Salerno, l'assessore Ferrara ha incontrato gli operatori turistici

Avviato un discorso di collaborazione e condivisione per il rilancio della città

Redazione Irno24 09/02/2022 0

L'assessore alle Attività Produttive del Comune di Salerno, Alessandro Ferrara, ha accolto la richiesta di alcuni rappresentanti dei tour operator, agenzie di viaggio e di promozione turistica del territorio. La riunione si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo di Città.

L'assessore ha avviato un discorso di collaborazione e condivisione per il rilancio della città "che deve diventare sempre di più città dell'accoglienza e del turismo nazionale e internazionale". L'assessore si è detto disponibile per incontrare tutti gli esponenti delle categorie interessate che intendono avviare con l'Amministrazione Comunale un percorso di fattivo e costante confronto anche attraverso riunioni cadenzate.

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Redazione Irno24 19/03/2020

Cinquecentomila i punti vendita aperti durante l’emergenza, ecco i dati del salernitano

Sono mezzo milione gli esercizi commerciali e dei servizi alla persona, al cui interno lavorano 800mila dipendenti, che restano aperti in base al decreto del Governo anti-Coronavirus.

Fra questi, più di 230mila riguardano il settore alimentare, che assicura una copertura capillare sull'intero territorio nazionale. E’ quanto mostra una elaborazione di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

Il maggior numero di punti vendita di prodotti alimentari si trova in Campania (quasi 33mila con 37mila dipendenti), che vanta la maggior rete a livello nazionale di piccoli esercizi commerciali al dettaglio (oltre 19mila), di minimarket (quasi 11mila) e di negozi di prodotti surgelati (633). La Campania svetta anche per numero di parafarmacie e punti vendita di articoli medicali e ortopedici.

Nel dettaglio, in provincia di Salerno, troviamo: 14 ipermercati, 499 supermercati, 48 discount, 2138 minimarket, 1645 punti vendita di surgelati, 266 farmacie, 139 parafarmacie, 538 punti vendita al dettaglio di prodotti per l'igiene personale. I numeri locali integrativi sono forniti dalla Camera di Commercio di Salerno.

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Redazione Irno24 30/06/2022

Censimento Istat, in Campania meno aziende agricole ma più grandi

Meno aziende agricole, ma più grandi. Così il quadro dei primi dati sul 7° Censimento generale dell’Agricoltura, elaborati dall’Istat. Il fenomeno – commenta Coldiretti Campania, che ha partecipato direttamente al censimento attraverso i suoi uffici territoriali – è omogeneo in tutta Italia, ma a distanza di dieci anni restituisce un quadro nuovo per la regione, che sarà approfondito per comparto e per provincia con la pubblicazione dei dati completi.

Il numero assoluto delle imprese in Campania è calato drasticamente, ma a fronte di un rafforzamento strutturale. Nel 2010 le aziende agricole censite erano 136.872, mentre nel 2020 sono 79.353, pari al 7% del totale nazionale. La superfice agricola utilizzata (SAU) cala da 550mila ettari a 516mila, pari al 4,1% italiano. Nonostante questi numeri negativi, la dimensione media delle aziende agricole campane passa da 4 ettari a 6,5 ettari.

Ad incidere su questi numeri – sottolinea Coldiretti Campania – è la cancellazione dal rilevamento statistico dei terreni agricoli gestiti dagli hobbisti, che non sono imprese agricole. Pertanto, il dato che emerge è la crescita progressiva di imprese agricole più strutturate, più innovative e con più terreno a disposizione. Dai primi dati Istat si rileva anche il numero di aziende agricole con capi di bestiame, che in Campania sono 13.353, pari al 16,8% del totale nazionale. Sono 16.768 mila le aziende solo zootecniche, pari al 21,1% nazionale. La somma dimostra il peso importante degli allevamenti in regione.

“Da questi primi numeri – evidenzia Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania – si coglie un trend interessante, che fotografa un cambiamento in atto negli ultimi vent’anni. Ma se una tendenza esiste, va ancora accompagnata e sostenuta. Ben venga il chiarimento che si è fatto nelle statistiche delle superfici agricole utilizzate, ma questo deve diventare il punto di forza per smuovere l’eccessiva rigidità nella vendita e nei fitti dei terreni.

È urgente un riordino fondiario che sblocchi la terra a favore della produzione agricola, indirizzando gli incentivi economici solo a chi vive di agricoltura, agli imprenditori agricoli professionali. Se continuiamo a distribuire risorse a chi fa un altro mestiere e coltiva per hobby, alimentiamo un meccanismo che blocca la cessione dei terreni a chi fa impresa e crea occupazione. Questa è la sfida che ci attende e che consentirà di rafforzare tutto il sistema agricolo regionale”.

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Redazione Irno24 16/11/2021

Etichettature fuorvianti minacciano il successo della Dieta Mediterranea

La pandemia spinge la domanda dei prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy nel mondo dove nel 2021 si registra complessivamente il record nelle esportazioni nazionali per frutta, verdura, pasta, extravergine di oliva e vino. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell’anniversario del riconoscimento Unesco del 16 novembre 2010 sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2010.

Con la tutela Unesco è cresciuta nel mondo la consapevolezza del valore della dieta mediterranea e con essa anche la domanda dei prodotti Made in Italy con un balzo del +56% in media e incrementi importanti per i singoli prodotti che vanno - sottolinea Coldiretti - dal +72% per il vino al +59% per la pasta, dal +50% per la frutta e verdura conservata al +39% per quella fresca fino al +38% per l’extravergine di oliva nell’arco degli ultimi undici anni.

Un risultato importante spinto dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco anche grazie agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno. Una ricchezza del Paese che - riferisce la Coldiretti - è stata eletta migliore dieta al mondo del 2021 davanti alla flexariana e alla dash sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s.

L’alimentazione all’italiana - precisa Coldiretti - risulta la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo è inoltre la dieta più facile da seguire e primeggia anche per quanto riguarda le diete a base vegetale e in quelle per chi vuole mangiare sano.

Un successo che oggi è sotto attacco a livello internazionale dei sistemi di etichettatura a colori come il Nutriscore francese e quello a semaforo inglese che promuovono cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e sfavoriscono elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.

Si tratta infatti - sottolinea Coldiretti - di un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

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