Confesercenti Salerno analizza la fase critica del commercio tradizionale
Esposito: "Esercizi storici tradizionali chiudono a ripetizione, un'emorragia che sarà difficile tamponare"
Redazione Irno24 27/04/2023 0
La fiducia delle imprese - fa sapere Confesercenti Nazionale - continua a crescere, anche grazie alle attese per la stagione turistica primaverile, confermate dalle buone performance di Pasqua e del 25 aprile, che in molte località italiane hanno sancito il ritorno dei flussi dei visitatori ai livelli pre-pandemia, in primis città d’arte e destinazioni affermate.
In controtendenza, invece, il dato dei negozi della distribuzione tradizionale, tra i pochi comparti a mostrare un peggioramento del clima. A pesare sulle aspettative degli operatori, il rallentamento delle vendite del commercio al dettaglio che si è già registrato nei primi due mesi dell’anno (-5,2% in volume) dovuto a caro bollette e inflazione.
"Anche qui a Salerno e provincia - spiega Raffaele Esposito, presidente Confesercenti Salerno - la criticità del commercio tradizionale è palpabile; esercizi storici tradizionali chiudono a ripetizione, un'emorragia che sarà difficile tamponare per molteplici fattori: età pensionistica dei titolari, nessun ricambio generazionale, concorrenza spietata dell'online e delle attività tradizionali che si sono innovate attraverso le realtà digitali.
A questi dati vanno sommate le difficoltà oggettive di chi vuole fare impresa fisica in Italia, affitti alle stelle, pressione fiscale insopportabile e costi di gestione esorbitanti, che inevitabilmente fanno perdere appeal ai negozi di vicinato, anche se molte realtà resistono in maniera stoica, regalando alle nostre comunità presidi insostituibili di vivibilità e legalità".
Potrebbero interessarti anche...
Redazione Irno24 09/04/2024
Tassa imbarco Salerno, Confesercenti: "Rafforzare servizi turistici"
Tiene banco da qualche giorno la delibera di giunta comunale da parte del Comune di Salerno per l'istituzione della tassa di imbarco, un nuovo "balzello" per chi sceglie di partire via mare da Salerno alla scoperta delle meravigliose costiere provinciali; balzello che si aggiunge alla tassa di soggiorno, per la quale già qualcuno storce il naso, richiamando il rischio di una perdita di appeal dei servizi di trasporto via mare.
La questione è affrontata anche da Confesercenti Salerno: "Ci auguriamo - dichiara il presidente, Raffaele Esposito - che i proventi che escono dalle tasche degli ospiti che si imbarcano da Salerno, e più in generale di tutti i turisti che scelgono la nostra meravigliosa provincia, vadano a migliorare e riqualificare i servizi loro dedicati (trasporti, segnaletica, servizi digitali, servizi di mobilità dolce), oltre che decoro urbano e verde pubblico, ma anche informazioni cittadine e territoriali per godere appieno delle infinite meraviglie culturali delle nostre città.
Tutto ciò dovrebbe essere programmato sentendo la parte datoriale rappresentativa, per "governare" la spesa di questi proventi, che potrebbero in parte essere utilizzati per azioni di marketing e promozione anche all'estero, vista l'imminente riapertura dell'aeroporto di Salerno. Le pubbliche amministrazioni attuano delle scelte, ma poi vi è la necessità di un confronto costruttivo ed inclusivo, al quale la nostra organizzazione non si sottrarrà mai per la tutela delle categorie che rappresentiamo in ordine ai settori turistici e commerciali.
Anche l'idea di itinerari culturali e legati alla ristorazione di qualità, allo shopping autentico ed all'artigianato originale possono essere ricompresi e studiati mediante questo nuovo gettito nelle disponibilità comunali, oltre a tutta una serie di attenzioni alla risorsa mare. Bisogna lavorare affinché l’ospite ed il residente possano avere la percezione di un'adeguata attenzione ai servizi turistici essenziali; soltanto in questo modo si farà un servizio, contribuendo alla crescita cittadina anche come destinazione".
Redazione Irno24 09/11/2021
Salerno, sul tavolo dell'Assessore Ferrara gli obiettivi Confesercenti-Confcommercio
Un incontro partecipato con il neo assessore al turismo e alle attività produttive di Salerno, Alessandro Ferrara, necessario a fare il punto con le associazioni di categoria. Dunque, è stata messa sul tavolo la lista delle priorità di Confcommercio e Confesercenti Salerno verso cui muoversi nei mesi a venire: confronto, dialogo e concertazione costanti per programmazioni condivise a vantaggio esclusivo del tessuto economico e sociale della città.
“È questa la strada da seguire - ha dichiarato Raffaele Esposito, presidente provinciale di Confesercenti Salerno - Raccogliamo con interesse ed apprezzamento la volontà del neo assessore di istituire, con le sigle maggiormente rappresentative delle associazioni datoriali cittadine, un tavolo di lavoro permanente per le questioni commercio e turismo. Confesercenti, attraverso i propri rappresentanti, farà la propria parte in un’ottica di massima collaborazione istituzionale”.
Non da meno le considerazioni di Giuseppe Gagliano, Presidente provinciale di Confcommercio Campania: “Accogliamo con piacere questa apertura al confronto che, indubbiamente, fa ben sperare sui risultati da raggiungere. Ora, tocca a noi fare proposte mirate che vadano incontro alle istituzioni nella definizione di quali obiettivi porsi per lo sviluppo futuro della Salerno turistica, senza però dimenticare gli strascichi della pandemia: guardare, da un lato, attraverso una lente prospettica e, dall’altro, non trascurare cosa succede sotto il nostro naso”.
Nel frattempo, l’attenzione è rivolta all’evolversi della vicenda Luci d’artista che, affidandosi a un piano di sicurezza adeguato, porta con sé tutti i vantaggi per le casse dei pubblici esercizi e delle attività commerciali turistiche; oltretutto, si è già al lavoro su di una serie di aspetti chiave da approntare quanto prima, a partire dalla questione distretti del commercio, accoglienza e flusso visitatori.
Redazione Irno24 20/06/2020
Spegne 131 candeline la pizza Margherita, ma è una festa amara
Compleanno amaro per la pizza Margherita, che qualche giorno fa ha “festeggiato” la sue 131 primavere con le vendite praticamente dimezzate a causa del Coronavirus e del lungo periodo di lockdown che fanno sentire i loro effetti anche in questa prima fase di riapertura, mettendo a rischio il futuro di 63mila pizzerie e circa 200mila addetti. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nei giorni in cui si celebra la nascita di uno dei simboli della cucina italiana nel mondo.
Proprio al giugno del 1889 risale, infatti, una lettera del capo dei servizi di tavola della Real Casa Camillo Galli che convocava il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi al Palazzo di Capodimonte, residenza estiva della famiglia reale, perché preparasse per Sua Maestà la Regina Margherita le sue famose pizze. Nacque così la più nota delle pizze napoletane, condita con pomodoro, mozzarella di latte vaccino, basilico fresco, sale ed olio.
Da allora il fatturato della pizza nel mondo ha superato i 100 miliardi di euro, confermandosi un tesoro del Made in Italy e un simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo, tanto che l’Unesco ha proclamato nel 2017 l’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’umanità. La colonna portante di un sistema economico che la pandemia ha messo però in gravissime difficoltà.
Nel periodo pre-Covid 19 solo in Italia si sfornavano circa 8 milioni di pizze ottenute grazie all’utilizzo di 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti.
Durante il lockdown dovuto all’emergenza gli italiani non hanno comunque voluto rinunciare alla margherita provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze (+101%) nei supermercati. Con le prime riaperture in molti sono ricorsi prima alla consegna a domicilio e poi all’asporto pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy, anche se la ripartenza per i locali resta comunque difficile a causa di una diffusa diffidenza da parte di chi ha ancora paura e dell’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza.