A Salerno boom crociere, attraccano Island Princess e Celebrity Constellation

La Island ha dimensioni che le consentono di navigare nelle chiuse del Canale di Panama

La Island Princess

Redazione Irno24 24/08/2024 0

Si chiama Island Princess, è internazionalmente riconosciuta con la sigla di Panamax perché le sue dimensioni le consentono di navigare nelle chiuse del Canale di Panama. È lunga 294 metri, ha 16 ponti, 1107 cabine, a bordo lavorano 909 uomini di equipaggio e viaggiano 2231 passeggeri, il suo varo vent’anni fa costò 330 milioni di dollari.

Proveniente da Dubrovnik, Island Princess ha attraccato questa mattina al Molo Manfredi della Stazione Marittima "Zaha Hadid" di Salerno, dalle scalette sono scesi i turisti che in queste ore stanno visitando la città e le località della provincia, soprattutto della Costiera Amalfitana.

Ripartirà nel tardo pomeriggio, proseguendo così la sua rotta crocieristica, mentre il Molo Manfredi domani mattina accoglierà la Celebrity Constellation, altra grande nave da crociera.

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Redazione Irno24 08/07/2020

La stima Coldiretti: "Senza matrimoni è crack da 15 miliardi"

Un crack da 15 miliardi di euro per i promessi sposi in Italia con la cancellazione e il rinvio delle nozze a causa dell’emergenza Coronavirus. E’ quanto stima la Coldiretti sulle conseguenze della pandemia sul mondo del wedding con circa 80mila matrimoni sospesi nel solo primo semestre 2020, in riferimento alla marcia in abito bianco delle spose mancate davanti al palazzo di Montecitorio.

La crisi generata dal Covid 19 - sottolinea Coldiretti - ha stravolto i programmi di promessi sposi e famiglie e azzoppato i bilanci delle aziende: dal catering alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dal trucco alle acconciature, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata. Prima il lockdown e poi l’incertezza sulla diffusione della pandemia hanno costretto le coppie pronte a convolare a nozze a contrattare rimborsi o voucher per riorganizzare il pronunciamento del fatidico sì.

A rischio sono oltre un milione di lavoratori diretti ed indiretti impegnati nei settori collegati. Un settore che vede l’Italia all’avanguardia a livello internazionale con un elevato numero di stranieri che sceglie proprio il Belpaese per celebrare l’esclusivo evento. La presenza di location uniche ma anche la creatività organizzativa e l’alto livello dell’offerta enogastronomica rappresentano i fattori di successo che condizionano le scelte dei futuri sposi.

L’ultima tendenza è quella dei matrimoni green con quasi quattro giovani su dieci (38%) che considerano l’ambiente l’emergenza principale, con scelte sostenibili che vanno dalla location in campagna ai menù a chilometri zero con prodotti esclusivamente locali, dalle "agribomboniere" lavorate con lana di pecora o decorate con spighe alla torta nuziale della nonna, fino agli addobbi floreali con essenze locali e al ritorno delle carrozze trainate dai cavalli con una spesa media che oscilla fra i 30 e i 60mila euro per il pacchetto completo del “giorno più bello”.

Proprio per questo, i settori che hanno pagato il prezzo più alto all’emergenza sono quelli dell’agriturismo con le 24mila strutture presenti in Italia ma anche il florovivaismo con 27mila imprese.

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Redazione Irno24 04/12/2020

Fenailp: "Governo condanna a morte l’economia, pagheremo le tasse nel 2022"

“Le tasse le pagheremo nel 2022” lo avevamo annunciato già durante la prima fase di pandemia, lo scorso Aprile, da quando da oltre due mesi la gran parte delle Imprese Italiane erano chiuse, fatte salve quelle poche beneficiarie della “lotteria” dei codici ATECO che hanno potuto continuare l’attività e lo ribadiamo alla vigilia del periodo commercialmente più importante dell’anno. Senza clienti, senza incassi, ma con dipendenti, contributi, tasse, affitti, bollette, mutui ed impegni pregressi, per non parlare della merce e delle scorte.

Poi è arrivata la seconda fase, temuta da tutti gli Operatori Commerciali, ed il Governo non ha fatto altro che rinviare di qualche mese solo alcune scadenze fiscali e dare per taluni Settori Merceologici dei veri e propri palliativi. La situazione è diventata ormai esplosiva, con risvolti non solo economici, ma anche sociali e umani pesantissimi.

Le aziende sono attonite, atterrite e disorientate da una situazione mai vista prima, che sta producendo effetti disastrosi ben al di là di ogni peggiore previsione, gli esercenti che hanno chiesto sempre e soltanto di poter lavorare al servizio dei propri clienti e delle proprie città si trovano oggi nella impossibilità di farlo per motivi non certo imputabili a loro responsabilità. Ma mentre gli è di fatto impedito, per legge, di lavorare e quindi di fatturare e di incassare, chi governa non si è preoccupato di fermare i costi a cui le aziende devono far fronte e che invece devono continuare a correre.

Gli Operatori del Commercio, dell’Artigianato del Turismo e dei Servizi sono allo stremo. Ed è per questo che la FeNAILP ed i suoi Associati non pagheranno fino al 31 dicembre 2021 nessuna Tassa. Questa è la forma di protesta estrema, alla quale la categoria si sente costretta per mille validissimi motivi, ultimo dei quali uno che supera e comprende tutti gli altri: le aziende non hanno più risorse e preferiscono continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori rispetto ad uno Stato che non comprende, anzi calpesta, le ragioni di esistere delle Categorie Commerciali da sempre traino della Economia Nazionale.

Non pagare le Tasse vuole essere una ribellione pacifica e silenziosa contro un sistema statale che continua a trattare le imprese e i professionisti come bancomat, senza tutela né rispetto. Soprattutto, senza riconoscerne l’importanza prima dell’era Covid-19 e poi, nel 2020 il brusco stop imposto dalla pandemia, che già ha portato i consumi indietro di trent'anni e che ora rischia di compromettere l’esistenza di un intero sistema. Mentre il Governo emana Dpcm di “ristori” spesso irrisori, e la sospensione per qualche mese della contribuzione fiscale, non considerando che non lavorando, e quindi non incassando, le Aziende non avranno risorse per far fronte a questi impegni.

In base a criteri che francamente appaiono incomprensibili, il sacrificio che viene chiesto ricade sulle spalle di alcuni e non di tutti col rischio di vanificare il sacrificio e, soprattutto, di spostare arbitrariamente i consumi da un settore all’altro. Perché è evidente che se un negozio di abbigliamento o di articoli per la casa non potrà stare aperto in questo periodo, gli acquisti di Natale saranno concentrati su altri settori ai quali invece è concesso di lavorare. È mai possibile che, solo per fare alcuni esempi, “i centri commerciali e la grande distribuzione possano trattare la vendita di prodotti che ai negozi di vicinato non è consentito vendere, i commercianti su aree pubbliche non siano autorizzati a vendere, per esempio, fiori o calzature per bambini, mentre invece lo sia concesso alle analoghe attività a posto fisso?”.

Una disparità di trattamento che causa incredulità, rabbia e sconforto. Per questo, la FeNAILP ha deciso di alzare la voce e fare di tutto per impedire il progetto di liquidazione di un intero settore economico, quello del commercio al dettaglio. La Federazione Nazionale Imprenditori e Liberi Professionisti si batterà fino all’ultimo per la sopravvivenza non solo delle attività associate ma anche di quel pezzo importante del sistema che rappresenta, senza il quale l’evasore fiscale è un ladro della collettività e come tale va condannato, chi protesta contro l’iniquità dello Stato adottando uno strumento legittimo come lo sciopero fiscale compie un atto ben diverso e ben più condivisibile anche da un punto di vista sociale.

NOTA STAMPA FENAILP

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Redazione Irno24 20/08/2022

Il noleggio a lungo termine, una realtà mainstream

Il noleggio a lungo termine può ormai essere considerato una realtà mainstream, nota a tutti. In effetti, si tratta di una formula che ha ottenuto nel corso degli ultimi anni un notevole successo, per via di numerosi aspetti: in primis, le caratteristiche di flessibilità del servizio, ma anche e soprattutto la possibilità di non dover dare alcun anticipo. A ben vedere, è proprio questo il fattore distintivo e vantaggioso rispetto al classico acquisto.

Certo, ci sono anche altri fattori che vale la pena di mettere in evidenza: la rata fissa, che evita brutte sorprese e consente di pianificare le spese con congruo anticipo; e il non doversi preoccupare della svalutazione, a differenza di quel che accade in caso di acquisto. La sezione di Rent4you, compagnia specializzata nel long term rent, mette a disposizione una gamma davvero ampia di offerte noleggio a lungo termine senza anticipo, con più di cento modelli fra cui scegliere, che permettono di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza e assecondare i gusti più diversi.

Peraltro, il noleggio a lungo termine ha tutte le carte in regola per poter essere ritenuto una soluzione green: un aspetto che di certo non è di secondaria importanza nel contesto economico e sociale attuale, in cui si presta la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, anche e soprattutto in materia di mobilità. Se si presta fede ai numeri di Aniasa, per esempio, a partire dai primi mesi dello scorso anno è stato registrato un boom per i modelli ibridi ed elettrici, non solo per il noleggio a lungo termine, ma anche per quello a breve e medio termine.

Le immatricolazioni per il noleggio coprono il 35% della quota complessiva per i veicoli elettrici e il 42% della quota complessiva per gli ibridi plug-in. In termini più semplici, in Italia circa 4 auto elettrificate su 10 vengono immatricolate dalle compagnie di noleggio. Ecco, quindi, che la macchina di proprietà non è più un obbligo, e neppure un mito da inseguire a tutti i costi.

Un numero crescente di persone ha avuto l’occasione di scoprire forme di mobilità nuove, che si distinguono da quelle passate per la loro flessibilità. È il caso del noleggio a lungo termine, appunto: un mercato che sembra essere riuscito a superare le conseguenze della pandemia da Coronavirus, con un incremento della flotta pari al 7%: meglio del periodo pre Covid, insomma.

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