L'Asl Salerno assume 14 diabetologi per potenziare la rete assistenziale
Sono stati immessi in servizio la scorsa settimana, opereranno su 38 ore settimanali
Redazione Irno24 16/09/2024 0
L’Asl Salerno ha portato a completamento la procedura per l’assunzione di 14 diabetologi, che sono stati immessi in servizio la scorsa settimana. Il concorso era stato inizialmente bandito per 9 posti, ma nell’ottica della politica di rafforzamento della rete diabetologica aziendale, voluta dalla Direzione Generale, è stato deciso di aumentare il numero degli assunti da 9 a 14. Tutti i nuovi medici assunti, inoltre, opereranno su 38 ore settimanali, in modo da rispondere meglio alle esigenze dell’utenza di tutto il territorio provinciale.
Inoltre, sono in arrivo le linee guida della Regione Campania per la prescrizione di sensori, linee che permetteranno ai diabetologi di prescrivere ai pazienti sensori a basso costo. Nelle unità operative complesse di Medicina degli ospedali, i medici operanti potranno prescrivere i presidi terapeutici solo per trenta giorni (successivi alle dimissioni ospedaliere).
Successivamente, il paziente verrà indirizzato ai Centri Diabetologici territoriali che rientrano nella rete aziendale (la cui responsabile è la dott.ssa Paky Memoli) per lo scarico e l’inserimento dati nella cartella informatizzata, la valutazione della terapia e l’ingresso in Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale.
Potrebbero interessarti anche...
Redazione Irno24 11/06/2025
Asl Salerno, online la graduatoria del concorso per 200 infermieri
Chiusi oggi i lavori della commissione del concorso per 200 infermieri. Dopo decenni, il primo concorso bandito dall’ASL di Salerno ha visto la conclusione con la pubblicazione degli esiti. Un concorso "monstre" da circa 7.500 partecipanti, partito a fine maggio con la prova scritta e chiuso rispettando i tempi programmati. Posti per gli ospedali e per le strutture territoriali.
Redazione Irno24 09/09/2022
Psicologo di base in Campania, pubblicato il regolamento
Sul Bollettino Ufficiale della Regione (Burc n. 76) è stato pubblicato il Regolamento regionale (n.8/2022) relativo all’istituzione del "Servizio di Psicologia di base". Il Regolamento è stato approvato in attuazione della legge regionale 3 agosto 2020, n. 35, con la quale la Campania, prima Regione in Italia, ha inteso assicurare le attività offerte da psicologi liberi professionisti, in rapporto convenzionale, nell’ambito di ciascuna ASL a livello dei distretti sanitari di base, con il compito di sostenere ed integrare l’azione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, per intercettare e ridurre il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione.
La legge regionale era stata a suo tempo oggetto di impugnativa, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, innanzi alla Corte Costituzionale la quale, con sentenza del 13 dicembre 2021, n. 241, ha riconosciuto la legittimità costituzionale della Legge regionale.
Il Regolamento disciplina in particolare: l’istituzione di un elenco degli psicologi di base presso ciascuna Azienda Sanitaria Locale del Servizio Sanitario della Campania; le specifiche competenze degli psicologi di base; i titoli preferenziali; le procedure per l’iscrizione negli elenchi; l’istituzione di un Osservatorio Regionale, con funzioni di indirizzo, programmazione e controllo delle attività prestate dallo psicologo di base, anche in relazione alla predisposizione dei programmi delle attività formative inerenti ai servizi di psicologia di base.
Francesca Guglielmetti 29/10/2022
Nella resa, tutto cambia: "La Casa di Lara" a Salerno è carezze ed emozioni
"Ogni anno il 2 novembre" è l'incipit della famosa poesia ma anche l'avvio alle riflessioni sulla commemorazione dei defunti, con tutto quello che ne segue: dal piano traffico, alle funzioni religiose, passando per l'ormai (sterile a mio avviso) discussione rispetto al dover considerare opportuna o sacrilega l'abitudine di travestirsi da scheletri e fantasmi nella notte di Halloween, cioè giusto un attimo prima del giorno dedicato alla festa di Ognissanti ed a quello in cui si ricordano i morti.
Ma oggi, in questo caldo ottobre che ormai volge al termine, lo sguardo si indirizza verso quella forma di dolore che, a differenza della morte, non potendo rifarsi a dei riti o a delle tradizioni, difficilmente può essere raccontata e condivisa. A questo spazio si è cercato di dare almeno un nome: fine vita e, nel contempo, si è cercato anche di individuare dei luoghi e delle professioni in grado di far sì che il fine vita potesse essere accolto non come un anticipo della morte ma, appunto, come una parte della vita stessa.
L'argomento è talmente privato e spinoso per le implicazioni psicologiche, etiche, morali ed anche giuridiche, da rappresentare un tabù, qualcosa di cui è quasi impossibile parlare. Ed infatti, se tutti, ma proprio tutti, in città alla parola Brignano associamo immediatamente l'immagine del cimitero, sono certa che solo gli addetti ai lavori, o chi questo dolore lo ha toccato con mano, sanno cosa sia "La Casa di Lara".
La Casa di Lara è apparentemente difficile da trovare. Pur rientrando infatti nei servizi offerti dall'Asl, e pur essendo collocata presso l'ospedale Giovanni da Procida che, credo, sia il più antico nosocomio della città di Salerno, risulta essere un luogo separato e silenzioso ma non per cattiva volontà o trascuratezza ma perché, di questo sono certa, Casa di Lara, che è l'unico hospice presente al momento in città, così deve essere.
Un hospice è un luogo profondamente diverso da un ospedale, perché qui non si combatte più per cercare la guarigione, qui ci si arrende. Quando la malattia ha vinto, l'hospice offre al malato ed ai suoi familiari la possibilità di ritirarsi dalla battaglia, di non combattere più, di accettare le conseguenze estreme della malattia, ma senza perdere la dignità. Nella resa tutto cambia. Le stanze di degenza, ad esempio, nella Casa di Lara non sono individuate da numeri ma da nomi di fiori, il familiare non è un visitatore o qualcuno a cui dar conto ma è egli stesso una persona da accogliere, ascoltare, guidare, per far sí che possa affrontare al meglio il duro lavoro del lasciare andare. Persino gli arredi (dalle poltrone ai divani, dalle stanze di ritrovo, fino alla cucina presente in stanza) invitano il congiunto a fermarsi e non semplicemente a transitare.
Il malato, una volta arresosi, riprende ad essere una persona tutta intera, non è più identificato con la malattia, viene chiamato per nome, viene accudito e non solo curato. Il dolore non è più lo scotto da pagare, a fronte di una promessa di guarigione, ma qualcosa da arginare per lasciare spazio a parole, carezze, emozioni. Ed è proprio grazie a questa cura globale, a questo approccio integrato, che vede il malato (e non più la malattia) e la famiglia come un unico organismo, che spesso negli hospice avvengono dei "miracoli laici" che permettono ai malati di andar via più serenamente ed alle famiglie di accettare più serenamente la perdita.