Squadra da rifare, piazza da risollevare: la Salernitana ha fretta
Rilancio con margini di errore ridotti all’osso, parole accompagnate dai fatti nel più breve tempo
Andrea Montinaro 03/07/2025 0
Ripartire e farlo subito. C’è poco da rimuginare su ciò che è stato e non è stato, il tempo di nascondersi dietro un dito è passato ed è controproducente tergiversare: la Salernitana ha fallito dal punto di vista gestionale e sportivo e la C è semplicemente la velenosa conseguenza dell'organizzazione approssimativa degli ultimi due anni. Prevedere adesso se il presidente Iervolino può essere la soluzione al tracollo compiuto è davvero operazione complicata e non ci sentiamo di poter azzardare supposizioni.
Negli ultimi giorni riecheggiano le dichiarazioni dell’imprenditore di Palma Campania, che si è scusato, giustamente e obbligatoriamente, con la piazza di Salerno e ha promesso impegno e volontà nel ricostruire e ripartire con idee più chiare e con un progetto ambizioso per il futuro. Un rilancio con margini di errore ridotti all’osso e parole che, per forza di cose, dovranno essere accompagnate dai fatti nel più breve tempo possibile. Siamo a luglio e al ritiro pre-campionato non manca molto: le mosse repentine di prendere un ds (Faggiano) e un allenatore (Raffaele) sono state già compiute, ma sono semplicemente la base di un lavoro complicatissimo che il nuovo organigramma dovrà svolgere per poter consegnare una rosa almeno "numericamente" presentabile al nuovo mister il 14 di luglio.
L’impresa è ardua, ad oggi i calciatori sotto contratto sono solamente 15, di cui 9 sono tornati dai prestiti e nessuno di questi sembra aver voglia di rimanere: Lovato, Daniliuc, Bradaric, Sambia, Legowski e Maggiore attendono tutti di cambiare aria. Solamente Sepe, Njoh, Ghiglione e Tongya sono i reduci della stagione appena conclusa, insieme a qualche giovane che comunque difficilmente rientrerà nei piani del nuovo allenatore. Kastanos, riscattato dal Verona, non tornerà; Bronn è già partito a titolo gratuito; Soriano, Simy, Ferrari, Hrustic e Jaroszynksi hanno concluso il loro contratto il 30 giugno.
Insomma, la squadra è da rifare da zero e la difficoltà risiede soprattutto nel trovare profili adatti per affrontare un campionato difficilissimo come la Serie C, dove il livello si abbassa terribilmente e la differenza tecnica e fisica tra le compagini si assottiglia. Il tempo non sarà amico del nuovo ds Faggiano, dal quale ci si aspetta l’esperienza giusta per poter dare forza alle promesse di Iervolino. Va ricostruito minuziosamente ogni reparto, dal portiere fino al reparto offensivo (ad oggi completamente sguarnito). Non possiamo fare altro che aspettare e rimanere spettatori vigili di una ripartenza che deve essere sostenuta dai fatti.
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L’analisi del match deve rimanere in costante equilibrio sulla linea che divide la realtà e l’illusione, cercando di trovare quei pochi spunti costruttivi che la serata di ieri può aver lasciato. L’illusione sarebbe sicuramente il cercare di far passare l’umiliazione di ieri come inevitabile, racchiudendo la partita contro la Juventus nella categoria di “quelle che non fanno testo”. Sarebbe troppo facile ridurre tutto alla mancanza di stimoli (squadra concentrata sulla salvezza) e di uomini per giustificare la gita che i granata hanno fatto a Torino.
La realtà è che la Salernitana, al di là delle assenze, non si è presentata sul rettangolo di gioco, rendendo la partita della Juventus di Allegri troppo facile da condurre fino al 90°: i bianconeri non infliggevano 6 gol ai suoi avversari dal gennaio 2015 (sempre in Coppa Italia) e non vincevano da ottobre contro il Torino con almeno 2 gol di scarto, ad evidenziare che la Vecchia Signora non è sicuramente una macchina da gol.
L’obiettivo principale rimane quello della salvezza, ma l’atteggiamento non può essere quello visto contro la Juventus e domenica all’Arechi andrà in scena il replay, nel quale servirà tutt’altra Salernitana: recupererà Candreva e probabilmente ritroveranno spazio dall’inizio Costil, Fazio e Gyomber, ma la lista degli assenti non sarà poi tanto più corta rispetto al match di Coppa.
Qui subentra il lavoro di Inzaghi, che dovrà trovare la giusta chiave di lettura della sconfitta e riuscire a trasmettere ai ragazzi tutto quello che non hanno fatto vedere nel match di ieri: il capitale umano a disposizione dell’allenatore piacentino è limitato, ora più che mai servirebbero nuovi innesti per poter affrontare un gennaio ricco di impegni difficili e probanti contro Juve, Napoli, Genoa e Roma.
Le falle di una rosa non adeguata sono sotto gli occhi di tutti e la partenza di Mazzocchi ha aumentato ancora di più questa percezione; tocca a Sabatini rattoppare quello che di sbagliato è stato fatto nella campagna acquisti estiva, nella quale con troppa superficialità non si è provato a migliorare una difesa già non impermeabile durante la stagione scorsa (terza difesa più battuta), un centrocampo e un attacco costruiti in maniera approssimativa e senza uomini di qualità ed esperienza che potessero realmente dare una mano.
La salvezza è possibile e il gap è tutt’altro che incolmabile ma adesso, oltre che sul campo, bisogna dare una risposta anche sul mercato, per cercare di raddrizzare una stagione finora minata da troppi errori e peripezie.