Individuato l'autore del furto alla chiesa del Carmine, è un 24enne di Salerno
La sera del 18 Gennaio il giovane aveva infranto con un sasso la teca con gli oggetti sacri
Redazione Irno24 07/02/2022 0
La sera del 18 Gennaio, verso le 21.00, il Rettore del Santuario di Maria Santissima del Carmine, mentre era in Chiesa, ha sentito un forte boato proveniente dalla sagrestia e, andato a verificare, si è accorto che – con un sasso – era stata infranta la vetrina della teca nell’aula museale dove venivano custoditi gli oggetti sacri ed erano stati rubati un calice in argento ed un ostensorio risalente al XVIII secolo.
Le indagini della Polizia di Stato volte a ricostruire il fatto ed individuarne l’autore sono partite nell’immediatezza: gli agenti dell’Upgsp, del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica e della Squadra Mobile hanno sin da subito – attraverso le testimonianze – cercato di ottenere una descrizione precisa dell’autore del furto che, nell’occasione, indossava un casco integrale.
Contemporaneamente gli agenti hanno avviato un capillare lavoro di analisi di tutte le immagini delle telecamere di videosorveglianza trovate nella zona, analizzando i flussi di traffico e, forti della conoscenza del territorio delinquenziale locale, sono riusciti ad individuare il ladro. I sospetti si sono concentrati su un 24enne salernitano già noto alle Forze dell’ordine per reati contro il patrimonio.
Sospetti che sono stati confermati con la perquisizione scattata al domicilio del giovane, durante la quale sono stati trovati gli indumenti utilizzati quella sera e soprattutto gli oggetti asportati, conservati ancora nello stesso scatolone che era stato ripreso dalle telecamere. Il giovane è stato denunciato per furto aggravato e la sua posizione sarà vagliata per l’emissione di una misura di prevenzione personale, mentre il calice e l’ostensorio, per il cui ritrovamento era stato fatto dalla Curia anche un appello durante la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto” del 25/01/22, sono stati riportati stamattina nella Chiesa del Carmine.
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Vendita abusiva di pesce, sanzionato ambulante al Corso
Nella mattinata di oggi, personale del Nucleo Annonario della Polizia Municipale di Salerno, unitamente a una pattuglia di motociclisti del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri, a seguito di alcune segnalazioni pervenute, hanno provveduto a sequestrare diversi chilogrammi di prodotti ittici ad un venditore ambulante abusivo, solito esercitare l’illecita attività nelle adiacenze del Corso Vittorio Emanuele, angolo Via Fieravecchia.
Nello specifico, il personale intervenuto ha sequestrato oltre 10 kg di alici che erano posizionate all’interno di un Apecar in uso al venditore abusivo. Oltre al sequestro amministrativo, è stata elevata la sanzione di 5mila euro. Al responsabile è stato intimato l’immediato allontanamento dalla zona.
Successivamente, il personale operante ha provveduto a depositare la merce sequestrata presso idonea cella frigo al Centro Agroalimentare del Comune, dove sarà predisposta la distruzione da parte del competente agronomo di turno.
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Protocollo Asl-Unisa identifica 3 casi di variante inglese nel salernitano
L’Asl Salerno comunica che, nell’ambito del protocollo di collaborazione con l’Università di Salerno, finalizzato all’identificazione di nuovi genpotipi di SARS-COV-2 (le cosiddette “varianti”), sono stati identificati tre casi della cosiddetta “variante Inglese”. I tre casi sono riferiti ad appartenenti ad un unico gruppo familiare, i cui componenti sono stati testati presso l’ospedale di Sapri.
Tale rilevazione è stata effettuata grazie alle indagini molecolari eseguite presso il Laboratorio di Medicina Molecolare e Genomica dell’Università di Salerno, diretto dal prof. Alessandro Weisz, mediante sequenzimetro NGS di tamponi positivi al SARS-COV-2 identificati presso il Laboratorio di Biologia Molecolare dell’ospedale di Eboli.
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Incremento anomalo di decessi in clinica, primario ai domiciliari e chirurgo sospeso
In data odierna, i Carabinieri della Compagnia di Salerno hanno dato esecuzione ad una Ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal GIP di Salerno, in data 02.12.20, su richiesta della Procura, nei confronti di Carmine Napolitano, dal 2.11.2017 primario del Reparto di Unità Funzionale di Chirurgia Generale e Chirurgia Oncologica presso la "Casa di Cura Tortorella", e di Clemente Marco, assunto quale medico chirurgo presso il medesimo reparto nella stessa data. Le accuse riguardano plurimi omicidi colposi commessi nell'arco temporale fra il 12.11.17 e il 25.3.18.
Le indagini iniziavano dalla segnalazione dei primi mesi del 2018 relativa all'anomalo incremento di decessi verificatisi nei mesi successivi all'assunzione dei due medici. La verifica della documentazione sanitaria riguardante taluni pazienti ricoverati e l'escussione di alcuni dei medici ivi operanti, i quali avevano evidenziato profili di criticità in ordine agli interventi eseguiti e, più in generale, riguardo lo spregiudicato modus operandi del neoassunto chirurgo, inducevano ad ulteriori accertamenti istruttori.
L'esame delle acquisizioni preliminari confermava l'anomalia dei decessi rispetto alla media del dato nel breve periodo analizzato, adombrando motivazioni di profitto sottese all'aumento dei ricoveri e alla gestione imprudente dei pazienti. Pertanto, si affidava incarico collegiale di consulenza sviluppatasi altraverso l’acquisizione e l'esame delle cartelle cliniche e l'esecuzione di cinque autopsie che tenssero anche conto della corrispondenza tra la patologia diagnosticata e le risultanze degli esami istopatologlci dei reperti appositamente sequestrati e riesaminati.
Su altro versante, si conferiva ulteriore incarico di consulenza, questa volta finalizzato alla ricostruzione ed all'analisi comparativa dell’attività di ricovero ed ambulatoriale della Tortorella, con particolare riferimento alle attività della chirurgia per gli anni 2016-2017, in rapporto alle stesse attività nel periodo successivo dal quale emergeva l'aumento dei ricoveri per alta specialità chirurgica, secondo un andamento costantemente crescente e successivo alla presenza del nuovo direttore di reparto.
A fronte dell'aumento delle prestazioni (e degli utili) registrato, tuttavia, l'analisi medico legale dell'attività complessivamente compiuta dai chirurghi, compendiata nello studio delle 83 cartelle cliniche sottoposte all’esame dei consulenti tecnici nominati dal PM, disvelava come la vantagglosa scelta di politica aziendale non fosse coincisa con il miglioramento delle prestaziani sanitarie, avuto riguardo alla ragione principale per la quale le stesse vengono erogate, ovvero la tutela della salute del paziente. Emergeva, invece, uno scenario idoneo a pone in serio dubbio le effettive capacità del chirurgo e della sua equipe, in particolare del suo assistente, il più giovane chirurgo Marco Clemente, al quale doveva riconoscersi un ruolo attivo e co-decisionale nella scelta ed attuazione del trattamenti terapeutici.
L’analisi effettuata dal collegio peritale stigmatizzava l'imprudenza e la superficialità che avevano caratturizzato una elevata percentuale degli 83 casi esaminati in consulenza già nella fase di valutazione e accertamento prodromici alla scelta chirurgica, come dimostrato dalla frequente carenza documentale della cartella clinlca, dall’insufficiente livello di approfondimento anamnestico, dall‘errata diagnosi dl patologie oncologiche in realtà non sussistenti o trattabili con opzioni terapeutlche meno demolitive e rischiose.
La pluralità delle condotte contestate, tutte sorrette dal medesimo modus operandi, deviava dalle regole del corretto esercizio dell'ars media facendo emergere, piuttosto, la pervicacia degli indagati nell’optare in maniera superficiale per scelte terapeutiche rischiose e sproporzionate, nel violare reiteratamente gli specifici protocolli di sala operatoria e nel mantenere lo stesso contegno di assoluta imprudenza, anche nelle fasi successive alla esecuzione di interventi chirurgici ad alta percentuale di rischio di complicanza post operatoria.
Pur non essendo allo stato procedibili per difetto di querela le ipotesi di lesioni colpose emerse dalla disamina delle cartelle, gli elementi probatori acquisiti consentivano alla Procura di elevare a carico dei sanitari indagati plurime contestazioni di omicidio colposo commesso nell'esercizio della professione medica e, conseguentemente, di avanzare richiesta cautelare volta a frontegglare l’elevato pericolo di reiterazione delle dette condotte. Si contesta agli indagati di aver eseguito una serie di interventi ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi ed inutili a fronte di malattie oncologiche in avanzata stadiazione.
E' in contestazione un secondo gruppo di interventi, caratterizzato dalla imperizia nella fase esecutiva e dalla totale negligenza nella gestione della fase post operatoria, con omissione dei prescritti controlli ed indagini diagnosttche a fronte della evidente insorgenza di complicanze.
In accoglimento delle richieste formulate dalla Procura, gli indagati sono stati attinti da ordinanza cautelare del GIP di Salerno, che ha applicato la misura degli arresti domiciliari nei confronti del primario, dott. Carmine Napolitano, e la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell‘ufficio di medico e della sospensione dall’esercizio della professione presso qualsiasi struttura sanitaria pubblica o convenzionata nei confronti del dott. Clemente Marco.
NOTA STAMPA PROCURA DELLA REPUBBLICA