Intensità e attacco degli spazi le virtù della Salernitana di Sottil

Nel moderno 3-5-2 del tecnico piemontese contano molto i compiti che i giocatori devono svolgere

Andrea Montinaro 27/06/2024 0

Andrea Sottil, nato a Venaria Reale il 4 gennaio 1974, siederà sulla panchina della Salernitana la prossima stagione per provare a riportare i granata nella massima serie, dopo la mortificante retrocessione di quest’anno. Da allenatore, effettua una lunga gavetta a partire dal 2011, che lo porta dalla Lega Pro con il Siracusa fino alla Serie A nel 2022 con l’Udinese, passando anche per altre panchine prestigiose come Catania, Livorno, Pescara e Ascoli, prima di compiere il grande passo.

Tuttavia, è proprio con i friulani che ha dato modo di farsi conoscere sul grande palcoscenico, nella stagione 22/23, concludendo il campionato al 12° posto con 46 punti: risultato modesto ma condito da una prima parte di stagione, fino al giro di boa, in cui mister Sottil si è contraddistinto per idee e prestazioni che hanno contribuito a far diventare l’Udinese una delle rivelazioni dell’inizio di quel campionato. Sottil ha portato a Udine modernità e freschezza, come non si vedeva da tempo, e si spera possa fare lo stesso a Salerno, riaccendendo quell’entusiasmo che sembra esauritosi dai primi tempi di Sousa.

Quello di Sottil è un 3-5-2 moderno, in cui contano più i ruoli ma i compiti a cui un suo giocatore deve saper ottemperare nel corso dei 90 minuti. La fase di costruzione dell’Udinese comprendeva anche il portiere, ai tempi Silvestri, abile nel passaggio e nella ricerca dei giusti corridoi per servire i compagni. Bijol, centrale difensivo, andava a comporre la mediana a 2 con Walace, alzandosi e permettendo alla squadra friulana di costruire con un 3+2 (formato da Silvestri e i due braccetti di difesa, con Bijol e Walace più avanzati). Durante il campionato, lo stesso Walace spesso si abbassava in mezzo ai due braccetti di difesa e Bijol prendeva il suo posto in mediana, andando a comporre il famoso “2” con l’esterno di centrocampo o con il trequartista (Deulofeu), che occupavano lo spazio lasciato libero da Walace.

La capacità di saper fare più cose e di adattare le scelte in base alla situazione e all’avversario sono aspetti cruciali del gioco di Sottil e la sua Udinese non disdegnava di giocare direttamente in profondità verso gli attaccanti, soprattutto se gli opponenti potevano essere abili a pressare a uomo. Lo spagnolo Deulofeu era uomo cardine del gioco offensivo. La sua capacità di muoversi su tutto il fronte offensivo, andando ad occupare sempre la giusta posizione tra gli spazi, era cruciale per Sottil e per la produzione offensiva della squadra. La fisicità e la facilità di corsa dei compagni, la loro continua ricerca dell’attacco dello spazio, permettevano allo spagnolo di rendere al meglio e di trovare anche le giuste assistenze e passaggi chiave.

Fondamentali, in zona offensiva, erano le sovrapposizioni del braccetto di difesa: ricordiamo spesso Becao, capace di attaccare la linea difensiva avversaria, andando quasi sempre ad essere il “terzo uomo” nelle combinazioni con Deulofeu e l’esterno destro di centrocampo, Pereyra. Sull’altra fascia, quella sinistra, l’attacco della linea era quasi sempre compito dell’arrembante Udogie, che con la sua velocità si rendeva pericoloso in avanti.

La fase di non possesso di Sottil si contraddistingue per intensità e aggressività. L'Udinese non prediligeva una difesa completamente a uomo: uno dei due centrali difensivi avversari veniva sempre lasciato libero di ricevere, e come una fisarmonica i friulani scalavano in base allo sviluppo dell’azione avversaria per andare a chiudere tutti i possibili corridoi e indurre gli opponenti all’errore. Grande organizzazione, meccanismi collaudati e una speciale abnegazione rendevano l’Udinese una delle migliori squadre in Serie A per tiri concessi, anche con la capacità di difendersi a blocco compatto sotto la linea del centrocampo, per poi ripartire abilmente in contropiede.

Il 48% di media possesso palla è il dato che ci fa capire come quella squadra accettasse anche di lasciare il gioco in mano agli avversari, ribaltando poi rapidamente l'azione. Sottil creò una squadra completa, che faceva dell’intensità e dell’attacco continuo degli spazi le sue armi migliori. Assieme al direttore sportivo Petrachi, a Salerno andrà allestita una rosa con caratteristiche adeguate alle richieste del mister.

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