Salerno, corso gratuito per diventare arbitro e ufficiale di campo di basket
Le lezioni dei formatori del CIA comprenderanno una parte teorica ed esercitazioni pratiche
Redazione Irno24 29/10/2025 0
Il Gruppo Arbitri di Pallacanestro di Salerno apre le iscrizioni ai corsi gratuiti per diventare arbitro e ufficiale di campo federale di basket, rivolti a ragazzi e ragazze dai 13 anni. L’iniziativa, promossa dal Comitato Italiano Arbitri (CIA) della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP), offre la possibilità di entrare a far parte del mondo arbitrale e dirigere gare ufficiali, partendo dai campionati giovanili fino ad arrivare - con esperienza e impegno – alle categorie nazionali, fino alla Serie A.
Ogni gara diretta prevede un rimborso economico proporzionato al livello del campionato, e al termine della prima stagione gli arbitri riceveranno la tessera SIAE, che garantisce l’ingresso gratuito alle partite organizzate dalla FIP. I corsi, completamente gratuiti, prenderanno il via nella prima settimana di novembre e si concluderanno in quattro settimane con un esame finale. Le lezioni, tenute dai formatori provinciali del CIA, si svolgeranno con cadenza settimanale e comprenderanno una parte teorica ed esercitazioni pratiche sul campo.
Per informazioni e iscrizioni:
cia.sa@campania.fip.it
333 388 8605 (Gianroberto)
333 381 4148 (Mario)
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Redazione Irno24 26/02/2025
Calpazio-Salernum 0-2, super prestazione della squadra orange
Torna a vincere in trasferta il Salernum Baronissi, che batte la Calpazio con il risultato di 0-2. Una gara gagliarda per la squadra allenata da Polverino, che riesce ad imporsi fuori casa con una super prestazione. Nel primo tempo, Volpe fallisce un rigore per la Calpazio.
Il Salernum risponde con la rete di Salerno, che porta avanti i suoi al 38° su ottimo assist di Simone. Allo scadere della prima frazione il colpo di grazia, con la rete di De Maio che chiude praticamente i conti. Nella ripresa nulla accade, con il Salernum che gestisce e la Calpazio che fatica a farsi vedere.
Redazione Irno24 01/02/2020
Spettacolare 10-10 fra Rari Salerno e Rari Savona
Ritorna il campionato di serie A1 dopo la lunga sosta ed è subito spettacolo alla piscina Simone Vitale dove, Sabato 1 Febbraio, è andata in scena la gara tra Campolongo Hospital Rari Nantes Salerno e Rari Nantes Savona. Le due formazioni, appaiate in classifica, danno vita a un match vibrante ed equilibrato, che termina con un pareggio (10-10) sostanzialmente giusto.
La Rari Salerno paga alcune ingenuità difensive che hanno permesso agli ospiti di segnare gol praticamente senza difesa, ma di contro hanno avuto in Santini un baluardo quasi insuperabile. Di altissimo livello la prova del portiere giallorosso, così come quella del capitano Scotti Galletta, che ha messo in acqua grinta, tecnica, esperienza e una condizione fisica invidiabile, riscoprendosi anche goleador con tre marcature.
Nonostante i molti acciacchi che hanno afflitto alcuni uomini chiave della Rari, cui si aggiunge la squalifica di Sanges, i giallorossi hanno tenuto testa ai più quotati avversari, tra i quali si è messo ancora una volta in evidenza il salernitano Campopiano, autore di tre reti.
Il primo quarto è caratterizzato da un grande equilibrio, rotto solo sul finire del tempo dai 2 gol del Savona, ai quali replicano Elez e Scotti Galletta. Nella seconda frazione i liguri si portano in vantaggio chiudendo 2-1, in gol Scotti Galletta a pochi secondi dalla fine. Nel terzo quarto torna l’equilibrio e i gol: finisce 3-3, in rete per i giallorossi due volte Cuccovillo e ancora Scotti Galletta.
L’ultimo e decisivo quarto si apre con il Savona che si porta avanti di due, ma la Rari non molla. Il pubblico della Vitale si fa sentire e i ragazzi in acqua danno tutto. Il Savona tende a chiudere molto sul centroboa in difesa, lasciando spazio al micidiale tiro di Marko Elez, che ne mette dentro ben 3, fra i quali un rigore procurato dall’astuzia e dalla tecnica di Scotti Galletta. All’ultimo respiro il pareggio lo agguanta Luongo.
Redazione Irno24 30/05/2020
30 Maggio 1994, un colpo di pistola squarcia il cuore di Ago e dei salernitani
Ore 8.50 del 30 maggio 1994, un botto secco sconvolge la serenità del complesso di villini ubicati in via De Angelis a Santa Maria di Castellabate: Agostino Di Bartolomei si è appena tolto la vita con un colpo al cuore, sparato con la sua Smith & Wesson calibro 38. La famiglia piomba nel dramma, un fremito di disperazione scuote i salernitani e tutto il mondo del calcio.
Nessuno sa spiegarsi i motivi di un gesto del genere, almeno fino a quando Marisa De Santis, consorte del grande Ago, scopre un biglietto in cui il marito spiega a chiare lettere di essere entrato in un tunnel, di essere stato emarginato da quel mondo (il calcio) che tanto gli aveva dato e da lui tanto aveva ricevuto. Sembra sia andato male il progetto di costruzione di un centro sportivo per giovani calciatori.
In effetti, l’ultima soddisfazione Agostino se la toglie proprio a Salerno, condottiero di una squadra dal grande carattere che conquista la serie B nel 1989/90. Di quella compagine, allenata dal pragmatico Ansaloni, Di Bartolomei è il faro, il punto di riferimento dentro e fuori dal campo. E’ uno che non molla mai, disposto a mettere fra parentesi un passato glorioso nella Roma di Liedholm e di calarsi con umiltà nella mediocre terza serie. La sfida è vinta, non a caso il gol promozione nel match di Brindisi porta la sua firma: classico destro forte e preciso dal limite e la sfera si insacca nell’angolino.
Nella Capitale, il Barone svedese lo vede “regista difensivo”, una sorta di libero con licenza di impostare il gioco dalle retrovie. Con i piedi sopraffini e la testa che si ritrova, Ago ricopre il ruolo con grande classe e disciplina; qualche metro più avanti giostra Falcao, a completare un mix di micidiale efficacia. La Roma ’82/’83 trionfa davanti alla Juve, il mito di Ago decolla. I tifosi sono tutti per lui. La jella, però, è dietro l’angolo e il 30 maggio 1984 (sinistra coincidenza con la data della morte) i giallorossi perdono ai rigori la Coppa Campioni nella drammatica finale giocata proprio a Roma contro il Liverpool. Qualcosa si incrina nello spogliatoio e la società cede Di Bartolomei al Milan (dove ritroverà Liedholm) per improbabili esigenze di bilancio.
Agostino non perde la calma e la signorilità, continua ad essere un modello di riferimento a livello tecnico/tattico (i suoi lanci sono un marchio di fabbrica) e disciplinare (le sue rare rimostranze agli arbitri sono civilissime e pacate, accompagnate da quella postura inequivocabile con le mani ben raccolte dietro la schiena). In Lombardia rimane 3 anni, poi con l’avvento di Sacchi – che predilige un gioco rapido e ritiene sorpassati i liberi vecchio stampo – si accasa a Cesena.
Nel 1988, a 34 anni, il clamoroso approdo alla Salernitana di don Peppino Soglia. Ma non sono rose e fiori dall’inizio, perchè il tecnico Pasinato lo mette addirittura fuori squadra preferendogli Dalla Costa, onesto mestierante della categoria. Lamberto Leonardi, subentrato a Pasinato, lo reintegra e Giancarlo Ansaloni, mister della promozione, gli affida l’anno dopo le chiavi della regia. Ago disputa un torneo strepitoso, siglando – come detto – il gol storico di Brindisi.
Sono passati 26 anni da quella morte assurda, ma nell’animo di chi lo ha amato risuona ancora il grido “Oh Agostinooo, Ago-Ago-Ago-Agostinooo”…
in collaborazione con natialvestuti.it