La provincia di Salerno conquista 14 bandiere blu 2025, Sapri la novità
In Campania sono in tutto 20 le località insignite dell'agognato riconoscimento della FEE
Redazione Irno24 13/05/2025 0
Come ogni anno, a Roma, sono state assegnate le bandiere blu FEE, agognati vessilli che certificano la qualità ambientale delle località rivierasche. La Campania si mantiene una regione ai vertici, con 20 località insignite. La provincia di Salerno è sempre trainante, con 14 bandiere (5 nel napoletano, 1 nel casertano): Sapri è la novità, mentre resta esclusa Capaccio Paestum. Conferme per Agropoli, Ascea, Castellabate, Camerota, Casal Velino, Centola, Ispani, Montecorice, Pisciotta, Pollica, Positano, San Mauro Cilento, Vibonati.
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Redazione Irno24 06/02/2021
Fipe Confcommercio, si attende ok per riaperture serali
Dopo l’incontro dello scorso 18 gennaio con il Ministro Patuanelli e la Sottosegretaria Morani, si era aperto un articolato e serrato confronto tra le principali sigle sindacali del mondo della ristorazione (fra cui Fipe Confcommercio), il Ministero dello Sviluppo economico e i vertici del Comitato Tecnico Scientifico per vagliare la possibile riapertura dei pubblici esercizi, entro l’orario consentito.
Oggi, questo dialogo porta i primi risultati concreti, una svolta per il settore: il CTS ha infatti condiviso di valutare in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del variegato settore della ristorazione, privilegiando chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande.
Tale possibilità - ha nondimeno sottolineato il CTS - dovrà essere accompagnata dal massimo rigore sull’applicazione delle misure di sicurezza sanitaria: distanziamento di un metro non solo tra i tavoli, ma anche nelle aree di passaggio, l’utilizzo sistematico dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al servizio, l’esposizione di una chiara informativa all’esterno dei locali con l’indicazione della capienza massima.
"E’ un risultato significativo che arriva grazie ad un confronto molto intenso e propositivo – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio - Dopo un anno nel quale le nostre attività sono state costrette a rimanere chiuse o a lavorare in condizioni proibitive, ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli".
Dal distretto provinciale di Fipe Confcommercio Salerno, arrivano le considerazioni del Presidente Giuseppe Gagliano: "È noto che gran parte del fatturato dei pubblici esercizi venga realizzato nelle ore serali. Le imprese sono in piena emergenza economica e hanno bisogno di riprendere a lavorare.
Ma per evitare che l’apertura fino a sera per quei locali che possono garantire la sicurezza ai clienti, privilegiando il distanziamento e le sedute ai tavoli, sia solo un passo avanti temporaneo, va assicurato il massimo rigore nel rispetto delle misure. Questa è la posizione che abbiamo sempre rappresentato alle Istituzioni, con cui non è mai venuto meno il confronto. Sempre fermo, propositivo e rispettoso dei ruoli, di certo, mai urlato".
Redazione Irno24 05/07/2023
Anche a Salerno e provincia l'iniziativa "Saldi Trasparenti"
I prossimi saldi estivi saranno i primi con le nuove regole del Codice del consumo, sulla cui base Confesercenti lancia l’iniziativa “Saldi Trasparenti”: un vademecum di regole a cui sono chiamati ad aderire gli associati per rendere migliore l’esperienza dello shopping di fine stagione.
"Anche su Salerno e provincia - dichiara il presidente provinciale, Raffaele Esposito - favoriremo questa bella iniziativa per rafforzare il peso sociale dei negozi storici e tradizionali e per indirizzare nel miglior modo possibile i nostri consumatori, sempre più disorientati tra 'saldi falsi' e promozioni mordi e fuggi".
1. Prezzi e sconti sono trasparenti: il prezzo di partenza è evidenziato in chiaro ed è quello più basso praticato negli ultimi 30 giorni; lo sconto viene indicato in percentuale rispetto al prezzo di partenza; è indicato con evidenza il prezzo finale scontato.
2. Il pagamento può essere effettuato in contanti (fino al limite di 5.000 euro) oppure con carta di debito o credito.
3. Oltre a garantire la migliore qualità dei capi in vendita, l’esercizio assicura il rispetto delle norme in materia di commercio dei prodotti di abbigliamento e quelle sulla garanzia della conformità del bene al contratto.
4. I prodotti in saldo, a meno che non sia diversamente indicato (ad es. capi risalenti alla corrispondente stagione dell’anno precedente), appartengono tutti a stock relativi alla stagione in corso.
5. I prodotti in vendita rispondono alle norme in materia di etichettatura di cui al “Codice del consumo” (D. Lgs. n. 206/2005), quindi sono sicuri e recano l'indicazione dell'identità e degli estremi del produttore.
6. Le merci in vendita rispondono alle norme sulla denominazione delle fibre e sull'etichettatura e contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili, di cui al Regolamento CE n. 1007/2011.
7. In caso di prodotto che presenti difetti, lo stesso, in conformità a quanto previsto dal “Codice del consumo”, qualora vi sia disponibilità di altro capo analogo, verrà sempre sostituito, previa presentazione della prova d’acquisto (scontrino fiscale o di cortesia, fattura), altrimenti verrà consegnato un voucher di valore pari all’importo pagato, spendibile entro un anno dall’acquisto.
8. In caso di mancato gradimento, il capo, entro i 15 giorni successivi all’acquisto, previa presentazione di scontrino fiscale o di cortesia o fattura, verrà senz’altro sostituito, anche durante il periodo dei saldi, con altro capo di pari valore a scelta dell’acquirente (sempre che ovviamente lo stesso non sia stato usato e venga riportato nell’esercizio nello stato in cui si trovava al momento dell’acquisto); qualora non vi sia disponibilità di capi che incontrino l’interesse dell’acquirente, a questi verrà consegnato un voucher di valore pari all’importo pagato, spendibile entro un anno dall’acquisto.
Redazione Irno24 06/05/2020
La quarantena porta alle stelle i prezzi di frutta, verdura, latte, pasta e salumi
Schizzano i prezzi al consumo di frutta (+8,4%), verdura (+5%), latte (+4,1%) e salumi (+3,4%), spinti dalla corsa agli acquisti degli italiani in quarantena e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa per le chiusure imposte alla ristorazione dall’emergenza coronavirus. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’impatto del lockdown sui prezzi dei prodotti alimentari sulla base dei dati Istat relativi ad aprile.
In contrasto con l’andamento dell’inflazione, che ad aprile su base tendenziale si è azzerata, il carrello della spesa registra un rincaro rilevante per molti prodotti alimentari la cui domanda è stata fortemente influenzata dal lungo periodo di quarantena. Con l’emergenza Coronavirus gli italiani – precisa Coldiretti - vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus, come consigliato anche dall’ISS (“Aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta con più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata”).
Ma a spingere in alto la spesa è stata anche la paura di rimanere senza scorte con la dispensa vuota che ha favorito l’acquisto di prodotti a lunga conservazione. Infatti ad aumentare è anche il prezzo della pasta (+3,7%), dei piatti pronti (+2,5%), del burro (+2,5%), dei formaggi +2,4%), dello zucchero (+2,4%), degli alcolici (+2,1%) delle carni (+2%), del pesce surgelato (+4,2%) e dell’acqua (+2,6%).
A pesare è il persistere della chiusura di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche dei mercati rionali e degli agricoltori che moltiplicando le offerte ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. Una situazione aggravata dai problemi nei trasporti per le difficoltà dei camion a viaggiare a pieno carico sia all’andata che al ritorno in conseguenza del blocco di molte attività produttive.
La chiusura forzata del canale della ristorazione ha infatti provocato un effetto a valanga sull’agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prorogato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti.