A Salerno un progetto per contrastare il disagio giovanile

La presentazione il 22 febbraio presso la sede della Provincia

Palazzo Sant'Agostino

Redazione Irno24 17/02/2023 0

Mercoledì 22 febbraio, alle ore 10:30, presso la sala Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino, a Salerno, presentazione del Progetto "PRE.DI.GIO - Prevenzione disagio giovanile", finanziato dall’Unione Province d’Italia. La Provincia di Salerno è l’Ente capofila di un importante partenariato, composto dalla Cooperativa Sociale "Un tetto per tutti", dalla Fondazione Casamica, dalla Fondazione Comunità Salernitana Onlus, da Moby Dick Ets, da Asd Guiscards, dalla Cosvitec e - quale sponsor co-finanziatore - dalla Fondazione Banco di Napoli.

"Il progetto - dichiara il Presidente della Provincia, Franco Alfieri - è volto a contrastare il disagio giovanile e favorire il benessere sociale. Questo finanziamento ci consentirà di rendere i giovani protagonisti delle proprie scelte e della propria crescita, dando spazio alle loro voci, fronteggiando così la mancanza di strumenti, quali il dialogo, lo sviluppo di pratiche sportive e la diretta competizione relazionale fra pari, che, soprattutto nel periodo della pandemia, aveva evidenziato una mancanza di prospettive future.

L’obiettivo è produrre un impatto a macchia d’olio che riguarderà tutti gli attori del tessuto sociale, nell'immediato principalmente gli studenti, gli istituti scolastici e i giovani NEET. Nel lungo termine, anche il rimanente contesto territoriale ne trarrà beneficio".

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Redazione Irno24 15/02/2023

San Severino, incontro coi giovani su bullismo e cyberbullismo

Venerdì 17 Febbraio, alle 16:30, presso l'aula consiliare "Manzi" del Comune di Mercato San Severino, è in programma un incontro coi giovani su bullismo e cyberbullismo. Fra gli organizzatori, l'Asd Salerno Rugby. Insieme al sindaco Antonio Somma, saranno presenti Morris Saba, Sostituto Procuratore della Repubblica, ed alcuni esponenti della Polizia Postale.

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Francesca Guglielmetti 18/12/2022

Dalle luce non solo suggestione ma anche la cura di alcuni disturbi

Fiat lux! E luce sia. Anche quest’anno, dal 2 dicembre al 29 gennaio, Salerno, ogni giorno a partire dalle 17, vedrà illuminarsi strade, piazze e giardini con le installazioni artistiche che, anno dopo anno, stanno contribuendo a rendere la nostra città meta turistica. Certo, passeggiare per la città illuminata rappresenta un indiscutibile occasione di svago, ma anche un’occasione per potersi rilassare. La luce, nelle molteplici forme e negli sfavillanti colori che la città, angolo dopo angolo, presenta, offre suggestioni per i più grandi, meraviglia in chi è ancora bambino.

Lasciando ovviamente ad altri che meglio di me sapranno illustrare itinerari ed occasioni di svago, non posso fare a meno però, raccogliendo lo spunto offerto, di illustrarvi brevemente i meravigliosi effetti benefici della luce. Eh sì, la luce cura: attraverso la fototerapia è infatti possibile, utilizzando la luce solare o radiazioni luminose a diversa lunghezza d’onda (luce ad alta intensità, raggi UVA, raggi UVB a banda larga, raggi UVB a banda stretta), curare molteplici disturbi.

Gli effetti benefici della luce solare su diverse malattie dermatologiche sono infatti ormai noti ai più, mentre ancora, credo, resta non pienamente conosciuto ed apprezzato l’intervento della fototerapia su diversi disturbi psichici e, soprattutto, sulla Sindrome Affettiva Stagionale (SAD). La SAD si caratterizza per episodi depressivi gravi in corrispondenza dei cambiamenti stagionali, in particolare autunno-inverno, con diminuzione nel periodo estivo.

Già nel 1984, lo psichiatra e ricercatore Norman E. Rosenthal ipotizzò che la Sindrome fosse collegata soprattutto alla riduzione invernale della quantità di luce e ne identificò la terapia di prima scelta nella fototerapia. Da quel momento in poi, gli studi scientifici al riguardo sono stati costanti, tanto che nel 2005 l’American Journal of Psychiatry ha confermato che il trattamento con luce brillante (luce ad alta intensità) è efficace nei disturbi dell’umore a carattere stagionale e non.

Per comprendere come funziona la fototerapia, è necessario sapere che l’occhio rappresenta la parte più superficiale del nostro sistema nervoso centrale. La luce, colpendo la retina, stimola il nervo ottico, che trasmette gli stimoli a regioni del cervello come l’ipotalamo, che regola la produzione di serotonina (l’ormone del buonumore) e di cortisolo (l’ormone dello stress), e l’epifisi, che regola la produzione di melatonina, migliorando l’umore, l’alimentazione e il sonno.

Cortisolo, serotonina e melatonina risultano, infatti, alterati nelle persone che soffrono di episodi depressivi. Sebbene, dunque, passeggiare per le strade illuminate non può certo essere considerato alla stregua di una fototerapia (che essendo un intervento clinico ha delle sue caratteristiche ben precise e dei professionisti deputati ad utilizzarla), credo sia bene però sapere che in carenza di luce si rischia innanzitutto la depressione e che, dunque, anche una passeggiata per le strade illuminate, pur non essendo una vera e propria cura, può rappresentare, senza dubbio, una forma di attenzione verso noi stessi.

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Francesca Guglielmetti 27/04/2022

Riconoscere lo stalking e "gestirlo" con il comportamento appropriato

L'ultima si chiamava Anna, aveva trent'anni, un lavoro, una famiglia, degli amici, un amore. No scusate, un amore no, un amore non lo aveva. L'amore è altra cosa da quello che Anna credeva di aver incontrato. Qualcuno, sbagliando ad individuare l'origine etimologica, ritiene che la parola "amore" significhi letteralmente "a mors" e cioè "senza morte". Visto così l'amore è una romanticheria da foglietto dei cioccolatini, un desiderio forse ingenuo: poter incontrare qualcuno con cui celebrare la vita, costruire una reciprocità che aiuti a crescere, a migliorarsi.

Quella in cui tante donne si imbattono è una relazione che, invece, rende loro la vita impossibile e che porta le più sfortunate addirittura a trovare la morte in quello che pensavano fosse un sentimento gioioso e vitale. Oggi questa forma malata d'amore, perpetrata per lo più (ma non sempre) dagli uomini a danno delle donne, ha un nome: stalking. Era il 1996 quando per la prima volta l’australiano Meloy, nei suoi studi in ambito psichiatrico e forense, utilizzò il termine per individuare “un comportamento ostinato e reiterato di persecuzione e molestie nei confronti di un’altra persona”.

Prima di allora "stalking" era solo una parola usata nel gergo venatorio per individuare la "caccia in appostamento", o "caccia furtiva" o, a partire dagli anni '60, per riferirsi al continuo e molesto assedio di ammiratori psichicamente disturbati ai danni di persone famose (star-stalking). Successivamente, anno dopo anno, vittima dopo vittima, il termine stalker è stato utilizzato per individuare chi è affetto dalla "sindrome da molestatore assillante". Perché di questo si tratta: non di "eccesso di amore", non di "carattere", non di "un periodo difficile" ma di una sindrome, ossia di una patologia caratterizzata da una serie variegata di sintomi che, anche se in misura diversa da soggetto a soggetto, fanno dello stalker un "molestatore assillante".

Grazie agli studi effettuati soprattutto nei Paesi anglosassoni, è possibile riconoscere cinque diverse tipologie di stalker. C'è il "risentito", generalmente un ex partner che non accetta la rottura della relazione vissuta come immotivata o comunque ingiusta. Lo stalker "risentito" vuole danneggiare, far soffrire la vittima (l'ex partner), svilendone l'immagine, rovinando oggetti di sua proprietà o arrivando ad attacchi diretti (sia verbali che fisici). Le motivazioni logiche e razionali con lui sono del tutto vane poiché egli è profondamente convinto di aver subito un torto inaccettabile.

Il "bisognoso d'affetto": presenta carenze affettive o una fragilità psicoemotiva (che spesso sfociano in vere e proprie patologie psichiatriche). Egli non è in grado di sintonizzarsi correttamente con l'altro. Empatia, atteggiamenti di accoglienza e gentilezza sono interpretate da costoro come il segno di un interesse affettivo/sessuale. Anche la negazione esplicita da parte della vittima dell'interesse supposto non scoraggia questo tipo di stalker, poiché egli ritiene che il rifiuto sia legato a una qualche difficoltà psicologica della vittima, non certo sua, a riconoscere l'esistenza di un sentimento. Pertanto, nonostante i rifiuti, egli ritiene che, attraverso la pazienza e la determinazione, alla fine raggiungerà il suo scopo.

Il "corteggiatore incompetente": inizialmente la persecuzione messa in atto da questo tipo di stalker è blanda e può essere confusa con un maldestro tentativo di corteggiamento. Ritroviamo tra questo tipo di stalker il vicino di casa, il collega di lavoro, il conoscente che con i suoi reiterati ed inopportuni tentativi di aggancio generano malessere, ansia e timore per la propria incolumità nel destinatario; attenzioni né richieste né incentivate. Si tratta dello stalker forse più facile da gestire: impulsivo e assillante nella fase iniziale, appare meno determinato nel tempo e, in assenza del riscontro atteso da parte della vittima, tende a stancarsi abbastanza in fretta.

Il "respinto" è generalmente un ex che oscilla tra il desiderio di ristabilire la relazione e quello di vendicarsi per l’abbandono. Per questo tipo di stalker la persecuzione rappresenta comunque una forma di relazione in grado di rassicurarlo rispetto alla perdita totale della persona amata, percepita come intollerabile. Costoro non si lasciano intimorire dalle reazioni negative manifestate dalla vittima.

Il "predatore": è forse lo stalker più pericoloso, dal momento che il suo scopo primario è riuscire ad avere rapporti sessuali con la vittima che egli provvede a pedinare, inseguire e spaventare in vario modo. I comportamenti atti a far sentire in pericolo la vittima, ed esercitare su di essa un potere, generano in questo soggetto una irrinunciabile sensazione di esaltazione mista ad eccitazione. Questo genere di stalking assume la forma di una vera e propria "caccia alla preda" che si può indirizzare anche verso i bambini. Spesso lo stalker "predatore" è affetto da disturbi psicopatologici che interessano la sfera sessuale.

Tutti hanno in comune una caratteristica: la vittima è considerata come priva di ogni diritto e diviene solo un oggetto da “utilizzare” per soddisfare i propri bisogni. Essere stata oggetto di stalking mina ovviamente in maniera incisiva l'equilibrio della vittima, che viene violata nella sua dimensione privata. Spesso, la paura per quello che sta accadendo favorisce l’isolamento e, di conseguenza, rende più difficile chiedere aiuto. Il senso di pericolo e di insicurezza, soprattutto se reiterato nel tempo, può evolvere in una vera e propria sintomatologia nelle vittime di stalking: isolamento sociale, distacco emotivo dall’ambiente, affettività ridotta e una visione negativa del futuro sono le difficoltà che queste persone possono dover affrontare anche per molto tempo.

È bene ricordare che dal 2009 la legge tutela le vittime di stalking e punisce gli autori di atti persecutori. È fondamentale però che, prima ancora della legge, sia la vittima stessa a porsi in una condizione di protezione e tutela attraverso dei necessari accorgimenti: se ci si trova da sole con lo stalker (cosa che andrebbe sempre evitata) è molto importante evitare di urlare o imprecare, poiché la rabbia potrebbe essere interpretata come passione.

Dal momento che anche un sorriso però potrebbe essere inteso come un segno di affetto, bisognerebbe assumere un comportamento caratterizzato da una fredda calma. Soprattutto se si tratta di una persona che ha bisogno di cure, le risposte possono essere completamente fraintese, tanto che anche la restituzione di un regalo, una risposta negativa a una telefonata o a una lettera vanno evitate. La vittima dovrebbe interrompere il prima possibile anche i contatti indiretti (rendendo tutti i profili sui social visibili solo agli amici e non pubblici e bloccando il numero dello stalker nella rubrica del telefono) in modo da non alimentare, anche se inconsapevolmente, il comportamento persecutorio, favorendone un crescendo devastante.

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