Restrizioni anti contagio, Coldiretti: "Buco da 1 miliardo per gli agriturismi"
In provincia di Salerno 7500 coperti e 1900 posti letto
Redazione Irno24 09/11/2020 0
Un buco da oltre un miliardo per i 24mila agriturismi italiani stretti fra lo stop nelle zone rosse e arancioni e le limitazioni serali nelle aree gialle ma anche il crollo del turismo che rischia di compromettere il Natale. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sugli effetti dell’ultimo DPCM in riferimento all’emergenza Covid per un settore chiave dell’agroalimentare nazionale, che con 253mila posti letto e quasi 442mila posti a tavola pone il Paese al primo posto in Europa.
In Campania sono presenti oltre 700 agriturismi nelle cinque province, che fatturano quasi 30 milioni di euro all’anno tra ristorazione e ospitalità. Nonostante il recupero dell’estate si stima un buco del 40% entro fine anno. In Campania l’offerta agrituristica – prima delle prescrizioni anti Covid – poteva contare su circa 24mila coperti per la ristorazione/degustazione e circa 5mila posti letto al coperto, cui vanno aggiunte le quasi 700 piazzole per il camping. In provincia di Salerno gli agriturismi dispongono di 7500 coperti e i 1900 posti letto.
Un duro colpo - sottolinea Coldiretti - che arriva dopo che il primo lockdown ha azzerato le presenze in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate ha pesato l’assenza praticamente totale degli stranieri che in alcune regioni rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi. Sulle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e in quelle di massima gravità – prosegue Coldiretti – il nuovo DPCM sospende tutte le attività di ristorazione e quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi.
Si tratta di un colpo drammatico a più di 1 azienda agrituristica su 5 attiva livello nazionale con la cancellazione di oltre 140mila posti a tavola. Per la gran parte degli agriturismi, che si trovano lontano dai centri urbani, la pausa pranzo non è sufficiente per garantire la copertura dei costi e quindi si preferisce chiudere. Una situazione di crisi che rischia di essere aggravata dalle lentezze della burocrazia per l’arrivo degli aiuti alle aziende.
Gli agriturismi – conclude Coldiretti – spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
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Redazione Irno24 15/09/2022
Vendemmia 2022, Coldiretti Campania: "Produzione +4% ma costi +35%"
Un’ottima annata per il vigneto Campania. È quanto emerge dai dati diffusi da Ismea, Assoenologi e Uiv, che prevede un incremento della produzione del 4% per la vendemmia già in corso. “Un dato positivo che fa sicuramente ben sperare – commenta Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania – ma senza dimenticare che c’è ancora tanta strada da fare per la creazione di valore.
L’esplosione dei costi di produzione, che si prevede in un +35% per la vendemmia, ci costringe ancor di più a rivedere il nostro sistema organizzativo. Un colpo pesante che non può essere scaricato verso il basso, con il conto tutto sulle spalle dei viticoltori. C’è bisogno di un lavoro intenso sulla crescita dei vini campani sul mercato nazionale ed estero, così come occorre investire in nuove tecnologie, sulla transizione ecologica e sul contrasto ai cambiamenti climatici. Per fare questo dobbiamo spingere sulla cooperazione e sulle filiere”.
La campagna 2022 – si legge nel rapporto – si è caratterizzata per una stagione invernale piuttosto calda. Le temperature di 2-3° al di sopra della media del periodo si sono protratte fino alla fine di marzo, inizi di aprile. A questi periodi si sono intervallati impulsi di correnti di aria più fresca, caratterizzati da precipitazioni concentrate in pochi giorni. Un esempio di ciò si è registrato attorno alla prima decade di aprile, a cavallo proprio del germogliamento. L'alternarsi di temperature più calde e di pochi giorni di pioggia, che hanno rinfrescato l'aria, non ha determinato stress idrico per la vite.
Il germogliamento è infatti avvenuto con regolarità nella prima decade di aprile, seguito da un'ottima allegagione. L'elevata temperatura media ha causato un anticipo generalizzato sulle fasi fenologiche della pianta di 7-8 giorni. La buona escursione termica delle temperature giorno/notte fa prevedere un contributo positivo sulla qualità delle uve.
La superficie vitata della Campania è di oltre 24.000 ettari, di cui il 35% in montagna, il 51% in collina e il 14% in pianura. Sono presenti 4 Docg, 15 Doc, 10 Igt. La produzione di vino in Campania è stata nel 2021 di circa 1,4 milioni di ettolitri, poco più della metà è stata imbottigliata con marchi a denominazione di origine. Della produzione totale i vini rossi e rosati sono il 60%, mentre i vini bianchi il 40%. La produzione di uve è così distribuita: in provincia di Benevento circa il 41%, in provincia di Avellino il 29%, in provincia di Salerno circa 13%, in provincia di Caserta oltre il 9% e in provincia di Napoli si supera l’8%.
Redazione Irno24 17/01/2022
Confesercenti Salerno, allarme economia: anche il "caffè sospeso" è a rischio!
"E' questo l'ultimo probabile campanello di allarme per un rialzo incontrollato dei prezzi, per i quali almeno in questo caso accanirsi semplicemente con i pubblici esercizi risulterebbe davvero troppo superficiale; è però questa una costante che va avanti da troppi mesi, da anni probabilmente, senza che vi sia mai stato un vero controllo dei prezzi da parte delle istituzioni, specie con l'avvento della moneta unica.
Commercianti costretti ad aumentare i prezzi perché il costo dell’energia è aumentato in maniera sproporzionata e le materie prime idem, perché la mano dello “Stato” è debole, inefficace, in alcuni casi inesistente, per far sì che ci possa essere davvero una ripartenza dell’economia reale e paradossalmente i nostri commercianti devono proporsi sempre più all’esercito dei “nuovi poveri”, che inevitabilmente cresce, per incamerare qualcosa e mandare avanti le proprie attività e le proprie famiglie con dignità. Certificazione evidente di una crisi devastante della quale conosciamo soltanto i primissimi aspetti.
Bisogna assolutamente fare qualcosa per ridurre i costi di energia, trasporti e materie prime che faranno inevitabilmente lievitare i prezzi dei nostri commercianti. Oggi che la crisi socio‐economica incalza, questo aspetto diventa più rilevante, più evidente, ma se torniamo indietro con un piccolo esercizio di memoria - dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Salerno, Raffaele Esposito - è ben evidente che un controllo sui prezzi non è stato quasi mai praticato e, sempre facendo ricorso alla nostra memoria di consumatori, ci ricorderemo della mancata solidarietà che doveva esprimersi in questi mesi terribili di pandemia.
Occorrono politiche importanti e poderose per facilitare una ripresa vera e concreta, oggi con il rialzo dei prezzi delle materie prime e delle utenze le imprese sono in guai seri, mancate politiche energetiche strategiche probabilmente ci condanneranno sempre più in un vortice di oppressione fiscale fino a determinare un vero e proprio crack economico.
Dal canto nostro, il possibile e probabile aumento del prezzo del “simbolo” della convivialità ormai quasi dimenticata, e per la quale tutti vorremmo “lavorare” per riconquistarla, rappresenterebbe l’emblema e la certificazione forse di una crisi senza fine alla quale bisognerà trovare presto una soluzione.
Non saranno certamente le imprese dei settori del commercio e del turismo a determinare gli aumenti più sconcertanti; basti vedere oggi in tema sanitario, tra mascherine, terapie domiciliari e tamponi vari, quanto spende una famiglia media alle prese con il Covid. Ragioniamo su questo e magari un buon caffè può essere ugualmente dolce anche se leggermente più caro. Attenti pero allo spettro della speculazione. È sempre in agguato e mortifica oltre ogni modo i tanti commercianti onesti".
Redazione Irno24 22/08/2022
Coldiretti, cibo come souvenir vacanze per un italiano su due
Oltre un italiano su 2 (56%) in vacanza quest’anno acquista prodotti tipici come souvenir, che si classificano come i preferiti nell’estate 2022, segnata dall’aumento dei prezzi del carrello della spesa, che rende ancora più preziosi i gustosi ricordi delle ferie. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè in occasione del primo grande controesodo delle vacanze, che sono finite per la stragrande maggioranza dei 35 milioni di italiani in viaggio durante l’estate.
Tra le specialità più acquistate primeggiano a sorpresa i formaggi, davanti a salumi, dolci, vino e olio extravergine d’oliva, ma va forte anche il “ricordo virtuale” con quasi un italiano su due (42%) che ha postato sui social fotografie dei piatti consumati al ristorante o preparati in cucina durante le vacanze. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza recente, favorita – sottolinea Coldiretti – dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, aziende e mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Particolarmente apprezzate sono state infatti le scelte alternative per conoscere – sottolinea Coldiretti – una Italia cosiddetta “minore”, dai parchi alla campagna, dalla montagna fino ai piccoli borghi, che ben il 70%% degli italiani in vacanza dichiara di visitarli, magari anche solo con una gita in giornata. Molto gettonati secondo Terranostra e Campagna Amica i 25mila agriturismi presenti in Italia, spinti dalla ricerca di un turismo più sostenibile, che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività, con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
Nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche. La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile – spiega Coldiretti – delle vacanze in un Paese come l’Italia, che è leader mondiale del turismo enogastronomico, potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 316 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5450 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica.