Giornata nazionale Made in Italy, le iniziative della Regione Campania

Visite guidate, laboratori, mostre, workshop e conferenze si svolgeranno il 15, 16 e 18 aprile

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Redazione Irno24 03/04/2024 0

Il 15 aprile 2024 si celebrerà per la prima volta la Giornata nazionale del Made in Italy. Sono previsti circa 300 eventi che si svolgeranno dal 5 al 25 aprile, sia in Italia che all'estero. La Regione Campania, in coerenza con le linee regionali d’intervento per le azioni a sostegno e promozione del settore moda e design, ha scelto di concentrare l’attenzione sulla moda, filiera strategica di eccellenza, che ben rappresenta il Made in Italy nel mondo.

L’evento, articolato in più giornate e sedi, dal titolo “L’Ecosistema culturale e produttivo del made in Italy regionale, tra patrimoni culturali, innovazioni e imprese”, prevede visite guidate, laboratori, mostre, workshop e conferenze che si svolgeranno il 15, 16 e 18 aprile.

Il programma è stato sviluppato nell’ambito delle iniziative del MODEC – Moda e Design della Regione Campania, su iniziativa dell’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania e della Direzione per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive, con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del made in Italy, in collaborazione con Fondazione Mondragone Napoli, Museo della Moda Napoli, Officina Vanvitelli, Infrastruttura di ricerca di innovazione per il Made in Italy Caserta, Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti, Unione Industriali Napoli e Nola Business Park CIS.

L’evento proposto intende far conoscere al grande pubblico ed ai giovani, attraverso gli attori dell’ecosistema, la costellazione della realtà del Made in Italy regionale, attraverso i suoi talenti, le imprese, le infrastrutture di ricerca e il Museo Mondragone, che ospita il patrimonio della moda regionale. L’obiettivo è quello di ampliare l’ecosistema, portando alla luce tutto il lavoro svolto ed i suoi risultati in termini di ricadute sui territori, sull’occupazione e la valorizzazione dei giovani, sui temi della sostenibilità e dell’inclusività, attraverso la collaborazione tra università ed imprese.

Tutte le attività in programma saranno presentate il 15 aprile alle ore 10:00 presso il Museo della Moda di Napoli.

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Redazione Irno24 09/06/2022

Cisl Salerno su stagionali: "No a stipendi da fame, sia estate di rilancio per tutti"

"Salerno e la sua provincia sono da sempre a vocazione turistica. Ecco perché mi aspetto un ragionamento serio sui lavoratori stagionali. In questo periodo sento tanto parlare di imprenditori balneari che chiedono il rinnovo delle concessioni quasi a costo zero. Ma, pur nel quadro della concorrenza, i concessionari devono assicurare i rapporti di lavoro rispettando i contratti e le retribuzioni al personale impegnato nei servizi di balneazione e ricettività. Non si può pretendere una mano dallo Stato, se poi versiamo compensi da fame ai collaboratori".

Così Gerardo Ceres, segretario generale della Cisl Salerno, interviene sui lavoratori stagionali della provincia che, in queste settimane, sono la vera anima delle strutture ricettive del territorio e non solo. "Tanti ragazzi vengono pagati poco e con condizioni contrattuali non proprio idonee. Dopo due anni di pandemia, non è certamente questa la ripresa che ci auspichiamo.

L'emergenza si scaccia via con certezze, anche per quanto riguarda i lavoratori. Per questo, sin da ora, come sindacato, con le nostre federazioni di categoria, siamo disponibili a un confronto con le parti datoriali su formazione, orari e applicazioni contrattuali. Giochiamo a carte scoperte. Sia un'estate di rilancio per tutti. Nessuno merita di fare la fame solo perché ha bisogno di lavorare".

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Redazione Irno24 30/07/2022

Allarme energia, Confimi Campania: "De Luca intervenga su liquidità aziende"

“La previsione dei gestori dell’energia elettrica, secondo i quali già a settembre ci saranno migliaia di aziende che non riusciranno a pagarne la fornitura, è drammatica. Tanto più che cade nel momento in cui il governo non può assumere misure straordinarie e la politica è particolarmente concentrata su se stessa e sulle elezioni, piuttosto che a trovare risposte immediate e concrete per scongiurare il tracollo del sistema produttivo del Paese, soprattutto nel Sud e in Campania”.

Così il presidente di Confimi Industria Campania, Luigi Carfora. “Per le nostre aziende – sottolinea Carfora – il costo dell’energia elettrica si è praticamente quadruplicato e in alcuni casi addirittura quintuplicato, il che significa che un’azienda che riceveva una bolletta da 20.000 euro al mese ad agosto rischia di vedersene recapitata una da ben 100.000 euro.

La conseguenza è che intanto molti gestori di fornitura elettrica stanno correndo ai ripari nel rinnovare i contratti con garanzie fideiussorie bancarie, una pretesa inconcepibile che inevitabilmente porterà molte attività al collasso produttivo, visto che parliamo di costi che l’industria, soprattutto del Mezzogiorno, non riuscirà a ribaltare sui consumatori finali, né ad ammortizzare internamente.

Se le istituzioni pubbliche, ed in particolare quelle regionali, non metteranno in campo misure straordinarie, rischiamo, già a partire da ottobre, l’impoverimento assoluto e del nostro sistema produttivo e sociale, con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, soprattutto alimentari, il fallimento di migliaia di aziende, un’impennata della disoccupazione, gli scaffali vuoti ed una conseguente recrudescenza dei fenomeni criminali.

Auspichiamo che la Regione ed in articolare il Presidente De Luca mettano immediatamente in campo tutti quegli strumenti di politica economica e finanziaria necessari a scongiurare il peggio: serve liquidità, denaro vero, piuttosto che sgravi o agevolazioni di sorta”.

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Redazione Irno24 18/11/2021

Specialità tipiche in tempo di Covid, la Campania svetta in Italia

Sono ben 5.333 le specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale nel 2021 in Italia salvate dalla pandemia grazie agli agricoltori per sostenere la rinascita del Paese. E’ quanto emerge dal nuovo censimento delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma.

La Campania si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 569, davanti a Toscana (463) e Lazio (438). A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (398) e il Veneto (384), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Puglia che può contare su 311 prodotti.

A ruota tutte le altre Regioni: la Liguria con 300 prodotti tipici censiti, la Calabria (269), la Lombardia (262), la Sicilia (264), la Sardegna (217), il Trentino Alto Adige (207), il Friuli-Venezia Giulia (179), la Basilicata con 163, il Molise (159), le Marche (154), l’Abruzzo (149), l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

Grazie all’opera di intere generazioni di agricoltori, impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari, il numero delle tipicità regionali che l’Italia può offrire è passato – sottolinea Coldiretti – dalle iniziali 2.188 del primo censimento nel 2000 alle 5333 attuali con un aumento del 167% dei prodotti salvati dal rischio di estinzione, accelerato dall’emergenza sanitaria.

“Il primato della Campania – commenta Gennarino Masiello, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Coldiretti – conferma ancora una volta che la nostra terra è un concentrato straordinario di cultura del cibo, un sapere millenario che si è sedimentato grazie alle influenze e alle eredità dei tanti popoli che l’hanno attraversata e vissuta.

Dai Greci ai Romani, dai Longobardi ai Normanni, dagli Spagnoli ai Francesi, ogni contaminazione ha lasciato il segno in uno o più specialità alimentari, costruendo quel patrimonio immenso che arricchisce la Dieta Mediterranea e che non a caso è stato riconosciuto patrimonio Unesco proprio da uno studio condotto nel Cilento. L’ultimo riconoscimento Unesco è stato quello all’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, a conferma della grandezza della cultura del cibo in Campania”.

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