Coldiretti: "Riaprire agriturismi, crack da mezzo miliardo"

Stop alle gite di primavera costringe famiglie al picnic casalingo

Redazione Irno24 01/05/2020 0

Occorre far riaprire subito i 24mila agriturismi italiani spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. E’ quanto chiede la Coldiretti in occasione della festa del Lavoro, tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta in campagna, in riferimento all’inizio della Fase 2 il 4 maggio.

Nel rispetto delle misure di precauzione, ci sono tutte le condizioni per riaprire le strutture agrituristiche - sottolinea Coldiretti - che per effetto della chiusura forzata hanno già subito danni, secondo Terranostra, per mezzo miliardo di euro senza i classici ponti di primavera.

Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche devono poter ripartire subito, aprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici, le visite agli animali con la pet therapy e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy.

Il conto è salato per le mancate scampagnate di primavera – continua Coldiretti – che colpiscono il sistema agrituristico in grande difficoltà dopo settimane di chiusura con 253mila posti letto vuoti e quasi 442mila posti a tavola deserti. A pesare sono state anche le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno.

In attesa della riapertura, anche per la festa del Lavoro diversi agriturismi – spiega Coldiretti – hanno organizzato dei veri e propri picnic a domicilio portando a casa grigliate, piatti tipici e dolci.

Potrebbero interessarti anche...

Redazione Irno24 24/06/2021

Addio a una bottiglia d'olio made in Italy su 4, l'allarme Coldiretti

Con l’addio ad una bottiglia di olio extravergine Made in Italy su quattro per il crollo del 25% della produzione nazionale è necessario vigilare sugli acquisti per evitare che venga spacciato come nazionale il prodotto importato di minore qualità. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Ismea che stimano una produzione nazionale di 273mila tonnellate per effetto soprattutto del calo nelle regioni del Sud dove si concentrano i maggiori raccolti con Puglia, Calabria e Sicilia che fanno registrare contrazioni nella produzione rispettivamente del 45%, 36% e 5%.

In queste condizioni è importante verificare attentamente l’etichetta anche se - denuncia Coldiretti - sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva.

La scritta - precisa Coldiretti - è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio Evo prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

Leggi tutto

Redazione Irno24 21/07/2020

Bonus una tantum per le imprese turistiche della Regione

La Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo della Campania ha approvato l’Avviso finalizzato a sostenere le imprese del comparto turistico con sede operativa nel territorio regionale colpite dall'attuale crisi economico-finanziaria, causata dall'emergenza Covid-19, mediante la concessione di un bonus una tantum a fondo perduto il cui importo varia, per quanto riguarda le attività ricettive, in ragione della classificazione della struttura. L'ammontare delle risorse destinate al finanziamento previste dall'Avviso è pari a € 23.867.000,00.

Possono presentare la domanda del bonus una tantum le micro, le piccole e le medie imprese (MPMI) che, alla data del 31 dicembre 2019, risultino attive e abbiano sede operativa nella Regione Campania e che risultino iscritte nelle pertinenti sezioni del Registro delle Imprese istituito presso la CCIAA territorialmente competente secondo la tipologia di attività e relativo codice ATECO:

  • alberghi e strutture simili
  • villaggi turistici
  • aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte
  • alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni
  • agenzie di viaggio e tour operator
  • guide e accompagnatori turistici
  • altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio
  • gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali
  • luminarie - pirotecnici - parchi divertimento
  • attività fotografiche

Pena l'esclusione, le domande di agevolazione dovranno essere compilate on line, accedendo previa registrazione al sito conilturismo.regione.campania.it, e inviate mediante procedura telematica. Sarà possibile presentare domanda fino alle ore 24 del 31 luglio 2020.

Leggi tutto

Redazione Irno24 16/04/2020

Il prezzo della frutta sale vertiginosamente, nei campi è crisi

Dalle mele alle patate, l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione è un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni, con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che, sulla base dei dati Istat, a Marzo si evidenzia al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta un'inflazione del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%.

Quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà anche per il cambiamento delle modalità di acquisto, con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’estero e nella ristorazione. In questo momento di difficoltà, per aiutare il Made in Italy il consiglio della Coldiretti è quello di comperare direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica, che in molte città ha organizzato anche servizi di consegna a domicilio, ma anche nei negozi e nei centri della grande distribuzione, privilegiando l’acquisto di frutta e verdura nazionale, riconoscibile dall’obbligo di indicare l’origine su etichette e cartellini.

La situazione è drammatica per molti agricoltori, con i raccolti già impoveriti dall’alternarsi di gelo e siccità per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno 200mila lavoratori stagionali che mette a rischio le forniture alimentari degli italiani. Per combattere le difficoltà occupazionali in Italia, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura, Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry”, autorizzata dal Ministero del Lavoro, alla quale sono già arrivate 1500 offerte di lavoro.

Ma per favorire tanti cassaintegrati, studenti e pensionati italiani, che si sono proposti per lo svolgimento dei lavori nelle campagne, è necessaria però subito una radicale semplificazione del voucher. Serve intervenire urgentemente con raccolta in corso per fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) e in pieno campo.

Con l’aprirsi della stagione - sottolinea Coldiretti - i prodotti di serra lasceranno il posto ai prodotti all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Tra una decina di giorni partirà la raccolta delle prime ciliegie in Puglia, a seguire la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, con la scolarità delle diverse varietà, fino a Settembre. A Maggio inizia la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a Giugno le prime pere, ad Agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a Ottobre inizia la raccolta delle olive e a Novembre quella del kiwi.

Leggi tutto

Lascia un commento

Cerca...