In Campania l'Osservatorio per le neuroscienze, i margini della ricerca
Il presidente Catapano: "Offrire le migliori tecnologie più avanzate in un unico centro"
Salvatore Riela 16/07/2025 0
Si è tenuta stamattina a Palazzo Santa Lucia, presso la sede della Regione Campania, la riunione per discutere dei risultati ottenuti dall’Osservatorio per le neuroscienze in merito alle malattie oncologiche cerebrali. L’obiettivo sarebbe quello di conoscerne meglio la natura e gli effetti, in modo da contrastarne lo sviluppo nel corso del tempo. Tra i principali protagonisti dell’incontro il Presidente dell'Osservatorio, Dott. Giuseppe Catapano, e il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
"La prevenzione resta l’arma più potente contro ogni forma di malattia", afferma Catapano. "Lo scopo dell'Osservatorio sarebbe quello di creare rete di professionisti e ricercatori per dare un servizio in più", spiega De Luca. Aspetto fondamentale dell’Osservatorio è dunque la ricerca scientifica, in quanto le malattie oncologiche cerebrali sono in continuo sviluppo e si differenziano l’una dall’altra.
Uno dei muri sociali che l’Osservatorio sembra voler abbattere è anche quello economico per la nascita, all’interno del progetto, di un istituto per le Neuroscienze. "L’obiettivo di queste attività - dichiara Catapano - è un risparmio economico. Offrire le migliori tecnologie più avanzate in un unico centro".
Un elemento da non trascurare è quello che riguarda la formazione e lo studio in campo neurologico. L’Università di Salerno dispone di una specializzazione, nel dipartimento di Medicina e chirurgia (istituito nel 2006), rivolta proprio alla ricerca clinica e sperimentale. L’inclusione sanitaria da parte degli studenti è un vanto della Campania, risulta decisiva per lo studio delle neuroscienze applicate alle malattie neurodegenerative e neuro-oncologiche.
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Redazione Irno24 17/01/2025
Sanità in crisi, Nursind Salerno replica a Tommasetti e invita al dialogo
La sanità pubblica campana è di nuovo al centro di un acceso dibattito, ma è fondamentale fare chiarezza. In risposta alle dichiarazioni del consigliere regionale Aurelio Tommasetti, che ha richiesto le dimissioni del direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi, D'Amato, citando gravi episodi di malasanità, il segretario provinciale del Nursind, Biagio Tomasco, interviene con fermezza.
"Non possiamo ignorare che i fatti riportati siano gravi e meritino l’attenzione dell’opinione pubblica, tuttavia è doveroso spiegare che la radice di queste problematiche non risiede solo nella gestione attuale, ma affonda le sue radici in scelte politiche che hanno portato a un drastico taglio dei posti letto. Una decisione che ha contribuito a sovraccaricare i Pronto Soccorso, con conseguenze devastanti per pazienti e operatori sanitari.
Non dimentichiamo che il declino della sanità pubblica in Campania è iniziato con il Decreto Commissariale 49 del 2010. Da allora, si è assistito a un progressivo smantellamento del servizio pubblico, a favore di quello privato. Questo dovrebbe essere al centro del dibattito, non strumentalizzazioni politiche fini a se stesse.
Le critiche sono necessarie e utili, ma devono essere costruttive e accompagnate da proposte concrete. È troppo facile fare polemica senza guardare alle responsabilità collettive che hanno portato la sanità campana nella situazione in cui si trova. La popolazione ha capito che nessuno ha la bacchetta magica, ma servono impegno e trasparenza, non proclami vuoti".
Francesca Guglielmetti 27/04/2022
Riconoscere lo stalking e "gestirlo" con il comportamento appropriato
L'ultima si chiamava Anna, aveva trent'anni, un lavoro, una famiglia, degli amici, un amore. No scusate, un amore no, un amore non lo aveva. L'amore è altra cosa da quello che Anna credeva di aver incontrato. Qualcuno, sbagliando ad individuare l'origine etimologica, ritiene che la parola "amore" significhi letteralmente "a mors" e cioè "senza morte". Visto così l'amore è una romanticheria da foglietto dei cioccolatini, un desiderio forse ingenuo: poter incontrare qualcuno con cui celebrare la vita, costruire una reciprocità che aiuti a crescere, a migliorarsi.
Quella in cui tante donne si imbattono è una relazione che, invece, rende loro la vita impossibile e che porta le più sfortunate addirittura a trovare la morte in quello che pensavano fosse un sentimento gioioso e vitale. Oggi questa forma malata d'amore, perpetrata per lo più (ma non sempre) dagli uomini a danno delle donne, ha un nome: stalking. Era il 1996 quando per la prima volta l’australiano Meloy, nei suoi studi in ambito psichiatrico e forense, utilizzò il termine per individuare “un comportamento ostinato e reiterato di persecuzione e molestie nei confronti di un’altra persona”.
Prima di allora "stalking" era solo una parola usata nel gergo venatorio per individuare la "caccia in appostamento", o "caccia furtiva" o, a partire dagli anni '60, per riferirsi al continuo e molesto assedio di ammiratori psichicamente disturbati ai danni di persone famose (star-stalking). Successivamente, anno dopo anno, vittima dopo vittima, il termine stalker è stato utilizzato per individuare chi è affetto dalla "sindrome da molestatore assillante". Perché di questo si tratta: non di "eccesso di amore", non di "carattere", non di "un periodo difficile" ma di una sindrome, ossia di una patologia caratterizzata da una serie variegata di sintomi che, anche se in misura diversa da soggetto a soggetto, fanno dello stalker un "molestatore assillante".
Grazie agli studi effettuati soprattutto nei Paesi anglosassoni, è possibile riconoscere cinque diverse tipologie di stalker. C'è il "risentito", generalmente un ex partner che non accetta la rottura della relazione vissuta come immotivata o comunque ingiusta. Lo stalker "risentito" vuole danneggiare, far soffrire la vittima (l'ex partner), svilendone l'immagine, rovinando oggetti di sua proprietà o arrivando ad attacchi diretti (sia verbali che fisici). Le motivazioni logiche e razionali con lui sono del tutto vane poiché egli è profondamente convinto di aver subito un torto inaccettabile.
Il "bisognoso d'affetto": presenta carenze affettive o una fragilità psicoemotiva (che spesso sfociano in vere e proprie patologie psichiatriche). Egli non è in grado di sintonizzarsi correttamente con l'altro. Empatia, atteggiamenti di accoglienza e gentilezza sono interpretate da costoro come il segno di un interesse affettivo/sessuale. Anche la negazione esplicita da parte della vittima dell'interesse supposto non scoraggia questo tipo di stalker, poiché egli ritiene che il rifiuto sia legato a una qualche difficoltà psicologica della vittima, non certo sua, a riconoscere l'esistenza di un sentimento. Pertanto, nonostante i rifiuti, egli ritiene che, attraverso la pazienza e la determinazione, alla fine raggiungerà il suo scopo.
Il "corteggiatore incompetente": inizialmente la persecuzione messa in atto da questo tipo di stalker è blanda e può essere confusa con un maldestro tentativo di corteggiamento. Ritroviamo tra questo tipo di stalker il vicino di casa, il collega di lavoro, il conoscente che con i suoi reiterati ed inopportuni tentativi di aggancio generano malessere, ansia e timore per la propria incolumità nel destinatario; attenzioni né richieste né incentivate. Si tratta dello stalker forse più facile da gestire: impulsivo e assillante nella fase iniziale, appare meno determinato nel tempo e, in assenza del riscontro atteso da parte della vittima, tende a stancarsi abbastanza in fretta.
Il "respinto" è generalmente un ex che oscilla tra il desiderio di ristabilire la relazione e quello di vendicarsi per l’abbandono. Per questo tipo di stalker la persecuzione rappresenta comunque una forma di relazione in grado di rassicurarlo rispetto alla perdita totale della persona amata, percepita come intollerabile. Costoro non si lasciano intimorire dalle reazioni negative manifestate dalla vittima.
Il "predatore": è forse lo stalker più pericoloso, dal momento che il suo scopo primario è riuscire ad avere rapporti sessuali con la vittima che egli provvede a pedinare, inseguire e spaventare in vario modo. I comportamenti atti a far sentire in pericolo la vittima, ed esercitare su di essa un potere, generano in questo soggetto una irrinunciabile sensazione di esaltazione mista ad eccitazione. Questo genere di stalking assume la forma di una vera e propria "caccia alla preda" che si può indirizzare anche verso i bambini. Spesso lo stalker "predatore" è affetto da disturbi psicopatologici che interessano la sfera sessuale.
Tutti hanno in comune una caratteristica: la vittima è considerata come priva di ogni diritto e diviene solo un oggetto da “utilizzare” per soddisfare i propri bisogni. Essere stata oggetto di stalking mina ovviamente in maniera incisiva l'equilibrio della vittima, che viene violata nella sua dimensione privata. Spesso, la paura per quello che sta accadendo favorisce l’isolamento e, di conseguenza, rende più difficile chiedere aiuto. Il senso di pericolo e di insicurezza, soprattutto se reiterato nel tempo, può evolvere in una vera e propria sintomatologia nelle vittime di stalking: isolamento sociale, distacco emotivo dall’ambiente, affettività ridotta e una visione negativa del futuro sono le difficoltà che queste persone possono dover affrontare anche per molto tempo.
È bene ricordare che dal 2009 la legge tutela le vittime di stalking e punisce gli autori di atti persecutori. È fondamentale però che, prima ancora della legge, sia la vittima stessa a porsi in una condizione di protezione e tutela attraverso dei necessari accorgimenti: se ci si trova da sole con lo stalker (cosa che andrebbe sempre evitata) è molto importante evitare di urlare o imprecare, poiché la rabbia potrebbe essere interpretata come passione.
Dal momento che anche un sorriso però potrebbe essere inteso come un segno di affetto, bisognerebbe assumere un comportamento caratterizzato da una fredda calma. Soprattutto se si tratta di una persona che ha bisogno di cure, le risposte possono essere completamente fraintese, tanto che anche la restituzione di un regalo, una risposta negativa a una telefonata o a una lettera vanno evitate. La vittima dovrebbe interrompere il prima possibile anche i contatti indiretti (rendendo tutti i profili sui social visibili solo agli amici e non pubblici e bloccando il numero dello stalker nella rubrica del telefono) in modo da non alimentare, anche se inconsapevolmente, il comportamento persecutorio, favorendone un crescendo devastante.
Redazione Irno24 15/03/2021
Campania, per disabili gravi prevista vaccinazione di familiari conviventi e caregiver
Ad integrazione della comunicazione relativa alle vaccinazioni per le categorie fragili - fa sapere la Regione - nella tabella relativa alle disabilità gravi rientrano i pazienti "disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3" per i quali è prevista la vaccinazione di familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto.
La vaccinazione dei conviventi è prevista anche per i trapiantati, i malati oncologici e i pazienti affetti da patologie immunodepressive e malattie autoimmuni.