Colori vivaci e volti femminili caratterizzano l'opera di Giulia Del Pizzo
"L'ispirazione è quel desiderio che viene all’improvviso, guardando un tramonto o una foto"
Anna De Rosa 09/07/2023 0
Giulia Del Pizzo apprende dai maestri Sabetta la tecnica della pittura ad olio, poi continua da autodidatta utilizzando svariate tecniche, quali acrilico, acquarello, grafite, carboncino, matite colorate ed acquarellabili. Espone in diverse mostre collettive. Da due anni, insieme al Gruppo ARTISTE, ha organizzato, presso Palazzo Genovese a Salerno, una collettiva di minipersonali di pittura, ceramica e artigianato.
Dove sei nata? Dove vivi?
Sono nata e vivo a Salerno.
Quando e come è incominciato il tuo percorso artistico?
Nel 2009 ho incominciato a coltivare in modo concreto la passione del disegno e della pittura, frequentando per ben 5 anni “La Tavolozza”, il laboratorio di pittura della onlus del maestro Sabetta; passione che timidamente si era già insinuata in me quando, nel frequentare la scuola media, annessa all’Istituto d’Arte, ci facevano fare in alcune ore della settimana dei lavori di disegno e di argilla, che, cotti nel forno, davano vita a sculture bellissime.
Anche in famiglia, all’età di 11 anni, avevo continue frequentazioni con artisti tramite mio cognato, pittore professionista di scuola spagnola, Antonio Gammardella, nativo di Genova ma salernitano di adozione. Via via, nel corso degli anni, ho visitato assiduamente musei e gallerie d’arte.
Che tipo di persona sei? Cosa ti caratterizza nell'arte?
Se mi dovessi descrivere, posso dire di essere una persona molto fantasiosa e generosa. Però come do, tolgo, quando non ho più stima di qualcuno, ma senza rancore. Sono sempre in cerca di cose nuove, mai ripetitive, perchè prima o poi mi annoierebbero.
Dal punto di vista artistico, non saprei descrivermi, penso comunque di comunicare qualcosa di bello attraverso la mia pittura figurativa e anche contemporanea, che si distingue per l’uso di colori molto vivaci e gradevoli. I soggetti che mi attirano di piu sono i volti femminili, ma anche la natura e i paesaggi, la mia difficoltà è la gradazione dei colori nella ruota cromatica.
Come nasce una tua opera?
Nasce dal disegno, a cui poi do vita e forma con i colori acrilici o ad olio e anche la fusaggine.
Cos’e per te l’ispirazione?
E’ quel momento particolare, quel desiderio che viene all’improvviso, guardando un tramonto, una foto o anche notando, durante una passeggiata per strada, qualcosa di particolare, di voler imprimente sulla tela ciò che ha colpito gli occhi e il cuore.
Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Bellezza, gioia, sentimenti.
Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
Pensando a ciò che mi emoziona di più in un determinato momento della vita, per immortalarlo sulla tela.
I riferimenti artistici che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
Mi è piaciuto da sempre lo stile di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. E anche la pittura dei novecento napoletano, ma anche pittori salernitani viventi come Athos Faccincani. Mi piace molto anche la POP ART.
Artisti, galleristi, istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?
Già nella scuola si dovrebbe dedicare uno spazio maggiore all’insegnamento dell’arte, ma soprattutto all’approccio pratico dei bimbi con i colori, seguendo anche la teoria della Montessori che diceva che l’arte aiuta a sviluppare nei bambini il senso del bello e la loro creatività. A Salerno penso che le istituzioni dovrebbero dare spazio agli artisti per farsi conoscere, ma a costo zero.
Come hai vissuto e cosa ti ha lasciato il periodo della pandemia?
Premettendo di aver avuto le stesse paure di tutti, la pandemia è stata per me un periodo di maggiore aggregazione familiare. E’ servito per rafforzare i vincoli della famiglia, il valore di aiutarsi gli uni con gli altri, inoltre mi ha fatto capire che per vivere bene bastano veramente poche cose.
Progetti futuri?
Migliorare artisticamente e fare tante mostre d’arte.

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Anna De Rosa 25/02/2022
L'odio che muta nella pace, il senso profondo dell'opera di Inna Lukyanytsya
Intervistare Inna Lukyanytsya è stato un piacere dettato dalla mia curiosità perché lei vive a Salerno da anni, ma viene dall’Ucraina. Il suo racconto è bello ed emotivo, in un momento molto delicato nello scenario internazionale dopo l'offensiva russa. Inna è una pittrice ucraina esperta, artista di formazione classica ma con una sua ricerca personale.
Dove sei nata? Dove vivi?
Sono nata in Ucraina e vivo a Salerno da 22 anni.
Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?
Mio padre era un bravissimo pittore. La sua passione per la pittura me l’ha trasferita quando ero ancora bambina. Nelle fredde giornate invernali, con -30 sotto zero e la neve fino 2 metri di altezza, noi due in una casa calda facevamo le gare di chi dipingeva meglio. E vincevo sempre io.
Come nasce una tua opera?
Di solito parte da zero. Adoro manualità e preferisco preparare la tela da sola, con passione e tanta pazienza. All’incirca ci vuole un mese di tempo per la costruzione e l'imprimitura. Mi piace usare una tecnica per la preparazione della tela risalente al 1400, tutta a base di prodotti naturali.
Cos'è per te l’ispirazione?
L’ispirazione sono le cose che fanno gioire l’anima e il cuore.
Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Come diceva Picasso, “La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”. Spesso nelle opere rappresento il cambiamento, che avviene tramite l’evoluzione che parte dal singolo ego per poi arrivare a tutti noi, intesi come un'unica unità intellettiva di persone. Nei miei dipinti narro delle tecnologie distruttive che passano alle tecno-ecologie, della guerra e dall’odio che muta nella pace, della distruzione del nostro pianeta Terra che si trasforma in rispettosa conservazione e rigenerazione.
Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
Lo scelgo spontaneamente.
I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato nel tempo?
I miei quadri sono di diversi riferimenti artistici e culturali: arte di tradizione ucraina, arte astratta, arte povera del riciclo, arte di impressionismo, arte classica. I pittori che amo sono Siskin, Ajvazovskij, Kandinsky, Malevic, Monet, Pollock. Artisti, galleristi, istituzioni.
Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro paese?
L'Italia, e in particolar modo Salerno, è la terra dell’arte. Qui il vento, il sole e il mare svegliano l’anima e ispirano a creare. In Ucraina esponevo nella galleria "Art Italia" a Donetsk. Anche qui espongo, ma conosco tantissimi talentosi pittori del posto che non hanno fortuna o possibilità economica di esporre in galleria o di pagare un famoso critico d’arte.
Progetti futuri?
Nella mia città natale c’è una strada che si chiama Viale dell’Arte, dove ogni domenica si riuniscono tutti i pittori e gli artisti del posto con le proprie opere, comprese esibizioni teatrali e musicali. Vorrei ci fosse un piccolo viale dell’arte anche qui nella città di Salerno. Un posto per artisti a 360°, un posto per promuovere arte, per creare, esporre, conoscerci e gioire.
Come hai vissuto la pandemia?
Da un lato è stato un periodo di paura e di grande dolore per le sofferenze e le morti. Dall'altro, un periodo di riacquisizione dei veri valori di vita come la famiglia, l'amicizia e l'aiuto gli altri. La vena artistica non mi ha lasciato nemmeno nel periodo pandemico. Sono volontaria di Lipu a Salerno e ho dipinto 21 "mandala" di uccelli in bianco e nero con la tecnica di una sola pennellata. Spero di poterli esporre da qualche parte per sensibilizzare le persone nei confronti dei nostri fratelli volatili, creature magiche e simbolo di libertà, di cui noi siamo stati brutalmente privati durante la pandemia.
Anna De Rosa 15/01/2022
Mario Desiderio e l'arte declinata in tutte le sue forme
Intervistare Mario Desiderio, visual artist, pittore figurativo, decoratore, maestro di balli caraibici alla "Spanish Harlem", mi ha emozionata perché adoro chi pratica più arti e poi le sue opere, soprattutto ritratti di donne, sono bellissimi. "Sfogliando" le sue pagine social ho letto la frase che riporto che è anche un mio pensiero: "non aver paura di questo periodo critico per tutta l’umanità!".
"Ho sacrificato tutto per ballare e per insegnare, ho ignorato la mia laurea, ho lasciato un lavoro di prestigio a Milano, ho combattuto contro tanti pregiudizi, ho perseverato di fronte agli sguardi di chi diceva che ballare non è un lavoro, subìto sconfitte, ho sudato, pianto, riso e urlato di gioia per arrivare fin qui, per realizzare ciò che volevo, e ci sono riuscito!
Oggi "cercherò" di non aver paura... la paura dell'incerto, del buio... cercherò la forza dentro me per non cedere al terrore che l'arte possa sbiadire nell'oblio provocato da un virus, non permetterò che ciò per cui ho sempre "respirato" finisca così! Non voglio aver paura! Non ho paura!”.
Dove sei nato? Dove vivi?
Sono nato e vivo a Salerno
Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?
Fin da piccolissimo ho sempre avuto la passione per il disegno! Trascorrevo le ore a disegnare invece di andare a giocare con gli altri bambini, era il mio mondo, era il mio gioco preferito! Poi dopo le scuole medie, col benestare dei miei genitori, ho frequentato l'istituto d'arte qui a Salerno! E sono stati anni bellissimi! Poi laurea in Comunicazione. In contemporanea, ho cominciato a danzare e attualmente sono un maestro di ballo, nonchè danzatore, della compagnia Spanish Harlem. È la mia professione.
Come nasce una tua opera?
Un'opera nasce spesso casualmente, magari da una foto che vedo o da una musica che ascolto!
Cos’è per te l’ispirazione?
È un movimento dell'anima, una vibrazione, un bisogno che cessa solo nel momento in cui poi le lascio libero sfogo e la concretizzo dipingendo.
Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Dipingo principalmente per me stesso, per soddisfare un bisogno primario, non mi pongo l'obiettivo di comunicare per forza qualcosa, ma questo non significa che poi una mia opera non comunichi, anzi, mi piace proprio capire la molteplicità di messaggi che essa può comunicare in base all'occhio di chi guarda!
Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
Se non è una commissione, faccio ricerche in Internet di immagini che possano ispirarmi.
I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
Avendo studiato arte, sono sempre stato affascinato dai grandi Maestri del passato, Leonardo, Raffaello, Caravaggio, ma anche tutto il '900 mi ha sempre incantato!
Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?
È un sistema purtroppo molto chiuso, dove spesso vengono richiesti soldi (cifre molto alte) agli artisti anche solo per esporre, per non parlare delle gallerie che non considerano per niente gli artisti emergenti, insomma non basta il talento!
Progetti futuri?
Ho creato una performance che mette insieme la danza e la pittura, nei miei progetti c'è sicuramente la voglia di portare in giro questa "originale" forma di spettacolo! Mi piacerebbe anche fare una mostra personale.
Questi due anni con la pandemia per molti sono stati un tempo sospeso e catartico e di introspezione personale, tu come lo hai vissuto? Cosa ti ha lasciato?
Ho vissuto la pandemia come una forma di rinascita, non avendo potuto più danzare (per le restrizioni) mi sono dedicato anima e corpo alla pittura che in questi anni avevo un pò trascurato!
L'arte è stato il mio conforto in questo periodo così buio e lo è ancora! Ho deciso che mai più la trascurerò e che in futuro concilierò il mio lavoro primario di maestro di ballo con la pittura, come già adesso sto facendo! La pandemia mi ha lasciato la consapevolezza che la vita va vissuta, non trascurando mai ciò che per noi è di vitale importanza; per me, gli affetti, la famiglia, l'arte!
Anna De Rosa 23/12/2023
Nuove forme di espressione nella ceramica per Sandra Massaro
Sandra Massaro, nata e cresciuta a Salerno, all'età di 23 anni si è trasferita, per motivi professionali e di studio, a Torino, dove ha vissuto per 15 fruttuosi anni, laureandosi ed approfondendo con passione gli studi di scultura lignea, progettazione, lavorazione e restauro di manufatti lignei presso antiche scuole artigiane torinesi, curando, inoltre, il restauro di alcuni arredi della Reggia di Venaria Reale (TO).
Amante delle Belle Arti e di ogni espressione creativa, ha studiato l'antica arte orientale dello shiatsu, da cui ha mediato le conoscenze per la struttura del corpo umano, ed ha appreso dal tango argentino l'armonia e la leggerezza per il movimento. Ritornata nella propria città d’origine nel 2013, ha ricercato nella ceramica nuove forme di espressione, attraverso varie tecniche cromatiche e foggia di forme plastiche, fortemente influenzate dall'energia ineguagliabile dei colori e dei profumi della Costiera Amalfitana, terra dei suoi avi.
Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?
Cresciuta in una famiglia in cui erano presenti un insegnante di discipline umanistiche, una zia pittrice e poetessa, fortemente legata alle sue origini amalfitane, ed un padre professore di tecnologia, con una profonda passione per l'alta ebanisteria, mi è stato impossibile non apprezzare e farmi affascinare dal concetto di bellezza e di armonia, imparando ad amare l’Arte in generale.
Volendo seguire le orme di mio padre, ho iniziato sin da piccola a costruire manufatti in legno, mentre con l’argilla ho cominciato a sperimentare e creare. A Torino ho iniziato lo studio della scultura e del restauro di manufatti lignei; una volta tornata al Sud, ho iniziato l’incessante ricerca e studio delle forme plastiche e delle tecniche cromatiche, nonché la sperimentazione degli smalti e dei lustri raku.
Cosa ti caratterizza, quali sono i tuoi valori e le tue motivazioni?
Nel quotidiano sono una persona solare, empatica e socievole, ma sono molto a mio agio anche quando entro nel mio mondo di riflessione e di introspezione, circondata dall'argilla e dalle pitture. La solitudine mi dà la possibilità di spaziare con la fantasia e le emozioni, dando forma alla mia creatività. So di avere una predisposizione per le attività manuali e creative e sono semplicemente in cammino sul sentiero della scoperta progressiva delle leggi della materia.
Come nasce una tua opera?
Da un'emozione che attraversa il cuore, la mente o i sensi. È l’opera che chiede di renderla materia, di darle forma e vita e non viceversa. Nasce dal silenzio e dal nulla, facendosi spazio nel fragoroso frastuono della quotidianità.
Cos’è per te l’ispirazione?
È un richiamo, un lampo che nasce dal nulla o forse il meraviglioso frutto della mente che, da un apparente stato di ozio platonico, partorisce un’idea. Essa nasce silenziosamente ma definisce minuziosamente, tassello per tassello, ogni cosa che poi diventa una creatura “vivente”. Spesso traggo ispirazione dalla bellezza e dalla magia degli elementi di madre natura o dalle piante, le mie creature verdi, a cui dedico i mie esperimenti botanici.
Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue Opere?
La positività, l'amore e la bellezza, nelle loro varie sfaccettature. Sono convinta che favorire il diffondersi della bellezza, della gentilezza delle forme e dei pensieri, nonché dell'armonia anche cromatica, faccia bene al cuore, alla mente ed allo spirito di ogni individuo.
Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
Un lavoro artistico può nascere da un sentire interiore, strettamente personale ed intimo, o dal desiderio di descrivere uno spaccato di vita, Ogni opera sa già cosa vuole dall'artista e chiede essa stessa di essere “tirata fuori” dalla materia informe (argilla, metalli, legno) o trasposta con i colori su tela o altri supporti.
I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato
La pittura astratta è stato il mio primo approccio all’arte. Ho conosciuto le opere del Piffetti ed ho ammirato sin da bambina Michelangelo Buonarroti, di cui porto il secondo nome di battesimo. Nella pittura apprezzo lo stile gli impressionisti ed i preraffaelliti.
Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?
Non conosco a fondo i meccanismi delle gallerie d’arte. Credo però che l’arte dovrebbe essere un elemento fondante della cultura scolastica e dovrebbe essere assolutamente sostenuta dalle Istituzioni e dagli Enti periferici, svincolati da interessi temporanei di settore o personali. Salerno e la Valle dell’Irno, per quanto archeologicamente ed artisticamente ricche, non ricevono l’eco che meriterebbero.