Salernitana retrocessa, tempo di giudizi: solo in due sopra la sufficienza
I granata hanno fluttuato quasi costantemente in zona retrocessione durante il campionato
Andrea Montinaro 26/06/2025 0
È il momento di tirare le somme. È il momento di riordinare idee, emozioni, delusioni e incanalarle verso una riflessione a tutto tondo, che possa tramutarsi in un’analisi fredda e cinica di un’altra stagione disastrosa, che in tutto e per tutto si è dimostrata essere un bruttissimo sequel di quanto visto già la stagione scorsa in Serie A. Due anni di errori ripetuti, di superficialità, di approssimazione, di mediocre gestione societaria e tecnica che hanno condotto la Salernitana, come in una lunghissima e agonizzante marcia funebre, dal miglior risultato sportivo della sua storia nel 2023 all’epilogo più brutto che si potesse immaginare: la retrocessione in C.
Adesso c’è la necessità di tirare un linea, di mettere un punto e ripartire, ma per farlo bisogna analizzare e comprendere cosa e chi ha portato la Bersagliera fino a questo punto; le cause principali che hanno delineato lo scenario nefasto che abbiamo visto pochi giorni fa all’Arechi, dove la Salernitana non è riuscita a mantenere nemmeno quel briciolo di dignità che i suoi tifosi le avevano chiesto.
Nell’ultimo mese, la situazione giudiziaria che ha gravitato attorno ai playout non ha agevolato la preparazione di una doppia sfida così importante. Non si può negare che la conduzione della Lega e di Gravina sia stata più che discutile e le conseguenti polemiche, per una regolarità di un campionato compromessa, siano giustificate. Il fallimento del sistema calcio italiano è sotto gli occhi di tutti, tuttavia non siamo alla ricerca di alibi e dobbiamo discernere i due ambiti per tracciare un’analisi giusta e critica.
La colpa della retrocessione non può essere solo della FIGC, non si può scappare dalle proprie responsabilità e ricercare un “nemico” esterno che aiuti a nascondere le proprie mancanze, anche perché sarebbe proprio il punto peggiore da cui ripartire in vista della prossima, difficilissima, stagione in terza serie. Non possiamo dimenticare che i granata hanno fluttuato quasi costantemente in zona retrocessione durante questo campionato e che solamente all’ultima giornata sono riusciti ad acciuffare un playout insperato. L’epilogo controverso di questa stagione ha delle radici ben più profonde. Ecco perché un "pagellone" finale, nudo e crudo, può aiutare a fotografare il clamoroso insuccesso della l’Salernitana.
Voto zero a Danilo Iervolino
Non ce ne voglia il presidente, ma è la sintesi della gestione di due anni che si sono rivelati i peggiori della storia granata. Non dimentichiamo i giri di campo in festa e col petto in fuori quando le cose andavano bene e il futuro sembrava roseo, tuttavia ai primi dissensi e alle prime difficoltà, in un mondo che probabilmente si è dimostrato essere diverso da quello che lui immaginava, ha abbandonato la nave ed è scomparso per mesi, ricomparendo magicamente quando ormai era già tardi. Otto allenatori cambiati in due anni, scelte approssimative e superficiali, come il ritorno di Colantuono al terzo mandato in panchina granata. Una "non scelta" che ha piazzato la pietra tombale su un progetto sportivo che non è mai esistito.
Voto 2 all'ad Maurizio Milan
Lo valutiamo come riflesso ed estensione della cattiva gestione di Iervolino. Brutte le schermaglie con il ds Petrachi ad inizio stagione, i segnali di una frattura precoce tra chi voleva ambire a qualcosa in più e chi invece, fedele alla proprietà, puntava solamente al vivacchiare. Il nuovo ds Valentini (voto 5) è arrivato in una situazione compromessa, tuttavia le sue operazioni non hanno sortito gli effetti sperati, sebbene sia più giustificabile rispetto ad altri.
Voto 5,5 a Pasquale Marino
Ha il merito di aver fatto sperare l’ambiente in una salvezza che era diventata un miraggio. Il suo voto si abbassa inesorabilmente per la gestione tecnica, atletica e psicologica non all’altezza per i playout. Anche con tutte le attenuanti di questo mondo per la situazione anomala, la Salernitana ha disputato andata e ritorno sotto ritmo, offrendo prestazioni troppo negative e poco propositive per una squadra che si sta giocando tutto.
Voto 3 a Roberto Breda
Tre come le vittorie che è riuscito a conquistare nella sua infelice parentesi, nella quale non è riuscito a trasmettere granchè ad una squadra, apparsa senz’anima durante tutta la sua gestione. Esonerato troppo tardi, con lui questa squadra sarebbe retrocessa direttamente in anticipo.
Voto 6,5 a Ferrari ed Amatucci
Il primo ha dato sempre l’anima ed è stato l’unico a crederci fino alla fine: il suo viso e la sua postura durante l’interruzione del match con la Samp la dice lunga su quanto ci tenesse e quanto fosse emotivamente provato. Il secondo, giovanissimo, ha retto la baracca del centrocampo per tutta la stagione senza mai rifiatare: unica luce in mezzo al buio totale, sempre con l’atteggiamento giusto, personalità e qualità a servizio dei compagni. È calato nel finale di stagione, ma era prevedibile.
Voto 4 a Soriano e Verde
Gli uomini da cui ci si aspettava di più, quelli che hanno più deluso in rapporto alla attese. Per entrambi pochi barlumi e poca incisività, più che trascinatori si sono dimostrati due calciatori in flessione. Quattro è il voto che ci sentiamo di dare a tutto il resto della squadra, che non ha mai dato l’impressione quest’anno, se non i rari casi, di essere connessa ad un obiettivo con l’anima, le gambe ed il cuore.
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