Allarme energia, Confimi Campania: "De Luca intervenga su liquidità aziende"
Carfora: "Rischiamo già da ottobre l'impoverimento del nostro sistema produttivo e sociale"
Redazione Irno24 30/07/2022 0
“La previsione dei gestori dell’energia elettrica, secondo i quali già a settembre ci saranno migliaia di aziende che non riusciranno a pagarne la fornitura, è drammatica. Tanto più che cade nel momento in cui il governo non può assumere misure straordinarie e la politica è particolarmente concentrata su se stessa e sulle elezioni, piuttosto che a trovare risposte immediate e concrete per scongiurare il tracollo del sistema produttivo del Paese, soprattutto nel Sud e in Campania”.
Così il presidente di Confimi Industria Campania, Luigi Carfora. “Per le nostre aziende – sottolinea Carfora – il costo dell’energia elettrica si è praticamente quadruplicato e in alcuni casi addirittura quintuplicato, il che significa che un’azienda che riceveva una bolletta da 20.000 euro al mese ad agosto rischia di vedersene recapitata una da ben 100.000 euro.
La conseguenza è che intanto molti gestori di fornitura elettrica stanno correndo ai ripari nel rinnovare i contratti con garanzie fideiussorie bancarie, una pretesa inconcepibile che inevitabilmente porterà molte attività al collasso produttivo, visto che parliamo di costi che l’industria, soprattutto del Mezzogiorno, non riuscirà a ribaltare sui consumatori finali, né ad ammortizzare internamente.
Se le istituzioni pubbliche, ed in particolare quelle regionali, non metteranno in campo misure straordinarie, rischiamo, già a partire da ottobre, l’impoverimento assoluto e del nostro sistema produttivo e sociale, con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, soprattutto alimentari, il fallimento di migliaia di aziende, un’impennata della disoccupazione, gli scaffali vuoti ed una conseguente recrudescenza dei fenomeni criminali.
Auspichiamo che la Regione ed in articolare il Presidente De Luca mettano immediatamente in campo tutti quegli strumenti di politica economica e finanziaria necessari a scongiurare il peggio: serve liquidità, denaro vero, piuttosto che sgravi o agevolazioni di sorta”.
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Redazione Irno24 03/04/2021
Crisi economica, Comune di Salerno convoca tavolo con associazioni di categoria
"Il Comune di Salerno - scrive in una nota il sindaco Napoli - è già impegnato a valutare ogni eventuale azione volta a sostenere le esigenze rappresentate dalle associazioni di categoria di tutti i settori con un lavoro di analisi, ascolto e sostegno per fronteggiare i pesantissimi effetti economici e sociali della pandemia. La situazione è complicata, la rabbia e le preoccupazioni comprensibili.
Riteniamo che la strada migliore per risolvere i problemi ed uscire dalla crisi sia sempre quella del dialogo e della collaborazione a tutti i livelli. Per questo, il Comune ha già convocato un tavolo con le associazioni di categoria. Definiremo insieme proposte ed iniziative che possano consentire, nel rispetto rigoroso delle normative anti Covid, la riapertura seppur limitata delle attività commerciali con particolare riguardo per quelle legate alla stagionalità.
Tali proposte saranno sottoposte al Governo Nazionale, affinché ne valuti la fattibilità. A tal proposito rivolgiamo un appello ai Parlamentari, affinché si incarichino di supportarle. Lavoriamo per intensificare la campagna vaccinale e per sollecitare la liquidazione di aiuti e ristori.
Non lasciamo soli i nostri commercianti e ristoratori che rappresentano la spina dorsale della nostra vita economica e sociale. Siamo certi che, con responsabilità e fermezza, ciascuno contribuirà a sconfiggere questo maledetto virus, soprattutto ora che la campagna vaccinale lascia intravedere una concreta speranza di futuro".
Redazione Irno24 18/09/2021
Salerno, Anva-Confesercenti su mancata autorizzazione Fiera di San Matteo
L'Anva Confesercenti Provinciale di Salerno rende noto che aveva inviato al Comune di Salerno, via pec a fine agosto, la richiesta di svolgimento della XX edizione della "Antica Fiera di San Matteo". Sul punto è intervenuto il coordinatore regionale Anva Confesercenti Campania, Aniello Ciro Pietrofesa.
“La manifestazione avrebbe dovuto svolgersi, come da tradizione, dal 18 al 21 settembre. Sarebbero state posizionate 45 casette in legno e 7 giostrine per bambini nel sottopiazza della Concordia. Sarebbe stato utilizzata una sola parte del parcheggio - lato ovest - adottando tutte le misure di prevenzione legata al contenimento della diffusione del Covid.
Come da misure previste per lo svolgimento delle fiere, gli ingressi sarebbero stati vigilati da personale specializzato con obbligo della misurazione della temperatura e verifica della carta verde (Green Pass). I viali di percorrenza all'interno della manifestazione avrebbero avuto un ampiezza di 6 metri (la normativa prevede un minimo di 2,80 fino a 4 metri). Tutti gli operatori partecipanti avrebbero avuto il Green Pass, così come ogni singolo lavoratore.
Assicurato l'obbligo di mascherine e di gel igienizzante oltre ai cartelli apposti per informare gli utenti delle misure in vigore. Tutto questo per far ritornare gli operatori fieristi e gli operatori dello spettacolo viaggiante alla normalità lavorativa che manca oramai da 21 mesi. La nostra richiesta non è stata accolta con la conseguenza di un’altra ingiustificata mancata apertura, insostenibile per le nostre imprese. Adottiamo tutte le misure di prevenzione, gli operatori fieristi si sono vaccinati per ritornare al proprio lavoro in sicurezza.
Non si comprende il motivo del non svolgimento. Nessuna polemica politica, intendiamo però attirare l'attenzione sul disagio sociale di tante famiglie che in silenzio non stanno lavorando. Perché non è possibile organizzare tali eventi nei Comuni in Campania mentre in tutto il resto d’Italia vengono tenuti regolarmente? Va rimarcato che le misure nazionali e quelle in vigore nella nostra regione prevedono lo svolgimento di tali manifestazioni.
La categoria degli operatori ambulanti fieristi è in ginocchio. Da 21 mesi non lavora e nessun tipo di soluzione garantisce la ripartenza del settore. Alcuni sporadici Comuni organizzano spazio-eventi in sicurezza: ad essi abbiamo prestato la nostra esperienza ricevendo i complimenti. Riteniamo inoltre ingiusto assistere al rilascio di permessi a mercatini dell’usato mentre noi, ambulanti regolari, siamo costretti casa con le tasse che comunque arrivano. I Comuni abbiano il coraggio di far lavorare gli ambulanti fieristi, rilasciassero dei permessi singoli temporanei, iniziassero già a pensare al Natale. Chiediamo lavoro non sostegni a vita”.
Dichiarazioni del presidente provinciale di Salerno della Confesercenti, Raffaele Esposito: “Nessun operatore commerciale vuole vivere di assistenzialismo. Chiediamo alle Istituzioni la possibilità di lavorare nel rispetto dei protocolli sanitari vigenti. È evidente dopo mesi e mesi di dura pandemia, dalle conseguenze anche sociali ed economiche, che alcune categorie sono state e continuano ad essere più penalizzate di altre.
È necessario e doveroso porre in essere un'adeguata politica del sostegno; occorrono coraggio e solidarietà. Sostenere con i fatti queste micro imprese, questi piccoli imprenditori è fondamentale per continuare ad avere territori liberi, dignitosi e sempre meno soggetti a distorsioni economiche e sociali. Ci eravamo illusi allorquando gli uffici avevano richiesto la planimetria per poter procedere alla formulazione della delibera di giunta.
Poi la delusione: anche per quest'anno, niente fiera. Nel 2020 fummo noi a rinunciarvi per senso di responsabilità, collaborando a pieno al fine di evitare i contagi. Prendiamo atto che parte degli ambulanti fieristi e dello spettacolo viaggiante non potrà lavorare. A questo punto dobbiamo iniziare a chiedere sostegno per queste imprese oramai in ginocchio. Vorremmo almeno che si avesse il coraggio di programmare il Natale o il rilascio di permessi singoli agli operatori in tutti i Comuni Campani. Chiediamo il lavoro per sostenere le nostre famiglie e le nostre imprese in modo dignitoso".
Redazione Irno24 31/10/2022
Pensione integrativa, riscatto e ritenute fiscali: facciamo il punto
Quando si parla di pensione integrativa, si pensa a una forma di risparmio pensionistico che, come dice il nome, integra la pensione pubblica da lavoro o da età. Chi decide di aderire a una pensione integrativa, lo fa con lo scopo di mantenere un determinato tenore di vita anche dopo la fine dell'età lavorativa. Si tratta, oggi come oggi, di uno strumento sempre più essenziale, a cui ogni lavoratore dovrebbe guardare con interesse.
Tra qualche anno, infatti, le pensioni da lavoro potrebbero rarefarsi ed è per questo che costruirsi un sostegno è una scelta saggia. L'argomento è di vivo interesse per chi è a un passo dalla pensione, ma anche per chi sta valutando lo strumento migliore per le proprie esigenze. A chi si ritrova in questa situazione, consigliamo delle risorse di approfondimento come, ad esempio, la guida di Affari Miei sulla migliore pensione integrativa.
Naturalmente, prima di sottoscrivere un piano, è sempre utile porsi delle domande. Quella a cui vogliamo rispondere, riguarda l'incidenza delle ritenute fiscali sulla pensione integrativa. Quante tasse si pagano su una pensione integrativa? Sull'argomento è necessario fare la dovuta chiarezza. Bisogna partire dal fatto che ci sono due tipologie di tasse sulla pensione integrativa. Entrando nel dettaglio, c'è il 20% che si paga sui guadagni che il fondo pensione ha realizzato fino al momento del riscatto e c'è poi la tassazione sugli accumuli.
Si deve poi parlare di tassazione sulla rendita lorda. A tal proposito, è utile chiarire che in un primo momento c'è una aliquota al 15%, ma questa si riduce dello 0,3% all'anno dopo il 15esimo. In questo caso lo sconto massimo può essere del 6%. Chi versa di più ha un taglio delle tasse da pagare allo Stato, questo è un incentivo messo a punto per i lavoratori che, altrimenti, potrebbero abbandonare i fondi pensione qualche anno dopo la sottoscrizione del piano.
Proprio lo sconto sull'aliquota, che viene applicato di anno in anno, spinge i sottoscrittori a prolungare la permanenza nel piano. Alla luce di quanto detto, è utile parlare di quelle che potrebbero essere le prospettive del mondo pensionistico. Molte di quelle che sono le misure attualmente in vigore, come Opzione Donna o APE Sociale, potrebbero non essere rinnovate ancora a lungo e quindi è utile fare una riflessione profonda su quello che potrebbe essere un sistema sempre più improntato verso la flessibilità. In questo caso, aderire a un fondo pensione potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione.