Salerno, le tipicità del centro Sud nell'edizione estiva di "Gusto Italia"
Una passeggiata nell’Italia che produce e racconta il suo gusto ed il suo saper fare
Redazione Irno24 04/09/2025 0
Quattro giorni, una squadra di artigiani e produttori provenienti da tutto il centro Sud Italia, artisti di strada e musicisti: sono i principali ingredienti dell’edizione estiva 2025 di Gusto Italia a Salerno. Da giovedì 4 a domenica 7 settembre, il Lungomare Trieste si vestirà a festa e, dalle ore 10:00 a mezzanotte, sarà possibile godere del mercatino e di un calendario di eventi adatto a tutta la famiglia. Con ingresso libero e gratuito a tutte le attività, questa tappa è promossa dalla CNA di Salerno, con il patrocinio della Camera di Commercio di Salerno, del Comune di Salerno e dell’Unione Nazionale Organizzatori di Eventi.
L’area espositiva di Gusto Italia è, da sempre, una passeggiata nell’Italia che produce e racconta il suo gusto ed il suo saper fare. Tante le tipicità e i prodotti di 7 regioni italiane: Lazio, Umbria, Campania, Puglia, Molise, Calabria e Sicilia. Un ruolo da protagonista lo rivestiranno i salumi ed i formaggi, tante le tipicità provenienti dall’Irpinia, dal Molise, dalla Calabria, ma anche da cittadine del gusto come Norcia ed Amatrice. Dai taralli pugliesi dolci e salati ai classici della pasticceria campana, dalle composte di frutta al liquore allo zafferano prodotto ad Avellino.
Dalla nocciola di Giffoni IGP, disponibile anche in versione spalmabile e nel croccante realizzato al momento, passando per l’imperdibile nduja ed altre tipicità della regione. Immancabile il miele biologico del Cilento, la birra artigianale prodotta a Serre ed il cioccolato artigianale, in tante forme e in tanti gusti. Dal mondo dell’artigianato arriveranno dalla Puglia quadri e borse dipinte a mano, da Napoli borsellini ed articoli in pelle, ma anche bijoux di vario tipo.
Imperdibile la ceramica artigianale campana, gli oggetti realizzati all’uncinetto, i pupazzetti artigianali raffiguranti vari personaggi dei cartoni animati e gli charms artigianali che si adattano a collane e a bracciali. Tra gli altri, sarà presente un artigiano che realizzerà live incisioni laser su vari oggetti. Non mancheranno, inoltre, creme alla lavanda, all’aloe ed infusi.

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Redazione Irno24 11/10/2024
Salerno, partecipano 113 espositori all'edizione 2024 di "In Vino Civitas"
Sarà tagliato con un colpo di fioretto, grazie a due atleti della Nedo Nadi, il nastro dell’ottava edizione di In Vino Civitas, il salone del vino di Salerno che prende il via domani sabato 12 ottobre alle 16:30 alla Stazione Marittima di Salerno. Ideato dall’associazione Createam, organizzato con CNA Salerno e sostenuto con la Camera di Commercio ed il patrocinio del Comune di Salerno, l’evento prevede la partecipazione di 113 espositori provenienti da tutte le regioni italiane.
Apertura in nome della sinergia con il mondo dello sport che, nei tre giorni dell’iniziativa, sarà testimonial del "Beressere", con gli atleti che invieranno dal Salone messaggi sul consumo consapevole di sostanze alcoliche, per invogliare i più giovani ad evitare gli abusi.
Alla cerimonia del taglio del nastro anche la vicepresidente di Comieco, Carlotta De Iuliis, che lunedì 14 ottobre presenterà "Rimpiattino", lo speciale contenitore in carta per riportare a casa i residui di cibo e vino. L’evento, rivolto solo ai maggiorenni, resterà aperto anche domenica dalle 16 alle 23 e lunedì dalle 10 alle 17.
Annamaria Parlato 02/01/2024
San Severino, intrecci di storia e gastronomia a "Casa del Nonno 13"
Casa del Nonno 13 è un'autentica gemma culinaria in un palazzo d'epoca. Offre non solo una prelibata esperienza gastronomica, ma anche un tuffo nell'arte e nella cultura del Settecento, trasformando ogni visita in un'occasione indimenticabile. Un luogo dove la storia si sposa con la cucina, creando un connubio di eleganza, gusto e fascino.
Nel cuore di un imponente palazzo settecentesco dall’architettura maestosa, nella frazione S. Eustachio di Mercato San Severino, appartenuto alla Famiglia Angrisani che lo abitò per diverse generazioni, le decorazioni d'epoca e l'atmosfera sontuosa fanno di questo ristorante una destinazione culinaria senza paragoni. L’Avv. Antonio Angrisani ha ereditato da suo nonno la proprietà, valorizzata grazie all’abilità dello chef e architetto Raffaele Vitale, che riuscì a portare la stella Michelin proprio a Mercato San Severino, lasciando poi il ristorante nel 2015.
Dopo varie vicissitudini e chef che si sono alternati, oggi la gestione è dell’imprenditore Francesco Palumbo, proprietario anche del Crub a Cava dei Tirreni, che ha portato a Casa del Nonno 13 lo chef Attianese, allievo di maestri dai nomi altisonanti come Glowing, Lavarra, Di Costanzo, Aprea, executive un po' di tempo fa del rinomato Casa Rispoli, sempre nella città metelliana. Gli ambienti per il fine dining con cucina e cantina hanno subìto un recente restyling sotto la direzione dello Studio Di Sessa Architetti, tant’è che l’Arch. Francesco di Sessa, responsabile dei lavori ha spiegato:
“Il progetto di rinnovamento del ristorante casa del Nonno 13 muove dalla consapevolezza dell’eredità, materiale e immateriale, di un luogo unico, fortemente caratterizzato nei suoi spazi e nei suoi materiali, in una indissolubile relazione con il territorio. L’intervento ambisce alla conservazione delle atmosfere intime e familiari che hanno accompagnato la ‘stellata’ storia del ristorante, ma proietta, attraverso calibrati innesti e modificazioni, gli ambienti verso una dimensione più contemporanea della ristorazione”.
Nulla è stato trascurato, ogni dettaglio portato ai massimi livelli vuole offrire un’esperienza appagante e coinvolgente. Antico e moderno si fondono e dialogano, esprimendosi in un linguaggio apparentemente semplice ma intrinsecamente complesso. Dunque, varcata la soglia, i commensali saranno viziati dal fuoco scoppiettante dei camini, dai profumi dell’Agrumeto che d’estate diventa giardino incantato, da dipinti e antiche stampe, dagli intricati cunicoli che lasciano intravedere ora il vetusto pozzo ora la cantina ad arsenale, custode di circa novecento etichette.
In sala, Alessandro Pecoraro è un attento food&beverage manager, è un tutt’uno con Attianese, c’è sintonia tra i due e ogni cosa procede secondo la giusta direzione. Il suo mood cordiale e appassionato trasmette la stessa dedizione e affetto che si ritrovano nei piatti, l’entusiasmo che mette nel raccontare storie dietro le ricette e nel consigliare un vino è un valore aggiunto che arricchisce ulteriormente il pasto. Il menù è una lettera d'amore ai prodotti locali e alle ricette tramandate di generazione in generazione, mantenendo la medesima filosofia di Raffaele Vitale. Le portate sono un inno alla freschezza e alla semplicità, con ingredienti provenienti direttamente dai produttori della zona.
Nella terrina di maiale arrosto, cremoso di papaccelle e giardiniera del Nonno, così come nei tortelli ripieni di maiale, in brodo di pollo e verdure della minestra maritata o nella faraona dal petto arrosto e coscia glassata, pop-corn di miglio, radicchio tardivo e castagne, vi è l’esaltazione della ricchezza agricola della Valle dell’Irno e dell’Agro-Nocerino-Sarnese. Ogni singola preparazione è una dichiarazione di benevolenza per la tradizione, assemblata con maestria e rispetto per la materia prima.
Lo chef è prodigo di attenzioni per i commensali, a partire dal ricco benvenuto che comprende vari divertissement salati, sino a terminare con lo coccole dolci che arricchiscono il dessert come gli struffoli, il panettone con impasto al cacao e confettura di albicocca pellecchiella del Vesuvio o le caldarroste nel padellino di rame. Tra i dolci, consigliato è l’Agrumeto a base di semifreddo al mandarino, coulis alle arance, kumquat e agrumi autunnali della tenuta Casa del Nonno 13.
La carta dei vini mette in risalto le gemme vinicole nazionali e internazionali, offrendo una selezione che sposa perfettamente i piatti del menù. In carta anche due proposte, o meglio due percorsi creati da Attianese, “Inverno” e “Mano Libera”, con sette portate a cui abbinare sei vini e un fine pasto, optando per la formula “Oltre”. Continuando con questa lena, la stella perduta potrà essere presto riconquistata.
Casa del Nonno 13 regala una fuga autentica e appagante, invitando i commensali a immergersi nei sapori, nell’essenza e nelle tradizioni che caratterizzano questo particolare territorio della vasta provincia di Salerno. Un luogo in cui l'affezione per la terra si traduce in un banchetto che nutre non solo il corpo ma anche la mente.
Annamaria Parlato 28/07/2022
Un valido sostituto dell'origano in cucina: la maggiorana
La maggiorana è una pianta originaria dell’Europa centrale, non ama il freddo troppo intenso. Il suo nome botanico deriva dal greco antico oros, montagna, e ganos, gioia, bellezza; nei tempi antichi, in Grecia era tradizione intrecciare della maggiorana nelle corone che portavano gli sposi il giorno delle nozze, come augurio di felicità. Nel Medioevo, la maggiorana trovava un vasto impiego in medicina, tanto da mettere in ombra la fama del timo.
Anche se appartiene alla famiglia dell’origano comune (Origanum vulgare), il gusto e il profumo della maggiorana sono molto diversi. Ne esistono due specie; quella detta da “vaso”, o Origanum onites, dal gusto meno gradevole, e quella cretese, o Origanum dictamnus, pianta molto diversa d’aspetto dall’altra, con le sue foglioline bianche lanuginose e i suoi fiori rosa.
La maggiorana preferisce un suolo umido e fertile, in un luogo soleggiato e riparato. Non sopporta i freddi troppo rigidi. Si semina in primavera all’aperto o in vaso; il trapianto verrà effettuato quando le piantine saranno grandi più o meno 10-12 cm, distanziandole e tenendole libere da erbacce. In cucina si impiegano le foglie fresche o essiccate, aggiungendole a carni, salumi, verdure cotte e uova; si mettono nei ripieni o nell’aceto per insaporirlo.
In medicina, l’intera pianta ha qualità digestive e antisettiche esterne; in passato si usava come ingrediente del tabacco da fiuto. In cosmesi è valida per preparare saponi profumati, in casa è utile per allontanare gli insetti. Nel dettaglio, la pianta può essere un aiuto per i soggetti che soffrono di ipertensione e di problemi cardiaci. Studi scientifici dimostrano che la sola inalazione del suo olio essenziale provoca la vasodilatazione, che riduce così lo sforzo cardiaco e la pressione sanguigna. Il risultato è una diminuzione della pressione sull’intero sistema cardiovascolare.
La raccolta va effettuata dall’inizio dell’estate al termine della stagione di crescita; l’essiccazione va fatta quando le gemme stanno per produrre i fiori. Il buio per l’essiccazione è molto importante, ma anche le temperature piuttosto alte, disponendo le foglie in singoli strati. In campo alimentare, la maggiorana è una delle erbe aromatiche più utilizzate in tutta Europa. È adatta per tutte quelle pietanze in cui occorre ottenere un aroma deciso e allo stesso tempo piuttosto dolce. Tuttavia, il suo profumo risente del calore, va quindi aggiunta a crudo o a cottura ultimata. È il condimento ideale per pizze, insalate miste, salse crude, aceti e oli aromatici.
Il suo aroma si abbina perfettamente ai formaggi morbidi, come la ricotta sia di bufala che vaccina. Altri abbinamenti riusciti sono con pietanze che hanno fra gli ingredienti noci, asparagi e funghi, oppure a base di carne e pesce. Ottima se usata per marinare, è perfetta anche per aromatizzare arrosti e stufati. Le insalate e zuppe di legumi avranno un tocco in più grazie alla maggiorana, indicata anche per verdure, patate al forno o per insaporire pasta e primi piatti. Uno degli usi più comuni e azzeccati è quello che la vede fra gli ingredienti di gustose frittate. Tra gli usi popolari, infine, si ricorda che viene ampiamente utilizzata come condimento nella cucina rivierasca e mediterranea; in alcune regioni le foglie si mettono in sacchetti per profumare la biancheria.