Slancio verso la notizia da solide basi di veridicità, così in pista anche nel 2022

L’origine dei fatti e l’attendibilità dei canali alla base della nostra informazione

Annamaria Parlato 31/12/2021 0

Quest’anno, il nostro editoriale è una via di mezzo tra lista di buoni propositi e un bilancio per archiviare in maniera più consapevole i mesi passati. Senza angosciarci, è più facile risalire a dove eravamo e cosa stavamo facendo due anni fa e così via. Tanto per cominciare, due anni fa questo quotidiano aveva messo da poco radici nel web. Era solo un’idea, un buon proposito appunto, che poi si è realizzato e siamo davvero molto contenti che lo abbia fatto.

Innanzitutto perché i complimenti dei lettori ci rendono veramente felici, così come quando vediamo un articolo condiviso sui social da qualcuno che non conosciamo nemmeno: ci sembra un regalo bellissimo ogni volta. Sarà una cosa banale o normalissima, ma rimane comunque un piccolo momento di soddisfazione pura, tant’è che mensilmente riceviamo 30.000 visualizzazioni costanti.

Ma per guadagnarci la fiducia dei nostri lettori sia abituali che non, abbiamo dovuto utilizzare semplici regole che spesso i giornalisti dimenticano e ignorano: l’attendibilità e veridicità dei fatti. A noi non interessano visualizzazioni facili, titoloni "acchiappa like" e soprattutto fatti inventati senza fondamento, spesso oggetto di rimostranze da chi viene sbattuto in prima pagina senza un vero perché.

Irno24 si è da sempre basato sulla consultazione delle fonti ufficiali: non pubblichiamo articoli se non dopo aver individuato l’origine dei fatti e l’attendibilità di chi ha fornito l’informazione. Fa parte del bagaglio basico dei giornalisti, i quali per deontologia non dovrebbero pubblicare una notizia se non sono abbastanza certi che sia vero.

Verificare le fonti è insomma una metodologia complessa per molti. Porsi però qualche domanda è fondamentale: chi c’è dietro questa fonte? quali altre notizie o previsioni ha fatto circolare? questa notizia è stata ripresa da altri media professionali? Queste regole sono la Bibbia per noi di Irno24 che vogliamo trasmettere serietà a chi ci legge. Pubblichiamo ogni giorno il giusto numero di notizie selezionate, rivolte ad un pubblico attento.

Il 2021 è stato anche l’anno della nascita del canale Youtube e del restyling del nostro sito web, che adesso ha una maggiore chiarezza di lettura e fluidità di apertura della homepage. Inoltre, abbiamo implementato il portale con un grafico intuitivo e facilmente decifrabile sui dati ufficiali dei casi Covid in Campania, diffusi quotidianamente dalla Protezione Civile della Regione.

Cosa aspettarsi dal 2022? In primis una donna Presidente della Repubblica Italiana, sarebbe un gesto di grande civiltà e progresso, poi una politica senza macchie, più vicina alle esigenze dei cittadini, e soprattutto la fine della pandemia. Per il momento ci si accontenta di sapere che i segni di acqua e fuoco avranno un brillante e fortunato 2022. Buona lettura e buona vita a tutti!

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Annamaria Parlato 31/12/2020

Un brindisi alla sopravvivenza

"Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni" (Fabrizio Caramagna)

Quante incertezze, troppe. Quanto malessere, quanto disagio, quanti sogni svaniti. Un 2020 che pare non volerci abbandonare e quelle poche ore che ci distanziano dal nuovo anno sembrano un'eternità, non passano mai. Nel vortice ingannatore dei bonus e dei ristori, alcuni hanno riposto la speranza che però tarda ad arrivare. L’economia è allo sfacelo, tanti hanno dovuto alzare bandiera bianca, tanti hanno perso parenti e amici a causa di un nemico invisibile ma molto violento che ha dimostrato di non fare distinzioni di alcun genere.

E mentre continuiamo a rispettare distanziamenti e a privarci delle piccole cose appartenenti ad una banalissima quotidianità, ecco spuntare il vaccino tanto agognato che però porta con sé ancora molti punti interrogativi. Ma cosa possiamo fare intanto per ritornare a sorridere e migliorare la nostra vita? Possiamo solamente donare la nostra generosità, la nostra disponibilità e il nostro sapere al prossimo, in poche parole le competenze professionali.

Irno24 nel suo primo anno di vita ha compiuto passi da gigante, la piccola-grande squadra che lo sostiene tutti i giorni ha dimostrato di essersi ritagliata uno spazio all’interno del panorama dei media salernitani. Le visite giornaliere dal dicembre 2019 al dicembre 2020 sono quintuplicate, e questo grazie a voi lettori in primis che ci avete dato fiducia, ad una costante attività di ricerca delle notizie più rilevanti, alle interviste e agli argomenti di approfondimento sia sociali sia culturali relativi alla città di Salerno e ai comuni dell’Irno.

E’ facile parlare di grandi numeri quando si va ad "arrabattare" una notizia, si butta nel calderone di tutto e di più pur di fare visualizzazioni, rischiando di cadere nella ragnatela delle fake news e delle fonti dubbie. E’ difficile invece pubblicare la qualità e sopratutto concentrarsi sui piccoli centri dove trovare spunti per un articolo è una manovra di forte complessità e bisogna applicarsi su argomenti che possono invece essere di pubblica utilità.

Come Direttore responsabile di questa testata online sono ampiamente soddisfatta di tutti i collaboratori e dei risultati ottenuti che dovranno stimolarci ad acquisire prestazioni eccellenti nel giro di pochi mesi. Non vorrei a questo punto dilungarmi su ulteriori argomenti, perché il momento è particolare, ci ha tolto quanto di più bello avevamo e questo lo sappiamo tutti, ma vorrei lasciarvi con una riflessione sul tempo.

Secondo Sant’Agostino, il tempo assieme all'Universo è stato creato da Dio, anche se con una natura profondamente misteriosa, tanto che il filosofo (vissuto tra il IV e il V secolo d.C.) affermò ironicamente: "Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so". Agostino criticò la concezione del tempo aristotelica intesa come misura del moto degli astri: nella sua opera intitolata le "Confessioni" sostenne che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile ad una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente, ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa.

Questa visione lineare-progressiva del tempo che si contrappose a quella circolare-ciclica del mondo pagano, deve in qualche modo coinvolgere anche noi e condurci in una dimensione spazio-temporale diversa da quella a cui eravamo abituati prima dell’inizio della pandemia da Covid-19. Manca poco, ci siamo, arriva il 2021 con il suo fardello di accadimenti e un brindisi a mezzanotte: un brindisi per vivere o sopravvivere? A voi la scelta.

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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Annamaria Parlato 20/01/2024

Lo spettro di Putin anche sui Paesi baltici, si inasprisce la crisi NATO-Russia?

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Unione Sovietica occupò i Paesi baltici nel 1940. Questa occupazione durò fino al 1941, quando la Germania invase l'Unione Sovietica. Durante l'occupazione nazista, le popolazioni locali subirono gravi sofferenze. Nel 1944, l'Armata Rossa sovietica riconquistò la regione, riportando i Paesi baltici sotto il controllo sovietico.

Con il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991, i Paesi baltici colsero l'opportunità di dichiarare nuovamente la loro indipendenza. L'Estonia fu la prima a farlo, il 20 agosto 1991, seguita dalla Lettonia il 21 agosto e dalla Lituania il 24 agosto. Queste dichiarazioni di indipendenza furono sostenute da un ampio consenso popolare e rappresentarono una svolta significativa nella storia della regione. La comunità internazionale, compresa l'Unione Europea e gli Stati Uniti, riconobbe l'indipendenza dei Paesi baltici.

Le nazioni baltiche hanno successivamente intrapreso il processo di costruzione delle proprie istituzioni, aderendo a organizzazioni internazionali come l'ONU, l'Unione Europea e la NATO. I Paesi baltici hanno compiuto sforzi significativi per integrarsi nell'Unione Europea e nella NATO. Nel 2004, sono diventati membri a pieno titolo di entrambe le organizzazioni, consolidando la loro sicurezza e la loro posizione politica nell'ambito europeo e atlantico.

In seguito alla guerra in Ucraina e al conflitto israelo-palestinese, la Russia, approfittando del particolare momento di caos e tensioni, mira a riappropriarsi di tutti gli Stati appartenenti alla vecchia URSS, appellandosi al pretesto che la Lettonia stia espellendo i russi dalla nazione in una sorta di “deportazione illegale”. Putin ha affermato che questa espulsione sta minando la sicurezza del suo Paese e sta meditando l’invasione dei Paesi Baltici, che, sentendosi minacciati, hanno concordato di dotare i loro confini con Russia e Bielorussia di “strutture di difesa”.

In uno scenario simile, la NATO sarebbe costretta ad intervenire poiché il Trattato del Nord Atlantico, comunemente noto come Trattato di Washington, firmato il 4 aprile 1949, è un'alleanza di difesa collettiva tra le nazioni firmatarie che attualmente sono 31, con la Finlandia aggregatasi il 31 marzo 2023. L'articolo 5 è il famoso articolo di “difesa collettiva” che stabilisce che un attacco armato contro una o più parti sarà considerato un attacco contro tutte le parti, e che ciascuna parte concorda che, se un tale attacco si verifica, ognuna di esse agirà per aiutare la parte o le parti attaccate, individuando tale attacco come una minaccia alla pace e sicurezza globali.

La NATO da sempre si è impegnata a rafforzare la difesa collettiva nella regione baltica, spesso presa di mira dalla Russia a causa di esercitazioni militari un po' troppo ravvicinate e dell’annessione della Crimea e della città di Sebastopoli nel 2014, attraverso la presenza di truppe multinazionali e l'implementazione di misure di dissuasione. La sicurezza della regione baltica rimane una priorità per l'alleanza. Il concetto di un mondo in guerra è una realtà in cui la società umana è spesso costretta a confrontarsi con le conseguenze più gravi e destabilizzanti della sua stessa esistenza. La storia ci ha insegnato che i conflitti possono nascere da una varietà di cause, che vanno dalle tensioni geopolitiche alla lotta per risorse vitali, dalle dispute ideologiche alle divisioni etniche e religiose.

Oggi, la persistente presenza di conflitti in diverse parti del mondo ci costringe a riflettere attentamente sulla direzione in cui si sta dirigendo la comunità globale. Una delle sfide principali è rappresentata dalla proliferazione di conflitti regionali, che potrebbero avere impatti globali. Le tensioni tra potenze mondiali, la lotta per l'egemonia e il controllo delle risorse strategiche possono scatenare conflitti che coinvolgono diverse nazioni. Questo scenario solleva interrogativi fondamentali sulla sicurezza e sul benessere delle persone in tutto il mondo. Le nuove forme di guerra, inclusa la guerra cibernetica e l'uso delle tecnologie avanzate, hanno reso il concetto stesso di guerra più sfumato.

Gli attacchi informatici, le operazioni di disinformazione e l'uso di droni modificano la natura stessa dei conflitti, rendendo ancora più difficile prevedere e prevenire gli scontri armati. Inoltre, la questione delle armi nucleari rappresenta un'ombra costante sulla sicurezza globale. La proliferazione di armi atomiche e le tensioni tra potenze nucleari aggiungono un livello di complessità e rischio inimmaginabile a qualsiasi situazione di conflitto.

Tuttavia, nonostante questa oscura realtà, emerge anche la luce della speranza. La storia ci ha dimostrato che il dialogo, la diplomazia e la cooperazione internazionale possono svolgere un ruolo chiave nel prevenire e risolvere i conflitti. Le organizzazioni internazionali, i trattati di pace e gli sforzi collettivi possono fungere da strumenti per costruire un mondo più pacifico e giusto. Il riconoscimento del fatto che il mondo sia in guerra ci obbliga a considerare il nostro ruolo come cittadini globali. Dobbiamo impegnarci a promuovere la pace, la comprensione reciproca e a lavorare insieme per affrontare le cause profonde dei conflitti. Solo attraverso una visione condivisa di un futuro pacifico e giusto possiamo sperare di superare la tragica realtà di un mondo in guerra.

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Annamaria Parlato 14/03/2020

Resto a casa? Ma no, dai, due passi che male faranno?

Giacomo Leopardi nel 1824 scrisse il saggio “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”, lasciandolo incompiuto. Mise in evidenza il carattere degli italiani e il loro individualismo, che non esitò a definire cinico: “Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci. [la nazione italiana] unisce la vivacità naturale (…) all’indifferenza acquisita verso ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza di società, che non li fa curar gran fatto della stima e de’ riguardi altrui...”.

Ma il buon visionario Leopardi non poteva sapere che quelle parole, oggi più che mai attualissime, sarebbero state ancor più efficaci ai tempi del Coronavirus, quando anziché “restare chiusi in casa”, nella totale indifferenza si esce per strada a fare la “passeggiatina”. In Inghilterra vige la teoria dell’immunità di gregge e infatti gli inglesi come pecore si infetteranno prima o poi e nemmeno il tempo di uscire fuori dall’UE, che solo la fredda e nera terra potrà trasmettergli il ritrovato senso di fratellanza europea, pace all’anima loro. Questo è un virus che non fa sconti a nessuno, né a bambini né ad anziani, si combatte solo rispettando le regole.

Ma agli italiani le regole si sa non sono mai piaciute ed è bastato il sole di questi ultimi giorni a farli uscire nei parchi, nelle ville comunali, in spiaggia, sul lungomare e a fare delle vere e proprie gite fuori porta. Le sceriffate del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non sono servite a nulla, così come l’hashtag #iorestoacasa, i video-appelli dei vip e dei politici, i video-corsi di cucina improvvisati da chef e pizzaioli e le varie iniziative di sostenibilità digitale.

Intanto la situazione diventa sempre più critica giorno dopo giorno, il sistema sanitario è al collasso, i medici sono disperati e sono costretti a fare delle scelte su chi curare prima poiché i posti in terapia intensiva vanno diminuendo sempre più. L’Europa nel frattempo non ha mosso un dito, non è arrivato un aiuto, né un carico di merci di prima necessità, tra cui le mascherine.

Ma il virus nero di morte ormai si è esteso a macchia d’olio e sta mietendo vittime in tutti i continenti. Le saracinesche si sono abbassate, la maggior parte delle attività commerciali ha dovuto alzare bandiera bianca nonostante tasse, stipendi, fornitori e utenze di varia natura da pagare. La gente è disperata non sa che fare, le partite iva sono prive di tutela, i piccoli artigiani sono allo sbando completo e i migliaia di italiani incoscienti che fanno? Vanno in montagna a sciare, prendono il primo treno che dal Nord li porti al Sud con la scusa della residenza, organizzano festini a base di droghe e alcol, vanno a prostitute, svaligiano i supermercati, organizzano compleanni a casa, escono per strada senza motivazioni valide pur di prendere la boccata d’aria.

E’ stata chiesta una prova di maturità alle persone, la popolazione ha avuto abbondantemente modo di comprendere e abituarsi gradualmente alla situazione, ma non l’ha fatto. Troppi hanno dimostrato di non avere senso di responsabilità e questo a Milano, come a Napoli, a Salerno, Bari, Palermo, dovunque. “Ma sì tanto che me ne frega di te che rispetti le regole, che sei chiuso in casa da giorni senza poter godere della bellezza del creato, che hai chiuso il tuo negozio, che hai le scadenze da saldare, che rischi la vita in un ospedale per salvare vite umane, che con una telecamera sei costretto a sottoporti a dei rischi per tenere alta l’informazione”.

In un paese privo di coscienza sociale, si è reso necessario imporre la legge e a breve arriveranno anche i presidi militari in ogni angolo delle strade. Ma neanche questo servirà perché sì tanto che fa, esco a far due passi.

In fede
Annamaria Parlato
Giornalista pubblicista - Direttore Responsabile Irno24.it

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