70 articoli dell'autore Andrea Montinaro

Andrea Montinaro 14/03/2024 0

Salernitana, tutte le tappe dello spinoso caso Boulaye Dia

Boulaye Dia è stato e rimane uno dei flagelli sportivi ed economici più dolenti della tribolata stagione della Salernitana. Dopo un’annata da protagonista, nella quale ha trascinato i granata verso una serena salvezza con i suoi 16 gol, e dopo aver innegabilmente raddoppiato il suo valore di mercato, diventando uno dei profili più interessanti del panorama nazionale e internazionale, il numero 10 della Salernitana si è trasformato da risorsa a danno.

Il 17 agosto 2022, il senegalese venne acquistato da Iervolino con la formula del prestito oneroso da un milione di euro, con possibilità di riscattarlo a 12 milioni dal Villareal, diritto regolarmente esercitato quasi un anno dopo con il deposito dell’intera cifra pattuita. Durante la scorsa sessione estiva di mercato, Dia aveva raggiunto un valore tra i 25 e i 30 milioni, introito che sarebbe stato oro colato per le casse della società salernitana ma che si è tramutato in poche settimane nell’inizio della fine.

L’incrinatura del rapporto tra le due parti nasce a fine agosto 2023, quando l’attaccante senegalese, dopo aver trovato un accordo economico con il Wolverhampton, per un trasferimento in Premier League, senza il consenso a trattare da parte della dirigenza granata, presentò attraverso il suo entourage un’offerta a Iervolino decisamente al ribasso negli ultimi giorni di mercato.

La Salernitana ha, giustamente, fatto prevalere la sua posizione: sebbene non si fosse mai opposta ad una cessione a priori, fare a meno a di Dia senza possibilità di sostituirlo adeguatamente, a poche ore dal gong del calciomercato d'estate e con un conguaglio assolutamente non idoneo al valore del giocatore, sarebbe stato un autogol clamoroso.

Purtroppo non si è fatto i conti con i “picci” di un calciatore che si è dimostrato tutt’altro che un professionista serio. Dia si è impuntato contro la società che lo paga e lo ha pagato profumatamente e contro una piazza che gli ha dato la possibilità di poter fare quel “salto” di carriera tanto agognato, non venendo assolutamente incontro alle esigenze sportive ed economiche del club. Oggi, 14 marzo 2024, il senegalese non è più un patrimonio per questa società ma un problema economico e sportivo nel quale a perdere, nel sistema calcio attuale, è sempre la società titolare del cartellino.

Nel mondo reale, cioè in quello lavorativo extracalcistico, un professionista con regolare contratto se non ottempera ai suoi doveri può essere giustamente perseguito civilmente per danni, con annesso licenziamento per giusta causa; nel panorama calcistico ci stiamo sempre più avventurando in scenari distopici, nei quali le società sono sempre più ostaggio di calciatori e procuratori e dove i contratti hanno sempre più un valore formale che sostanziale. Dia, con il rifiuto di scendere in campo durante Udinese-Salernitana e il conseguente allontanamento dalla prima squadra, ha toccato il fondo.

Sembra che il club abbia depositato presso il Collegio Arbitrale un’istanza di arbitrato contro il senegalese: i legali della Salernitana avrebbero chiesto la conferma della sanzione già applicata dal club, ossia l’estromissione del calciatore dalla prima squadra, oltre alla multa aggiuntiva pari alla riduzione del 50% dello stipendio da qui a fine stagione, con cui la società risparmierebbe circa 300mila euro.

Il minimo in confronto a quello che il comportamento dell’attaccante ha negato sia sportivamente che economicamente alla Salernitana: ormai la perdita monetaria è certa, ma vedere Dia uscirne tranquillo e sereno, magari anche raggiungendo lidi più prestigiosi in estate, sarebbe uno scenario che non farebbe giustizia per quanto accaduto. In un calcio giusto, con le apposite istituzioni a tutela delle società, il numero 10 della Salernitana rimarrebbe “fuori rosa” fino a fine contratto, con salario minimo a disposizione, ma questa possibilità sempre più utopistica al giorno d’oggi, dove gli interessi e i “mal di pancia” di agenti ed assistiti valgono di più di qualsiasi altro valore sportivo e professionale.

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Andrea Montinaro 29/02/2024 0

Sabato c'è Udinese-Salernitana, ancora problemi in difesa per Liverani

La Salernitana tornerà nuovamente in campo sabato pomeriggio alle 15 allo stadio di Udine, in una partita molto più importante per i friulani, in piena lotta salvezza, che per i granata, ormai sbandieratori da diverse settimana di resa totale e irreversibile.

Liverani avrà ancora possibilità di scelta risicate in difesa: Gyomber sarà ai box per ancora un mese, Pierozzi e Pirola lavorano a parte (non si vogliono rischiare ricadute), Boateng è in forte dubbio per una tenuta fisica altalenante dopo il lungo perido di inattività e non dovrebbe comparire tra i convocati.

Recupera Manolas, uscito anzitempo nel corso della gara contro il Monza per un trauma alla caviglia, ma che si è ristabilito nel corso della settimana e sarà pronto a scendere in campo da titolare. Al suo fianco si contenderanno il posto Fazio (anche lui recuperato in extremis), Pellegrino e Pasalidis, gli unici rimasti a disposizione nel reparto arretrato.

Scontato, quindi, il ritorno alla difesa a 4, con Zanoli e Bradaric favoritissimi ad occupare le fasce e un centrocampo rinfoltito per non dare superiorità numerica ai bianconeri di Cioffi: confermata la titolarità di Coulibaly e Basic, Liverani dovrà scegliere il terzo centrocampista, fra Kastanos, Maggiore e Legowski, che completerà il reparto. Davanti pochi dubbi, con Candreva che agirà da collante tra centrocampo e attacco, dove si prevede la coppia Dia-Weissman dal 1° minuto.

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Andrea Montinaro 22/02/2024 0

La Salernitana contro il Monza per salvare almeno la faccia

Sabato arriverà il Monza, libero di testa per una classifica più che soddisfacente e rinvigorito dalla storica vittoria contro il Milan tra le mura amiche. Ad aspettarlo, una Salernitana nel momento più buio dei suoi 3 anni in Serie A, in un clima che si avvicina ormai all’apocalittico. Inutile guardare la classifica, pensare a possibile scelte o soluzioni tecnico-tattiche, presentarsi con false speranze: la Salernitana nelle ultime 2 settimane ha alzato bandiera bianca.

Il problema non è la sconfitta, o l'inevitabile retrocessione, ma la maniera inaccettabile con la quale si sono tirati definitivamente i remi in barca, non rispettando coloro che spendono energie e denaro per seguire la propria fede calcistica. I granata (non) scesi in campo al Meazza contro l’Inter hanno probabilmente messo in scena una delle peggiori prestazioni di squadra nella storia della massima categoria italiana.

Nessuno si aspettava di uscire indenni contro una delle squadre più forti d’Europa, ma non è mai giustificabile la totale assenza di qualsiasi valore e attitudine sportiva. La Salernitana era nettamente inferiore, ma non a tal punto da poter incassare anche 5 gol nei primi 10 minuti: solo il caso e il poco cinismo dei nerazzurri hanno evitato ciò, ma ne sono comunque bastati 20 per chiudere e archiviare una partita mai iniziata. Zero concentrazione, zero spirito combattivo, tutto un enorme e rotondo zero, il manifesto di una squadra che ha mollato.

I calciatori, profumatamente stipendiati, non hanno avuto rispetto né della maglia che indossano né di coloro che, sugli spalti o davanti alla tv, dovrebbero essere rappresentati da loro. Sabato contro il Monza si chiede di recuperare un minimo di quella faccia che è stata persa in maniera mortificante. Si chiede un minimo di amor proprio, di rispetto verso coloro che, nonostante tutto, seguiranno ancora una volta la squadra all’Arechi, a guardia della loro identità sportiva.

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Andrea Montinaro 12/02/2024 0

Salernitana verso la cadetteria, tardivo il cambio di allenatore

Resa. Dichiarata resa. La Salernitana ha sollevato dall’incarico Filippo Inzaghi, il quale ha collezionato in 16 partite solo 10 punti: 10 sconfitte, 4 pareggi e 2 sole risicate vittorie contro Verona e Lazio. Troppo poco, ma probabilmente il rimedio è tardivo: l’ennesimo cambio di panchina e l’arrivo del tecnico Fabio Liverani sa di bandiera bianca e di campionato finito (meritatamente) a febbraio, aspettando ormai solo la rassegnata e matematica retrocessione in cadetteria.

La sconfitta con l’Empoli ha spento anche quella flebile fiammella di speranza di poter almeno provare a compiere un ulteriore miracolo, come la salvezza di 2 anni fa, e ha messo la pietra tombale su una stagione storta, costellata da troppi errori che i granata stanno pagando a care spese sulla propria pelle. Inevitabile la separazione con Inzaghi, rappresentante di uno dei tanti errori di giudizio commessi dalla società in questi ultimi mesi: al di là di una rosa certamente limitata e poco attrezzata per riaffermarsi in Serie A, il tecnico piacentino, apparso poco al passo con le richieste e i ritmi del calcio attuale, non è riuscito a trasmettere un minimo di identità e di gioco.

Inzaghi è un allenatore anagraficamente giovane, ma “vecchio” nelle idee e nella comunicazione; la sua sconfitta è lo specchio della sconfitta gestionale di una dirigenza inesperta nel settore calcistico, che ha commesso errori di sopravvalutazione del proprio lavoro dopo i buoni risultati delle ultime 2 stagioni.

Sul neo-tecnico Liverani è prematuro esprimere giudizi, proclami o valutazioni: traghettare in questo momento la panchina della Salernitana vuole dire aggiungere al proprio curriculum una (quasi) certa retrocessione. Si utilizzino questi ultimi mesi per progettare e portarsi avanti nel lavoro per affrontare la prossima stagione con piglio e soluzioni diverse, agendo consapevolmente per costruire un futuro migliore.

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Andrea Montinaro 25/01/2024 0

Salernitana, errori macroscopici ma la fiamma della speranza è accesa

“L’occasione è come un treno in corsa, se non la prendi al volo, se ne va e non torna più”. Se l’immagine di un triste e rassegnato Antonio Candreva, nel post-gara contro il Genoa, potesse essere un quadro, probabilmente le parole del celebre scrittore inglese George Gissing farebbero da giusta cornice e la firma d’artista formerebbe il nome dell’US Salernitana.

A 4 giorni dall’ennesima, e questa volta forse decisiva, sconfitta contro il Grifone, il tempo non ha alleviato l’amarezza e non ha dissipato il rimpianto, ma ha aumentato la consapevolezza che più di qualcosa in questa stagione non è andata per il verso giusto. Non siamo qui per un inutile e poco costruttivo processo, alla ricerca di un colpevole da portare al patibolo mediatico, bensì per una vera e propria "presa di coscienza zeniana", un’analisi schietta e forse per tratti anche po’ cruda degli errori macroscopici commessi che ci stanno mostrando dettagli sempre più vividi di una realtà, o meglio, di un quadro futuro che dovremo essere pronti ad accettare.

La Salernitana vista contro il Genoa ha dato l’impressione di una squadra che il treno per la salvezza lo avesse già perso da tempo, ma che solo al fischio finale di Orsato abbia preso consapevolezza di ciò. Il presidente Iervolino, la scorsa estate, è incappato nella trappola della superficialità, probabilmente pagando quella che può essere una giustificabile inesperienza nel campo della gestione calcistica, diversa da altri settori di sua competenza: la salvezza in carrozza della scorsa stagione ha messo le famose "fette di prosciutto" sugli occhi di molti e ha tappato le orecchie di quei pochi che avrebbero avuto bisogno di consigli e figure più esperte su determinate e delicate scelte.

I rapporti, già probabilmente incrinati, con Paulo Sousa hanno portato alla gestione di un mercato non coadiuvato con il proprio tecnico e quindi ad un inizio di stagione in netta salita, con poca unità d’intenti e una rosa ritenuta, dallo stesso tecnico portoghese, poco adatta ad affrontare il campionato di Serie A a differenza della precedente. La spinosa "questione Dia" non ha aiutato e la sua mancata cessione (alle cifre che giustamente la società richiedeva) non solo ha tarpato le ali alle liquidità della campagna acquisti, ma ha contribuito alla distruzione di un ambiente di squadra nel quale si è palesato più di qualche animo scontento.

Da qui il mercato troppo azzardato, con il quale non è stata rinforzata una difesa che già si contraddistingueva per essere la terza peggiore per gol presi la stagione scorsa, e soprattutto un attacco, che, oltre al solo e maldisposto Dia, non ha presentato valide alternative per competere in categoria. La reintegrazione in rosa di Simy è il simbolo del fallimento della gestione granata e di una campagna acquisti che ad oggi, 25 gennaio, possiamo definire inadeguata.

Se l’esonero di Sousa è stato per certi versi inevitabile, l’arrivo di Inzaghi sulla panchina è stato lo specchio per le allodole di molti ma, oltre ad atteggiamenti e determinazione ritrovati in molti giocatori, persi e spaesati per lunghi tratti della prima parte di stagione, ha trasmesso e conferito troppo poco sul campo, dove improvvisazione e umore altalenante ne fanno da padroni. Il ritorno in patria di Sabatini è stato il grido d’aiuto, l’ultimo e giusto tentativo del Presidente di provare a voltare pagina, ma la sensazione è che i miracoli accadano una volta sola.

D'altronde, dopo 21 giorni di mercato, presentarsi alla partita spartiacque col Genoa, davanti al proprio pubblico, con Simy unica punta, e il solo Ikwuemesi pronto a subentrare, equivale ad un futuro non roseo; se anche il plurinominato “indice di liquidità” al momento inchioda la sessione di riparazione, non esiste Sabatini o allenatore che tenga, il destino è purtroppo segnato. Anche la statistica parla chiaro: nell’era dei 3 punti, la squadra che occupava l'ultima posizione alla 21a giornata è SEMPRE retrocessa a fine stagione.

Non si tratta di essere negativi o rassegnati, tuttavia interrogarsi e analizzarsi sulle proprie responsabilità è sempre il passo giusto per costruire qualcosa, e questo può coesistere con la fiamma della speranza che è giusto rimanga sempre accesa nel cuore di chi lotta come “l’ultima sigaretta” di Zeno.

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Andrea Montinaro 16/01/2024 0

Salernitana, Iervolino attacca gli arbitri ma il problema non sta nel favoritismo

La Salernitana per la terza volta in poche settimane si è vista scappare dalle mani dei punti pesantissimi in chiave salvezza per un gol oltre il 90° minuto. Questa volta è toccato al difensore kosovaro Rrahmani spegnere le speranze granata di tornare con 1 punto da Napoli, dopo un match dal quale probabilmente la Salernitana avrebbe sicuramente meritato qualcosa di più per impegno e determinazione, nonostante gli evidenti limiti di una rosa al momento "corta" e rimaneggiata.

Ma a far parlare, come è accaduto spesso in questi ultime giornate, sono stati i continui episodi arbitrali che perpetuano nella loro ambiguità di giudizio e che anche in Napoli-Salernitana hanno acceso i toni post-gara, rendendo ancora più sanguinosa la sconfitta. Il presidente Danilo Iervolino ha rilasciato pesantissime dichiarazioni in merito alle decisioni arbitrali nel derby campano, attaccando senza mezze misure tutta la categoria e in particolare Gianluca Rocchi, responsabile e disegnatore degli arbitri di A e B.

La via dell’imparzialità è sempre la strada da battere in questi casi, per rimanere attendibili e onesti intellettualmente; ma che ci sia un “problema VAR” è assodato dai continui errori, ma soprattutto dalla ricorrente mancanza di uniformità di giudizio nell’uso di uno strumento che si sta sempre più allontanando dal concetto di “ausiliarità”.

Ci può essere confronto e discussione sul discorso della “sudditanza psicologica verso le grandi” e sull’uso inadeguato degli strumenti, punti sui quali si è soffermato inizialmente Iervolino, presentando un problema da sempre presente all’interno del calcio come il diverso “trattamento” che gli arbitri applicano nella gestione dei cartellini e degli episodi cosiddetti “al limite”, nei quali vengono premiate più facilmente le big che le squadre di bassa classifica. Episodi in cui emerge l'utilizzo ambiguo del VAR.

“Prima la responsabilità era di un solo arbitro, ora di quattro o cinque, quindi è peggio", Iervolino riesce qui a centrare il focus che potrebbe portare a un confronto costruttivo: la divisione poco chiara delle responsabilità è probabilmente il problema principale della classe arbitrale in questo momento ed è la causa che determina maggiori polemiche e dubbi. Il protocollo attuale divide le responsabilità degli ufficiali in campo, fino a rendere quasi invisibile la linea di demarcazione tra chi effettua una prima valutazione e chi realmente dovrebbe prendere le decisioni; tale ambiguità porta ad un continuo scarico di colpe e ricerca di alibi, che non fanno altro che alimentare polemiche su episodi che allontanano sempre più dal calcio giocato.

Il Presidente, però, si discosta successivamente da quell’alone di critica costruttiva, per sfociare nel campo di un vittimismo inutile e fuori contesto, che non serve né per migliorare il regolamento né per difendere la Salernitana. Iervolino cade nella trappola, nella quale molti altri addetti ai lavori sono caduti in passato, della polemica spicciola, aggrappandosi a determinati episodi occorsi durante il match contro il Napoli.

"Errori così grossolani mi fanno pensare male, falsano i campionati. In occasione del 2-1, Demme dà una gomitata sul volto a Tchaouna mentre salta. Non tollero queste sviste: se tiri la maglia è fallo, è penalty e basta. E' successo a Simy con Rrahmani”. Iervolino, in questo modo, tenta giustamente di portar acqua al suo mulino, ma perde inesorabilmente credibilità, abbandonando i punti sui cui in realtà si dovrebbe battere.

Sarebbe stato giusto da parte sua chiedere un confronto con l’AIA per avere delucidazioni in merito a chiarezza ed uniformità di trattamento. Iervolino inciampa nella semplicistica retorica del “favoritismo”, ma il focus non deve essere sull’episodio a favore o sfavore, piuttosto bisogna far luce su lacune evidenti in questo sistema arbitrale per provare a diminuire sempre più la cadenza degli errori. Serve qualcuno che ci spieghi cosa effettivamente si intende per “chiaro ed evidente errore” e a chi tocca giudicare se un contatto, un fallo o qualsiasi episodio di campo sia un oggettivo errore.

Il regolamento sanziona sempre di più anche i minimi contatti in area di rigore; rivalutando gli episodi in Napoli-Salernitana, desta perplessità la poca chiarezza sulle modalità di decisione. Il “rigorino” su Simeone non è stato ravvisato dall’arbitro Marinelli in tempo reale, richiamato successivamente al monitor da Di Bello che ha quindi giudicato fallosa la tipologia e intensità del contatto tra l’attaccante del Napoli e Fazio. È qui che però sorge il dubbio: se la maggior parte dei contatti in area di rigore è sempre sotto la lente d’ingrandimento di un’analisi soggettiva da parte di uomini, di arbitri che non possono uniformare i giudizi perché i fattori e le variabilità di un contatto sono infinite, come si può rendere oggettivo questo processo?

Iervolino avrebbe potuto portare la discussione verso lidi più produttivi, ponendo quella che sarebbe stata la giusta domanda: perché sul contatto di Simeone è intervenuto il VAR e invece sullo scontro Demme-Tchaouna è l’arbitro di campo a giudicare l’intensità del contatto? Sarebbe importante riuscire ad avere un confronto realmente costruttivo, andando al di là del singolo episodio e riuscendo a togliersi per un po’ la maglia del tifoso da dosso.

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Andrea Montinaro 11/01/2024 0

Il terzino Pierozzi in prestito alla Salernitana, arriva dalla Fiorentina

La Salernitana e Walter Sabatini mettono a segno il primo colpo della sessione di mercato invernale, regalando a mister Inzaghi l’esterno destro che mancava dopo la partenza di Mazzocchi: si tratta di Niccolò Pierozzi, classe 2001, che arriva in prestito secco dalla Fiorentina. Indosserà la maglia numero 27.

Dopo appena due presenze in questa stagione con la Viola in Conference League, e qualche problema muscolare di troppo, il 22enne terzino ritrova Inzaghi, con il quale la scorsa stagione, alla Reggina in B, ha collezionato 34 presenze e 4 gol, impiegato per la maggior parte delle volte come "quarto" o "quinto" di destra. Ore decisive anche per Palomino, obiettivo difensivo dall'Atalanta.

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Andrea Montinaro 05/01/2024 0

Juve-Salernitana ha rimarcato vecchi problemi, servono nuove soluzioni

Il primo dei due incontri ravvicinati tra Juventus e Salernitana è ormai archiviato. La sfida di Coppa Italia all’Allianz Stadium di Torino si è conclusa con un tennistico 6-1 in favore dei bianconeri, sancendo per i granata la prematura interruzione del percorso nella competizione.

Rileggendo le formazioni a confronto, affermare di essere sorpresi dalla sconfitta sarebbe sicuramente un eufemismo, ma il roboante risultato è un’umiliazione cocente che, se da un lato può essere giustificata nascondendosi dietro il dito della “partita difficile da giudicare”, dall’altro ha evidenziato i limiti tecnici e mentali di una rosa sicuramente non adeguata, soprattutto se falcidiata anche da assenze importanti.

L’analisi del match deve rimanere in costante equilibrio sulla linea che divide la realtà e l’illusione, cercando di trovare quei pochi spunti costruttivi che la serata di ieri può aver lasciato. L’illusione sarebbe sicuramente il cercare di far passare l’umiliazione di ieri come inevitabile, racchiudendo la partita contro la Juventus nella categoria di “quelle che non fanno testo”. Sarebbe troppo facile ridurre tutto alla mancanza di stimoli (squadra concentrata sulla salvezza) e di uomini per giustificare la gita che i granata hanno fatto a Torino.

La realtà è che la Salernitana, al di là delle assenze, non si è presentata sul rettangolo di gioco, rendendo la partita della Juventus di Allegri troppo facile da condurre fino al 90°: i bianconeri non infliggevano 6 gol ai suoi avversari dal gennaio 2015 (sempre in Coppa Italia) e non vincevano da ottobre contro il Torino con almeno 2 gol di scarto, ad evidenziare che la Vecchia Signora non è sicuramente una macchina da gol.

L’obiettivo principale rimane quello della salvezza, ma l’atteggiamento non può essere quello visto contro la Juventus e domenica all’Arechi andrà in scena il replay, nel quale servirà tutt’altra Salernitana: recupererà Candreva e probabilmente ritroveranno spazio dall’inizio Costil, Fazio e Gyomber, ma la lista degli assenti non sarà poi tanto più corta rispetto al match di Coppa.

Qui subentra il lavoro di Inzaghi, che dovrà trovare la giusta chiave di lettura della sconfitta e riuscire a trasmettere ai ragazzi tutto quello che non hanno fatto vedere nel match di ieri: il capitale umano a disposizione dell’allenatore piacentino è limitato, ora più che mai servirebbero nuovi innesti per poter affrontare un gennaio ricco di impegni difficili e probanti contro Juve, Napoli, Genoa e Roma.

Le falle di una rosa non adeguata sono sotto gli occhi di tutti e la partenza di Mazzocchi ha aumentato ancora di più questa percezione; tocca a Sabatini rattoppare quello che di sbagliato è stato fatto nella campagna acquisti estiva, nella quale con troppa superficialità non si è provato a migliorare una difesa già non impermeabile durante la stagione scorsa (terza difesa più battuta), un centrocampo e un attacco costruiti in maniera approssimativa e senza uomini di qualità ed esperienza che potessero realmente dare una mano.

La salvezza è possibile e il gap è tutt’altro che incolmabile ma adesso, oltre che sul campo, bisogna dare una risposta anche sul mercato, per cercare di raddrizzare una stagione finora minata da troppi errori e peripezie.

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Andrea Montinaro 20/12/2023 0

Riecco Sabatini alla Salernitana, la mossa giusta al momento giusto

Walter Sabatini è il nuovo direttore generale della Salernitana. Lo ha reso noto, durante la serata di ieri, la società granata attraverso i suoi canali ufficiali, decidendo così di ripuntare sulla sua competenza, professionalità e carisma per riacciuffare una salvezza insperata, come quella della stagione 21/22. Allora il dirigente umbro si presentò al centro sportivo Volpe come la “corte marziale” e, in situazione a dir poco tragica e senza alcuna certezza, riuscì, con grande abnegazione e personalità, a guidare la Salernitana verso una salvezza miracolosa.

Oggi il quadro non sembra essere molto diverso da 2 anni fa, anzi la polveriera che si sta sostituendo all’ambiente salernitano rende la sua missione, forse, per certi versi più difficile e intricata, vista anche la complicata possibilità di azione sul mercato di gennaio dopo le parole di Iervolino di settimana scorsa. Un nuovo instant team, per questioni economiche, è un miraggio: stavolta servirà qualcosa di diverso, ma probabilmente Sabatini è al momento anche l’unica figura dirigenziale in grado di prendersi sulle spalle questo pesante fardello.

Il presidente Iervolino ha capito di aver commesso un errore; sia ben chiaro, questo non è stato essersi separato anzitempo da Sabatini per questioni, e probabilmente vedute, contrastanti, ma non averlo sostituito con una figura di pari doti. Il patron della Salernitana, galvanizzato dai risultati ottenuti nel recente passato, è caduto nella trappola della presunzione di chi pensa di essere già arrivato, pensando di poter gestire da solo aspetti e soprattutto scelte che non hanno portato i risvolti attesi.

Tuttavia, l’errore è umano ed è giustificabile, vista la continua dimostrazione di dedizione e passione di Iervolino per la causa granata, evidenziate ancora una volta da una scelta sinonimo di umiltà e intelligenza. Ritornare sui propri passi non è da tutti, riconoscere i propri errori è garanzia di progettualità e sicurezza per i tifosi; il ritorno di Sabatini non può che essere la mossa al giusta al momento giusto per la Salernitana.

Arriverà una nuova storica salvezza? Ai posteri l’ardua sentenza, ma la certezza è che serviva un punto di riferimento, una figura “di calcio”, carismatica, che potesse essere riconosciuta come tale da giocatori, allenatore e dirigenza, un uomo capace di fare da collante tra tifosi e società nei momenti di luce, ma soprattutto nei momenti bui, e soprattutto con la personalità per poter scegliere e consigliare la miglior strada da intraprendere per il futuro. Walter Sabatini è garanzia di tutto ciò.

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Andrea Montinaro 14/12/2023 0

Salernitana, parla Iervolino: "Ambiente lacerato, calciatori unici responsabili"

Danilo Iervolino, dopo 2 mesi di silenzi, ha rotto gli indugi e ha deciso di metterci la faccia. Non è stato l’incontro “viso a viso” coi tifosi, che qualcuno avrebbe voluto, ma è stato sicuramente quello che la piazza salernitana chiedeva a gran voce. Il Presidente granata ha espresso la sua posizione riguardo il momento buio della Salernitana in conferenza stampa, in collegamento web, avvenuta in mattinata intorno alle ore 11.

“Mi dispiace moltissimo per il momento di grande disagio che i tifosi e io stesso stiamo vivendo nel vedere la Salernitana ultima in classifica”. Esordisce così il Patron Iervolino, che durante tutto il suo intervento non ha nascosto uno stato d’animo balenante tra sconforto e speranza. “La colpa è mia, giusto che ci metta la faccia perché le scelte dei manager, dei giocatori e degli investimenti è di mia responsabilità”, continua Iervolino, che allo stesso tempo però non condanna il mercato, anzi: “Abbiamo comprato circa 10 nazionali, non li abbiamo certo pescati in Lega Pro. Dalla squadra dello scorso anno abbiamo sostituto pressoché 2 giocatori con altri che io ritengo altrettanto forti, non mi sembra che la campagna acquisti possa aver generato questo disvalore”

Arriva qui l’attacco più che poco velato nei confronti dei giocatori della vecchia guardia: ”I giocatori rimasti hanno deluso tanto. I problemi si annidano in un ambiente lacerato da fazioni e calciatori che non amano Salerno e che per me sono gli unici responsabili di questo momento. Abbiamo salari altissimi e loro hanno disatteso tutti gli impegni. Avrò un pugno durissimo con molti di loro”.

Poi sul mercato: “Abbiamo un passivo di 25-30 milioni, il mercato di gennaio dovrà essere in attivo e dipenderà da quanti soldi incasseremo dalle cessioni, da quanti punti avremo tra 4 partite e da chi vorrà venire”; Iervolino conclude, infine, con l’apertura ad un possibile inserimento in società di una figura carismatica, che possa rialzare il morale di tutti: “Ora ci sto pensando, mi dispiaceva l’idea si potesse sovrapporre alle nostre figure già autorevoli e di personalità”.

Questi i punti cardine della conferenza del Presidente, durata poco più di un’ora e che sicuramente lascerà spazio a dubbi, domande e interpretazioni. Il silenzio assordante della società è stato interrotto; ma questo intervento (dovuto) è da considerarsi un autogol o la giusta scossa che serviva all’ambiente? La verità sta sempre nel mezzo. Il perseguimento della chiarezza, della trasparenza e dell’onestà è qualcosa che dovrebbe sempre essere apprezzata, in ogni campo.

Iervolino vuole il bene della Salernitana e non nasconde gli scheletri nell’armadio dello spogliatoio granata, mostrando genuinamente anche speranze e dubbi riguardo il futuro prossimo della squadra. Qualcuno potrebbe interpretare le sue parole, riguardo le responsabilità dei giocatori, come il più classico degli “scaricabarile” (e nella forma e nella forza delle parole utilizzate magari è così); tuttavia, abbiamo già più volte fatto i conti con la sua schiettezza e i suoi modi, molte volte poco “aziendalisti”, che fanno parte di un uomo, di un imprenditore con una visione ben precisa e di una strada che solca con decisione e passione da quando ha rilevato la Salernitana 2 anni fa.

Tutto ciò dovrebbe essere da garanzia per i tifosi granata, ma è giusto anche porre la lente di ingrandimento su un aspetto: tutti i percorsi che si intraprendono possono essere minati da errori, ma non si dovrebbe provare a nasconderli col dito della presunzione. Iervolino crede fermamente in quel che fa, ma nella conferenza odierna si è preso delle responsabilità “di facciata”; non è un autogol colpevolizzare l’atteggiamento di giocatori che non rispettano club e tifosi, ma lo è non accettare che qualcosa è stato sbagliato durante l’estate, sia a livello societario che a livello sportivo.

Sottolineare gli acquisti da squadre come Inter, Nizza e Atalanta è una mezza verità del Patron, o meglio non racchiude la sessione di mercato di questa estate: Piatek, Bonazzoli e Vilhena sono stati sostituiti rispettivamente da Ikwuemesi (campionato sloveno), Stewart (campionato giamaicano) e Legowski (campionato polacco). Evidenziare di avere il decimo monte ingaggi in Serie A non dovrebbe essere motivo di vanto, ma dovrebbe essere il sintomo che qualcosa non è stato fatto bene.

Se la scossa potrà essere positiva ce lo dirà soltanto il tempo; Iervolino ha messo a nudo i suoi pregi e difetti, ma solamente facendo un vero e proprio “mea culpa” potrà riuscire a risolvere una situazione che al momento appare complicata, ovviando ad errori evidenti, ma umani e giustificabili per un uomo che ha a cuore la Salernitana.

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