altri centri nascita che non dispongono delle cure intensive. La mole di lavoro è notevole perché la patologia ostetrica è in aumento. Le donne affrontano la gravidanza in un’età più avanzata e con patologie complicanti per le quali molto spesso si parla di preziosità fetale. Per tale ragione, secondo la Uil Fpl provinciale, i centri nascita dedicati richiedono un potenziamento continuo ed aggiornato con moderne tecnologie per garantire standard di assistenza ben distinti da quelli delle gravidanze fisiologiche.

"I colloqui con le madri nutrici hanno fatto emergere la necessità di avere uno spazio di accoglienza dedicato ai genitori dove possano sostare, in prossimità del reparto, integrati nella sua routine, minimamente confortevole per ridurre lo stato di ansia e di stress determinato dal ricovero del proprio bambino. Eppure si intravede una possibilità: tali spazi sono identificabili all’ingresso del reparto e devono essere provvisti di tutti i comfort necessari per la sosta dei genitori. L’accoglienza è il requisito fondamentale che promuove la cultura e la tutela della maternità.

A sostegno della maternità è prioritaria l’attivazione della rete di trasporto assistito Materno (STAM) e il trasporto in emergenza neonatale (STEN) poiché la rete organizzativa garantisce l’assistenza perinatale per le gravidanze a rischio, consentendo un’assistenza adeguata e più qualificata. L’attività assistenziale del Reparto di Gravidanza a Rischio, diretta dal dottor Mario Polichetti insieme ai suoi collaboratori, si integra fortemente con quella della Terapia Intensiva Neonatale (TIN), al fine di gestire al meglio eventi patologici che mettono a rischio la vita della madre e del bambino.

Per tale ragione l’attivazione della rete STAM e STEN è fortemente sostenuta al fine di integrare un servizio che garantisce l’assistenza adeguata ed in tempi brevi alle mamme ed ai piccoli. Altra criticità riscontrata è la carenza nel numero di infermieri pediatrici e neonatologi, che essendo figure specializzate nella terapia intensiva neonatale, sono quindi importanti nel funzionamento e struttura del medesimo reparto. Il nostro impegno è affiancare e sostenere tali iniziative per garantire prestazioni di qualità e sopperire ai reali bisogni dell’utenza", hanno concluso i vertici della segreteria provinciale e della segreteria aziendale della Uil Fpl.

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Redazione Irno24 12/05/2021

Asl Salerno, tablet alle Terapie Intensive per connettere i pazienti Covid ai familiari

L’Asl Salerno ha acquistato e consegnato ai responsabili delle Terapie Intensive di tutti i propri ospedali i tablet con i quali i pazienti isolati per il Covid potranno connettersi e dialogare in videochiamata con i propri familiari.

L’esigenza di garantire a tali ammalati un contatto, seppure virtuale, con i propri cari era stata raccolta dai medici e dal personale sanitario impegnato in prima linea nell’assistenza ai pazienti colpiti dal virus, che nei giorni scorsi avevano lanciato un appello ai vertici aziendali.

L’Asl Salerno, accogliendo tale istanza, ha acquisito e messo a disposizione dei pazienti in isolamento Covid questi preziosi strumenti, per rafforzare il concetto di umanizzazione che l’azienda ha sempre auspicato in questi percorsi assistenziali, in cui il paziente non può avere alcun tipo di contatto con i propri familiari se non tramite la tecnologia.

I tablet sono stati consegnati a tutti gli ospedali dell’Asl: Sapri, Vallo della Lucania, Agropoli, Polla, Oliveto Citra, Eboli, Roccadaspide, Battipaglia, Sarno, Nocera Inferiore, Pagani e Scafati. Con l’aiuto di tali dispositivi si potrà superare la fase di “isolamento” sofferta dai degenti che, a causa delle restrizioni del Covid, non possono ricevere visite negli ospedali. La privazione delle relazioni con i propri affetti, infatti, è dolorosa almeno quanto la patologia che ha colpito queste persone.

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