Codici presenta esposto su tragica morte di una 41enne al Ruggi di Salerno
Giacomelli: "Stando a quanto emerso finora, la donna sarebbe deceduta dopo ore di attesa"
Redazione Irno24 24/03/2025 0
Un calvario, ore di attesa che si sarebbero rivelate fatali. È la tragica fine di una donna di 41 anni, Cristina Pagliarulo, vittima di un presunto caso di malasanità all’ospedale “Ruggi” di Salerno. Una vicenda drammatica, diventata anche un caso politico, su cui l’associazione Codici ha deciso di intervenire con un esposto in Procura.
“Stando a quanto emerso finora – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – la donna sarebbe morta dopo ore di attesa. L’uso del condizionale in questi casi è d’obbligo, ma è altrettanto d’obbligo indagare per appurare se ci sono responsabilità degli operatori sanitari. L’iter sembra mostrare lacune gravissime”. La donna si sarebbe recata al Pronto Soccorso intorno alle 3:00 del 3 marzo, lamentando forti dolori addominali. Gli operatori le avrebbero somministrato degli antidolorifici, dopodiché, trascorse circa 3 ore, sarebbero arrivate le dimissioni.
Le sue condizioni, però, sarebbero peggiorate, tanto da costringerla a tornare in ospedale, dove questa volta sarebbe stata sottoposta ad una TAC addominale. Gli esami avrebbero rivelato un esteso addensamento del tessuto mesenteriale ed ischemia intestinale. Un quadro clinico da intervento chirurgico urgente, eseguito invece solo dopo diverse ore, con una corsa contro il tempo rivelatasi inutile.
“La prima cosa che viene da chiedersi – afferma Giacomelli – è se la donna poteva essere salvata con cure tempestive e con un intervento urgente. Le ore di attesa a cui è stata costretta sollevano più di qualche interrogativo. E poi c’è il trattamento ricevuto da una paziente sofferente, assolutamente inaccettabile”.
NOTA STAMPA ASSOCIAZIONE CODICI
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Onu e Oms lanciano alleanza internazionale per accelerare vaccino contro Covid-19
L'Onu e l'Oms - fa sapere il Ministero della Salute - hanno lanciato un'alleanza internazionale per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un vaccino contro SarsCoV2, invitando i leader di tutto il mondo, le organizzazioni internazionali e il settore privato a scendere in campo uniti verso lo stesso obiettivo.
Il nuovo Coronavirus "è una minaccia comune che può essere sconfitta soltanto con un approccio comune" ha ribadito il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Nessuno è salvo se non lo sono tutti" ha sottolineato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.
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Intanto, in un documento appena pubblicato, l'Oms ricorda che non ci sono ancora prove scientifiche che le persone che sono guarite dal Covid-19 abbiano anticorpi che proteggono da una seconda infezione. "A questo punto della pandemia non ci sono abbastanza evidenze sull'efficacia dell'immunità data dagli anticorpi per garantire l'accuratezza di un passaporto di immunità o un certificato di libertà dal rischio" scrive l'Oms.
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Abbattimento liste attesa, appello Asl Salerno su disdetta prenotazioni
L’Asl Salerno è impegnata sul fronte dell’abbattimento delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie erogate nelle strutture, al fine di migliorare i tempi di risposta alle richieste di prestazioni ambulatoriali e diagnostiche per i cittadini. A tal fine, l’Azienda ha già adottato la “Rimodulazione del Piano Operativo Recupero liste di attesa”, che prevede una serie di azioni per ridurre tali tempi e dare risposte più immediate ed efficaci.
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Salerno fra vocazione turistica e degrado, l'approccio della "finestra rotta"
Da molto, troppo tempo, Salerno si trova ad essere rappresentata attraverso due diverse narrazioni. Da una parte, quella che si crogiola nel descrivere una città “a vocazione turistica”; dall’altra, quella che si attarda indignata a documentare la sciatteria, se non il vero e proprio degrado urbano che affligge trasversalmente praticamente tutti i quartieri. Sullo sfondo un’unica colonna sonora: episodi di criminalità che si ripetono sempre più di frequente. Un caso? Decisamente no se, come ci suggerisce la teoria della “finestra rotta”, proviamo a considerare il degrado urbano e gli episodi di devianza come fenomeni interconnessi.
La teoria prende le mosse dal famoso esperimento sociale condotto negli anni ’60 dal sociologo Philip Zimbardo. Egli fece parcheggiare un’automobile senza targhe a New York, nel malfamato quartiere del Bronx, ed una uguale in una strada di Palo Alto, ricca cittadina della California. L’auto nel Bronx fu vandalizzata dopo soli dieci minuti dal suo ‘abbandono’. L’auto parcheggiata a Palo Alto rimase intatta per più di una settimana, ma non appena lo scienziato ne frantumò un finestrino con un martello, accadde che ben presto anche i cittadini della ricca città californiana presero a comportarsi come gli abitanti del Bronx, distruggendo l’auto nel giro di poche ore.
La teoria fu poi ripresa nel 1982 da Wilson e Killing, che nell’articolo “Broken Windows” ampliarono gli studi di Zimbardo, arrivando a formulare un vero e proprio approccio conoscitivo sul quale ormai si fondano numerose strategie per la prevenzione ed il contrasto della criminalità. Secondo tale visione, un ambiente che viene mantenuto ordinato e pulito veicola al cittadino il segnale che l’area è tenuta sotto controllo e che un qualsiasi comportamento criminale non verrà tollerato.
Viceversa, un ambiente urbano disordinato o, addirittura, degradato (ad esempio per la presenza di facciate degli edifici fatiscenti, muri imbrattati di scritte, presenza eccessiva di rifiuti per strada o aree verdi trascurate ed invase da erbacce) invia il segnale che il territorio non è monitorato e che un comportamento incivile, o, peggio, criminale, ha uno scarso rischio di essere rilevato. L’ambiente urbano, oltre ad essere il “biglietto da visita” della città per i turisti, ha un vero e proprio potere comunicativo rispetto alla presenza di regole e di come ci si adoperi per farle rispettare.
Ognuno di noi, più o meno consapevolmente, cercherà nell’ambiente circostante degli elementi in grado di rendere esplicite le più comuni norme sociali ed anche il rischio che si corre nel violarle. Banalmente, in un luogo privo di cestini, è più facile che ci si abbandoni alla tentazione di lasciare in giro dei rifiuti; se poi non si provvede non solo a dotare le aree urbane dei necessari arredi ma, addirittura, le si lascia sporche e prive di cura e manutenzione, si permette al cittadino di maturare la convinzione che quel dato luogo sia privo di controllo sociale informale.
Non è tanto la “finestra rotta” in sé ad essere importante, ma il messaggio che essa veicola, ossia l’indifferenza e la vulnerabilità della comunità e, anche, la mancanza di coesione delle persone all’interno della comunità stessa, la loro incapacità di occuparsi dell’ambiente in cui vivono. Pertanto sarebbe utile assumere una visione un po’ più ampia che ci aiuti ad andare al di là della mera constatazione dell’avvilente stato in cui versa ormai Salerno e delle lamentazioni per le inefficienze delle Istituzioni. La teoria della “finestra rotta” dovrebbe stimolare tutti noi ad occuparci del luogo che ci accoglie, di quella città che prima di essere “turistica” dovrebbe essere appunto “nostra”.