Salerno, sospensione idrica in zona "Mutilati" il 21 Marzo
Interruzione dell'erogazione dalle ore 11 alle ore 15
Redazione Irno24 18/03/2022 0
Sistemi Salerno comunica che, al fine di eseguire interventi di manutenzione straordinaria in Via Guglielmo da Ravenna, altezza civico n° 22, si rende necessario sospendere l’erogazione idrica Lunedì 21 Marzo, dalle ore 11.00 alle ore 15.00, alle seguenti strade e traverse limitrofe: Via Guglielmo da Ravenna, Via Raffaele Capone, Piazza Principe Amedeo, Via Paolo Diacono, Via San Gregorio VII, Via Pompeo De Ruggiero.
Si avverte che, nella fase di ripristino dell’esercizio, pur in costanza dei requisiti di potabilità, potrebbe rilevarsi la presenza di acqua torbida. Il fenomeno è naturalmente superabile lasciando scorrere l’acqua dal rubinetto prima di utilizzarla.
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Redazione Irno24 23/02/2023
Presentate le "Gare Matematiche Salerno", la finale il 19 Aprile
Questa mattina, a Salerno, nella Sala del Gonfalone a Palazzo di Città, si è tenuta la presentazione del progetto “Gare Matematiche Salerno 2023”. L'assessore alla Pubblica Istruzione, Gaetana Falcone, ha illustrato i dettagli dell'iniziativa, che si svilupperà in tre fasi (la finale il 19 Aprile) e sarà rivolta agli alunni delle classi quarte della Scuola Primaria e classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado del Comune di Salerno e della provincia.
Redazione Irno24 20/01/2021
Malavita in trasporto infermi e pompe funebri, in arresto uomo del "carosello ambulanze"
Dalle prime ore di questa mattina, la Squadra Mobile di Salerno e la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Centrale Anticrimine, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno, sta conducendo una vasta operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri.
In particolare, la Squadra Mobile di Salerno sta eseguendo una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di un imprenditore di Capaccio Paestum (SA) e di ulteriori 10 soggetti, responsabili, a vario titolo, di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Contestualmente, la Divisione Anticrimine sta eseguendo un provvedimento di sequestro di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Salerno, concernente beni di associazioni di soccorso pubblico e ulteriori assetti societari per un valore di circa 16 milioni di euro.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Salerno e delegata alla Squadra Mobile di Salerno trova la sua genesi negli avvenimenti successivi al voto amministrativo per l’elezione del Sindaco del Comune di Capaccio Paestum del 9 giugno 2019, allorquando erano stati denunciati alcuni episodi di utilizzo “improprio” di ambulanze del 118 che avevano inscenato un “carosello” tra le strade della cittadina per festeggiare il risultato elettorale.
Gli approfondimenti investigativi permettevano di raccogliere evidenze probatorie che consentivano di inquadrare Roberto Squecco quale gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate società di onoranze funebri, associazioni e società solo formalmente intestate a parenti e collaboratori del predetto; in particolare, la figura di Squecco emergeva anche per i precedenti penali di rilievo (condannato, infatti, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore operante proprio nel settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) e per essere stato già sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale;
nonostante ciò, il predetto continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, affatto giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle società funebri controllate e di mero volontario delle associazioni/onlus allo stesso riconducibili. Ed invero, lo Squecco ricopriva formalmente ruoli marginali all’interno delle società ed associazioni a lui riconducibili al solo fine di non farne trasparire la titolarità e gestione diretta nel tentativo di eludere l’eventuale applicazione a suo carico di misure di ablative in sede di prevenzione.
Nell’ambito di detta attività d’indagine, già a far data dall’ottobre 2019, venivano eseguiti, nei confronti di Squecco e di ulteriori soggetti, prestanome del predetto, sequestri preventivi di alcune società ed associazioni, operanti nel settore del trasporto e soccorso infermi in convenzione con l’A.S.L. di Salerno e delle onoranze funebri nonché dei beni strumentali delle stesse; venivano altresì sottoposti a sequestro conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di ingenti somme di danaro pari a circa 500.000,00 euro.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine di Salerno hanno eseguito, nei confronti di Squecco, un decreto di sequestro di prevenzione di beni e assetti societari, per un valore di circa 16 milioni di euro. L’Autorità giudiziaria ha valutato positivamente le risultanze delle indagini svolte, rilevando la pericolosità sociale dello Squecco sia “qualificata” (quale appartenente alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p., nello specifico al clan “Marandino”, e quale soggetto indiziato del delitto di cui all'articolo 512 bis c.p., trasferimento fraudolento di valori) che “generica”, poiché soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuose.
In particolare, il Tribunale, concordando con la richiesta delle Autorità proponenti, ha evidenziato che lo Squecco è da considerare soggetto socialmente pericoloso sin dalla seconda metà degli anni ’90. Risalgono a quel periodo, infatti, le denunce per truffa, ricettazione, violazione delle norme tributarie, traffico di carte clonate, nonché le operazioni di distrazione di beni e capitali poste in essere in danno dei creditori delle società da costui amministrate, formalmente o di fatto, poi dichiarate fallite.
Condotte queste ultime grazie alle quali lo Squecco ha accumulato un ingente capitale illecito, di oltre 3 milioni di euro, successivamente reinvestito in diversi settori imprenditoriali, e per le quali ha riportato due condanne per bancarotta fraudolenta. Il provvedimento, inoltre, ha evidenziato, che negli anni 2012–2014, l’imprenditore salernitano ha manifestato anche una pericolosità sociale di tipo qualificato, derivante dalla vicinanza al clan camorristico “Marandino”; infatti, nel 2014, egli è stato tratto in arresto per partecipazione ad associazione di stampo camorristico ed estorsione aggravata. Fatti per i quali è stato condannato, definitivamente, con parziale riforma nella forma tentata del delitto estorsivo aggravato dal metodo mafioso.
In tale arco temporale, Squecco, anche grazie al reinvestimento dei proventi di reati tributari, ha, di fatto, continuato a mantenere il monopolio nei servizi delle onoranze funebri e del pubblico soccorso nei comuni cilentani di Agropoli, Acerno e Capaccio, attraverso la creazione di nuove associazioni e società intestate a prestanome ovvero infiltrando imprese di terzi già attive, in modo da sfruttare, in maniera occulta, mezzi e licenze altrui conseguendo, pertanto, un notevole arricchimento.
Sotto tale ultimo profilo, viene stigmatizzato, altresì, il complesso sistema di fatturazioni per operazioni inesistenti realizzato dal predetto attraverso società cartiere operanti nel settore sanitario, che ha fruttato, solo nel periodo 2017/2019, introiti per circa 1 milione di euro, successivamente riciclati nelle casse di altre Onlus non operative sempre riconducibili a Squecco, e distratti per finalità personali o per creare provviste di denaro contante.
Gli approfondimenti economico-finanziari, hanno, altresì, documentato come Squecco abbia reinvestito le somme illecitamente acquisite con le due importanti e risalenti bancarotte fraudolente, compiendo diverse operazioni commerciali, tra le quali spiccano per la particolare rilevanza: in primo luogo, l’acquisto, attraverso la società Pianeta Paestum S.r.l, di 12 terreni ubicati in Capaccio (SA), dell’estensione di circa 18 ettari, per l’importo dichiarato di 1.600.000.000 delle vecchie lire, il cui attuale valore, sulla base della relativa destinazione urbanistica e delle potenzialità di sfruttamento che li contraddistinguono, è stimabile in circa 15 milioni di euro; tra le varie progettualità che hanno interessato i citati terreni, nonché altri appezzamenti limitrofi, vi era quella di realizzare un parco divertimenti tematico, con l’intervento delle amministrazioni Comunali di Capaccio e Agropoli; in secondo luogo, la costituzione di due compagini societarie in Romania, attive nella produzione e vendita di prodotti caseari, registrate fra il 2002 ed il 2009, titolari di immobili in quel Paese.
Pertanto, alla luce degli elementi esposti, nonché degli accertamenti esperiti attraverso una specifica richiesta di Commissione Rogatoria alle competenti Autorità Romene, il Tribunale ha disposto il sequestro di una società con sede in Italia, 2 associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni siti in Capaccio Paestum (SA), 1 terreno sito a Zimbor (Romania), per un valore complessivo stimato di circa 16 milioni euro.
Con riferimento, in particolare, al bene immobile situato in territorio estero, è stata attivata, per la prima volta nel nostro Paese, la procedura introdotta dal nuovo Regolamento (Ue) 2018/1805 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 novembre 2018, per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca.
NOTA STAMPA QUESTURA DI SALERNO - OPERAZIONE “CROCI DEL SILARO”
Redazione Irno24 03/11/2022
Salerno, Fp Cgil scrive al Sindaco su nuova sede Comando Vigili Urbani
"Gentile Sindaco, la Polizia Locale di Salerno svolge sul territorio comunale un incessante e preziosissimo lavoro a tutela della sicurezza e della convivenza civile. E’ anche noto che quello della Municipale è il corpo di Polizia più a diretto contatto con la cittadinanza, a causa del rapporto di prossimità con il territorio che vede gli agenti della P.M. impegnati sempre più spesso nell’esercizio di repressione e sanzione delle infrazioni sulle strade.
Il Comando di Salerno dovrà a breve implementare una serie di iniziative, comunicative ed operative, volte ad un avvicinamento della P.M., e di riflesso dell’Amministrazione, ai cittadini, affinché possano individuare la Polizia Municipale come elemento di sicurezza e supporto allo sviluppo della vita sociale e non come, semplicemente, un organo “punitivo”, così come a volte rappresentato. Questo tentativo di avvicinamento ai cittadini non può, però, essere mortificato dalla lontananza fisica del Comando dalla Città: oltre a limitarne l’operatività, rappresenta anche un vulnus per i cittadini.
È noto come il Comando di Via Dei Carrari, oltre ad essere localizzato alla periferia estrema, è anche assolutamente distante dalle linee del trasporto pubblico, rendendolo di fatto inaccessibile a chi non dispone di un mezzo privato. Allo stesso modo, anche i mezzi privati hanno serissime difficoltà a frequentare gli uffici della P.M., in quanto non esiste alcuna possibilità di parcheggio all’esterno della struttura, con la conseguenza di essere costretti a parcheggiare sulla strada, in palese divieto.
È nostra responsabilità, però, dover segnalare la più grave delle criticità: l’inadeguatezza strutturale dei locali di Via dei Carrari. L’edificio è palesemente fatiscente, confinante con un altro edificio fatiscente, e con forti elementi di rischio per i lavoratori e per gli utenti. Sprovvisto di presidi indispensabili come una cella di sicurezza per i fermati, con le problematiche operative più volte rimarcate, con livelli di adeguatezza funzionale nemmeno lontanamente accostabili agli standard previsti dalla norma, e con innumerevoli carenze anch’esse più volte manifestate.
Adeguare la struttura esistente, oltre ai costi esorbitanti, e senza una certezza del raggiungimento degli obiettivi minimi in breve tempo, non risolverebbe il problema della lontananza e la difficoltà di raggiungimento da parte dei cittadini. Occorre, perciò, un radicale cambiamento della sede, da localizzare in un’area adeguata e dignitosa per il prestigio del Corpo, che sia in possesso degli spazi necessari e, soprattutto, più facilmente raggiungibile dai cittadini.
Le diverse disponibilità immobiliari del Comune di Salerno potrebbero consentire, a nostro avviso, la risoluzione della problematica in tempi brevi, in maniera efficace e con il minimo dispendio di denaro pubblico. Tra le diverse strutture disponibili, ad esempio, vi è la Palazzina Liberty di Fratte, ex sede delle manifatture cotoniere. Si potrebbe prestare, con minimi lavori di adeguamento, ad ospitare in maniera finalmente dignitosa e vicina alla popolazione il comando della Polizia Municipale, rappresentando un presidio di prossimità dell’Amministrazione comunale".
Il Segretario FP CGIL Salerno, Antonio Capezzuto