Stole, gioielli, borse: la creatività di Carmen Savino non ha limiti

La sua arte si fonde con l'artigianato e dà vita a prodotti unici ed irripetibili

Anna De Rosa 29/07/2023 0

Come si fa a possedere una borsa o un vestito senza tempo? Preziosa proprio perché unica nel suo genere? Si ricerca l’arte che si fonde con l’artigianato. L’arte fatta a mano da un’artista che, proprio perché lavora con le mani e la sua emotività, realizza ogni volta qualcosa di unico e irripetibile. È il caso di Carmen Savino, che dipinge su tessuti e su tele: sulla base della sua creatività, diventano foulard, stole, gioielli, scarpe, borse.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a S. Michele di Serino, un piccolo paese nella verde Irpinia, a pochi chilometri da Avellino, ma sono cresciuta e ho studiato a Salerno, la mia amata città.

Che tipo di persona sei? Come è iniziato il tuo percorso artistico?

Sono una persona molto tranquilla, riservata, dotata di una buona dose di curiosità, ed è stata grazie a questa che ho imparato a fare le cose che faccio. Non ho trovato particolare fatica nel farle, credo sia la passione che mi aiuta a realizzare tutte le mie creazioni, unitamente alla fantasia e al forte desiderio di vederle realizzate. Le motivazioni che mi hanno spinta a dipingere sono innanzitutto una passione innata (non ho frequentato l'artistico, ho imparato da me) e il forte desiderio di vivere l'esperienza pittorica. Sulla tela mi sembrava ti poter dimenticare ansie e preoccupazioni.

La prima cosa è dare libero sfogo alla mia voglia di arte, intendo lasciare libera la mia immaginazione, trasformare le mie sensazioni di quel momento attraverso i colori e vederli poi nel disegno prima e nel dipinto dopo. È una sensazione bellissima, molto personale, e non è mai la stessa. Per libertà intendo: perché devo dipingere il cielo di blu o di azzurro? Per me "il mio cielo" può avere anche sfumature di verde o corallo.

Come nasce una tua opera?

Nasce nel momento in cui inizio a tracciare dei segni su un foglio bianco; poco per volta, danno vita ad una forma, che coi colori e le sfumature raggiungono la pienezza finale. Ma, prima ancora di tutto questo, c'è sempre il voler esprimere o trasmettere qualcosa. Come soggetto scelgo sempre qualcosa che mi emoziona.

Cos’è per te l’ispirazione?

Qualcosa che proviene sempre dall'esterno, per cui potrebbe essere di tutto: dall'ascoltare una musica all'ammirare una farfalla che si adagia su un fiore; osservare il mare, il cielo, oppure un volto. Una cosa che mi attrae molto è l'espressione di un volto e riuscire a riportarla nel dipinto.

I riferimenti artistici che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?

L'artista che mi ha maggiormente influenzata è stata senza dubbio Frida Kahlo. Inoltre, un riferimento molto importante per me è un'eccellente artista calabra, Nunzia Colucci. Ci siamo conosciute sul web e devo dire che sono rimasta letteralmente rapita dalla sua arte. Nei suoi dipinti prevale una spiccata nota di sensualità, come ho notato in pochi altri dipinti. Ha una tale maestria nel dipingere, che rende le sue opere originali e uniche. Nunzia è stata l'artista che mi ha spinta a dipingere su tela, invitandomi a farlo con i colori ad olio (avevo sempre usato solo gli acrilici, per dipingere su seta e altre fibre vegetali). Lei mi sprona moltissimo e riesce a guidare la mia mano anche a distanza.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Nel nostro Paese, così come nella città di Salerno, ci sono tantissimi artisti. Alcuni quotati nella giusta misura, altri meno. Le gallerie sono un'ottima vetrina, che non sempre ci si può permettere. Purtroppo dobbiamo dire che non si vive di arte, al massimo ci si nutre. L'arte non ha mai garantito guadagni e fama, eppure oggi l'illusione di avere a disposizione un network e un pubblico potenzialmente raggiungibile in tutto il mondo, grazie a Internet e alle tecnologie digitali, indurrebbe a credere che il processo di "monetizzazione" sia molto più semplice.

Progetti futuri?

Sto realizzando borse da passeggio, per serate ed occasioni, con tessuti particolari. Praticamente "borse gioiello" un po' vintage. Anche in questo con la giusta guida dell'artista Colucci, per la sua fantasia nel renderle uniche e particolari e per il disegno dei modelli.

Potrebbero interessarti anche...

Anna De Rosa 10/04/2023

Il vissuto che diventa dipinto, l'arte intimista di Anna Ciufo

Il percorso artistico di Anna Ciufo si è arricchito, negli anni, di spunti materici molto evidenti; lo stile, ispirato all’onirico, è preminentemente informale. Le preferenze tematiche sono fortemente orientate all’introspezione e alla reinterpretazione della realtà. Nelle sue opere utilizza l’acrilico, il più delle volte su tela, ma anche su masonite e legno, su cui stende uno strato materico che rende il supporto scabroso, disomogeneo, a volte sconnesso.

Anna Ciufo si è distinta, in qualità di insegnante, per innumerevoli progetti extracurricolari volti alla valorizzazione dell’arte mediante la sensibilizzazione dei bambini all’uso di tali forme espressive, anche e soprattutto attraverso l’esperienza diretta. Ha scritto di arte e letteratura per la rivista online “Lapilli” ed ha curato la presentazione di artisti in cataloghi e mostre; i suoi articoli sono stati pubblicati su note riviste specializzate, le sue opere sono presenti in “Artisti '19” e “Catalogo dell’Arte Moderna”, la sua attività è stata recensita su riviste come “Arte” e “Art Now”, ha realizzato mostre in Italia e all'estero.

Hanno detto di lei: “L’arte di Anna Ciufo spazia dall’espressività della non forma a composizioni dove sono interpretate situazioni di definita connotazione figurale, rivelando un’inquietudine che mira a formalizzare suggestioni di ordine spirituale. Nell’informale, usa una tecnica personale che le permette di creare coinvolgenti tessiture cromatiche, che corrugano la superficie con leggerezza. Il filo conduttore dei suoi lavori è la sua necessità di sperimentare, alla ricerca di nuove soluzioni espressive che siano in grado di trasmettere con efficacia i personali vissuti emotivi” (Paolo Levi).

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a Formia e lì ho vissuto per 28 anni. Mi sono poi trasferita a Salerno per esigenze familiari, attualmente vivo a Pellezzano.

Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?

L’interesse per l’arte si è sviluppato in me piuttosto precocemente, intorno ai 13 anni, parallelamente a quello per la poesia. Inizialmente si trattava più che altro di curiosità: sfogliavo libri d’arte ed ero attratta da segni e colori che, nella loro simbiosi, mi comunicavano sensazioni forti, quasi viaggi onirici. Anche la lettura di versi mi forniva strumenti di comunicazione, che la mia timidezza non mi permetteva di utilizzare efficacemente.

Poi, il mio docente di educazione artistica si accorse della mia capacità di esprimermi iconicamente, con originalità e fantasia, per cui mi incoraggiò ad esercitarmi, a seguire quella strada, ad iscrivermi al Liceo Artistico, cosa che mi fu proibita dai miei genitori. Ciononostante, proseguii in tal senso, seguendo la mia passione, con l’aiuto costante del Prof., artista laziale molto conosciuto ed apprezzato, che mi fornì anche l’occasione di realizzare le mie prime piccole mostre.

Che tipo di persona sei? Cosa ti caratterizza? Quali sono i tuoi valori e le tue priorità?

Sono piuttosto riservata e, diversamente da quanto appaia, tendo costantemente a mettermi un po’ troppo in discussione, difetto che qualche volta mi viene in soccorso giacché mi sprona a criticare costruttivamente il mio operato e a migliorare. Una delle doti che tutti mi riconoscono è la lealtà, una trasparenza che non lascia spazio ai compromessi; confesso che questa caratteristica mi inorgoglisce, mi fa sentire in pace con me stessa e con il prossimo.

Essendo un’insegnante, ed avendo una famiglia da seguire, non nascondo che coltivare la passione per la pittura mi è costato non poca fatica; spesso ho dovuto sospenderla per far fronte a impegni a cui dovevo dare necessariamente la priorità, ma ho sempre creduto che la vita non faccia altro che proporci delle scelte davanti alle quali non possiamo tirarci indietro, ed è proprio nel contenuto di quelle scelte che risiedono i miei valori. D’altra parte, quando ho potuto, mi sono esercitata, sempre con impegno, curiosità e col desiderio di sperimentare tecniche diverse: l’incoraggiamento e il contributo professionale del mio Maestro mi hanno permesso di imparare e migliorare, fondendosi con il mio impegno.

Come nasce una tua opera?

Il più delle volte tratto la tela in modo tale che diventi scabrosa, visto che non amo le superfici omogenee; poi la guardo a lungo e, parallelamente, “osservo” la mia interiorità che, inevitabilmente, è stata influenzata, arricchita, agitata da ciò che ho letto, ascoltato o visto nelle ore o nelle giornate precedenti. Lentamente, sulla tela, fra i rilievi e le sgranature, affiora il mio sentire e si materializza. E’ una sorta di travaso: le mie emozioni, i miei pensieri si allontanano da me per fissarsi sulla superficie che ho davanti, ed è in quel momento che mi riconosco, che so di essere ciò che sono, scoprendo il contenuto del messaggio.

Cos’è per te l’ispirazione?

Il desiderio di comunicare prescindendo dal linguaggio comune; le parole, troppo spesso, dimostrano la loro debolezza dinanzi a fatti inenarrabili, tanto gravi, profondi, dolorosi da lasciarci incapaci di esprimerci. E’ così anche nella gioia. Ed è in questi casi che l’arte soccorre e consola, arricchendoci di una punteggiatura, di coniugazioni e paradigmi che mai nessuna sintassi potrà mai offrirci.

Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

Potrei definirmi intimista, sia in poesia che nell’arte iconica. Tutto ciò che dipingo è il mio vissuto, la realtà filtrata dalla mia sensibilità e trasfigurata; sono le mie paure, i miei desideri, i miei stupori, le domande che mi risuonano nella mente, i dubbi esistenziali. Ciò che rappresento sulla tela non è altro che la metafora di tutto questo.

I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?

Tutto ciò che ho visto e vedo durante i miei viaggi, ciò che leggo, i discorsi fatti in famiglia o con gli amici, le mostra visitate, i libri d’arte sfogliati, le notizie ascoltate, uno sguardo incrociato per strada, le bave dei discorsi altrui che mi giungono alle orecchie camminando in un luogo affollato, le luci della notte, il suono del mare sulla battigia. Tutto, nella vita, mi stimola, mi emoziona, mi può dare stimoli, che poi attendo di veder affiorare fra le trame sconnesse della tela.

La mia cifra stilistica, pur essendo intimista, onirica, vagamente surrealista, non è stata influenzata dai molti artisti del passato. che pur ammiro e dinanzi ai quali mi inchino, come Dalì, Magritte, De Chirico, i miei preferiti. Credo di poter affermare che il mio percorso, che inevitabilmente è anche il prodotto di ciò che in loro ho ammirato, non sia stato influenzato da nessuno di essi; è piuttosto l’elaborazione di vari elementi artistici che mi hanno segnata e che si sono trasfigurati in uno stile personale.

Artisti, galleristi, istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

Penso che ci sia ancora molto da fare, soprattutto nella nostra città. Tranne qualche sporadiche e felici realtà, si coltiva il proprio orticello disdegnando il confronto, che poi è l’unica cosa che fa davvero crescere; le istituzioni, purtroppo, sono interessate ad altro, come se l’arte fosse qualcosa di marginale. I locali che dovrebbero essere messi a disposizione per le mostre d’arte costano molto, tutto è lasciato alla buona volontà e alla costanza di chi si prodiga gratuitamente in tal senso!

Per quanto concerne i galleristi, pochissimi sono quelli che valorizzano l’originalità e le proposte innovative, privilegiando piuttosto opere facilmente commerciabili, per cui spesso si assiste a esposizioni di opere tutte uguali: in questo periodo, il pop rivisitato. Il pubblico è poco partecipativo, se non durante i vernissage. Insomma, la cultura artistica latita, a differenza di altre nazioni, ed è un vero peccato per l’Italia che, della cultura, è stata la vera culla, riconosciuta e apprezzata da tutti.

Leggi tutto

Anna De Rosa 30/08/2023

Design, pittura, architettura: i molti talenti di Marilina De Carolis

La sua passione per l'arte associata alla pittura, alla ceramica e all’architettura discende dagli studi e dagli interessi che hanno ruotato intorno a queste esperienze, strettamente legate tra di loro sul piano della percezione visiva, ai suoi stimoli di ricerca sulla composizione e scomposizione dell’immagine per analizzarne e individuarne la struttura, il tipo ed il modello rappresentativo, per poi ricrearlo in una realtà “immaginaria” di un mondo cromatico.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a Salerno. Ho vissuto per 15 anni a Cava de' Tirreni, adesso vivo a Salerno.

Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?

Ho conseguito la maturità artistica, perfezionando i miei studi di architettura e design, così come quelli della ceramica e scultura. Il mio percorso artistico è nato spontaneamente fin dalla mia giovane età ed è stata un'abilità espressa con grande naturalezza.

Quali abilità ti caratterizzano?

Tutte le mie emozioni e le mie idee le ho trasmesse su fogli e tele attraverso la pittura e il disegno, inoltre manipolando l'argilla. Sono una donna poliedrica e perfezionista, fin da giovane ho lavorato nel campo artistico e architettonico come disegnatrice e progettista; ho avuto esperienze come designer, elaborando prototipi per stilisti di moda con un mix di diversi materiali: seta, lino, iuta, pelle, ceramica.

Ho collaborato con vari artisti e aziende di ceramiche, riproducendo calchi di scultori e dipingendo pannelli antichi di artisti importanti di fine 800 e primi 900, che altrimenti sarebbero scomparsi con il tempo. Mio nonno, per dipingere, ricavava i colori dalle erbe e i fiori, tutti in famiglia abbiamo l'estro artistico. Ho imparato bene quello che so fare grazie alla caparbietà nello studio accurato di ogni tecnica ed alla voglia di sperimentare tutto ciò che si può realizzare di nuovo.

Come nasce una tua opera?

E' una sorta di scintilla interiore che si propaga come energia, dandomi l'ispirazione, e si trasforma in arte con colori e forme. Mi ispirano tutti i soggetti. Amo osservare la vita reale, cogliere l'attimo del sorgere del sole con i suoi colori brillanti, le sfumature del tramonto, l'odore dell'asfalto bagnato, il cinguettio degli uccelli, il fruscio delle foglie immerse in una folata di vento, le espressioni e gli atteggiamenti delle persone. Cerco di comunicare tutte le emozioni della realtà di tutti i giorni, attraverso colori e linee ben definiti che danno alla mia opera una precisa espressività.

I riferimenti artistici che ti hanno influenzato?

Vincent Van Gogh, che esprime i suoi sentimenti attraverso colori accesi e pennellate decise; Gustav Klimt, con le sue linee precise, colori definiti e l'uso dell'oro che lo portano fuori dai canoni tradizionali; Antoni Gaudì mi ha sempre affascinato per la sua capacità di creare edifici utilizzando forme naturali, con lo stesso procedimento con cui uno scultore crea un oggetto o un pittore crea una tela; Leonardo da Vinci, genio indiscusso, pittore e inventore, un riferimento per la sua poliedricità e la sua curiosità nelle scoperte e il suo perfezionismo e la voglia di spingersi sempre avanti.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

L'arte dovrebbe essere maggiormente valorizzata, bisogna impegnarsi più seriamente coinvolgendo anche piccoli centri di provincia con iniziative che esaltino l'arte in tutte le sue forme.

Cosa ti ha lasciato la pandemia?

I due anni di pandemia per me hanno rappresentato un momento di riflessione e introspezione; ho rivalutato l'essenza delle cose importanti, il rapporto con me stessa e con gli altri. Tutto quello che con la vita frenetica avevo perso. Mi ripropongo per il futuro di continuare ad impegnarmi nella mia arte e farla conoscere.

Leggi tutto

Anna De Rosa 30/04/2023

Il mare come elemento essenziale dell'opera di Clarita Laureti

Ho conosciuto Clarita Laureti anni fa. La sua arte perché mi piace, mi intriga, mi sorprende con il suo dipingere su superfici grandi per esprimere la sua fede, il suo tormento, la sua gioia, la sua realtà; le sue opere mi trasmettono emozione e meraviglia. I temi di Clarita sono espressione del suo sentire del momento, del suo cavalcare l’emozione che la vista porta nel suo stato d’animo.

Dove sei nata? Dove vivi?

Sono nata a Roma, ma vivo a Salerno da molti anni.

Qual è la tua formazione, che tipo di persona sei, cosa ti caratterizza?

Vengo da studi classici, mi sono laureata presso l’Università di Salerno in Pedagogia, ho preso la seconda laurea in Lettere e Filosofia e mi mancavano 7 esami per la laurea in Lingua e Letteratura straniere, facoltà che ho lasciato per dedicarmi a studi di economia e sono entrata in banca, dove ho lavorato per 40 anni.

Il mio pensiero va verso una vita con valori sani, la mia priorità sono i miei figli e nipoti, cui do rispetto e tutela. Sono una donna poliedrica, sportiva, amo dipingere e fare ceramica. Prediligo ambienti stimolanti, ricchi di novità, mi piace stare con persone estroverse, esuberanti, odio la solitudine; dedico il mio tempo libero alla pittura partecipando a collettive d’arte ed eventi.

Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico?

A 12 anni realizzai un pannello a scuola sui quartieri di Roma, riuscì così bene che venni premiata, compresi che l'arte era la mia passione; in realtà già all'asilo, a 3 anni, mi fu riconosciuta la bravura nel disegno quando mi cimentai in un acquarello. E poi ho continuato a dipingere, a interessarmi anche alla ceramica. Sono un po' figlia d'arte perché, da piccola, quando vivevo a Roma, mia zia, una pittrice quotata, mi portava nei salotti d'arte, nei musei e nelle gallerie dove esponeva.

Come nasce una tua opera? Cos'è per te l'ispirazione?

Amo la vita, il contatto con la natura, soprattutto il mare, qui al sud è l'essenza. I miei quadri riportano sempre l'azzurro del mare. Sono appassionata della musica di Beethoven, all'ascolto di tale bellezza mi ispiro e inizia il mio processo creativo. Dipingo volti di donne con sguardi evocativi amore, smarrimento, inseriti in paesaggi della Costiera Amalfitana che mi ha preso l'anima.

Il mare è elemento di riferimento sia nella vita (non a caso mi sono innamorata del mio allenatore di nuoto, che ho sposato in un matrimonio subacqueo) che nell'arte; è il mio focus, il mio soggetto preferito, mi permette di dimenticare le preoccupazioni quotidiane, i dolori, le ferite inferte dalla vita. La mia pittura è estemporanea, proviene da un impulso immediato, i colori predominanti nelle mie tele sono il turchese, l'azzurro e il blu cobalto.

Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

Lascio emozionare chi le guarda, recependo la mia emotività.

I riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato?

Mi piace Botticelli, mi sento vicina alla sua pittura, uno degli artisti che fu simbolo del Rinascimento con la sua splendida Venere, che rappresenta la potenza generatrice della natura. Mi piace anche Leonardo, perché è ossessionato dalla perfezione e dal tentativo di liberare dalla pietra le figure imprigionate. Provo una sensazione di stupore e meraviglia guardando le sue opere. Mi piacciono le sculture di Michelangelo.

Artisti, galleristi, istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

Credo ci sia ancora molto da lavorare, bisognerebbe coinvolgere non solo grandi città ma anche i piccoli centri e valorizzare l'attività degli artisti in una sana competizione, solo per passione e senza speculazione.

Leggi tutto

Lascia un commento

Cerca...