Rapporto CCIAA Salerno sul lavoro: cultura e blue economy per il rilancio
La ripresa occupazionale passa dalla duplice transizione ecologica e digitale
Redazione Irno24 07/04/2021 0
Questa mattina ha avuto luogo la presentazione del rapporto della Camera di Commercio di Salerno "Mercato del lavoro in Campania: le passate dinamiche, i presenti effetti della crisi, le future traiettorie di sviluppo", realizzato da un gruppo di ricerca del Centro Studi “Guglielmo Tagliacarne”, con la collaborazione di Confindustria Salerno. Il dossier analizza il mercato del lavoro campano stimando l’impatto del Covid-19 sul sistema produttivo e ipotizzando possibili strategie future, funzionali ad un contenimento della recessione economica determinata dalla pandemia.
Marco Pini, Centro Studi Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, ha illustrato e commentato lo studio. Sono intervenuti Andrea Prete, presidente CCIAA di Salerno, che ha commentato lo studio alla luce dello scenario economico attuale, e Antonio Ferraioli, presidente Confindustria Salerno, che ha presentato i risultati dell’Indagine "L'Industria campana e il Covid-19: l'impatto sulle performance di impresa e aspettative future", svolta con il coinvolgimento diretto delle imprese. Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Marchiello, assessore alle Attività produttive e lavoro della Regione Campania.
"Dalla rilevazione - ha dichiarato Ferraioli - è emerso che, nonostante gli impatti più gravi della pandemia si siano verificati non nelle attività manifatturiere ma in settori ad alta intensità di relazioni personali come ad esempio il turismo, molte imprese hanno riscontrato più di una criticità. Contrazione della domanda e minori flussi di cassa per l’aumento dei prezzi delle forniture e delle materie prime - quest’ultimo diventato esponenziale nelle ultime settimane - hanno determinato per le imprese crisi di liquidità.
Organizzare la ripresa complessiva del sistema economico e produttivo è pertanto quanto mai urgente, anche al fine di evitare che tali criticità possano protrarsi determinando tagli agli investimenti privati. In linea con gli obiettivi strategici previsti dal PNRR andranno indirizzate risorse verso il sistema produttivo per promuovere investimenti rivolti ai temi della sostenibilità e della digitalizzazione, favorendo in tal modo un rilancio dell’occupazione, soprattutto di quella giovanile e femminile che presentano situazioni di maggiore disagio, anche nel confronto con gli altri Paesi Europei.
Inoltre, sarà essenziale il rapporto scuola-mondo dell’impresa per risolvere il mismatch che, tanto spesso, si crea tra domanda e offerta di lavoro. Indispensabili saranno le riforme e le semplificazioni degli adempimenti burocratici, volte a consentire un realizzo degli investimenti in tempi rapidi".
"Abbiamo fortemente voluto questa indagine - ha commentato Prete - perché riteniamo che, ad un anno dall’inizio della pandemia, sia necessario avere una fotografia chiara e precisa dell’impatto che ha avuto sul sistema economico e produttivo campano. L’auspicio è che questo studio possa contribuire a prefigurare nuove prospettive per il 'dopo', che tengano conto dei giovani che, insieme alle donne, hanno pagato il prezzo più alto della crisi. I dati emersi dal Rapporto una strada la tracciano. Per favorire la ripresa occupazionale in relazione a specifiche potenzialità del territorio campano, occorre investire su cultura e blue economy, un innovativo modello di sviluppo economico basato su durabilità, rinnovabilità e riutilizzo, che punta a rivoluzionare le nostre attività produttive e ad azzerare le emissioni inquinanti".
"Negli ultimi cinque anni - sottolinea Pini - il tasso di occupazione in Campania ha risalito la china recuperando in media circa un terzo del terreno perso dopo la forte caduta nel periodo di recessione nazionale 2008-09 e 2012-13. Considerando il persistere della crisi da Covid-19, la resilienza e ripresa occupazionale verso il pieno recupero passa dalla duplice transizione ecologica e digitale: le imprese campane che hanno la più elevata probabilità di vedere nel 2021 l’occupazione stazionaria o in crescita sono proprio quelle che hanno investito sia in Industry 4.0 che nella green economy".
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Redazione Irno24 14/08/2022
Rifinanziato ON, nuova opportunità nell'imprenditoria per giovani e donne
Per dare forza e nuovo impulso all'imprenditoria in Italia, soprattutto quella giovanile e femminile, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo sul piatto 150 milioni di euro destinati a rifinanziare ON (Oltre Nuove Imprese), la misura finalizzata a sostenere le micro e piccole imprese. Inoltre, a maggio 2022, sono arrivati altri 100 milioni nel Fondo, destinati esclusivamente all'imprenditoria femminile.
Le agevolazioni prevedono soluzioni miste di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto e sono rivolte alle imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni, o da donne di tutte le età, su tutto il territorio. Per la precisione, le imprese devono essere formate almeno per il 51% da giovani under 35 e donne di qualsiasi età. A beneficiare di questa misura sono le imprese che intendono realizzare nuove iniziative o ampliare la loro attività nei settori manifatturiero, dei servizi, del commercio e del turismo.
Le linee di finanziamento sono due e variano in base alla data di costituzione dell'impresa. Per le imprese che sono costituite al massimo da 3 anni, è possibile presentare progetti di investimento fino a 1,5 milioni di euro e gli incentivi non possono essere superiori al 20% della spesa ammissibile. É possibile coprire le spese fino al 90%, da rimborsare entro 10 anni. Tra le spese ammissibili ci sono quelle effettuate per: macchinari, imprese e attrezzature; opere murarie e assimilate; programmi informatici; brevetti, marchi e licenze; consulenze specialistiche; spese per la costituzione della società; spese relative alla stipula del contratto di finanziamento.
Le imprese costituite fra i 3 e i 5 anni possono presentare progetti che richiedono spese di investimento fino a 3 milioni di euro. In tal caso le agevolazioni non possono essere superiori al 15% della spesa ammissibile. Tra le spese rientrano: acquisto di immobili solo nel settore turistico; programmi informatici; brevetti, marchi e licenze; macchinari, impianti e attrezzature; opere murarie e assimilate.
Le domande per Nuove Imprese a tasso zero prevedono due step: un colloquio di approfondimento e un secondo colloquio. Nel primo colloquio vengono analizzate le capacità organizzative e le competenze nel settore del team imprenditoriale, ma anche della fattibilità del progetto in relazione al mercato di riferimento. Se il colloquio viene superato, è necessario integrare la domanda sulla piattaforma online con tutte le informazioni di natura economica.
Nel secondo colloquio viene invece valutata la sostenibilità economico-finanziaria del progetto, tenendo conto delle spese previste e delle agevolazioni richieste. Al termine dell'iter di valutazione, Invitalia concede il finanziamento e segue lo sviluppo del progetto. Gli imprenditori interessati possono presentare domanda esclusivamente online sulla piattaforma di Invitalia e lo sportello resterà aperto fino all'esaurimento delle risorse. Sono inoltre necessari un indirizzo di posta elettronica e una firma digitale per completare la domanda.
Redazione Irno24 16/11/2021
Etichettature fuorvianti minacciano il successo della Dieta Mediterranea
La pandemia spinge la domanda dei prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy nel mondo dove nel 2021 si registra complessivamente il record nelle esportazioni nazionali per frutta, verdura, pasta, extravergine di oliva e vino. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell’anniversario del riconoscimento Unesco del 16 novembre 2010 sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2010.
Con la tutela Unesco è cresciuta nel mondo la consapevolezza del valore della dieta mediterranea e con essa anche la domanda dei prodotti Made in Italy con un balzo del +56% in media e incrementi importanti per i singoli prodotti che vanno - sottolinea Coldiretti - dal +72% per il vino al +59% per la pasta, dal +50% per la frutta e verdura conservata al +39% per quella fresca fino al +38% per l’extravergine di oliva nell’arco degli ultimi undici anni.
Un risultato importante spinto dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco anche grazie agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno. Una ricchezza del Paese che - riferisce la Coldiretti - è stata eletta migliore dieta al mondo del 2021 davanti alla flexariana e alla dash sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s.
L’alimentazione all’italiana - precisa Coldiretti - risulta la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo è inoltre la dieta più facile da seguire e primeggia anche per quanto riguarda le diete a base vegetale e in quelle per chi vuole mangiare sano.
Un successo che oggi è sotto attacco a livello internazionale dei sistemi di etichettatura a colori come il Nutriscore francese e quello a semaforo inglese che promuovono cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e sfavoriscono elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
Si tratta infatti - sottolinea Coldiretti - di un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.
Redazione Irno24 30/04/2021
Fipe Confcommercio Campania chiede la riapertura di tutte le attività
A circa una settimana dalla zona gialla, con lo sblocco delle aperture in Campania per il comparto della ristorazione, giungono le considerazioni di Mario Ventura, responsabile FIPE Salerno per Confcommercio Campania:
“Siamo molto amareggiati, inutile girarci intorno. Quello che sarebbe dovuto essere un Decreto Aperture, in realtà appare come un Decreto Chiusure già annunciato, in quanto il 50% delle attività non ha potuto rialzare le serrande, non disponendo degli spazi esterni, senza tenere conto del fatto che, molti altri esercizi si sono dovuti adeguare ad accogliere un numero ridotto di clientela distribuita a un numero esiguo di tavoli”.
A questo, Ventura aggiunge: “Viviamo l’incombenza della serrata, da un momento all’altro, con la politica del cambio-zona-colore che determina la nostra precarietà”. Per quanto riguarda le proteste portate avanti a supporto di una categoria continuamente messa in ginocchio, sottolinea: “Ci siamo sempre schierati in modo altruista e costruttivo, pertanto, ancora una volta non resteremo in silenzio, continuando a dimostrare il malcontento a sostegno di chi ancora aspetta di poter ripartire. Restando in primis dalla loro parte, non smetteremo di avanzare proposte e richieste, sia per la questione coprifuoco che per l’anticipazione delle riaperture che abbraccino tutti, indistintamente dalla disponibilità delle aree all’esterno”.
Una lucida analisi, figlia di un bilancio in cui vengono tirate le somme, ormai da un anno a questa parte: “Non molleremo, nel rispetto delle regole, come abbiamo fatto sin dal primo momento ma, soprattutto, manteniamo ferma la nostra posizione: ristori ad hoc e indennizzi sicuri e subito che garantiscano la sopravvivenza a chi non ha potuto riprendere servizio, assieme a una prospettiva di organizzazione destinata a tutti i ristoratori che sia unica e definitiva”.
Per concludere, Ventura avanza una riflessione su tutte: “Sembrerebbe una mossa politica tesa a spaccare una categoria che, adesso più che mai, deve mantenere non solo i nervi saldi, ma una compattezza necessaria, affinché la propria voce arrivi più forte al punto”.