Salerno, "La fortuna con l'Effe maiuscola" apre la rassegna "Te voglio bene assaje"
Appuntamento alle ore 21 del 16 Dicembre al Teatro delle Arti
Redazione Irno24 14/12/2021 0
Giovedì 16 dicembre 2021 prende il via a Salerno la nuova edizione della rassegna teatrale “Te voglio bene assaje” con un classico della commedia partenopea, quel lavoro a quattro mani firmato Eduardo De Filippo e Armando Curcio che riesce a mettere insieme il dolce-amaro della vita.
E così quando alle 21 il sipario del Teatro delle Arti a Salerno si aprirà le sorti della famiglia Ruoppolo torneranno a vivere per riprendere il filo di quel racconto che tutti conoscono con il titolo di “La fortuna con l’Effe maiuscola”. Inserita da Eduardo nella raccolta intitolata “Cantata dei giorni pari” fino al 1962 per essere poi sostituita da “Ditegli sempre di sì”, è senza dubbio un immortale.
Nelle note di regia Gaetano Stella, che è in scena da protagonista, scrive: “Una commedia dalle due anime che ho cercato di rispettare, una commedia, che ha un enorme carico di dolore individuale, familiare e sociale, ma che strappa risate non ridanciane ma di duro umorismo, quell’ironico divertimento che ci dona la “realtà” quando, paradossalmente supera la fantasia”.
“La Fortuna con l’Effe maiuscola” è il primo degli spettacoli in cartellone, voluti da Serena Stella che della rassegna firma la direzione artistica. Il secondo titolo in cartellone è “Omaggio a Peppino De Filippo”, il 28 gennaio 2022; l’11 febbraio ci sarà “Nel giallo dipinto di giallo” di Lello Marangio & Lucio Pierri; il 18 marzo sarà la volta di “Don Felice in mezzo ai guai” per la regia di Ugo Piastrella ed il 21 aprile chiuderà la cinquina “O vico e Tuledo 'e notte”, due atti unici di Raffaele Viviani per la regia di Matteo Salsano.
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Redazione Irno24 04/03/2024
"Donna@Donne!", opere dalla collezione permanente del FRaC Baronissi
Venerdì 1 marzo è stata inaugurata la mostra donna@donne!, che vedrà in esposizione dipinti, incisioni, fotografie, una selezione di opere dalla collezione permanente del Museo-FRaC Baronissi, curata da Annalisa Mazzola e Pio Manzo.
In esposizione le opere di Lucrezia Abadessa, Caterina Arcuri, Giuliana Balice, Marina Bindella, Vivian Cammarota, Lucilla Catania, Mary Cinque, Luce Delhove, Raffaela Formenti, Maria Cristina Galli, Doriana Giannattasio, Loredana Gigliotti, Sandra Hauser, Aurora Maletik, Marianna Mascolini, Giulia Napoleone, Eliana Petrizzi, Mimma Pisani, Francesca Poto, Sara Ragone, Angela Rapio, Maria Pia Saccone, Valeria Sanguini, Anna Maria Saviano, Donatella Spaziani.
Fare della giornata della donna il pretesto di una mostra tutta al femminile mira, anzitutto, a segnalare il contributo decisamente significativo del lavoro delle artiste rispetto alla crescita ed alla delineazione identitaria della collezione del Museo FRaC nel corso degli ultimi vent’anni.
L’evidenza del notevole apporto dell’arte delle donne stabilisce da sé lo stesso criterio collettivo e plurale della mostra, esplicitando la necessità di aderire ad una politica di intervento rispetto alla più ampia ed ancora problematica affermazione di un canone altro dell’arte, della cultura, della vita, in cui i troppi e troppo a lungo taciuti gesti delle donne possano trovare finalmente accoglienza e respiro.
Nessun filo tematico, né tecnico né storico, tiene insieme le circa 40 opere in esposizione, che hanno così la possibilità di dirsi e di interagire vicendevolmente libere da interferenze curatoriali. Ne consegue una struttura di mostra instabile, dove ogni opera è isola di un arcipelago in cui, nonostante l’apparente autosufficienza delle unità, una forza gravitazionale ulteriore e segreta garantisce l’insieme.
Venerdì 8 marzo, alle ore 18:30, presso il salone delle Conferenze del Museo-FRaC, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, si terrà un dibattito sul tema “ARTE, SOSTANTIVO FEMMINILE”, moderato da Annalisa Mazzola.
Annamaria Parlato 21/06/2020
Sulla retta via di Orazio Genovese da Capua Rhegium al Corridoio Helsinki-Valletta
Quando un gruppo sociale si insedia su un territorio e ne possiede il controllo, ecco che allora nascono le strade o meglio le vie di comunicazione. Con il termine di strada si indica sommariamente una striscia di terreno espressamente sistemata per agevolare il transito di pedoni e di veicoli e per facilitare i trasporti e le comunicazioni tra i vari punti di una regione. La strada costituisce uno dei mezzi più efficaci dell’attività umana; essa infatti facilita gli scambi materiali ed intellettuali fra le popolazioni, contribuendo in sommo grado al loro progresso ed al loro benessere.
Le prime strade a sede fissa di cui si abbia notizia certa furono costruite dai Babilonesi, mentre poco si conosce circa le strade presso Egizi, Cartaginesi e Greci, popoli di navigatori che poco si servivano delle comunicazioni terrestri. Maggiori e sicure notizie si hanno sulle strade costruite dai Romani: esse furono per lungo tempo le sole vie di comunicazione fra i vari stati d’Europa e fra questa e i territori dell’Africa e del Medio Oriente.
E proprio dalla interessantissima “storia delle strade” dall’antichità sino ai giorni nostri, Orazio Elio Genovese, ex dirigente delle Ferrovie dello Stato e produttore di vino d'eccellenza sulle colline salernitane, per la precisione a Sòrdina (frazione del Comune di Salerno) dove nascono le viti di Sanginella, ha deciso di elaborare il suo primo libro, la sua prima ricerca nell’affascinante mondo dei collegamenti stradali e autostradali. Ma come si è passati dalla slitta, alla ruota di pietra arrivando alle automobili con motore a scoppio?
Forse tutto è partito proprio da quel vino “Salernum”, prodotto nell’azienda Agricola Amina a Sòrdina, che nel degustarlo narra dei miti e dei fasti della città di Salerno di cui il Dott. Genovese è innamorato e incuriosito circa le sue origini ancora nebulose e con molti punti interrogativi da chiarire. Suddiviso in cinque capitoli, il libro è intitolato “Dalla Capua Rhegium al Corridoio Helsinki-Valletta, Passando per la Salerno-Reggio Calabria”, un viaggio appassionato e appassionante che ripercorre i cammini dell’antica strada romana di Capua, in particolare nel tratto Salernum-Picentia, sino a toccare la Fratte etrusca e sannitica, la manifattura artigianale del cotto di Rufoli, la Masseria Trinità con la sua Taberna e la sorgente di Fontana Viva con il suo mulino ad acqua, la chiesa di Sòrdina e l’eremo di S. Magno.
L’autore sviluppa nei capitoli centrali interessanti tesi sull’origine e importanza dei luoghi del territorio salernitano nei secoli passati, avvalorando ipotesi frutto di ricerche e di approfondite documentazioni derivanti dalla cartografia, dalle fonti storiche e d’archivio. Forse nuovi tasselli di storia salernitana verranno fuori da questo libro unico nel suo genere e sopratutto originale nel panorama librario locale. Spesso non ci si rende conto dell’immenso patrimonio storico culturale di cui è ricca Salerno con la sua provincia, e solo un corposo lavoro letterario come questo può rendere una minima idea.
La modernità e le avveniristiche vie di comunicazione però vanno spesso sia a scontrarsi sul piano paesaggistico-ambientale, creando disagi e disastri naturalistici, sia a mettere in discussione i principi di unione, coesione e collaborazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea, dimenticando perfino il ponte sullo stretto di Messina nel famoso corridoio Helsinki-Valletta che dal punto di vista dello sviluppo della produzione industriale italiana oltre a collegare le due più importanti macroregioni europee, ossia la Pianura Padana e la Baviera, collegherà anche l’area centrale e meridionale attraverso sia l’AV/AC ferroviaria che il tragitto autostradale Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Messina e Palermo.
Genovese un po' disincantato ha dichiarato nel manoscritto: “Attraverso il mio modesto lavoro ho cercato di trasmettere dei saperi che spesso nemmeno i salernitani conoscono, in particolare la ricostruzione delle arcaiche origini della collina di Montevetrano, grazie alle ricerche di noti studiosi accademici o di dirigenti che operano nel settore dei beni culturali. Se solo si riuscisse a mettere in rete la storia, ma anche la cultura, l’enogastronomia e i saperi dei luoghi descritti, gli stessi, con le opportunità offerte dal grande asse viario Europeo Helsinki-Valletta, potrebbero diventare dei piccoli attrattori turistici e come tali fonti di reddito”. La narrazione è piacevole nonostante l’argomento sia impegnativo. Complimenti all’autore, appassionato cultore della sua terra, alla quale si spera dedicherà ancora numerose pubblicazioni.
Redazione Irno24 06/12/2022
A Salerno un viaggio virtuale nel mondo di Gustav Klimt
Dall'8 dicembre 2022 al 26 febbraio 2023, a Salerno, la possibilità di effettuare uno straordinario viaggio nel mondo di Gustav Klimt. Un emozionante percorso interattivo con il patrocinio del Comune di Salerno, promosso dalla ProCulTur e prodotto e organizzato dalla Alta Classe Lab con la Next Event.
Una manifestazione che, nella chiesa dell'Addolorata, nel complesso monumentale di Santa Sofia, condurrà i visitatori nell'affascinante mondo del famoso pittore austriaco, considerato uno dei più significativi artisti della secessione viennese.
Un’esperienza totalizzante divisa tra il reale e il virtuale, alla ricerca di emozioni nuove, insieme all'opportunità di aprire la mente a sensazioni mai provate prima. A completare l'allestimento, anche un'area pronta a lasciare spazio alla creatività seguendo lo stile Klimt, con il novello artista aiutato da tutorial esplicativi, libero di decidere tra il portare a casa il suo disegno o lasciarlo ai posteri che prenderanno parte all'iniziativa.
Per tutti i partecipanti, grazie alla tecnologia VR, l'eccezionale opportunità di immergersi a 360° nei colori e nelle atmosfere dell’artista viennese, vivendo all’interno dei quadri stessi. Con il supporto degli oculus, strumento di ultimissima generazione per il mondo virtuale, si potrà rivivere tutto l'incanto degli scenari che hanno ispirato l’arte di Klimt.