Coppa Italia, Salernitana in scena il 30 Settembre contro vincente Sudtirol-Sassari

Se passa, troverà la Sampdoria un mese dopo

Redazione Irno24 08/09/2020 0

Si è tenuto questo pomeriggio, 8 Settembre, presso la sede delle Lega Serie A a Milano, il sorteggio per la composizione dei tabelloni della Coppa Italia 2020/2021. Nel secondo turno eliminatorio, in programma Mercoledì 30 Settembre, la Salernitana affronterà la vincente di Sudtirol-Sassari Calcio Latte Dolce. In caso di passaggio del turno, i granata si troverebbero di fronte la Sampdoria il 28 Ottobre.

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Redazione Irno24 03/08/2021

Per Veseli trauma distorsivo con interessamento del collaterale mediale

La risonanza magnetica effettuata dal calciatore Frederic Veseli presso il Centro Polidiagnostico Check-Up ha evidenziato un trauma distorsivo al ginocchio destro con interessamento del legamento collaterale mediale. L’atleta ha già iniziato il percorso riabilitativo. Lo rende noto la Salernitana sul suo sito ufficiale.

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Redazione Irno24 12/05/2021

L'imprenditore Snichelotto: "Pronto a dare una mano per acquisizione Salernitana"

Mentre si rincorrono le voci sul possibile assetto societario della Salernitana, in vista del prossimo campionato di serie A e alla luce della norma che vieta la multiproprietà, va registrato l'appello dell'imprenditore Luigi Snichelotto, presidente AssoMiMe (Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa):

"Una grande gioia rivedere la Salernitana tornare in serie A dopo più di 23 anni. Un’emozione, un orgoglio per tutti noi: cittadini, tifosi, sportivi, istituzioni, imprese. Una gioia fortissima che, per un attimo, ha trasportato la mente lontana dalle difficoltà che hanno attraversato tutti noi negli ultimi 15 mesi, fatti di restrizioni, chiusure e sacrifici indescrivibili. È un legame inscindibile con la città di Salerno.

Sono arrivato a Salerno molto giovane ed ho imparato ad amarla, a riconoscermi e ad identificarmi in una città che mi ha accolto, strettamente intrecciata con la storia familiare di mia moglie. La Salernitana in Serie A è un bene per tutti e di tutti, dei tifosi e dell’intero territorio. Un club calcistico in Serie A porta con sé significati e connotazioni differenti: può voler dire attrarre, ospitare, ristorare. L’intero territorio salernitano e regionale vedrebbe, così, una nuova possibilità di ripresa e sviluppo. Senza considerare il rafforzamento della nostra identità cittadina, provinciale e regionale in un Meridione che da troppi anni attende opportunità di riscatto.

Salerno è una città meravigliosa, sanguigna, fatta di gente coraggiosa ed operosa. Quindi, penso e propongo una riflessione, spero non troppo utopica, non conoscendo i termini economici e valutativi della cessione, che ritengo molto onerosi ed alla portata di soli pochi facoltosi, e lo faccio in punta di piedi e nel totale rispetto dell’attuale proprietà del club e di tutta la sua famiglia, a cui vanno riconosciuti i meriti di questo storico traguardo.

In sintesi, penso che si potrebbe considerare la possibilità di una partecipazione collettiva dal territorio, per creare tutti insieme un gruppo di persone che possano mettere le proprie disponibilità per raggiungere una cifra che possa consentire l’avviamento e il consolidamento di questa operazione, aiutati da ottime banche locali e presenti in tutto il territorio e, non ultime, le istituzioni che governano il territorio.

Una sorta di azionariato diffuso, con regole, meccanismi ed aspetti organizzativi e gestionali da definire, tutto ciò cercando di recuperare quello spirito di partecipazione sportiva che ci fu insegnato storicamente e che negli ultimi decenni si è andato sempre più sbiadendo, lasciando il posto al denaro e alla speculazione che oramai la fanno da padrone in troppi campi dell’intelletto umano. La Salernitana porterà in alto il nome di Salerno, della Campania e del Meridione favorendo lo sviluppo economico, spero per lungo tempo. Sono pronto e propongo un progetto di ampio respiro che cerchi di fare della Salernitana un team competitivo, con una formula 'solidale'.

Per questo lancio un appello a tutti gli altri imprenditori salernitani e campani a creare una cordata tesa all’acquisizione del club: tutti insieme, per rilevare la società. Creare una rete di imprenditori, senza scopi speculativi, ma spinti solo dal senso di responsabilità. Un network fondato sul concetto di solidarietà, di vicinanza alla città, per restituire ai territori parte del sostegno che ciascuno di noi riceve da essi. Un team coeso, per fare in modo che la vittoria non vada dispersa con possibili acquisizioni estere (come spesso accade nel mondo del calcio), ma rimanga ancorata alla città, al territorio, per preservare l’identità collettiva e la storia della Salernitana. Io ci credo. Chiedo agli imprenditori di crederci per dar vita a una cordata virtuosa che possa disegnare il futuro della Salernitana. Insieme possiamo farcela".

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Andrea Montinaro 27/06/2024

Intensità e attacco degli spazi le virtù della Salernitana di Sottil

Andrea Sottil, nato a Venaria Reale il 4 gennaio 1974, siederà sulla panchina della Salernitana la prossima stagione per provare a riportare i granata nella massima serie, dopo la mortificante retrocessione di quest’anno. Da allenatore, effettua una lunga gavetta a partire dal 2011, che lo porta dalla Lega Pro con il Siracusa fino alla Serie A nel 2022 con l’Udinese, passando anche per altre panchine prestigiose come Catania, Livorno, Pescara e Ascoli, prima di compiere il grande passo.

Tuttavia, è proprio con i friulani che ha dato modo di farsi conoscere sul grande palcoscenico, nella stagione 22/23, concludendo il campionato al 12° posto con 46 punti: risultato modesto ma condito da una prima parte di stagione, fino al giro di boa, in cui mister Sottil si è contraddistinto per idee e prestazioni che hanno contribuito a far diventare l’Udinese una delle rivelazioni dell’inizio di quel campionato. Sottil ha portato a Udine modernità e freschezza, come non si vedeva da tempo, e si spera possa fare lo stesso a Salerno, riaccendendo quell’entusiasmo che sembra esauritosi dai primi tempi di Sousa.

Quello di Sottil è un 3-5-2 moderno, in cui contano più i ruoli ma i compiti a cui un suo giocatore deve saper ottemperare nel corso dei 90 minuti. La fase di costruzione dell’Udinese comprendeva anche il portiere, ai tempi Silvestri, abile nel passaggio e nella ricerca dei giusti corridoi per servire i compagni. Bijol, centrale difensivo, andava a comporre la mediana a 2 con Walace, alzandosi e permettendo alla squadra friulana di costruire con un 3+2 (formato da Silvestri e i due braccetti di difesa, con Bijol e Walace più avanzati). Durante il campionato, lo stesso Walace spesso si abbassava in mezzo ai due braccetti di difesa e Bijol prendeva il suo posto in mediana, andando a comporre il famoso “2” con l’esterno di centrocampo o con il trequartista (Deulofeu), che occupavano lo spazio lasciato libero da Walace.

La capacità di saper fare più cose e di adattare le scelte in base alla situazione e all’avversario sono aspetti cruciali del gioco di Sottil e la sua Udinese non disdegnava di giocare direttamente in profondità verso gli attaccanti, soprattutto se gli opponenti potevano essere abili a pressare a uomo. Lo spagnolo Deulofeu era uomo cardine del gioco offensivo. La sua capacità di muoversi su tutto il fronte offensivo, andando ad occupare sempre la giusta posizione tra gli spazi, era cruciale per Sottil e per la produzione offensiva della squadra. La fisicità e la facilità di corsa dei compagni, la loro continua ricerca dell’attacco dello spazio, permettevano allo spagnolo di rendere al meglio e di trovare anche le giuste assistenze e passaggi chiave.

Fondamentali, in zona offensiva, erano le sovrapposizioni del braccetto di difesa: ricordiamo spesso Becao, capace di attaccare la linea difensiva avversaria, andando quasi sempre ad essere il “terzo uomo” nelle combinazioni con Deulofeu e l’esterno destro di centrocampo, Pereyra. Sull’altra fascia, quella sinistra, l’attacco della linea era quasi sempre compito dell’arrembante Udogie, che con la sua velocità si rendeva pericoloso in avanti.

La fase di non possesso di Sottil si contraddistingue per intensità e aggressività. L'Udinese non prediligeva una difesa completamente a uomo: uno dei due centrali difensivi avversari veniva sempre lasciato libero di ricevere, e come una fisarmonica i friulani scalavano in base allo sviluppo dell’azione avversaria per andare a chiudere tutti i possibili corridoi e indurre gli opponenti all’errore. Grande organizzazione, meccanismi collaudati e una speciale abnegazione rendevano l’Udinese una delle migliori squadre in Serie A per tiri concessi, anche con la capacità di difendersi a blocco compatto sotto la linea del centrocampo, per poi ripartire abilmente in contropiede.

Il 48% di media possesso palla è il dato che ci fa capire come quella squadra accettasse anche di lasciare il gioco in mano agli avversari, ribaltando poi rapidamente l'azione. Sottil creò una squadra completa, che faceva dell’intensità e dell’attacco continuo degli spazi le sue armi migliori. Assieme al direttore sportivo Petrachi, a Salerno andrà allestita una rosa con caratteristiche adeguate alle richieste del mister.

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