70 articoli dell'autore Andrea Montinaro
Andrea Montinaro 17/07/2025 0
A Cascia prove di rilancio della Salernitana, fra tifosi prevale scetticismo
Quarto giorno di ritiro a Cascia per la nuova Salernitana di Raffaele, che insieme al ds Faggiano sta cercando nel più breve tempo possibile di allestire una rosa all’altezza per la prossima stagione in C, dove è assolutamente vietare sbagliare. Al momento la squadra è ancora divisa in due gruppi distinti, non solo per motivi di gerarchia ma per questioni di mercato ancora irrisolte, soprattutto in uscita: il primo nucleo rappresenta la base della futura Salernitana, composto da Guacci, Vuillermoz, Coppolaro, Cabianca, Achik, Di Vico, De Boer, Varone, Villa, Ferrari e Inglese. Il neoacquisto Capomaggio dovrebbe aggregarsi in tempi brevi, aspettando ancora i prossimi necessari interventi di Faggiano.
Il secondo gruppo, invece, è formato da Cevers, Lovato, Cirillo, Belfiore, Boncori, Legowski, Iervolino, Maggiore, Njoh, Dalmonte e Tongya, tutti ancora con un futuro incerto e da scrivere. L’ex Sassuolo Lovato è seguito dal Bari e proprio dai neroverdi, che lo rivorrebbero tra le loro fila; con Njoh sembra si stia trattando la rescissione, mentre Maggiore è finito nel mirino del Pisa. Altri, invece, sono già al 100% fuori dal progetto: tra questi, Bradaric e Daniliuc, i quali non sono nemmeno partiti per l’Umbria con il resto della squadra.
Intanto, in quel di Salerno, la passione e l’entusiasmo sembrano essersi davvero affievoliti, quasi disinnescati da queste ultime annate davvero deludenti. La fiducia nella società è davvero ai minimi storici e il sentiment dell’ambiente granata è quello di coloro che non credono più che la soluzione ai radicati problemi possa essere trovata da chi li ha generati. Si vive su un flebile equilibrio, un silenzio misto tra rassegnazione, delusione e vigile attesa per comprendere le vere intenzioni e ambizioni della società. Che è cosciente di tutto ciò e infatti mantiene un profilo basso, soprattutto sulla campagna abbonamenti, sulla cui definizione incide la “questione stadio”, che si sta trasformando in un altro cruccio.
La Salernitana sarà costretta a disputare le prime due partite casalinghe a porte chiuse, a seguito delle vicende del 22 giugno durante il playout di ritorno contro la Sampdoria, si sta valutando una campagna abbonamenti che riconquisti la fiducia dei tifosi. A complicare la situazione è l’incognita legata ai lavori di ristrutturazione dell’Arechi: in teoria, la Salernitana potrebbe essere costretta a giocare metà stagione nello stadio di via Allende e l’altra parte in un impianto temporaneo, condizione che sta posticipando e complicando tutte le possibili strategie del club.
Andrea Montinaro 03/07/2025 0
Squadra da rifare, piazza da risollevare: la Salernitana ha fretta
Ripartire e farlo subito. C’è poco da rimuginare su ciò che è stato e non è stato, il tempo di nascondersi dietro un dito è passato ed è controproducente tergiversare: la Salernitana ha fallito dal punto di vista gestionale e sportivo e la C è semplicemente la velenosa conseguenza dell'organizzazione approssimativa degli ultimi due anni. Prevedere adesso se il presidente Iervolino può essere la soluzione al tracollo compiuto è davvero operazione complicata e non ci sentiamo di poter azzardare supposizioni.
Negli ultimi giorni riecheggiano le dichiarazioni dell’imprenditore di Palma Campania, che si è scusato, giustamente e obbligatoriamente, con la piazza di Salerno e ha promesso impegno e volontà nel ricostruire e ripartire con idee più chiare e con un progetto ambizioso per il futuro. Un rilancio con margini di errore ridotti all’osso e parole che, per forza di cose, dovranno essere accompagnate dai fatti nel più breve tempo possibile. Siamo a luglio e al ritiro pre-campionato non manca molto: le mosse repentine di prendere un ds (Faggiano) e un allenatore (Raffaele) sono state già compiute, ma sono semplicemente la base di un lavoro complicatissimo che il nuovo organigramma dovrà svolgere per poter consegnare una rosa almeno "numericamente" presentabile al nuovo mister il 14 di luglio.
L’impresa è ardua, ad oggi i calciatori sotto contratto sono solamente 15, di cui 9 sono tornati dai prestiti e nessuno di questi sembra aver voglia di rimanere: Lovato, Daniliuc, Bradaric, Sambia, Legowski e Maggiore attendono tutti di cambiare aria. Solamente Sepe, Njoh, Ghiglione e Tongya sono i reduci della stagione appena conclusa, insieme a qualche giovane che comunque difficilmente rientrerà nei piani del nuovo allenatore. Kastanos, riscattato dal Verona, non tornerà; Bronn è già partito a titolo gratuito; Soriano, Simy, Ferrari, Hrustic e Jaroszynksi hanno concluso il loro contratto il 30 giugno.
Insomma, la squadra è da rifare da zero e la difficoltà risiede soprattutto nel trovare profili adatti per affrontare un campionato difficilissimo come la Serie C, dove il livello si abbassa terribilmente e la differenza tecnica e fisica tra le compagini si assottiglia. Il tempo non sarà amico del nuovo ds Faggiano, dal quale ci si aspetta l’esperienza giusta per poter dare forza alle promesse di Iervolino. Va ricostruito minuziosamente ogni reparto, dal portiere fino al reparto offensivo (ad oggi completamente sguarnito). Non possiamo fare altro che aspettare e rimanere spettatori vigili di una ripartenza che deve essere sostenuta dai fatti.
Andrea Montinaro 26/06/2025 0
Salernitana retrocessa, tempo di giudizi: solo in due sopra la sufficienza
È il momento di tirare le somme. È il momento di riordinare idee, emozioni, delusioni e incanalarle verso una riflessione a tutto tondo, che possa tramutarsi in un’analisi fredda e cinica di un’altra stagione disastrosa, che in tutto e per tutto si è dimostrata essere un bruttissimo sequel di quanto visto già la stagione scorsa in Serie A. Due anni di errori ripetuti, di superficialità, di approssimazione, di mediocre gestione societaria e tecnica che hanno condotto la Salernitana, come in una lunghissima e agonizzante marcia funebre, dal miglior risultato sportivo della sua storia nel 2023 all’epilogo più brutto che si potesse immaginare: la retrocessione in C.
Adesso c’è la necessità di tirare un linea, di mettere un punto e ripartire, ma per farlo bisogna analizzare e comprendere cosa e chi ha portato la Bersagliera fino a questo punto; le cause principali che hanno delineato lo scenario nefasto che abbiamo visto pochi giorni fa all’Arechi, dove la Salernitana non è riuscita a mantenere nemmeno quel briciolo di dignità che i suoi tifosi le avevano chiesto.
Nell’ultimo mese, la situazione giudiziaria che ha gravitato attorno ai playout non ha agevolato la preparazione di una doppia sfida così importante. Non si può negare che la conduzione della Lega e di Gravina sia stata più che discutile e le conseguenti polemiche, per una regolarità di un campionato compromessa, siano giustificate. Il fallimento del sistema calcio italiano è sotto gli occhi di tutti, tuttavia non siamo alla ricerca di alibi e dobbiamo discernere i due ambiti per tracciare un’analisi giusta e critica.
La colpa della retrocessione non può essere solo della FIGC, non si può scappare dalle proprie responsabilità e ricercare un “nemico” esterno che aiuti a nascondere le proprie mancanze, anche perché sarebbe proprio il punto peggiore da cui ripartire in vista della prossima, difficilissima, stagione in terza serie. Non possiamo dimenticare che i granata hanno fluttuato quasi costantemente in zona retrocessione durante questo campionato e che solamente all’ultima giornata sono riusciti ad acciuffare un playout insperato. L’epilogo controverso di questa stagione ha delle radici ben più profonde. Ecco perché un "pagellone" finale, nudo e crudo, può aiutare a fotografare il clamoroso insuccesso della l’Salernitana.
Voto zero a Danilo Iervolino
Non ce ne voglia il presidente, ma è la sintesi della gestione di due anni che si sono rivelati i peggiori della storia granata. Non dimentichiamo i giri di campo in festa e col petto in fuori quando le cose andavano bene e il futuro sembrava roseo, tuttavia ai primi dissensi e alle prime difficoltà, in un mondo che probabilmente si è dimostrato essere diverso da quello che lui immaginava, ha abbandonato la nave ed è scomparso per mesi, ricomparendo magicamente quando ormai era già tardi. Otto allenatori cambiati in due anni, scelte approssimative e superficiali, come il ritorno di Colantuono al terzo mandato in panchina granata. Una "non scelta" che ha piazzato la pietra tombale su un progetto sportivo che non è mai esistito.
Voto 2 all'ad Maurizio Milan
Lo valutiamo come riflesso ed estensione della cattiva gestione di Iervolino. Brutte le schermaglie con il ds Petrachi ad inizio stagione, i segnali di una frattura precoce tra chi voleva ambire a qualcosa in più e chi invece, fedele alla proprietà, puntava solamente al vivacchiare. Il nuovo ds Valentini (voto 5) è arrivato in una situazione compromessa, tuttavia le sue operazioni non hanno sortito gli effetti sperati, sebbene sia più giustificabile rispetto ad altri.
Voto 5,5 a Pasquale Marino
Ha il merito di aver fatto sperare l’ambiente in una salvezza che era diventata un miraggio. Il suo voto si abbassa inesorabilmente per la gestione tecnica, atletica e psicologica non all’altezza per i playout. Anche con tutte le attenuanti di questo mondo per la situazione anomala, la Salernitana ha disputato andata e ritorno sotto ritmo, offrendo prestazioni troppo negative e poco propositive per una squadra che si sta giocando tutto.
Voto 3 a Roberto Breda
Tre come le vittorie che è riuscito a conquistare nella sua infelice parentesi, nella quale non è riuscito a trasmettere granchè ad una squadra, apparsa senz’anima durante tutta la sua gestione. Esonerato troppo tardi, con lui questa squadra sarebbe retrocessa direttamente in anticipo.
Voto 6,5 a Ferrari ed Amatucci
Il primo ha dato sempre l’anima ed è stato l’unico a crederci fino alla fine: il suo viso e la sua postura durante l’interruzione del match con la Samp la dice lunga su quanto ci tenesse e quanto fosse emotivamente provato. Il secondo, giovanissimo, ha retto la baracca del centrocampo per tutta la stagione senza mai rifiatare: unica luce in mezzo al buio totale, sempre con l’atteggiamento giusto, personalità e qualità a servizio dei compagni. È calato nel finale di stagione, ma era prevedibile.
Voto 4 a Soriano e Verde
Gli uomini da cui ci si aspettava di più, quelli che hanno più deluso in rapporto alla attese. Per entrambi pochi barlumi e poca incisività, più che trascinatori si sono dimostrati due calciatori in flessione. Quattro è il voto che ci sentiamo di dare a tutto il resto della squadra, che non ha mai dato l’impressione quest’anno, se non i rari casi, di essere connessa ad un obiettivo con l’anima, le gambe ed il cuore.
Andrea Montinaro 19/06/2025 0
Alla Salernitana serve l'impresa contro la Samp per salvare la B
Si fa complicata. Complicatissima. La Salernitana e il suo destino sono letteralmente appesi ad un filo debole e sottile dopo la rovinosa caduta al Ferraris contro la Sampdoria nel primo atto di questi stregati playout. Ricorrere alla magia più che agli scongiuri sembra l’unica strada rimasta; non è bastato il polverone alzatosi durante questo ultimo mese attorno alle vicende giudiziarie, in aggiunta si è presentato anche lo spiacevole imprevisto dell’intossicazione alimentare nel quale sono incappati giocatori e staff granata, rendendo il rientro da Genova ulteriormente movimentato.
Il match di ritorno si sarebbe dovuto giocare domani, tuttavia si è palesato l’ennesimo rinvio che ha spostato la partita dell’Arechi a domenica 22 giugno, per permettere alla Salernitana di recuperare i giorni in cui non si è potuta allenare regolarmente. Il playout si è trasformato in una lenta e dolorosa agonia, coi connotati di un’ingiustificata punizione per i tifosi granata che dura ormai da due stagioni e che, per fortuna o sfortuna (dipende dai punti di vista), sta per volgere finalmente al termine.
Se un mese fa le speranze di salvezza erano più vive che mai, adesso sono ridotte all’osso e servirà più di un’impresa ai ragazzi di Marino per ribaltare il risultato dell’andata, che ha già il sapore di sentenza definitiva. L’atteggiamento e la prestazione visti a Genova non sono un buon biglietto da visita: si è avuta la sensazione di una squadra che non ha realmente saputo riattaccare la spina dopo il mese di inattività, piuttosto di un gruppo che dagli ultimi imprevisti è riuscito a trovare più alibi che motivazioni, a differenza di una Samp molto più sul pezzo e con lo spirito di chi ha avuto dal destino una seconda chance dopo essere piombato "all’inferno".
La conduzione approssimativa della Lega non valga però come semplicistica e riduttiva analisi di una stagione fallimentare. A monte, una gestione societaria e sportiva che in 2 anni ha portato i granata dal miglior risultato sportivo della sua storia al peggiore. Ma se ne parlerà a giochi fatti, dopo che il campo avrà emesso il suo verdetto.
Ritornando al calcio da giocare, la Salernitana in questa stagione ha vinto in casa con 2 o più gol di scarto soltanto in 3 occasioni: con Mantova, Cosenza e Carrarese. D’altro canto, la Doria è stata sconfitta fuori dalle mura amiche con tali risultati solamente con le prime tre del questo campionato di B: Spezia, Sassuolo e Pisa. Queste statistiche fanno percepire al meglio la portata dell’impresa che la Bersagliera sarà costretta a compiere domenica sera (inizio ore 20:30) all'Arechi.
Andrea Montinaro 13/06/2025 0
Playout, Marino studia la Salernitana anti Samp: le possibili scelte
Ci siamo. È passato un mese da quell’ultima partita a Cittadella, nella quale la Salernitana si guadagnava, con una grande vittoria, l’ultima chance per scendere dal treno retrocessione con il raggiungimento matematico di quei playout che per lungo tempo sono stati quasi un miraggio più che una speranza. Da allora, di calcio ne abbiamo potuto parlare ben poco: la nota vicenda Brescia, che ha scosso il campionato e la classifica della Serie B, non ha permesso il normale svolgimento del playout, che la Salernitana avrebbe dovuto giocare nella doppia sfida contro un Frosinone che, dalla sera alla mattina, si è ritrovato salvo e in vacanza.
Da quel maledetto 18 maggio sembra essere passata un’eternità, ma finalmente possiamo ritornare a parlare di calcio giocato, lasciando per un attimo da parte le vicende giudiziarie. Domenica 15 giugno è in programma l’andata della doppia sfida, ma questa volta contro la Sampdoria, ripescata direttamente dall’inferno e con ancora un jolly da giocarsi. Il "Ferraris" sarà palcoscenico del primo atto di una sfida tanto avvincente quanto anomala per la preparazione inusuale che mister Marino ha dovuto gestire in queste ultime settimane: un mese fa lasciavamo una Salernitana in buone condizioni e con una prestazione convincente; la Sampdoria, invece, nel “profondo rosso”.
Ora è davvero complicato poter pronosticare e analizzare in maniera attendibile quello che ci aspetterà, poiché i presupposti psicologici del match si sono totalmente ribaltati, quanto meno per i doriani. La Salernitana il playout lo avrebbe dovuto giocare comunque, tuttavia un mese di inattività non è un dato trascurabile. In questo periodo, Marino è riuscito a recuperare i suoi effettivi e avrà tutti a disposizione per i 180 minuti che li aspettano, tranne Braaf e Wlodarczyk da tempo fuori dal progetto e relegati ai margini.
Difficilmente Marino si discosterà in maniera da netta da quanto già visto nelle precedenti e fruttifere uscite, affidandosi agli uomini che sul campo si sono guadagnati i playout. Ripartire dal 3-4-2-1 potrebbe essere la scelta più attendibile, che vedrebbe Christensen in porta e i tre difensori che hanno dato finora maggiori garanzie: Ruggeri, Ferrari e Lochoshvili. Bronn ha ritrovato minutaggio anche in nazionale, ma sembra al momento partire dietro nelle gerarchie.
A centrocampo, imprescindibile la presenza di Amatucci che, dopo un periodo di naturale flessione, ha riacquistato nel rush finale il brio e le energie di inizio campionato. Al suo fianco, Hrustic sembra essere il favorito su Zuccon, ritornato a disposizione del mister dopo l’infortunio ma non ancora pronto per partire dal primo minuto. Ghiglione e Corazza agiranno sulle fasce di competenza, sulla trequarti Caligara e Tongya sono avanti favoriti per una maglia da titolare: la loro mobilità, freschezza e intraprendenza sembrano essere caratteristiche più gradite a Marino, pronto a fare a meno, dall’inizio, dell’esperienza di due veterani come Soriano e Verde. Nel ruolo dell’unica punta c’è forse il nodo più complicato da sciogliere, con il dubbio tra chi fa partire dall’inizio tra Simy e Cerri.
Andrea Montinaro 29/05/2025 0
Salernitana nel limbo, il suo destino e quello della B sono da scrivere
Non c’è ancora chiarezza sulla questione che sta tenendo banco ormai da due settimane nel campionato di Serie B. La confusione e l’incertezza regnano sovrane in un ambiente nel quale si ha la netta percezione di aver sbagliato tutte le scelte possibili e senza un’apparente giustificazione. In questo marasma generale, la Salernitana è come immersa in un limbo, sospesa tra la possibilità di dover giocare un playout tra poco più di due settimane e un’altra, più remota, di poter arrivare alla salvezza diretta attraverso l'ampliamento del campionato a 22 squadre.
Il club granata ritiene di aver subito un'ingiustizia e sta agendo legalmente contro Lega e FIGC, sostenendo che siano state violate diverse norme tra cui, la più importante, è quella dell’Articolo 27, comma 2, dello Statuto di Serie B, che non consente il rinvio dei playout a tempo indefinito. Il presidente Bedin avrebbe sì potuto posticipare il playout tra Salernitana e Frosinone, ma fissando immediatamente una nuova data. Inoltre, con i campionati ancora in corso, la classifica non può essere modificata, infatti i playoff stanno proseguendo regolarmente.
Ecco perché l’ipotesi di una B allargata sta acquisendo consistenza, specialmente nel caso in cui il Brescia venisse assolto e la squadra uscita sconfitta dai playout decidesse di ricorrere al TAR chiedendo la riammissione al campionato cadetto. Inoltre, anche nel caso il club lombardo dovesse ricevere una condanna nei due gradi della giustizia sportiva, potrebbe arrivare a chiedere il blocco dei playout stessi. Tutto ciò basterebbe, e avanzerebbe, per spingere verso una soluzione politica: modificare il format della Serie B, portandola a 22 squadre per evitare ulteriori contenziosi e conflitti.
Intanto, Marino è costretto a tenere tutti i giocatori sul pezzo e a continuare gli allenamenti per mantenere forma fisica e mentale. La scelta della Lega ha fatto saltare il banco e adesso è difficile poter prevedere se i granata, in netta crescita nel finale di stagione, possano arrivare in buona condizione anche alla data del playout. Discorso ribaltato per la Doria (probabile avversaria dei granata), retrocessa sul campo, che è stata letteralmente ripescata dall’inferno e dunque rivitalizzata a livello psicologico.
Attualmente, quasi tutti i giocatori sono a disposizione di Marino: il solo Zuccon resta alle prese con qualche problema fisico, ma sta progressivamente migliorando. Un altro fattore da considerare è la situazione dei calciatori convocati dalle rispettive Nazionali, tuttavia dovrebbero rientrare in tempo per preparare il playout d’andata insieme al gruppo.
Andrea Montinaro 22/05/2025 0
In calo quotazioni di B ampliata, si profila playout Salernitana-Samp
Si sarebbe dovuta tenere oggi l’udienza in Procura FIGC sulla questione che sta portando totale scompiglio nel campionato cadetto. Alle 10:00 era in programma l’audizione del Brescia sul possibile deferimento (poi arrivato nel pomeriggio), ma il club lombardo ha sorpreso tutti e non ha presenziato. Tuttavia, ha presentato una lunga e articolata tesi difensiva per smontare l’illecito amministrativo e il rischio di 4 punti di penalizzazione che decreterebbero la retrocessione a tavolino.
Il club lombardo è accusato di irregolarità fiscali nei versamenti dei contributi legati al pagamento di alcuni stipendi. La Covisoc, Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio, avrebbe chiesto lo scorso 28 febbraio verifiche all’Agenzia delle Entrate in merito a crediti d’imposta, che secondo i controlli sarebbero inesistenti, con cui il Brescia avrebbe coperto parte dei pagamenti di stipendi e contributi.
In questo scenario, col -4, il Brescia scenderebbe a 39 punti, terz’ultimo e dunque retrocesso in C, mentre il Frosinone si salverebbe direttamente e la Sampdoria, al momento in C, disputerebbe i playout contro la Salernitana. La Lega sta spingendo per arrivare ad una soluzione al più presto possibile, per non spingersi troppo oltre con i tempi per lo svolgimento dei playout, programmandoli tra il 16 e il 23 giugno. Tuttavia, questa eventualità vorrebbe essere scongiurata da Salernitana, Samp e Brescia, che punta a scontare la penalizzazione nel prossimo campionato.
Le 3 società spingono per ampliare la serie B a 22 squadre, prospettiva che cozza contro il volere della Lega e anche degli altri club perchè, aumentando il numero di squadre, diminuirebbero i 6 milioni e mezzo di mutualità di quest'anno. La situazione è sempre più complicata e la gestione da parte della FIGC sta facendo storcere il naso a molti; questo nodo si sarebbe potuto scogliere in maniera più logica e regolare: perché rinviare un playout a 24 ore dal fischio d’inizio?
Una scelta poco felice e quasi incomprensibile, che rischia di compromettere la regolarità del campionato; far giocare le due sfide tra Salernitana e Frosinone (il playout "originario") era certamente l’opzione migliore, permettendo al campo, unico giudice imparziale, di decretare il verdetto finale. Successivamente, si sarebbe valutata la possibile penalizzazione del Brescia, con tempi e pressioni meno incalzanti, come già successo anni fa. Così non è stato, non possiamo far altro che aspettare sviluppi di un caso sempre più intricato.
Andrea Montinaro 08/05/2025 0
Al "Ferraris" la partita della disperazione fra Sampdoria e Salernitana
Siamo alla resa dei conti. È arrivato quel fatidico momento che i tifosi granata conoscono molto bene, il momento della sofferenza assoluta, della speranza e della paura, tutto concentrato non solo nei 90 minuti che aspettano domani la Salernitana, contro la Samp al "Ferraris", ma anche nei giorni di attesa, estenuanti e silenziosi, dove tensioni, emozioni e sentimenti - ben noti - si percepiscono negli occhi di un amico, di un conoscente, di un estraneo che parla di Salernitana nel solito bar.
Siamo di nuovo qui, ancora una volta, davanti ad un bivio decisivo per la storia dei granata, nella partita più importante e difficile della stagione. Domani sera, alle 20:30, la Salernitana si gioca tutto (o quasi) nel penultimo incontro di questo campionato, contro una Sampdoria che è anch’essa davvero all’ultima fermata utile prima di andare direttamente "all’inferno". La Salernitana al momento è in piena zona playout, mentre i blucerchiati seguono subito dietro (a 2 punti) in piena zona retrocessione e senza margine di errore, per evitare una "storica" C. La pressione maggiore sembra essere sulle spalle dei doriani, che hanno solo un risultato utile, mentre i granata potrebbero comunque rifugiarsi in un prezioso pareggio e giocarsi tutte le carte salvezza nell’ultima giornata a Cittadella. Tuttavia, rimane un match da non fallire assolutamente per non rendere l’impresa, a quel punto, davvero proibitiva.
I tifosi granata sono abituati a queste sofferenze, a questi momenti da dentro o fuori, a gestire emozioni forti e anche contrastanti tra di loro. Le salvezze degli ultimi anni in B e in A, la promozione al cardiopalma del 2021, le retrocessioni e i fallimenti hanno temprato il tifo granata e l’hanno "abituato" a queste tipologie di appuntamenti. Dall’altra parte, il "Ferraris" sarà caldissimo, un catino infernale. La Samp e i suoi sostenitori poche volte si sono trovati in una situazione così al limite e così drammatica nella loro storia, tale disabitudine potrebbe rappresentare l’unico piccolo vantaggio per la Salernitana.
Marino dovrebbe confermare lo stesso undici che ha battuto il Mantova. In porta Christensen, il trio difensivo composto da Ruggeri, Ferrari e Lochoshvili (tutti e tre diffidati), in mediana Zuccon e Amatucci, come pure Corazza e Ghiglione sulle corsie. In avanti ancora Cerri, con Verde e Soriano alle sue spalle. Quella di domani sarà la 23a sfida assoluta tra Salernitana e Sampdoria, con l’ago della bilancia che pende a favore dei doriani con 11 vittorie contro 8 (i pareggi sono 3). Nel 2022, il blitz esterno in serie A, con reti di Ederson e Fazio, che lanciò la Salernitana nella clamorosa rimonta salvezza.
Andrea Montinaro 24/04/2025 0
Marino cerca conferme, la Salernitana deve battere il Cosenza
Torna la Serie B dopo il discusso rinvio dello scorso weekend per la morte del Papa. La Salernitana riparte dalla sfida cruciale contro il Cosenza, che mette in palio 3 punti pesantissimi per la lotta salvezza. Sarà uno snodo fondamentale, probabilmente decisivo, che i granata non possono fallire per poter sperare: nel frattempo, il TAR del Lazio ha bocciato il ricorso presentato dal club silano in merito alla richiesta di cancellazione dei 4 punti di penalizzazione, dunque la Salernitana, vincendo, potrebbe estromettere definitivamente il Cosenza da ogni discorso, mettendo essa stessa nelle condizioni di poter lottare fino all’ultima giornata per una salvezza fino a poche settimane fa impensabile.
Il rinvio della partita con il Cittadella, che si giocherà il 13 maggio, dopo la sfida al “Ferraris” contro la Sampdoria, ha cambiato un po' le carte in tavola e ha reso più complicato il percorso per la Bersagliera verso il suo obiettivo, visto che le ultime gare, probabilmente determinanti, saranno giocate lontano dalle mura amiche dell’Arechi e contro due compagini in piena lotta per non retrocedere.
Questo rende obbligatorio vincere domani contro il Cosenza (calcio d’inizio ore 15:00) e portare in cascina il secondo successo consecutivo, dopo quello col Sudtirol. Sarà da sfruttare sicuramente il fattore campo, con il pubblico dell’Arechi pronto a spingere la squadra: i dati della prevendita, al momento, contano circa 7000 biglietti venduti, che, sommati ai circa 4500 abbonati, indicano che 11mila spettatori sono pronti a trasmettere il loro calore in questa partita decisiva.
Marino sembra orientato a confermare quanto già visto contro il Sudtirol, assenze permettendo. Christensen in porta è una sicurezza, davanti a lui il terzetto difensivo sarà formato ancora una volta dai rodati Ruggeri, Ferrari e Lochoshvili. Sugli esterni impossibile non schierare Corazza, superlativo col Sudtirol, mentre Ghiglione è in vantaggio su Stojanovic. A centrocampo bisognerà fare a meno di Zuccon, il mister dovrà scegliere il giusto sostituto da affiancare all’inamovibile Amatucci: Tello potrebbe essere tra i principali indiziati, tornando a giocare una gara da titolare dallo scorso 23 novembre e scalzando così la concorrenza dei vari Caligara, Hrustic e Girelli.
Nel reparto offensivo, difficile poter pensare ad uno schieramento senza Cerri e Verde, sicuri delle maglie da titolari e pronti a guidare i granata verso la vittoria. Unico dubbio risiede nella scelta dell’altro trequartista in coppia con con Verde: Soriano sembra al momento il favorito, ma Tongya è in rampa di lancio e pronto per partire anche lui dall’inizio.
Andrea Montinaro 17/04/2025 0
Per la Salernitana "partita della vita" a Cittadella, fondamentale vincere
Non è ancora finita. La Salernitana, dopo la vittoria convincente col SudTirol, maturata sotto l’ennesima gestione tecnica della stagione (Marino è il quarto mister), sembra poter dare un senso a questo finale di campionato, ribaltando una situazione ancora difficile ma non più drammatica come qualche settimana fa.
Marino è riuscito a trasmettere alla squadra quello che a gran voce veniva richiesto da tempo: coraggio e voglia di andare a prendere la vittoria con cattiveria e determinazione, le stesse doti che con Breda mai si erano viste nella sua parentesi granata. Le colpe, in questi casi, sono da spartire con una gestione societaria e sportiva insufficiente, che ha traghettato la Salernitana in acque torbide anche in B.
D’altro canto, Breda non si è dimostrato l’uomo adatto per poter riportare la Bersagliera in zone più serene di classifica e non è riuscito a dare un'identità ad una squadra che, anche in quelle poche vittorie conquistate, ha sempre evidenziato dubbi e fragilità. Il successo contro il Sudtirol ha finalmente portato una ventata d’aria fresca, non solo per i 3 punti ma anche per il modo convincente coi quali sono arrivati. Un’altra vittoria stentata avrebbe cambiato poco o nulla nella prospettiva di questo finale di stagione, ma l'intensità e l’intraprendenza viste all'Arechi sono gli ingredienti che possono cambiare un destino che sembrava segnato.
Ora la Salernitana è viva e può davvero sperare nella salvezza. Sulla sua strada incontrerà, lunedì di Pasquetta, il Cittadella, in un vero e proprio scontro salvezza nel quale giocarsi tutto. I granata si trovano a 33 punti, a -2 proprio dal prossimo avversario; una vittoria potrebbe valere l’uscita momentanea dalla zona rossa o almeno comunque l’aggancio in zona playout, con ancora 4 gare da giocare (la successiva in casa col Cosenza, che è ultimo ma attende l'esito del ricorso al TAR per sperare di riottenere i 4 punti e tornare clamorosamente in corsa).
Portare a casa punti dal "Tombolato" sarebbe di vitale importanza e confermerebbe il cammino, finalmente virtuoso, intrapreso dalla Salernitana. Marino dovrebbe riproporre lo schieramento visto contro il Sudtirol, un 3-4-2-1 con il solito Christensen tra i pali, difeso dal terzetto formato da Ferrari, Lochoshvili e da Ruggeri, considerando ancora il lavoro differenziato di Bronn. Ghiglione e Corazza sugli esterni, soprattutto quest’ultimo dopo la prestazione di spessore della scorsa settimana. In mediana, difficile se non impossibile fare a meno di Amatucci. Al suo fianco Zuccon, favorito sulla concorrenza. Cerri agirà da unica punta, su questo ci sono pochi dubbi, supportato da Verde e Soriano, entrambi pronti a dare qualità alla manovra offensiva granata.
Lunedì il confronto numero 23 tra campani e veneti, i quali sono in leggero vantaggio nel bilancio complessivo con 9 vittorie contro le 8 della Salernitana (5 pareggi). All’andata si imposero i granata 2-1, con un'incredibile rimonta nei minuti finali. Era la prima giornata, sembrava poter essere l'inizio di un torneo ricco di soddisfazioni. Così non è stato.